lunedì 7 novembre 2016

Kurdistan - 12 Novembre giornata di mobilitazione a sostegno del popolo curdo

Appello per una giornata nazionale di mobilitazione a sostegno del popolo  curdo e per la libertà di Abdullah Öcalan

La repressione del governo e del presidente turco ha raggiunto un nuovo picco: Selahattin Demirtas e Figen Yüksekdag e altri 11 deputati del Partito Democratico dei Popoli (HDP) sono stati arrestati in tutta la Turchia. Da quando l'HDP ha ottenuto una storica vittoria alle elezioni del 7 giugno 2015, è diventato il principale obbiettivo delle politiche autoritarie dell'AKP. Nonostante la proclamazione di nuove elezioni nel novembre 2015 e numerosi attacchi contro dirigenti e strutture del partito, l’HDP è riuscito ad entrare di nuovo in parlamento superando l'antidemocratica soglia del 10%, ottenendo 59 seggi che hanno rappresentato il principale ostacolo all'introduzione di un sistema presidenziale in Turchia.

Il 30 novembre, Gülten Kisanak e Firat Anli, co-sindaci della Municipalità di Diyarbakir, eletti democraticamente, sono stati arrestati e messi in  carcere. Al loro posto è stato messo un funzionario Ankara. Il numero di municipalità curde gestite da burocrati designati dal governo centrale ora è arrivato a 28. Circa 30 sindaci eletti democraticamente si trovano in carcere e altri 70 sono stati destituiti dal governo centrale.

Dal tentativo di colpo di stato del 15 luglio 2015, l’AKP ha colto  l’occasione per eliminare qualsiasi opposizione. Con la dichiarazione dello stato di emergenza, migliaia di dirigenti, consiglieri comunali e provinciali, sono stati incarcerati con accuse prive di fondamento. Non c’è  libertà di espressione e di stampa, libertà accademica, né un sistema giudiziario giusto e indipendente. Sono stati epurati migliaia di accademici, docenti, avvocati e giuristi. Con i decreti del governo oltre 170 organi di informazione sono stati vietati. Più di 130 giornalisti sono in carcere, compresi autori e intellettuali di fama internazionale. Recentemente due agenzie stampa DIHA e JINHA (unica al mondo fatta di sole donne) e diversi quotidiani curdi sono stati chiusi; i redattori i e giornalisti del quotidiano Cumhuriyet sono stati arrestati. Da luglio 2015 più di 80.000 persone sono state poste in detenzione e in gran parte si  trovano ancora in carcere.

Esprimiamo preoccupazione per il perdurare della segregazione del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, vero artefice del processo di risoluzione democratica al quale ha messo fine unilateralmente il regime turco, che  invece sta scatenando una guerra senza confine contro il popolo e la  resistenza curda. Il 12 novembre è l’anniversario dell’arrivo a Roma del Presidente Abdullah Öcalan. Le sue proposte politiche per una soluzione politica della questione curda e per la democratizzazione della Turchia oggi si confermano più che mai valide. Anche per questo chiediamo la liberazione di Abdullah Öcalan e di tutti prigionieri politici.

Condanniamo l'arresto dei co-presidenti, deputati e dirigenti dell’HDP e ne chiediamo l'immediato rilascio. Condanniamo la detenzione e la rimozione dall'incarico dei sindaci nelle municipalità della regione curda in Turchia,  espressione della volontà democratica di milioni di cittadine e cittadini.Condanniamo la politica del governo turco, che con l'obbiettivo di cancellare le conquiste democratiche del movimento curdo - che rappresentano un possibile modello di convivenza per tutto il Medio Oriente - unitamente a vecchie rivendicazioni territoriali, rischia di trascinare la regione nel baratro.

Condanniamo l'atteggiamento dell'Unione Europea e delle Istituzioni Internazionali che per lungo tempo hanno assistito alla degenerazione autoritaria in Turchia senza assumere alcuna iniziativa politica concreta per indifferenza o opportunismo, come dimostrato nell'accordo Turchia UE sui profughi, che calpesta i diritti umani e alimenta un circuito di sfruttamento della disperazione. Condanniamo l’ipocrisia dell’UE e del  governo italiano che finge di non vedere civili uccisi sul confine turco o  attaccati nell’Egeo e ignora lo sfruttamento, in particolare dei bambini,gli innumerevoli casi di violenze e abusi sessuali su donne e minori.

Chiediamo l’immediata cessazione dei rapporti diplomatici e commerciali con  la Turchia e la sospensione delle trattative per l'ingresso nella UE. Invitiamo a promuovere iniziative di mobilitazione con il popolo curdo e i  deputati di HDP nella giornata di sabato 12 novembre 2016. Salutiamo e sosteniamo la mobilitazione nazionale dei e delle migranti che a Roma nellostesso giorno manifesteranno per i loro diritti. La loro lotta è la nostra lotta.

Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia - Rete Kurdistan Italia

sabato 5 novembre 2016

Brasile - La polizia irrompe in una scuola del MST senza nessun mandato

La Polizia irrompe nella Scuola Florestan Fernandes del MST senza mandato d’arresto

Nella mattina di ieri, venerdì 4 novembre, circa 10 pattuglie delle polizia civile e militare di San Paolo hanno accerchiato la Scuola Nazionale Florestan Fernandes (ENFF) del Movimento dei Senza Terra (MST)  del Brasile, nella città di Guararema, stato di San Paolo.

I poliziotti sono arrivati intorno alle 09.25, hanno bloccato l’entrata della scuola, scavalcato Il portone e sono entrati sparando colpi di arma da fuoco per intimidire le persone presenti.
I bossoli dei proiettili trovati provano che si é trattato di arme da fuoco letali e non di proiettili di gomma.

Di fronte alla presenza di avvocati, i poliziotti si sono ritirati. L’invasione nella Scuola é avvenuta senza nessun mandato giudiziario, il che determina l’illegalità dell’operazione.

Il MST ripudia l’azione della polizia di San Paolo ed esige che il governo e le istituzioni competenti prendano le misure necessarie in questo processo: “siamo un movimento che lotta per la democratizzazione dell’accesso alla terra in Brasile e l’azione della polizia ferisce 
i diritti costituzionali e democratici”.

L’operazione di San Paolo avviene a seguito di azioni innescate negli stati del Paranà e Mato Grosso do Sul. La polizia civile sta emettendo mandati di cattura contro militanti del Movimento dei Senza Terra, riprendendo la tesi secondo la quale i movimenti sociali sono organizzazioni criminali, tesi già respinta e ripudiata da diverse organizzazioni di Diritti Umani e dalle sentenze del Supremo Tribunale di Giustizia brasiliano.

venerdì 4 novembre 2016

Kurdistan - Lo stato turco e il suo capo Erdogan moltiplicano gli attacchi che mirano ad annientare il popolo curdo e i suoi rappresentanti

Quindici deputati del HDP (Partito democratico dei Popoli rappresentante maggioritariamente i Curdi) sono stati arrestati nel corso della notte tra il 3 e il 4 novembre. Tra di loro figurano i Copresidenti del HDP, Selahttin DEMIRTAS e Figen YUKSEKDAG, e i Deputati Sirri Surreyya ONDER, Nursel AYDOGAN, Ferhat ENCU, Gulser YILDIRIM, Leyla BIRLIK, Pervin BULDAN, Leyla ZANA, Abdullah ZEYDAN, Idris BALUKEN.
Dopo questa violazione senza precedenti della volontà del popolo curdo, che si aggiunge alle distruzioni delle città curde, al massacro di centinaia di civili, alla destituzione e all'arresto di numerosi Sindaci ed eletti locali, è giunto il momento di dire STOP a Erdogan e allo Stato turco !
Noi chiediamo alla comunità internazionale, in particolare all'Unione Europea, alle Nazioni Unite e agli Stati ad uno ad uno, a reagire di fronte ad Erdogan, di fronte al suo fascismo messo in atto sotto gli occhi del mondo intero, senza alcun riguardo per le norme internazionali. Noi chiediamo che delle misure di embargo siano prese contro lo Stato turco.
Il solo modo di fermare Erdogan è di prendere contro di lui delle misure coercitive politiche, economiche, diplomatiche e militari.
Il fatto di inviare a Erdogan e al suo governo dei messaggi di condanna della sua politica, senza prendere delle misure concrete, non lo farà indietreggiare.
Dopo quest'ultima aggressione, noi, popolo curdo, dichiariamo di iniziare delle manifestazioni continue e illimitate.
E' per questo che, a partire da oggi, venerdi 4 novembre, manifestiamo in massa davanti al Parlamento europeo, a Bruxelles.
Chiediamo al nostro popolo, così come a tutti i progressisti e democratici, di mobilitarsi per protestare contro il genocidio politico condotto dallo Stato turco e le gangs del « Sultano » Erdogan.

È giunto il tempo di denunciare e di fermare gli attacchi compiuti conto la nostra volontà da questo Stato, le cui mani sono sporche di sangue.
È tempo di denunciare questo crimine contro l'umanità commesso sotto gli occhi indifferenti del mondo e dell'Europa, così come l'ipocrisia degli Stati europei.
Dei deputati curdi e dei rappresentanti delle organizzazioni curde prenderanno la parola durante tutta questa lunga massiccia manifestazione.
Per difendere la volontà del popolo curdo, noi manifestiamo oggi, in tutte città del europa! 

Congresso delle Comunità democratiche del Kurdistan in Europa (KCDK-E)
4 novembre 2016

giovedì 3 novembre 2016

Stati Uniti - La meravigliosa sconfitta dei Sioux

Le proteste dei nativi americani nel North Dakota, riuniti nel movimento chiamato NoDAPL (No Dakota Access Pipeline), sono iniziate nella primavera del 2016 per impedire la costruzione dell’oleodotto della compagnia Energy Transfer Partners, il cui tracciato prevede l’attraversamento dei fiumi Missouri e Mississippi, così come parte del Lago Oahe, vicino alla Riserva dei Sioux di Standing Rock. Dopo una limitata revisione del percorso, lo United States Army Corps of Engineers – il nostro Genio militare – ha escluso un impatto significativo. Al contempo, citando effetti potenziali e mancanza di consultazione con le tribù dei nativi, nell’aprile del 2016 l’Environmental Protection Agency, il Dipartimento dell’Interno, e il Consiglio consultivo per la conservazione storica hanno richiesto con scarso successo al Corpo degli Ingegneri dell’Esercito una valutazione più approfondita. Difatti, nel mese di luglio, gli ingegneri hanno approvato i permessi di attraversamento dei corsi d’acqua. Di conseguenza, la protesta è stata lanciata da un’anziana Sioux di Standing Rock e dai suoi nipotini, decisa perfino a bivaccare nel percorso dell’oleodotto a difesa della terra e del suo popolo. Durante l’estate il movimento è cresciuto sino a contare migliaia di persone…
la-na-sej-north-dakota-pipeline-20160827
foto tratta da http://www.trbimg.com
di Alessandro Ghebreigziabiher

mercoledì 2 novembre 2016

Messico - E' ora di immaginare e di agire. Una riflessione di Gustavo Esteva


mujeres-zapatistas-8Il comunicato congiunto del Congresso nazionale indigeno (Cni) e dell’Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln) ha suscitato un grandissimo interesse e un esteso disorientamento. Ci sono stati rilanci ed entusiasmi. Sono state scosse inerzie e disperazioni. E c’è stata anche  confusione e legittima perplessità.
Non è facile uscire dagli schemi convenzionali. La mentalità dominante e il pregiudizio predominano nell’analisi di avvenimenti e proposte. Di fronte a questa nuova dimostrazione di immaginazione politica e di talento strategico, radicalmente innovatrice, si è costituito rapidamente uno strano cocktail di giovani anarchici, giornalisti prezzolati, dotti analisti e disorientati portavoce delle classi politiche che hanno avviato una campagna di disinformazione per screditare l’iniziativa. È un’impresa in cui la miopia si mescola con le menzogne e la malafede. È necessario lottare per contrastarla.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!