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venerdì 26 febbraio 2010

Arresti in diverse città italiane: l'accusa essere militanti del PKK

Dieci kurdi e un italiano sono stati arrestati questa mattina all'alba in varie città italiane. L'indagine, partita da Venezia (ma svolta parallelamente anche in Francia), ha coinvolto Roma, Treviso, Pisa, Modena, Torino, Udine, Pordenone e Milano.
L'accusa per tutti (gli indagati sarebbero 16) è quella di aver messo in piedi una struttura di reclutamento incaricata di trovare in Europa persone e risorse da impiegare in Kurdistan.
Vale la pena sottolineare, visto che l'accusa parla di reclutamento per il PKK,il partito dei lavoratori del Kurdistan, che lo stesso PKK sta osservando un cessate il fuoco unilaterale dal marzo 2009 e che gli sforzi di questo ultimo anno e mezzo vanno in direzione di una soluzione pacifica e negoziata al conflitto in atto dal 1984.
Il leader del Pkk, Abdullah Ocalan, in carcere dal 1999 nell'isola di Imrali, ha scritto e consegnato alle autorità turche, nei mesi scorsi, la sua roadmap come contributo a un possibile e auspicabile processo di pace.
La roadmap non è stata ancora consegnata ai legali di Ocalan. Secondo le agenzie di stampa, l'operazione di questa mattina si è svolta con il contributo delle strutture antiterrorismo di Germania, Belgio ed Olanda.
Il PKK è nella lista europea delle organizzazioni terroristiche. In Italia sarebbero stati scoperti quattro campi di addestramento: due nel pordenonese, uno in provincia di Taranto, e uno in Centro Italia.