martedì 26 luglio 2011

Stati Uniti - Il cielo chiuso per Raquel Gutierrez Aguilar.



Mercoledì 20 luglio il volo di linea 033 di AereoMexico-Alitalia sorvolando gli Stati Uniti è stato costretto a fare dietro front e ad atterrare di nuovo a Monterrey, in Messico. Le autorità del governo a stelle e strisce hanno chiuso  lo spazio aereo perché secondo loro a bordo si trovava una feroce terrorista: la scrittrice messicana Raquel Gutierrez Aguilar.
Raquel Gutierrez Aguilar. Raquel è stata una delle voci più limpide e geniali della Guerra dell’acqua di Cochabamba del 2000. In Messico è ricercatrice all’Università messicana autonoma di Puebla.
Ha scritto libri bellissimi tra cui Los ritmos del Pachakuti, sui movimenti boliviani dal 2000 ad oggi.
Con l’associazione Yaku nel 2009 ha pubblicato “La Rivoluzione dell’acqua. La Bolivia che ha cambiato il mondo” e con noi ha partecipato insieme ad Oscar Olivera e John Holloway a una serie di incontri organizzati per presentare il libro in varie città del nostro Paese. Da Trento a Roma.
In questi giorni doveva recarsi a Cortona per un importante seminario sull’America Latina organizzato dalla Fondazione Neno Zanchetta. Aveva, per questo, comprato un biglietto dall’Alitalia e attraverso la linea AereoMexico avrebbe dovuto viaggiare per raggiungerci di nuovo in Italia

Norvegia - Quel paese ignoto nel mondo globale


Norvegiadi Marco D'eramo

Più il mondo è globalizzato, più la comunicazione è istantanea, più il flusso delle notizie è impetuoso e meno sappiamo dei paesi accanto: proprio come la vita dei nostri vicini di casa scorre parallela alla nostra, ma separata, ignota e incomunicante, così avviene per le realtà sociali: con i suoi 92 morti, la duplice strage di venerdì in Norvegia ne è la riprova più feroce.
La stessa facilona superficialità con cui abbiamo potuto oscillare tra la pista islamica e quella dell'estrema destra indigena la dice lunga sulla nostra ignoranza. Altrettanto sintomatico è stato il coro su «l'innocenza perduta», come se a nord della Germania qualcuno l'avesse prima mai trovata.
Solo la nostra totale incomprensione del mondo che ci circonda ci ha permesso da vent'anni a questa parte di non chiederci nemmeno una volta come mai le terre della mitica «socialdemocrazia nordica» avessero ripudiato con tanta facilità la forma più vicina al paradiso terrestre che l'umanità avesse mai conosciuto. E non è solo un modo di dire.

Israele - Proteste e accampamento contro il carovita


Tel Aviv - Proteste

Gli «indignados» di Tel Aviv resistono. L’accampamento di viale Rothschild non smobilita, nonostante le cariche della polizia a cavallo di sabato sera e le decine di fermi effettuati tra le oltre 20mila persone che hanno sfilato nelle vie del centro per protestare contro le «case d’oro», gli affitti stratosferici, il costo della vita insopportabile e a favore dell’aumento dei salari e di ciò che rimane dello stato sociale. Al contrario la mobilitazione si intensifica. Oggi centinaia di manifestanti hanno bloccato alcuni degli incroci stradali più trafficati a Tel Aviv e in altre città, come Haifa e Rosh Hain. Un campo di tende improvvisato è spuntato all’improvviso accanto alle Torri Azrieli mandando in tilt il traffico. Ma nessun taxista e automobilista ha protestato, il consenso alle iniziative degli indignati è ampio in tutto il paese. Tutti si sentono nella stessa barca.

mercoledì 13 luglio 2011

Tunisia – Dopo la rivolta: orizzonti di autorganizzazione

Incontro Euromediterraneo a Regueb

La cronaca di un viaggio, tanto più se il suo scopo principale è una conferenza, dovrebbe cominciare con i contenuti, e gli obiettivi raggiunti, o quantomeno le relazioni imbastite con le realtà. Tuttavia non sarebbe possibile comprendere questo viaggio senza far cenno al contesto in cui è avvenuto, ovvero Regueb e la Tunisia dopo la rivoluzione. Al contrario di altri contesti frequentati da Ya Basta! in questi anni, questo è un terreno ancora poco conosciuto, nonostante in questi mesi si siano succeduti i viaggi solidali della "società civile" europea in questa terra liberata dalla dittatura. Proverò dunque a tratteggiare i luoghi e le persone che abbiamo attraversato in quei pochi giorni.

REGUEB – LUOGO DI RIVOLTA, LUOGO DI MEMORIA

Arrivando a Regueb quello che stupisce è soprattutto l’aria di normalità. E’ questa una cittadina come tante altre incontrate lungo la via, un agglomerato urbano di modeste dimensioni che sorge ai lati della strada nazionale. I negozi, gli uffici pubblici ed i numerosi caffè sono tutti qui, oltre il marciapiede. Il centro non è piazza, ma una rotatoria dove spicca un piccolo monumento somigliante a quello della piazza della Kasba a Tunisi. Ed è proprio qui che sfilarono mesi addietro le manifestazioni di protesta, è questo il teatro degli scontri contro la polizia, il luogo di un presidio indetto dopo che cinque manifestanti furono uccisi dai loro fucili il 9 gennaio, un atto di disobbedienza civile totale, unico nel suo genere, in tutta la Tunisia. Spazio di vita pubblica, di lotta e resistenza, non sorprende che questa strada sia diventata il principale luogo della memoria della rivoluzione. Sui muri dei palazzi pubblici campeggiano murales e graffiti che raffigurano la liberazione. Sulla mura del palazzo del prefetto i cinque volti stilizzati dei martiri, così come vengono chiamati coloro che furono uccisi durante la rivoluzione. I loro nomi sono commemorati in una lastra di marmo issata nel monumento della rotatoria.

Tunisia - Regueb - La rivolta: verso nuovi orizzonti


Report dalla Tunisia

Regueb: 4 ore a sud di Tunisi, 30 km da Sidi Bouzid, 40 gradi all’ombra dalle 6 di mattina alle 9 di sera, terra rossa bruciata dal sole e campagne verdi con coltivazioni tra le più fertili del paese. Una terra maltrattata dalle politiche dell’“Ancièn Regime”, come chiamano già ora (quasi fosse passato un secolo) la dittatura di Ben Alì, che ha giocato un ruolo fondamentale nella rivoluzione. È in questa regione storicamente ribelle, già protagonista delle lotte anticoloniali, che Mohamed Bouazizi si è dato fuoco il 17 dicembre 2010 scatenando i primi scontri che, diffondendosi in seguito in tutto il paese, hanno portato alla fuga del dittatore. Regueb è l’unica città tunisina che, durante la rivoluzione, ha messo in atto uno sciopero generale (e realmente generalizzato) che ha coinvolto praticamente tutti gli abitanti e tutte le attività economiche del paese e delle campagne circostanti.

È anche il luogo da cui ha avuto origine la marcia su Tunisi che dopo la cacciata di Ben Alì ha ribadito al Primo Ministro, che nel frattempo aveva preso il potere, che non sarebbero stati accettati compromessi con i vecchi apparati e i vecchi uomini del regime. La lunga marcia ha progressivamente coinvolto un numero straordinario di persone ed è arrivata ad occupare la Kasba, la piazza del governo, fino alla caduta del governo e all’imposizione della richiesta di un’assemblea costituente (per la quale si voterà il 23 ottobre).

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!