mercoledì 4 settembre 2013

Messico - Stato d'eccezione: manifestazione 1S a Città del Messico

Foto e post di Fabrizio Lorusso  - Link a fotogalleria della tendopoli degli insegnanti a Città del Messico.
A Città del Messico il primo settembre s'è svolta un'importante una manifestazione di studenti, facoltà universitarie, organizzazioni sociali, parti del MoReNa (Mov. Rigenerazione Nazionale), liberi cittadini e gruppi anarchici contro la Riforma energetica. Anzi, le iniziative in tutta la città e in tutto il paese erano decine. A questo link ho inserito una galleria fotografica della mattinata del primo settembre tra il Monumento alla Revolución e l’angolo tra le via Eje Central e Izazaga a Città del Messico.La manifestazione nel primo pomeriggio s’è unita a quella degli insegnanti della CNTE (Coordinadora Nacional Trabajadores de la Educación) che si sono diretti a San Lazaro, sede della camera dei deputati messicana. Un aggiornamento e foto sulla protesta dei docenti contro la Riforma Educativa è a questo link. Un poliziotto è rimasto ferito per l’attacco di un gruppo di persone incappucciate (presumibilmente e secondo fonti giornalistiche locali – il quotidiano La Jornada – appartenenti a dei gruppi identificati come anarchici). Ci sono stati almeno sei scontri di questo tipo avvenuti durante la manifestazione e anche al termine mentre gli insegnanti, che formavano un cordone indipendente e pacifico, stavano per ripiegare. L'accerchiamento forzato e l'enorme dispiegamento di forze rappresenta una strategia di contenimento che sfocia nella provocazione e nello stato d'eccezione. La reazione della polizia dopo gli scontri s’è quindi concentrata su altri "obiettivi", cioè persone individuate casualmente, e alla fine della giornata di protesta dell’1S ci sono stati 16 arresti di alcuni attivisti e giornalisti indipendenti. Le organizzazioni per la difesa dei diritti umani come il Comité Cerezo hanno già lanciato dei comunicati in proposito.
Marcha 1S Mex DF 043 (Medium)
Durante la mattinata e il primo pomeriggio la polizia (6mila poliziotti di Città del Messico e granaderos in tenuta antisommossa oltre a 2mila federali) ha circondato e controllato costantemente l’intero cordone dei manifestanti senza lasciare spazi di azione e movimento alle persone che camminavano: un vero e proprio stato di eccezione.  La quantità delle forze messe in capo dal governo della città e da quello federale è stata enorme. “L’imbottigliamento coatto” da parte della polizia era pensato per il controllo totale ma con l’effetto collaterale provocato di asfissiare e generare situazioni di tensione, in particolare nei momenti in cui la doppia fila digranaderos in testa al corteo spezzava il ritmo della marcia e bloccava i manifestanti, cosa che s’è ripetuta praticamente ad ogni curva mentre, nel contempo, gli scudi dei corpi antisommossa chiudevano la coda e i lati del corteo.

martedì 3 settembre 2013

Messico - Gli zapatisti, l’arte di costruire un mondo nuovo

di Raúl Zibechi

Dai suoi sei anni di altezza, Carlos Manuel abbraccia la vita di suo padre come se non dovesse mai staccarsene. Guarda il tetto e sorride. Julián, suo padre, cerca di liberarsi. Il bambino cede ma rimane vicino al padre. Irma, sua sorella di circa otto anni, osserva da un angolo della cucina dove sua madre, Esther, lavora al fuoco girando le tortillas di mais che continuano ad essere l’alimento base della famiglie contadine.

Gli altri tre figli, compreso il più grande, Francisco, di 16 anni, osservano la scena che si ripete durante i pasti, come se fosse un rituale. La cucina è il luogo delle conversazioni che si spargono lente come il fumo che ascende sui tetti di zinco. Le parole sono frugali e saporite quanto il cibo: fagioli, mais, caffè, banane e qualche verdura. Tutto seminato senza sostanze chimiche, raccolto ed elaborato a mano. Allevato in aperta campagna il pollo ha un sapore diverso, come tutto il cibo in questa comunità tojolabal.

Finito il pasto ognuno lava i propri piatti e le posate, compreso il padre che a tratti collabora nella preparazione del cibo. Chiedo se è normale in queste terre. Rispondono che è un’abitudine nelle terre zapatiste, non è così in quelle del “mal governo”, a cui si rivolgono, senza sarcasmo, chiamandoli “fratelli priisti”. Queste comunità, vicine a quelle che impugnano la stella rossa su sfondo nero, ricevono buoni e alimenti dal governo, che costruisce loro case di mattoni e pavimento di cemento.
In tutta la settimana non c’è stato il più piccolo gesto di aggressività tra padre, madre e figli. 

Neppure un segno di malcontento o rimprovero. Parrebbe che la proibizione del consumo di alcol ammorbidisca le relazioni umane. Le donne sono quelle che traggono maggiore beneficio dai cambiamenti. “Riconosco gli zapatisti dal modo in cui si alzano in piedi, soprattutto le donne”, commenta il navigato giornalista Hermann Bellinghausen.

Il giorno della fine del mondo
La nuova fase intrapresa dagli zapatisti è cominciata il 21 dicembre 2012, giorno etichettato dai media come la fine del mondo che per i maya è l’inizio di una nuova era. Decine di migliaia di basi d’appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) si concentrarono nei cinque capoluoghi municipali del Chiapas, gli stessi che occuparono il 1 gennaio 1994.

lunedì 2 settembre 2013

Messico - La Escuelita zapatista

La Escuelita zapatista  

di  Miguel Concha

La Escuelita zapatista è stata colma di esperienze, saperi e speranze confermate. Sono stati momenti per generare nuovi stimoli in un’epoca che sembra perdere riferimenti di lotta e trasformazione. La vita in comunità ed il lavoro collettivo hanno permesso a 1.700 persone, venute da diverse parti della Repubblica e del mondo, di riconoscersi nel forte desiderio di collaborare nella costruzione di un mondo dove stiano tutti i mondi.

L’invito fatto al Centro dei Diritti Umani Fray Francisco de Vitoria OP AC, ed il vissuto di due giovani compagni di questa organizzazione, esortano a diffondere alcune riflessioni al riguardo. Innanzitutto si ringraziano gli zapatisti per l’invito a un così importante esercizio di riflessione e formativo. E si ringraziano le migliaia di famiglie zapatiste che hanno accolto gli allievi. Si riconosce inoltre che questa convocazione è arrivata in un momento in cui i movimenti, collettivi ed organizzazioni sociali hanno bisogno di intessere le rispettive conoscenze con quelle dei popoli che resistono di fronte ad un sistema di morte che sfrutta ed esclude. Lo zapatismo è la dimostrazione che un altro mondo è possibile e, contrariamente a quello che il malgoverno dice, è un riferimento che ispira a continuare nelle lotte per un mondo più degno e giusto. Da quando i popoli zapatisti sono riapparsi il 21 dicembre scorso, si era percepito che c’era un messaggio profondo per il paese e per il mondo. Nei primi mesi dell’anno hanno poi invitato ad incontrarli. E così si è potuto condividere quello che hanno costruito in questi quasi 20 anni, e come lo hanno fatto. Una settimana di incontri è servita affinché i partecipanti si rendessero conto che la lotta zapatista non è mai stata endogamica, ma è partecipata con tutti i popoli del mondo, perché come ben dicono, per tutti tutto, per noi niente.

La pedagogia impiegata è stata quella dell’accompagnamento, dell’attenzione e dell’umiltà. 

domenica 1 settembre 2013

Messico - Appunti del corso La libertà Secondo l@s Zapatistas (di ritorno dalla Escuelita Zapatista)

Appunti del corso 
La libertà Secondo l@s Zapatistas

di Gilberto López y Rivas

E’ stato un privilegio assistere come alunno al corso di primo grado La Libertà Secondo l@s Zapatistas che si è svolto parallelamente in diversi territori dei governi autonomi, e nel Centro Indigeno di Formazione Integrale – Unitierra, a San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, dal 12 al 17 agosto. 

Per i suoi molteplici significati politici, strategici, programmatici e tattici nella tragica attualità di un paese devastato dal governo di tradimento nazionale e da suoi soci corporativo-repressivi (includendo il crimine organizzato), il corso impartito da indigeni delle diverse etnie che formano i governi autonomi zapatisti costituisce un appello urgente alla coscienza nazionale, agli uomini e alle donne con dignità e interezza ad organizzarsi, resistere e lottare per un mondo migliore dove si comandi ubbidendo ai popoli a partire da sette principi: 1. Servire e non servirsi. 2. Rappresentare e non sostituire. 3. Costruire e non distruggere. 4. Ubbidire e non comandare. 5. Proporre e non imporre. 6. Convincere e non vincere. 7. Scendere e non salire; e sulla base della massima etica che guida l’EZLN: Per tutti, tutto, per noi, niente, è questo il codice di condotta opposto a quello con cui agisce la classe politica messicana.
In questa settimana memorabile, accompagnati dal nostro Votán, il tutore o cuore-guardiano del popolo e della terra, e dei nostri libri di testo di lettura-consultazione-discussione, noi allievi ci siamo addentrati nello studio della storia del governo autonomo. Si sono ricordati gli anni difficili della clandestinità, con l’arrivo delle Forze di Liberazione Nazionale nella selva Lacandona, il 17 novembre 1983; i 10 anni di preparazione che precedono la dichiarazione di guerra; il processo lento ma diffuso di presa di coscienza sul ruolo da giocare quando ogni tanto sorgono uomini e donne che pensano agli altri, che si ribellano per esigere terra e libertà.

Messico - Principi e modi zapatisti (di ritorno dalla Escuelita Zapatista)

Principi e modi zapatisti

di Neil Harvey *

La escuelita zapatista che si è svolta in Chiapas tra il 12 e 16 agosto ha avuto una doppia funzione: da una parte, si è rivolta agli studenti arrivati da fuori come parte di una nuova iniziativa politica dell’EZLN iniziata con la marcia silenziosa del 21 dicembre 2012. La scuola è lo sforzo degli zapatisti di fare conoscere, dalla loro stessa analisi e testimonianza, la loro esperienza nella costruzione dell’autonomia comunitaria, municipale e di zona, allo scopo che queste lezioni possano essere utili in altri spazi.

Rappresenta in parte la continuazione delle relazioni presentate nell’Incontro dei Popoli Zapatisti con i Popoli del Mondo, del 2007, ma con maggiore profondità e con nuovi metodi di organizzazione. L’assegnazione di un uomo o una donna delle basi di appoggio ad ogni studente come propri custodi, ha fatto sì che l’interazione fosse più diretta ed arricchente, mentre le presentazioni e sessioni di domande e risposte hanno dimostrato la disponibilità di condividere non solo i progressi, ma anche limitazioni, errori e, soprattutto, nuovi modi di correggerli.

Nello stesso tempo, la escuelita ha avuto impatto all’interno delle comunità zapatiste promuovendo la discussione e l’elaborazione di quattro libri e due dvd sui governi autonomi, l’autonomia e le donne, e la resistenza, lasciando a disposizione un importante strumento per l’educazione autonoma e la nuova generazione di giovani zapatisti. Nel processo si va consolidando la centralità dei sette principi di governo zapatista: ubbidire e non comandare; rappresentare e non sostituire; scendere e non salire; servire e non servirsi; convincere e non vincere; costruire e non distruggere, e proporre e non imporre.

La scuola dunque è uno spazio di dialogo, un’opportunità per conoscere e condividere non unicamente i principi zapatisti, ma anche le sue pratiche o modi. Ma, che cosa sono i modi zapatisti? Sebbene resistano alla definizione, è possibile valutare il modo in cui questi sono espressi nelle decisioni e nelle azioni dei membri dell’EZLN.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!