mercoledì 26 agosto 2020

Messico - Il Chiapas brucia

di Luis Hernandez Navarro

Il Chiapas brucia. 

I padroni li lasciano andare e i paramilitari, incoraggiati, fanno le loro cose. Attaccano le comunità ribelli con armi da fuoco, si concedono il lusso, come a Santa Martha, di mostrarsi con armi e divise e di disarmare gli agenti della Polizia Preventiva di Stato.

Questo 22 agosto, un gruppo di trasportatori appartenenti all'Organizzazione Regionale dei Coltivatori di caffè di Ocosingo (ORCAO) che vivono nel municipio di Oxchuc, guidati da Tomás Santiz Gómez, hanno sparato, saccheggiato e incendiato due magazzini di caffè delle basi di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), nella comunità di Cuxuljá, municipio ribelle di Moisés Gandhi (Ocosingo, per la nomenclatura ufficiale).

Cuxuljá è un paesino ai lati della strada che collega San Cristóbal e Ocosingo. È circondato da otto comuni autonomi zapatisti ed è il punto di incontro di diverse comunità. Fu occupato dall'esercito fino al 2001. I soldati si ritirarono da quella posizione per assecondare i tre segnali che l'EZLN chiedeva al governo di Vicente Fox per ristabilire il dialogo.

Il ritiro delle truppe non ha "pacificato" la zona. Non appena il dialogo fallì, a causa dell'approvazione della riforma costituzionale sui diritti e sulla cultura indigeni che violò gli accordi di San Andrés, sono iniziati gli attacchi del gruppo paramilitare ORCAO contro le basi ribelli di quella comunità. Il loro obiettivo era occupare il territorio lasciato dalle truppe.

La ORCAO non è sempre stata così. Per alcuni anni ha avuto uno stretto rapporto con lo zapatismo. Tuttavia, ha rotto questo legame tra il 1997 e il 1999 e la sua direzione ha iniziato a contrastare la base sociale ribelle, con il sostegno economico e gli incarichi governativi per i suoi leader. Con l'arrivo al governo dello stato del Chiapas di Pablo Salazar (2000-2006), il conflitto si intensificò. Nel 2002, le aggressioni dell'organizzazione dei coltivatori di caffè contro le basi zapatiste aumentarono drammaticamente, al punto da distruggere un murales ribelle. Si era trasformata in una forza paramilitare.

L’ORCAO è stata costituita nel 1988, con 12 comunità di Sibacjá, nel Municipio di Ocosingo. Subito dopo, altre comunità si unirono ad essa, fino a diventare 90. Le loro richieste originarie consistevano nella volere prezzi migliori per il caffè (nel 1989 caddero drasticamente) sia nella soluzione del sottosviluppo agrario. Influenzata dal lavoro pastorale progressista, nel 1992, nel contesto della commemorazione dei 500 anni di resistenza indigena, nera e popolare, rivendicò l'autodeterminazione indigena, si opponeva alla riforma dell'articolo 27 della Costituzione e reclamava libertà, giustizia e democrazia (https://bit.ly/3goUvWS).

Tuttavia, ha subito un’inarrestabile disfacimento. È stata praticamente espulsa da UNORCA (n.d.t. Unión Nacional De Organizaciones Regionales Campesinas de Mexico) nel 2015. Divisi internamente, due gruppi si contendono la sua leadership, quello di José Pérez, legato ai Verdi e al controllo del trasporto passeggeri, e quello di Juan Vázquez, commissario per la riconciliazione nel governo di Juan Sabines, più orientato alla [mondo della] produzione. Alleati ai governi di turno i loro leader hanno goduto, a loro personale vantaggio, di incarichi nella pubblica amministrazione. Molti di loro facevano parte del PRD, del PVEM e ora di Morena (n.d.t. il partito dell'attuale presidente López Obrador).

C'è una lunga storia di attacchi dell'ORCAO contro Cuxuljá. Come risultato della rivolta armata le basi di appoggio dell'EZLN (un gruppo collettivo di 539 contadini) beneficiarono di 1.433 ettari espropriati ai latifondisti. Sono in possesso di un "certificato di consegna del terreno" della Secretaría de la Reforma Agraria.

Gli zapatisti lavorano la terra in forma collettiva e si rifiutano di dividerla individualmente. Dicono che così facendo sarebbe come tornare indietro nel 1994. Tuttavia, un piccolo gruppo dell'ORCAO, che ha lasciato la comunità e ha venduto le proprie case, appoggiato originariamente dall'esercito e dalla polizia, insiste da 19 anni per dividere la proprietà, ottenere certificati di proprietà e vendere individualmente quello che è il prodotto di una lotta comune.

Gli attacchi contro le basi di appoggio dell'EZLN da parte dell'ORCAO sono stati una costante. Non si limitano a Cuxuljá, ma riguardano diversi municipi. L'ultimo è avvenuto il 23 febbraio a Chilón, quando la stessa ORCAO, i Chinchulines (n.d.t. gruppo paramilitare fondato dall'ex deputato del PRI Rafael Cevallos Cancino e legato a Paz y Justicia. Questo gruppo utilizza armi ad uso esclusivo dell'esercito e uniformi delle istituzioni di pubblica sicurezza) e membri di Morena hanno oltraggiato e sequestrato i rappresentanti della comunità, come rappresaglia per aver partecipato alle Giornate in Difesa del Territorio e della Madre Terra “Samir Somos Todas y Todos” (https://bit.ly/3leg3cs).

Queste aggressioni sono state regolarmente condotte nel quadro delle offensive governative per cercare di indebolire lo zapatismo e contenerne l'avanzata. Non sono il prodotto di lotte intercomunitarie, ma il risultato di una strategia di costruzione di conflitti interni da parte dello Stato. I vari governi di turno (anche quello attuale) sostengono l’ORCAO con risorse economiche, progetti produttivi (molti di loro sono allevatori di bestiame), copertura politica e impunità da parte della polizia, per cercare di erodere e logorare l'EZLN.

Solo un anno fa, i ribelli hanno annunciato la creazione di sette nuovi caracoles oltre ai cinque esistenti, con il quale arrivano ad un totale di 43 istanze di autogoverno, senza alcuna relazione con gli organi di governo ufficiali. Inoltre, hanno annunciato l’opposizione al Tren Maya e al Corredor Interoceánico. La nuova battaglia di Cuxuljá e la guerra continua dei paramilitari a Chenalhó fanno parte di una strategia di contenimento contro questa avanzata dello zapatismo. Una strategia che non sembra preoccuparsi di infiammare lo stato.

traduzione a cura di Cooperazione Rebelde Napoli

Articolo originale 

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!