venerdì 18 settembre 2009

Rethink Afghanistan - Watch the film, stop the war!

Film-documentario di Robert Greenwald sull'altro volto della guerra in Afghanistan

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Da alcuni giorni sta circolando nei social networks d'oltreoceano come twitter, facebook, ma anche nei blogs e all'interno delle reti stop-the-war il film-documentario Rethink Afghanistan, uno dei pochi film d'avanguardia che mette a fuoco le questioni chiave della global war on terror intrapresa da Bush dopo l'11 settembre.

Prodotto dal regista Robert Greenwald Rethink Afghanistan è stato rilasciato in retelibero da copyright ed è attualmente utilizzato nelle strategie mediatiche del movimenti stop-the-war per lanciare le mobilitazioni contro la guerra di quest'autunno.

In sei segmenti cinematografici il regista smonta le motivazioni che il governo americano ed la coalizione di stati stanno da anni sostenendo per continuare ed implementare la macchina bellica in Afghanistan. Gli episodi, alcuni di lunghezza inferiore ai due minuti, circolano virtuosamente nelle reti e vengono ripresi e proiettati dagli utenti stessi.

La tesi centrale del film è che la presenza in afghanistan non fa altro che aumentare l'insicurezza globale e quella dei cittadini stessi statunitensi.
Il documentario attraverso immagini inedite, interviste a cittadini afghani, docenti, ex-agenti della CIA solleva le questioni delle vittime civili, dei diritti delle donne e del concetto di sicurezza stessa degli Stati Uniti.

Links Utili:

Inferno afghano

Intervista a Lucio Caracciolo sui fatti di ieri



Riprendiamo da RepubblicaTv una breve intervista a Lucio Caracciolo, direttore di Limes, sulle nuove morti in territorio afghano. Un'analisi lucida del disastro bellico e delle ipocrisie della politica italiana:

Intervista a Lucio Caracciolo

Usa - Otto anni dopo - Stop the War in Afghanistan

A otto anni dalla decisione della guerra in Afghanistan




Codepink ed altre organizzazioni lanciano la settimana di azione dei media


Dal 14 settembre al 18 settembre 2009
Otto anni dopo: Settimana Nazionale di Azione dei Media contro la Guerra in Afghanistan

"CODEPINK, United For Peace & Justice, Peace Action, MADRE, Brave New Films e la coalizione delle organizzazioni contro la guerra invita te e la tua comunità online a partecipare alla Settimana nazionale di Azione dei Media per fare pressione sui nostri rappresentanti perchè abbiano il coraggio di fare delle azioni coraggiose contro la guerra in Afghanistan. Barbara Lee continuano ad essere vere.

Oggi il 57 per cento degli americani è contrario alla guerra in Afghanistan ed è una percentuale che sta aumentando. Gli americani sono stanchi di una guerra che non fa altro che aumentare il numero dei militari morti, che drenare soldi, che distrarre dai veri problemi come l'abitazione.
A dispetto di questo Obama ha scelto l'escalation della guerra e la prossima settimana è atteso dal Gen.McChrystal per parlare dell'autorizzazione all'aumento delle truppe."ù

Tratto da:


Iran, nuove proteste contro il voto. Violenti scontri con la polizia

In migliaia in piazza cantano slogan a favore di Moussavi

Violenti scontri con le forze di sicurezza iraniane sono scoppiati oggi nel centro di Teheran, dove diverse decine di migliaia di manifestanti sono scesi in strada per rinnovare le proteste contro l'esito delle discusse presidenziali del 12 giugno, che sancirono la conferma in carica di Mahmoud Ahmadinejad ma che da piu' parti sono state condannate come viziate da pesanti brogli. I dimostranti hanno approfittato delle celebrazioni per la Giornata di 'Quds', cioe' Gerusalemme, che si svolgono ogni anno in segno di solidarieta' nei confronti del popolo palestinese: fin dall'inizio dei cortei hanno occupato i punti strategici della capitale, per poi muoversi in senso concentrico verso la centralissima piazza Vali Asr, e da li' procedere in direzione dell'Universita'. Ben presto i contestatori, tra cui un elevato numero di donne, in massima parte molto giovani, hanno preso a scandire slogan a sostegno del leader dell'opposizione Mir Hossein Moussavi, il principale avversario sconfitto ufficialmente da Ahmadinejad alle elezioni: "Ya Hossein! Mir Hossein!", gridava la folla, che ha anche reclamato la scarcerazione dei dissidenti imprigionati sulla scia dei disordini dei mesi scorsi. "Ne' Gaza ne' Libano, io mi sacrifichero' per l'Iran!", o "Non abbiate paura, siamo tutti insieme!", cantavano i dimostranti, quasi tutti vestiti di verde, il colore adottato a suo tempo da Moussavi per la propria campagna elettorale; e intanto procedevano nella loro marcia verso l'ateneo, dove e' previsto un discorso del controverso presidente della Repubblica Islamica.

Luca Galassi

giovedì 17 settembre 2009

Palestina assediata: la solidarietà che arriva dall'Italia.

Il mese di Ramadan, che terminerà sabato 19 settembre, è un periodo di preghiera, digiuno, ma anche di azione, di solidarietà con i più poveri.


Abbiamo chiesto al presidente dell'Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese - Abspp, l'arch. Mohammad Hannoun, quali sono i progetti e le attività promosse dalla sua organizzazione.

"Il nostro obiettivo è quello di aiutare i cittadini palestinesi che non hanno la possibilità di mantere se stessi e la propria famiglia. Durante il mese di Ramadan sosteniamo 5 progetti: pacco-viveri; pasti caldi per l'Iftar, la cena di rottura del digiuno quotidiano; donazioni per bambini rimasti orfani, affinché possano ricevere i regali tradizionali per la fine del Ramadan; sostegno al commercio nella Striscia di Gaza, sotto assedio da tre anni; assegni di mantenimento alle famiglie destinati alle spese giornaliere e scolastiche".

Con quali modalità si realizzano tali progetti?

"Attraverso associazioni locali, nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, cui giungono i nostri aiuti economici. Esse documentano tutto e ci inviano resoconti, foto, filmati in cui si testimonia la concretizzazione di ogni progetto. Il nostro principio-base è che il denaro finisca davvero nelle tasche dei poveri e non in quelle di partiti o movimenti.

Per esempio, per incoraggiare le attività di centri commerciali e negozianti, in crisi profonda a seguito del disumano assedio imposto da tre anni a questa parte alla Striscia di Gaza, sosteniamo, attraverso le associazioni del luogo, la distribuzione di bonus in denaro alle famiglie gazawi più bisognose affinché li spendano acquistando i prodotti di cui necessitano. In questo modo, aiutiamo sia le famiglie in difficoltà sia i commercianti danneggiati dall'embargo. Un altro progetto è quello del pacco-viveri, contenente prodotti alimentari, scolastici e di altro genere. Inoltre, è tradizione del periodo di Ramadan la distribuzione di pasti per la rottura serale del digiuno. Il cibo, già pronto, viene consegnato con due modalità differenti: direttamente nelle singole abitazioni o in modo collettivo, nei centri associativi, nelle moschee, ecc".

In Cisgiordania avete dei problemi con l’Anp guidata da Abbas...

"Sì, l'Autorità nazionale palestinese di Ramallah ha occupato e sostituito i direttivi di tutte le associazioni caritatevoli in Cisgiordania, dandole in gestione a Fatah, che a sua volta distribuisce aiuti ai suoi simpatizzanti e affiliati. Un esempio concreto di strumentalizzazione politica della solidarietà. Alla fine, le vittima del conflitto interno palestinese sono i bisognosi. Il povero è sempre povero, dovunque si trovi. L’Anp fa favoritismi di tipo politico. A noi non interessa l’ideologia. Il dramma è che la comunità internazionale è complice di Israele nell’assedio del popolo palestinese. La situazione in Cisgiordania è gravissima, perché da qualche tempo è difficile far arrivare la solidarietà, il denaro. Le associazioni di beneficenza sono state attaccate contemporaneamente dall'Anp e da Israele. Speriamo che la situazione cambi in meglio".

Cosa può fare chi vuole aiutarvi nel vostro lavoro?

"Per realizzare questi progetti, noi ci appoggiamo a ospiti, sapienti, dalla Giordania, dalla Palestina, dall’Egitto e dall’Italia affinché sensibilizzino la comunità islamica in Italia. Inoltre, ci appelliamo agli amici italiani affinché ci aiutino a sostenere questi progetti. Noi garantiamo che i loro soldi finiranno nelle mani di chi ne ha bisogno.

da Infopal

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!