lunedì 3 settembre 2012

Internet - Arrestato in Cambogia uno dei fondatori del sito Pirate Bay

Gottfrid Svartholm è stato fermato in esecuzione di un mandato internazionale emesso dalla magistratura svedese. Deve scontare un anno di carcere e pagare 4,4 milioni di dollari di risarcimento per violazioni delle leggi sul diritto d'autore
Il co-fondatore del sito torrent Pirate Bay, lo svedese Gottfrid Svartholm Warg, ideatore del software tracker Hypercube, è stato arrestato in Cambogia. 
Warg è stato arrestato nella capitale Phnom Penh, in esecuzione di un mandato internazionale emesso a seguito di una condanna in Svezia a un anno di carcere nel 2009 per violazione delle leggi sul copyright.
In quell'occasione i giudici stabilirono anche che Warg deve pagare l'equivalente in corone svedesi di 4,4 milioni di dollari di risarcimenti. Il suo ex avvocato, Ola Salomonsson, ha riferito al quotidiano Aftonbladet di essere a conoscenza dell'arresto.
Il ministro degli esteri svedese ha invece confermato soltanto che "un uomo sulla trentina" è stato arrestato a Phnom Penh. Pirate Bay è il sito svedese che consente agli utenti di condividere file, inclusi quelli multimediali.
Definito "uno dei grandi mediatori al mondo di download illegali" e un'avanguardia dei movimenti anti-copyright, Pirate Bay è stato fondato nel 2003 e conta oltre 35 milioni di utenti in tutto il mondo ai quali consente di sfruttare la tecnologia "BitTorrent" per scaricare film, musica e giochi.
Nel 2010, gli altri due cofondatori del sito, Fredrik Neij et Peter Sunde, erano stati condannati rispettivamente a dieci e otto mesi di carcere e a un risarcimento di 4,6 milioni di euro.
Neij ha annunciato di recente un ricorso alla Corte europea di giustizia contro la decisione della corte suprema svedese di riesaminare il caso.
Quattro modi per accedere a 'The pirate bay' dall'italia:

Desinformémonos del lunedì


Reportajes México

Sangre, impunidad y un país arrasado, la herencia de Felipe Calderón
Marcela Salas Cassani

A pesar de las recientes agresiones, siete nuevas comunidades se integran a la Policía Comunitaria
Jaime Quintana Guerrero

La trata de personas con fines de explotación sexual expande sus redes en todo México
Jaime Montejo (Agencia de Noticias Independiente Noti-Calle)

Negligencia, corrupción y colusión en las desapariciones forzadas en México
Texto: Juan López Villanueva
Foto: Eunice Carreón

La defensa del territorio, la cultura y la historia, como parte de la lucha contra el despojo y la explotación capitalista.
Rafael Sandoval Álvarez

Reportajes Internacional

La matanza de mineros sudafricanos en Marikana
Hilda Varela

Caza de gitanos en la Francia “socialista” de Hollande
Unión Local Lille de la Confederación Nacional del Trabajo (CNT)
Traducción: Arthur Lorot

Los kurdos después de la Primavera árabe
Alejandro Haddad
Fotografía: Simona Granati

Autonomías

Frente a la crisis, exitoso centro de salud de abajo y a la izquierda en Salónica
Gloria Muñoz Ramírez
Fotos: Gabriela Moncau

Imagina en Resistencia

Dolerse, más que un libro, una necesidad para un país herido
Marcela Salas Cassani

Fotoreportaje

Cuentas pendientes del sexenio de Calderón
Producción: Desinformémonos
Fotos: Archivo Desinformémonos; Clayton Conn; movimiento5dejunio.orgsipaz.orgelzorro.orgsillarota.comyosoy132media.org;cortandorabanos.blogspot.comsindicatomineromexicano.blogspot.comciudadania-express.com3.bp.blogspot.com;  pulsociudadano.com
Texto: Desinformémonos
Música: “Seguimos en la lucha”,  Zero (EL Vuh) y Héctor Guerra (Pachamama Crew)

Audio

Detrás de la lucha: el sentir del Yo Soy 132

Realización: Desinformémonos

Transnistria - Uno Stato fantasma nel cuore dell’Europa


di Riccardo Bottazzo
Inutile cercarla sulla carta geografica. La democratica repubblica comunista della Transnistria non è segnata su nessuna mappa. Ma se viaggiate attraverso la Moldavia, da ovest ad est, come sto facendo io, con l’intenzione di raggiungere il confine ucraino, rischiate di cascarci dentro. E sono cavoli vostri perché da queste parti la legge la detta solo chi ha un Kalashnikov in mano!
Stiamo parlando di una specie di Isola Che Non C’é, dove però Capitan Uncino ha fatto fuori Peter Pan e se la governa da padrone.
Per l’Europa e per la comunità internazionale, la Transnistria semplicemente non esiste. Quella lunga e stretta striscia di terra sulla sponda orientale del fiume Nistro che fa da cuscinetto tra la Moldavia e l’Ucraina, appartiene giuridicamente alla Moldavia. Ma nei fatti, è una repubblica perfettamente indipendente con tanto di polizia, esercito, prigioni, bandiera, moneta propria, presidente (dittatore) e parlamento. Ma è uno Stato che nessun altro Stato sulla faccia della terra si sognerebbe mai di riconoscere, fatto salvo per altri Governi non riconosciuti da nessuno come l’Abcasia e l’Ossezia del Sud.
Le rivendicazione territoriali della Moldavia che continua a ritenere la terra a ridosso del fiume Nistro come un suo territorio, la lasciano perfettamente indifferente. Il governo di Chisinau non ha né la forza politica né quella militare per riprendersi quella regione che nel 2 settembre del 1990 si è dichiarata unilateralmente indipendenti in seguito ad un colpo di mano della 14ª armata dell’esercito sovietico stanziata a Tiraspol, oggi capitale dello Stato fantasma, approfittando della confusione legata alla dissoluzione dell’Unione Sovietica.
Proprio la dissoluzione del gigante sovietico ha decretato la fortuna economica e di conseguenza anche quella politica di questa repubblica della banane. Subito dopo aver dichiarato l’indipendenza, i generali della 14ª armata hanno cominciato a mettere sul mercato l’unico bene a loro disposizione: le armi dell’Armata Rossa. La Transnistria è diventata così un gigantesco bazar dove, pagando sull’unghia, si può comperare di tutto: mitraglie Policeman, pistole Makarov, lanciarazzi anticarro Rpg7, lanciamine Vasiliok, lanciagranate Gnom e Spg9, razzi Bm 21 Grad, missili portatili Duga. Per non parlare di tutte le enormi quantità di materiali nucleari, chimici e radioattivi stoccati nei depositi oggi abbandonati dell’esercito sovietico, come i famigerati missili Alazan dotati di testata agli isotopi radioattivi che fino a qualche anno fa erano piazzati all’aeroporto di Tiraspol e di cui si sono oggi perse le tracce.
A tenere le redini di questa ebay del terrore è la mafia russa che in questo Eden del contrabbando della droga, del petrolio e delle armi non è mai neppure stata dichiarata una organizzazione illegale. Anzi, alle ultime elezioni ha democraticamente fatto eleggere l’attuale “presidentissimo” con la percentuale del 103% degli aventi diritto al voto. Neanche i conti, sanno fare!
Il tutto, sotto le bandiere di un vetero comunismo che farebbe la felicità di certi nostalgici amici miei. La Repubblica della Transnistria infatti è tutt’oggi il solo Stato a dichiararsi ufficialmente leninista con gran sventolio bandiere rosse, falci e martelli, gigantografie di Marx, Lenin, Stalin, orride statue ad eroi operai.
Qualche ingenuo potrebbe domandarsi come possa la comunità internazionale tollerare l’esistenza di un tale “Stato Canaglia” senza che nessun politico si sogni mai di proporre contro la Transnistria anche solo un centesimo di quelle sanzioni che ancora oggi continuano ad impoverire Cuba. La risposta è semplice. La Transnistria è utile quanto, e forse più della Svizzera: in questa sottile striscia di terra vengono a rifornirsi, come ad in un gigantesco “discount”, dittatori, stragisti, servizi segreti più o meno deviati, mafie e gruppi terroristici di tutto il mondo. Non c’è da meravigliarsi se quando si parla di politica internazionale, tutti facciano finta che la Transnistria non esista. Eppure la Transnistria esiste, eccome. E se ci cascate dentro - e non sieste dei mafiosi - vi obbligano pure a pagare tutto due volte. Ogni spesa infatti viene effettuata prima con la moneta della Transnistria (che è come dire i soldi del Monopoli o quelli col muso di Bossi) e poi in rubli (che valgono sul serio). Il cambio, alla frontiera, è ovviamente obbligatorio. E provate voi a dire di no ad uno che vi punta il kalashnikov sulla pancia.
Benvenuti nella libera repubblica della Transnistria. Secondo stella a destra, questo è il cammino.

Messico - Si mobilitano 800 poliziotti comunitari per difendere la giustizia autonoma

In Guerrero, la Polizia Comunitaria è in allerta dopo l'arresto di una autorità autonoma

La Polizia Comunitaria del Guerrero ha dichiarato l'allerta e ha mobilitato 800 dei suoi membri per rispondere agli attacchi contro la loro esperienza di sicurezza e giustizia autonoma che va avanti da più di 15 anni e alla quale partecipano più di 80 comunità.
Lo stato di allerta è stato dichiarato dopo che la polizia governativa ha arrestato un coordinatore della CRAC (Coordinadora Regiona de Autoridades Comunitarias), l'istituzione autonoma che comanda la Polizia Comunitaria e che impartisce la giustizia secondo i cosiddetti “usi e costumi” delle popolazioni indigene della regione. Il pretesto di questo atto repressivo è semplice: la polizia comunitaria ha arrestato una persona accusata di omicidio in una loro comunità, i familiari dell'arrestato hanno sporto denuncia a un tribunale del governo, e un giudice, appellandosi al fatto che la polizia comunitaria è un esperienza autonoma non pienamente riconosciuta dalle leggi dello stato, ha ordinato la cattura di Máximo Tranquilino Santiago e altri 9 dirigenti accusandoli di sequestro di persona.
La CRAC ha mobilitato immediatamente i suoi membri, e nella cittadina di San Luis Acatlan hanno arrestato alcuni tra i funzionari del tribunale e i poliziotti che hanno portato a termine l'arresto del dirigente comunitario. Inoltre hanno indetto una assemblea regionale, alla quale partecipano tutte le comunità che adersicono all'esperienza della giustizia autonoma, le quali decideranno cosa fare dei funzionari del governo arrestati.
Non è la prima volta che questa esperienza di giustizia comunitaria è attaccata dal governo. Però questo episodio si inserisce in un contesto particolare e complesso che si sta vivendo nella regione. Se da una parte la polizia comunitaria sta aumentando la propria legittimità e il consenso nella regione, per cui nuove comunità stanno per aderire al progetto, dall'altra negli ultimi tempi ci sono stati episodi di repressione contro esponenti dell'istituzione comunitaria. L'esclation di repressione e di violenza nella zona è da attribuire alla resistenza che le comunità stanno opponendo da un po di tempo contro alcuni progetti di miniere a cielo aperto, si legge nel comunicato della CRAC.

domenica 2 settembre 2012

Grecia - Atene ormai è senza medicine, Novartis sospende la fornitura

di Argiris Panagopoulos
La catastrofe sociale si aggrava. Sciopero dei dipendenti locali. In arrivo misure da 11,5 miliardi
L'autunno è arrivato e in Grecia sarà sicuramente caldo dopo i nuovi tagli - tra gli 11,5 e i 13,5 miliardi - che entro martedì prossimo dovrà presentare il governo di Samaras. Tra lo sciopero di 48 ore dei dipendenti pubblici locali e le proteste dei farmacisti, i tre leader che sostengono il governo (Samaras, Venizelos e Koubelis), insieme con il ministro della Finanze Stournaras, hanno cercato invano ieri di trovare un accordo sui tagli, vista la paura di aggravare le ferite della classe media e dei ceti sociali che si sono impoveriti drammaticamente negli ultimi tre anni.
Sul tavolo un taglio dei cosiddetti «stipendi speciali» del settore pubblico: polizia, militari, diplomatici, magistrati e perfino clero ortodosso. Finora sono stati risparmiati ma nel secondo memorandum è scritto che questi salari dovranno calare almeno del 12%. Il governo pensa a un taglio modulare che andrebbe da -6% per i poliziotti fino a -20% per preti e ambasciatori. Allo studio anche l'abolizione totale di tredicesima e quattordicesima e il taglio delle pensioni degli agricoltori.
Ieri Samaras è stato contattato al telefono dalla presidente del Fmi Lagarde per illustrare la situazione e il 7 settembre si incontrerà a Salonicco con il presidente del Consiglio europeo Van Rompuy. Syriza ha avvertito i tre leader della «seconda troika» (quella dei tre partiti di governo, ndr) che continuare con l'austerity porterà alla distruzione della società. «La gente non rimarrà con le braccia incrociate ad aspettare il suo annientamento», ha avvertito Alexis Tsipras mentre il termometro sociale nella capitale greca è già ai massimi.
La polizia di Atene è riuscita a interrompere solo con gas e blindati usati come barricate il lungo e lento corteo dei grandi camion della spazzatura che voleva arrivare nel cuore della città per protestare contro i tagli ai comuni. Poco distante dalle proteste dei lavoratori nelle amministrazioni locali, in piazza Omonoia in un'animata assemblea i farmacisti decidevano se interrompere o no la vendita delle medicine.
I farmacisti, soprattutto, sono il problema più immediato per il governo di Samaras: minacciano di interrompere da domani la consegna delle medicine alla maggioranza dei pazienti che usufruiscono del sistema sanitario pubblico, visto che le casse sono vuote e lo stato non ha ancora pagato i 67 milioni di euro per le spese farmaceutiche di maggio. La multinazionale svizzera Novartis ha avvertito l'ente statale EOPPY che taglierà le forniture di 6 farmaci a causa di un debito da 40 milioni di euro del governo. Secondo l'Ordine dei farmacisti, tutti i diversi enti statali devono almeno 300 milioni alle farmacie e alle società farmaceutiche.
Il governo ha risposto come può. Ieri ha promesso una mancia di 90 milioni per bloccare le proteste degli enti locali mentre oggi, in un congresso straordinario, l'unione dei comuni Kedke deciderà se continuare o meno lo sciopero. Secondo la Kedke, almeno 40 comuni non avranno i fondi necessari per pagare i loro impiegati a settembre. Ma la credibilità dei sindaci è quasi inesistente, visto l'alto grado di corruzione negli enti locali.
In questo scenario già tragico, sembra che anche che i medici presto scenderanno nelle piazze, dopo l'ultimatum di ieri al governo dei dottori ospedalieri e di quelli convenzionati con la sanità pubblica contro nuovi tagli ai salari. Da lunedì, insomma, i pazienti saranno costretti a pagare di tasca propria sia le visite ai medici convenzionati sia le medicine che gli prescriveranno. Secondo i calcoli dell'Unione dei medici di EOPYY, l'ente deve dal 2010 a oggi ai medici di tutte le categorie più di 1,3 miliardi! Come provocazione, l'ordine dei medici di Atene ha proposto che il ministro della Sanità e il direttore dell'EOPYY rimangano senza stipendio fino a quando non saranno pagati tutti i medici in corsia.
Una situazione esplosiva, aggravata dalla fretta con cui entro martedì il governo Samaras deve presentare il pacchetto con i nuovi tagli. Una mossa disperata che cerca di ottenere, in cambio, un rinvio di due anni del rientro del debito pubblico. Secondo i calcoli del Fmi, prolungare in questo modo l'agonia costerebbe ai greci altri 20 miliardi.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!