mercoledì 13 novembre 2013

Cambogia - Lavoratori si scontrano con la polizia nelle proteste contro lo sfruttamento delle multinazionali

Come in Bangladesh chiedono aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro

Alcuni mesi fa il crollo della fabbrica tessile a Dacca con più di 1000 morti, apriva uno squarcio sulle condizioni di super sfruttamento della filiera delle compagnie multinazionali del settore.
Dopo convegni, carte d'intenti firmate in pompa magna, codici etici per le condizioni di lavoro, le proteste in Bangladesh e Cambogia proprio di questi giorni dimostrano come si cerchi di preservare i profitti garantiti attraverso salari da fame e condizioni inumane. I nomi dei brand, nell'infernale ragnatela di appalti e commesse sono sempre gli stessi. Con una mano si firma il codice etico con l'altra si sfruttano migliaia di uomini e donne.
"People before profits" è stato uno degli slogan che hanno accompagnato le proteste pochi mesi fa davanti a company come la Benetton ed altre, che dietro i marchi luccicanti o addirittura economici come la H&M, sono il volto ipocrita del profitto, come denunciano le donne e gli uomini che hanno manifestato in questi giorni tra il Bangladesh e la Cambogia. 
Video su Phnom Penh
Manifestazioni, scontri a Phnom Penh nella giornata di ieri durante le proteste dei lavoratori della SL Garment Processing Ltd., che fornisce famosi marchi come Gal e H&M. Il corteo che si dirigeva verso la residenza del premier Hun Sen è stato attaccato dalla polizia e negli  attacchi è morta una donna ferita da colpi d'arma da fuoco.
La protesta, che dura da alcuni mesi,  ha al centro le condizioni di lavoro imposte nel paese, come in Bangladesh, delle company del settore tessile. I lavoratori che sono scesi in piazza fanno parte di una rete di oltre 500 fabbriche che esportano negli Usa e in Europa.
Le condizioni di lavoro in cui si trovano migliaia di lavoratrici e lavoratori sono quelle salite alla cronaca con il crollo della fabbrica tessile a Dacca: pochi soldi per un lavoro svolto in condizioni nocive.
Una situazione, che a parte le solite dichiarazioni d'intenti quando lo scandalo si fa troppo evidente, affonda le sue radici nel circuito della produzione globale delle grandi aziende, che non esitano a sfruttare in nome dei profitti.
In Cambogia la protesta nasce dalla richiesta di aumenti salariali (sempre se si può definire salario una quantità di denaro tra i 40 e gli 80 dollari al mese) e di migliori condizioni lavorative.
Le stesse richieste che hanno portato in piazza l'altro ieri altri lavoratori e lavoratrici in Bangladesh in particolare a Savar e Ashulia, vicino alla capitale, chiedendo di avere aumenti per arrivare almeno a 100 dollari al mese. Anche in questo caso le manifestazioni sono state attaccate dalla polizia con un bilancio di decine di feriti.

domenica 10 novembre 2013

Messico - Cattive notizie, ma anche no - SupComandante Marcos

CATTIVE NOTIZIE, MA ANCHE NO
 Novembre 2013

Alle/Agli student@ che hanno frequentato o vogliono frequentare il primo livello della Escuelita Zapatista:

A chi di competenza:

Compagni, compagne e compagnei,

Come al solito, hanno incaricato me di darvi le brutte notizie. Eccole qua.

PRIMO.- I conti (controllate bene le somme, sottrazioni e divisioni perché la matematica non è il mio forte, voglio dire, proprio non lo è):

A).- Spese del primo livello di agosto 2013 per 1281 allievi:
- Materiale scolastico (4 libri di testo e 2 dvd) per 1281 allievi: $100,000.00 (centomila pesos m/n – 5.674,00 euro).

- Spese di trasporto e vitto per 1281 allievi dal CIDECI alle comunità in cui hanno frequentato il corso e ritorno: $339,778.27 (trecentotrentanovemilasettecentosettantotto pesos e ventisette centesimi – 19.278,44 euro) così suddivisi:

Spese di ogni Zona per portare gli allievi dal CIDECI e distribuirli in ogni villaggio in auto e ritorno al CIDECI, oltre al vitto per i bambini portati dagli allievi.
Realidad ————- $ 64,126.00 – 3.638,40 euro
Oventik—————- $ 46,794.00 – 2.655,00 euro
Garrucha————– $ 122,184.77 – 6.932,56 euro
Morelia—————- $ 36,227.50 – 2.055,49 euro 
Roberto Barrios—- $ 70,446.00 – 3.996,99 euro
Totale generale —– $ 339,778.27 – 19.278,44 euro 

Nota: Sì, anche a me sono balzati agli occhi i “77 centesimi”, ma questi sono i conti che mi hanno passato. Ovvero, non siamo per gli arrotondamenti.

- Spese di trasporto per 200 guardiani al CIDECI dove hanno impartito i corsi e ritorno: $40,000.00 (quarantamila pesos – 2.269,53 euro). Il loro vitto è stato offerto dalle/dai compagn@ del CIDECI-Unitierra. Grazie al Doc Raymundo e a tutte/tutti i compas del CIDECI, in particolare alle/agli addette/i alla cucina (occhio: mi dovete i tamales). 

Totale delle spese delle comunità zapatiste per il corso di primo livello di agosto 2013 per 1281 alunni: $479, 778.27 (quattrocentosettantanovemilasettecentosettantotto pesos e ventisette centesimi – 27.221,80 euro).
Spesa media per allievo: $374.53 (trecentosettantaquattro pesos e cinquantatre centesimi m/n – 21,25 euro).

B).- Entrate della Escuelita Zapatista:
Entrate per l’iscrizione (il contenitore installato al CIDECI): $ 409,955.00 (quattrocentonovemilanovecentocinquantacinque pesos m/n – 23.260,2 euro).
Valuta locale: $ 391, 721.00
Dollari: $ 1,160.00
Euro: $ 175,00 

Entrate medie per il pagamento dell’iscrizione di ogni allievo: $320.02 (trecentoventi pesos e due centesimi – 18,16 euro).

SECONDO.- Riassunto e conseguenze:

venerdì 8 novembre 2013

Tunisia - Come aggirare la censura


La storia del collettivo Nawaat.org, principale riferimento dell'informazione indipendente, e la lotta contro la repressione della stampa da parte di Tunisi.

di Beatrice Cati

La libertà di stampa è da sempre una delle realtà più ferite della transizione tunisina. Negata durante il regime di Ben Ali, continua ad essere oggetto di crescenti divieti.

Nulla di più preoccupante, infatti, nel constatare che dopo la caduta del regime dittatoriale, le "luminose" promesse di dialogo, pluralismo e indipendenza dell'informazione non sono state esaudite. Del resto, i dati parlano chiaro. Reporters sans frontières, l'organizzazione non governativa internazionale che agisce da 25 anni in difesa della libertà di stampa in tutto il mondo, ha stilato la consueta classifica annuale, che vede la Tunisia 132esima su un totale di 179 Paesi, scivolando dunque di quattro posti, quando ne aveva guadagnati oltre 30 nel 2011. Perché? Perché c'è stato un aumento nelle aggressioni ai giornalisti nel primo trimestre del 2012 e perché le autorità hanno mantenuto un vuoto legislativo rimandando l'implementazione dei decreti leggi sulla regolamentazione dei mezzi di informazione.

Durante la rivoluzione del 2011, blogger e cyber-dissidenti sono riusciti a mostrare all'opinione pubblica internazionale la verità sui massacri in corso da parte del regime. "Le televisioni e i giornali nazionali, fedeli alle direttive di palazzo, tacevano sulle rivolte in corso. Abbiamo capito che c'era un vuoto tra la documentazione prodotta dai testimoni degli eventi e la fruibilità della stessa da parte dei mezzi di informazione. Il nostro sito era ancora oscurato in Tunisia, ma perfettamente visibile al di fuori dei confini nazionali. Era arrivato il momento di superare il blocco mediatico imposto dal regime", racconta il blogger Houssem Hajlaoui, membro del collettivo Nawaat.org, il maggiore riferimento per l'informazione indipendente in Tunisia.

mercoledì 6 novembre 2013

Russia - Nadia, attivista delle Pussy Riot trasferita in Siberia

Adesso si sa dove è detenuta Nadezhda Tolokonnikova, attivista delle Pussy Riot condannate a due anni di prigione per la performance anti-Putin: in un campo di detenzione in Siberia, nella zona di Krasnoiarsk che si trova a più di 4500 chilometri da Mosca.
A rendere noto il luogo di detenzione è stato il marito, che nei giorni scorsi aveva denunciato che Nadia, trasferita dal campo in cui aveva fatto lo sciopero della fame contro le pesanti condizioni detentive,  era irrintracciabile.
Il trasferimento in Siberia è chiaramente un atto punitivo che non fa che confermare l'accanimento delle autorità del governo russo.
Il marito della giovane donna ha dichiarato che Nadia "è stata trasferita lontano come punizione per l'eco che ha avuto la sua lettera", riferendosi al racconto dei soprusi totali che vengono effettuati sulle detenute nel campo in Mordovia, dove era detenuta. 
Nadia aveva infatti denunciato le pesanti detenzioni, da gulag, per le prigioniere e le violenze dei secondini ed aveva iniziato uno sciopero della fame di protesta.

venerdì 1 novembre 2013

Messico - Aggressioni contro basi zapatiste nel villaggio Che Guevara


di Hermann Bellinghausen
La giunta di buon governo (JBG) Hacia la esperanza, dal caracol zapatista di La Realidad, zona selva di frontiera del Chiapas, denuncia aggressioni e minacce contro le basi di appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) nel villaggio autonomo Che Guevara. La JBG accusa i gruppi filogovernativi di Motozintla, appoggiati da funzionari statali e municipali, e segnala:
“Diciamo chiaramente che difenderemo questo terreno recuperato dall’EZLN costi quel che costi, perché è nostro diritto e nostra ragione, perché difendiamo solo ciò che è nostro e non stiamo fregando nessuno, come invece stanno facendo loro con i nostri compagni.”
Questi “atti di ingiustizia, provocazioni e furti che
nuovamente stanno subendo i nostri compagni e compagne basi di appoggio sul terreno recuperato Che Guevara” stanno accadendo nel municipio autonomo Tierra y Libertad, nella comunità Belisario Domínguez del municipio ufficiale di Motozintla, vicino alla frontiera con il Guatemala.
La JBG riferisce che mesi fa, le famiglie zapatiste erano state minacciate di sgombero “dallo stesso gruppo di persone, manipolate da Guillermo Pompilio Gálvez Pinto, Carmela Oseguera Ramos e Silvano Bartolomé Pérez”, che un anno fa, il 17 ottobre 2012, “aggredirono gravemente con arma da fuoco uno dei nostri compagni.”
Ora, “queste stesse persone ed i loro capi” sono accompagnati nelle aggressioni e tentativi di sgombero “da persone dei malgoverni precisamente un consigliere comunale, un sindaco, cinque poliziotti, due agenti della stradale ed agenti rurali, che rispondono agli ordini del loro padrone, il presidente municipale di Motozintla de Mendoza, Oscar René González Galindo, che a sua volta riceve ordini dal cosiddetto governatore del Chiapas, Manuel Velasco Coello, che a sua volta risponde al latrato del suo padrone più in alto Enrique Peña Nieto, Presidente della Repubblica.”

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!