domenica 12 giugno 2011


Matteo DeanE' mancato stanotte Matteo Dean

E' mancato questa notte a Toluca in Messico in un incidente stradale con la sua moto, Matteo Dean.
Matteo per tutt@ noi era un riferimento umano e politico in quel grande e lontano/vicino paese che è il Messico.
Matteo ci aspettava quando arrivavamo all'aereoporto per accoglierci e accompagnarci, per darci la possibilità di entrare realmente in quel grande paese che lui amava e dove aveva scelto di vivere.
Matteo con le interviste, i suoi articoli ci raccontava in una maniera che nessuno potrà sostituire la realtà sociale, politica dell'altra lato dell'oceano.
Matteo era soprattutto uno di noi. Lo era fino in fondo in un legame fortissimo che la distanza non aveva mai spezzato.
Con lui abbiamo viaggiato in Messico e in tutta l'America Latina, in Europa, con lui abbiamo partecipato alle mobilitazioni internazionali, perchè Matteo era uno spirito libero sempre alla ricerca delle strade e dei cammini per cambiare l'ordine di cose esistenti.
Siamo vicini ai suoi affetti, ai suoi cari, ai suoi amici in Messico, che sono anche i nostri, ed in Italia.
Matteo ci mancherai.

mercoledì 1 giugno 2011

Referendum, censurata arroganza del governo. Ora tutti al voto!


“Questa volta le furberie alle spalle degli italiani non passano. La Cassazione censura l’arroganza del governo e riconsegna nelle mani dei cittadini il diritto a decidere sul nucleare e del proprio futuro”. Il Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’, oltre 80 associazioni a favore del referendum contro il ritorno all’atomo, plaude alla decisione della Corte, che “ha arginato i trucchi e gli ipocriti ‘arrivederci’ al nucleare e ha ricondotto la questione nell’alveo delle regole istituzionali, contro l’inaccettabile tentato scippo di democrazia”.
Secondo le associazioni “oggi ha vinto lo spirito democratico e referendario, hanno vinto gli italiani, che potranno esprimersi e cacciare definitivamente lo spettro del nucleare dall’Italia. 
Il 12 e 13 giugno tutti al voto contro il nucleare e per l'acqua pubblica.

Per informazioni sui referendum:

giovedì 26 maggio 2011

Sudan - Sud Sudan, l'ombra di una nuova guerra


SudanIl chiodo al quale sono appese le speranze di pace tra il Sudan e il Sud Sudan sembra stia per cedere. La tensione, che nelle ultime settimane era andata crescendo, si è condensata ed è esplosa laddove era più prevedibile: l'area di Abiyei, la regione petrolifera contesa da Juba e Khartoum. Tra venerdì e sabato, l'esercito sudanese ha lanciato un'operazione militare che ha visto l'impiego di elicotteri da combattimento e artiglieria pesante e ha portato all'occupazione del distretto e al ripiegamento delle forze del Sud. Era la risposta all'imboscata in cui, il 19, erano stati uccisi 22 soldati di Khartoum che un contingente Onu stava scortando fuori dai confini dell'area, ultimo atto di uno stillicidio di aggressioni, omicidi e raid che dura da mesi. Non si conosce al momento il bilancio delle vittime. Si sa solo che Abiyei è una città fantasma, che i circa 20 mila abitanti sono scappati, che l'Unmis (United Nations Mission in Sudan) sta tentando una mediazione ma che il suo personale ha ricevuto l'ordine di non uscire per nessun motivo dalla sede e di raggiungere subito i bunker in caso di allarme. Testimoni sul posto nel pomeriggio raccontavano di saccheggi e devastazioni, di una città in fiamme e di una situazione in progressivo pegioramento. Dal Palazzo di vetro, lunedì pomeriggio è arrivato un duro comunicato che ribadiva che la responsabilità del mantenimento dell'ordine è del Sudan e che, quindi, qualsiasi crimine commesso durante l'occupazione sarà addebitato a Khartoum.

Ucraina - Giustizia all’ucraina



UcrainaGiustizia selettiva. Così la chiama Yulia Tymoshenko, l’ex primo ministro che da un anno è nel mirino della procura generale, indagata in vari casi per abuso d’ufficio. Per lei si tratta di una congiura del presidente Victor Yanukovich e della nuova èlite al potere per metterla in un angolo una volta per tutte.
Il procuratore Victor Pshonka è molto vicino al capo di stato, tribunali e procure obbedirebbero agli ordini dall’alto. Altro che indipendenza dei giudici. Dalla Bankova hanno sempre detto ovviamente che la giustizia fa il proprio corso senza guardare in faccia a nessuno.
E così il bel viso coronato dalle bionde trecce della cinquantenne eroina della rivoluzione ha iniziato a fare capolino con regolarità nelle stanze della procura. Ieri è sembrato che l’arresto fosse vicino, ma dopo una maratona di oltre sei ore d’interrogatorio la Tymoshenko è uscita a piede libero.
La principessa del gas, con un passato da oligarca, ha già vissuto brutti momenti finendo anche dietro le sbarre. Nel 2001, con il marito Olexandr Tymoshenko, ha trascorso qualche giorno in regime di custodia cautelare e nel 2004 è finita sulle liste dell’Interpol dopo accuse di corruzione arrivate da Mosca. Poi tutto si è quietato. Fino a quando lo scorso anno è arrivato Yanukovich.
Da allora diversi episodi giudiziari hanno coinvolto membri del vecchio governo Tymoshenko, dall’ex ministro dell’Economia Bogdan Danylyshyn a quello dell’Ambiente Gregori Filipchuk e a quello degli Interni Yuri Lutsenko, ancora in carcere in attesa di sapere quale sarà la sua sorte.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!