martedì 8 novembre 2016

Julian Assange, prigioniero politico

Julian Assange, prigioniero politico
Da quasi sei anni Julian Assange è prigioniero politico di tre paesi (Svezia, Regno Unito e USA) le cui costituzioni vietano la prigionia politica, e i cui media mainstream si spacciano per difensori della libertà.
di Leopoldo Salmaso
Julian Assange, cittadino australiano, è il fondatore di Wikileaks che ha pubblicato milioni di documenti segreti i quali rivelano all'opinione pubblica nei paesi di tutto il mondo le malefatte dei loro governi. Gli apparati USA sono molto più coinvolti di tutti per la semplice ragione che dominano il mondo.
Il governo USA considera J.A. nemico pubblico numero uno. Se catturato dagli USA, J.A. rischia la pena di morte per rivelazione di segreti di stato. Ma il rischio reale è che J.A., per non essere riconosciuto come martire molto più di quanto non lo sia già, venga eliminato simulando un qualche incidente o armando la mano di qualche “pazzo isolato” tipo Lee Oswald, Jack Ruby o altri sicari così regolarmente presenti nella storia degli USA, da Lincoln in poi.
Per poter avere J.A., gli USA hanno inscenato a suo carico un caso di violenza sessuale in Svezia.
La donna implicata nell'accusa ha dichiarato che fu tutta una montatura della polizia.
In Svezia J.A. non è mai stato formalmente incriminato e infine il pubblico ministero ha riconosciuto il “non luogo a procedere”.
I governi di Svezia e Regno Unito, telecomandati dagli USA, continuano a perseguire J.A. illegalmente.

lunedì 7 novembre 2016

Messico - Comunicato congiunto del CNI e dell'EZLN


COMUNICATO CONGIUNTO DEL CNI E DELL’EZLN IN SOLIDARIETA’ CON LA COMUNITA’ INDIGENA DI SANTA MARÍA OSTULA, MICHOACÁN


4 novembre 2016

Alla comunità nahua di Santa María Ostula, Michoacán:

Ai popoli del mondo:

Alla società civile nazionale e internazionale:

Ai mezzi liberi di comunicazione:

Come popoli, nazioni e tribù che fanno parte del Congresso Nazionale Indigeno e dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale manifestiamo il nostro profondo ripudio per le azioni che i malgoverni e le bande criminali realizzano all’unisono contro la comunità indigena nahua di Santa María Ostula, municipio di Aquila, Michoacán, per cercare di porre fine alla sua degna e storica lotta.

Il governo non è stato soltanto complice dell’attentato contro Cemeí Verdía il 25 maggio 2015, ma ha anche liberato i colpevoli Juan Hernández Ramírez (allora presidente municipale di Aquila) e José Antioco Calvillo. Ha incarcerato Cemeí Verdía con accuse inventate e ha assassinato il bambino Hidelberto Reyes García.

I malgoverni ora pretendono di arrestare il comandante Germán Ramírez, fabbricando delitti e colpe contro chi lotta e difende la terra e le proprie famiglie. Mentre, allo stesso tempo, tornano a fare gruppo i membri del cartello dei Cavalieri Templari che sono ormai riorganizzati e fortemente armati a oriente del municipio di Aquila.

Il delitto dei comuneros, dei poliziotti comunitari di Ostula e delle forze di autodifesa della Sierra-Costa del Michoacán, è quello di non aver accettato la morte e il terrore che i malgoverni e la delinquenza organizzata della regione offrono come unica opzione. Al contrario, con la sua resistenza e ribellione Ostula non ha soltanto insegnato la dignità di un popolo organizzato, ma ha anche dimostrato al mondo che è possibile costruire la pace e la giustizia in mezzo alla distruzione in cui i capitalisti hanno sommerso questo paese.

Denunciamo questo nuovo attacco alla comunità indigena di Ostula e diamo la responsabilità di questa aggressione ai malgoverni, a Enrique Peña Nieto e a Silvano Aureoles, complici dei leader templari El Tena, El Tuco, Chuy Playas e Federico González (Lico), che la comunità ha segnalato in numerose occasioni come responsabile dell’uccisione di 34 comuneros e della scomparsa di 6. Attribuiamo loro la responsabilità del sangue di chi vogliono scacciare per proteggere i loro affari capitalisti, di proteggere invece che ricercare e arrestare i leader templari, di garantire l’impunità ai militari assassini del bambino Heriberto, di cercare di saccheggiare a tutti i costi le terre comunali e le risorse naturali, di cercare di assassinare quella speranza per questo paese che si chiama Santa María Ostula.

Esprimiamo il nostro rispetto e solidarietà con le mobilitazioni della comunità, a cui diciamo che nel cuore collettivo del Congresso Nazionale Indigeno brilla un’intensa luce alimentata dalla dignità di Ostula, e chiamiamo i popoli originari e la società civile del Messico e del mondo, la Sexta nazionale e internazionale, e i mezzi di comunicazione onesti a rimanere attenti e solidali.

Novembre 2016


Per la Ricostruzione Integrale dei Nostri Popoli

Mai Più un Messico Senza di Noi

Congresso Nazionale Indigeno

Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale




Traduzione a cura dell’Associazione Ya Basta! Milano

Kurdistan - 12 Novembre giornata di mobilitazione a sostegno del popolo curdo

Appello per una giornata nazionale di mobilitazione a sostegno del popolo  curdo e per la libertà di Abdullah Öcalan

La repressione del governo e del presidente turco ha raggiunto un nuovo picco: Selahattin Demirtas e Figen Yüksekdag e altri 11 deputati del Partito Democratico dei Popoli (HDP) sono stati arrestati in tutta la Turchia. Da quando l'HDP ha ottenuto una storica vittoria alle elezioni del 7 giugno 2015, è diventato il principale obbiettivo delle politiche autoritarie dell'AKP. Nonostante la proclamazione di nuove elezioni nel novembre 2015 e numerosi attacchi contro dirigenti e strutture del partito, l’HDP è riuscito ad entrare di nuovo in parlamento superando l'antidemocratica soglia del 10%, ottenendo 59 seggi che hanno rappresentato il principale ostacolo all'introduzione di un sistema presidenziale in Turchia.

Il 30 novembre, Gülten Kisanak e Firat Anli, co-sindaci della Municipalità di Diyarbakir, eletti democraticamente, sono stati arrestati e messi in  carcere. Al loro posto è stato messo un funzionario Ankara. Il numero di municipalità curde gestite da burocrati designati dal governo centrale ora è arrivato a 28. Circa 30 sindaci eletti democraticamente si trovano in carcere e altri 70 sono stati destituiti dal governo centrale.

Dal tentativo di colpo di stato del 15 luglio 2015, l’AKP ha colto  l’occasione per eliminare qualsiasi opposizione. Con la dichiarazione dello stato di emergenza, migliaia di dirigenti, consiglieri comunali e provinciali, sono stati incarcerati con accuse prive di fondamento. Non c’è  libertà di espressione e di stampa, libertà accademica, né un sistema giudiziario giusto e indipendente. Sono stati epurati migliaia di accademici, docenti, avvocati e giuristi. Con i decreti del governo oltre 170 organi di informazione sono stati vietati. Più di 130 giornalisti sono in carcere, compresi autori e intellettuali di fama internazionale. Recentemente due agenzie stampa DIHA e JINHA (unica al mondo fatta di sole donne) e diversi quotidiani curdi sono stati chiusi; i redattori i e giornalisti del quotidiano Cumhuriyet sono stati arrestati. Da luglio 2015 più di 80.000 persone sono state poste in detenzione e in gran parte si  trovano ancora in carcere.

Esprimiamo preoccupazione per il perdurare della segregazione del leader del popolo curdo Abdullah Öcalan, vero artefice del processo di risoluzione democratica al quale ha messo fine unilateralmente il regime turco, che  invece sta scatenando una guerra senza confine contro il popolo e la  resistenza curda. Il 12 novembre è l’anniversario dell’arrivo a Roma del Presidente Abdullah Öcalan. Le sue proposte politiche per una soluzione politica della questione curda e per la democratizzazione della Turchia oggi si confermano più che mai valide. Anche per questo chiediamo la liberazione di Abdullah Öcalan e di tutti prigionieri politici.

Condanniamo l'arresto dei co-presidenti, deputati e dirigenti dell’HDP e ne chiediamo l'immediato rilascio. Condanniamo la detenzione e la rimozione dall'incarico dei sindaci nelle municipalità della regione curda in Turchia,  espressione della volontà democratica di milioni di cittadine e cittadini.Condanniamo la politica del governo turco, che con l'obbiettivo di cancellare le conquiste democratiche del movimento curdo - che rappresentano un possibile modello di convivenza per tutto il Medio Oriente - unitamente a vecchie rivendicazioni territoriali, rischia di trascinare la regione nel baratro.

Condanniamo l'atteggiamento dell'Unione Europea e delle Istituzioni Internazionali che per lungo tempo hanno assistito alla degenerazione autoritaria in Turchia senza assumere alcuna iniziativa politica concreta per indifferenza o opportunismo, come dimostrato nell'accordo Turchia UE sui profughi, che calpesta i diritti umani e alimenta un circuito di sfruttamento della disperazione. Condanniamo l’ipocrisia dell’UE e del  governo italiano che finge di non vedere civili uccisi sul confine turco o  attaccati nell’Egeo e ignora lo sfruttamento, in particolare dei bambini,gli innumerevoli casi di violenze e abusi sessuali su donne e minori.

Chiediamo l’immediata cessazione dei rapporti diplomatici e commerciali con  la Turchia e la sospensione delle trattative per l'ingresso nella UE. Invitiamo a promuovere iniziative di mobilitazione con il popolo curdo e i  deputati di HDP nella giornata di sabato 12 novembre 2016. Salutiamo e sosteniamo la mobilitazione nazionale dei e delle migranti che a Roma nellostesso giorno manifesteranno per i loro diritti. La loro lotta è la nostra lotta.

Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia - Rete Kurdistan Italia

sabato 5 novembre 2016

Brasile - La polizia irrompe in una scuola del MST senza nessun mandato

La Polizia irrompe nella Scuola Florestan Fernandes del MST senza mandato d’arresto

Nella mattina di ieri, venerdì 4 novembre, circa 10 pattuglie delle polizia civile e militare di San Paolo hanno accerchiato la Scuola Nazionale Florestan Fernandes (ENFF) del Movimento dei Senza Terra (MST)  del Brasile, nella città di Guararema, stato di San Paolo.

I poliziotti sono arrivati intorno alle 09.25, hanno bloccato l’entrata della scuola, scavalcato Il portone e sono entrati sparando colpi di arma da fuoco per intimidire le persone presenti.
I bossoli dei proiettili trovati provano che si é trattato di arme da fuoco letali e non di proiettili di gomma.

Di fronte alla presenza di avvocati, i poliziotti si sono ritirati. L’invasione nella Scuola é avvenuta senza nessun mandato giudiziario, il che determina l’illegalità dell’operazione.

Il MST ripudia l’azione della polizia di San Paolo ed esige che il governo e le istituzioni competenti prendano le misure necessarie in questo processo: “siamo un movimento che lotta per la democratizzazione dell’accesso alla terra in Brasile e l’azione della polizia ferisce 
i diritti costituzionali e democratici”.

L’operazione di San Paolo avviene a seguito di azioni innescate negli stati del Paranà e Mato Grosso do Sul. La polizia civile sta emettendo mandati di cattura contro militanti del Movimento dei Senza Terra, riprendendo la tesi secondo la quale i movimenti sociali sono organizzazioni criminali, tesi già respinta e ripudiata da diverse organizzazioni di Diritti Umani e dalle sentenze del Supremo Tribunale di Giustizia brasiliano.

venerdì 4 novembre 2016

Kurdistan - Lo stato turco e il suo capo Erdogan moltiplicano gli attacchi che mirano ad annientare il popolo curdo e i suoi rappresentanti

Quindici deputati del HDP (Partito democratico dei Popoli rappresentante maggioritariamente i Curdi) sono stati arrestati nel corso della notte tra il 3 e il 4 novembre. Tra di loro figurano i Copresidenti del HDP, Selahttin DEMIRTAS e Figen YUKSEKDAG, e i Deputati Sirri Surreyya ONDER, Nursel AYDOGAN, Ferhat ENCU, Gulser YILDIRIM, Leyla BIRLIK, Pervin BULDAN, Leyla ZANA, Abdullah ZEYDAN, Idris BALUKEN.
Dopo questa violazione senza precedenti della volontà del popolo curdo, che si aggiunge alle distruzioni delle città curde, al massacro di centinaia di civili, alla destituzione e all'arresto di numerosi Sindaci ed eletti locali, è giunto il momento di dire STOP a Erdogan e allo Stato turco !
Noi chiediamo alla comunità internazionale, in particolare all'Unione Europea, alle Nazioni Unite e agli Stati ad uno ad uno, a reagire di fronte ad Erdogan, di fronte al suo fascismo messo in atto sotto gli occhi del mondo intero, senza alcun riguardo per le norme internazionali. Noi chiediamo che delle misure di embargo siano prese contro lo Stato turco.
Il solo modo di fermare Erdogan è di prendere contro di lui delle misure coercitive politiche, economiche, diplomatiche e militari.
Il fatto di inviare a Erdogan e al suo governo dei messaggi di condanna della sua politica, senza prendere delle misure concrete, non lo farà indietreggiare.
Dopo quest'ultima aggressione, noi, popolo curdo, dichiariamo di iniziare delle manifestazioni continue e illimitate.
E' per questo che, a partire da oggi, venerdi 4 novembre, manifestiamo in massa davanti al Parlamento europeo, a Bruxelles.
Chiediamo al nostro popolo, così come a tutti i progressisti e democratici, di mobilitarsi per protestare contro il genocidio politico condotto dallo Stato turco e le gangs del « Sultano » Erdogan.

È giunto il tempo di denunciare e di fermare gli attacchi compiuti conto la nostra volontà da questo Stato, le cui mani sono sporche di sangue.
È tempo di denunciare questo crimine contro l'umanità commesso sotto gli occhi indifferenti del mondo e dell'Europa, così come l'ipocrisia degli Stati europei.
Dei deputati curdi e dei rappresentanti delle organizzazioni curde prenderanno la parola durante tutta questa lunga massiccia manifestazione.
Per difendere la volontà del popolo curdo, noi manifestiamo oggi, in tutte città del europa! 

Congresso delle Comunità democratiche del Kurdistan in Europa (KCDK-E)
4 novembre 2016

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!