sabato 25 aprile 2020

Messico - Pronunciamento congiunto per la vita



Pronunciamento congiunto per la vita

Al popolo del Chiapas
Alle Giunte del Buon Governo dell'EZLN
Alle organizzazioni indigene e contadine
Al governo federale, statale e municipale.
Alle autorità sanitarie federali, statali e distrettuali

San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, Messico, il 20 aprile 2020

Dal sud del Messico, varie organizzazioni sociali, civili e collettivi si sono riuniti per condividere informazioni, analizzare e generare strategie per affrontare congiuntamente questa pandemia COVID 19. In questo sforzo collettivo ritroviamo quelli che hanno lavorato per anni per la difesa e la promozione dei diritti umani: civile, politico, economico, sociale, culturale e ambientale nello stato del Chiapas. Abbiamo sviluppato per decenni molteplici iniziative per la giustizia e la dignità in questi territori, in particolare nell'area dei diritti delle donne, dell'infanzia e della gioventù, delle popolazioni indigene e dei migranti; difendendo, tra gli altri, il diritto alla salute, all'acqua, al territorio, all'informazione e alla libera mobilità umana. A partire da queste diverse capacità, conoscenze ed esperienze, uniamo le forze per accompagnare i popoli nella richiesta dei diritti, per informare in maniera accessibile e attendibile sulla pandemia, per creare nuovi spazi per l'aiuto reciproco e per documentare e segnalare possibili violazioni ai diritti umani che si presentano durante l'emergenza.

Partiamo dal ricordare che ci troviamo in uno stato che ha vissuto storicamente e in maniera particolare l'esclusione e l'emarginazione, e di contro una enorme capacità organizzativa frutto della sua lunga storia di lotta e resistenza. La pandemia che stiamo vivendo oggi conferma che le forme capitalistiche di produzione, in cui predominano la violenza, la disuguaglianza e l'espropriazione, rendono precari i mezzi per la riproduzione della vita e diminuiscono la possibilità di vivere una vita dignitosa.

Esiste una forte relazione tra la salute della natura e la salute umana, i virus proliferano in situazioni di devastazione ecologica legate all'espansione agroindustriale e ai suoi impianti produttivi ed i  sistemi di stoccaggio, un processo che viola i diritti umani e i diritti della terra. 

Se le condizioni rimangono le stesse, i virus continueranno ad comparire, cambiare il modello di produzione alimentare, scommettere sulla sovranità alimentare e sull'agroecologia è un mezzo per prevenire future pandemie. Per evitare che ciò accada, è necessario un cambiamento sistemico, per il quale riteniamo essenziale ascoltare le voci e le lotte delle popolazioni indigene e dei contadini che si prendono cura e difendono la Madre Terra e il suo territorio.

Questa emergenza sanitaria evidenzia lo smantellamento dei sistemi di sanità pubblica derivante dal modello capitalista e la subordinazione della salute delle persone ad un modello che serve il mercato e la scelta sviluppista come unico principio applicabile. Quindi, un cambio di paradigma dovrebbe essere quello di mettere al di sopra di tutto il diritto alla vita e ai diritti umani per tutte le persone.

Sappiamo che è una grande sfida per il governo messicano e per la società nel suo complesso affrontare questa situazione davanti ad un sistema sanitario saturo e in alcuni zone collassato, ecco perché esortiamo i livelli federale, statale e municipale ad ascoltare e tenere in conto le richieste e le considerazioni basate su una chiara analisi delle esigenze dei diversi territori in Messico. Siamo per la garanzia effettiva e completa del diritto alla salute di cui agli articoli 1, 2, 3, 7, 13, 17, 25, 26, 27, 28 Bis, 29 e 77 Bis della Costituzione degli Stati Uniti Messicani. Chiediamo:

1. di affrontare i determinanti sociali della pandemia che pone le popolazioni migranti, i bambini che lavorano e i bambini di strada, gli abitanti delle periferie urbane, i detenuti, i lavoratori precari come settori con maggiore vulnerabilità al contagio, con diagnosi tempestive ed accesso al trattamento.

2. Nel caso delle popolazioni indigene riconoscimento degli storici sistemi della salute comunitaria, rispettare pienamente l'esercizio del loro diritto all'autonomia ed i loro modelli di assistenza sanitaria nei propri territori. Nell'ambito degli Accordi di San Andrés, per il secondo articolo della Costituzione e per gli strumenti internazionali come la Convenzione 169 dell’ILO (ndt. Organizzazione Internazionale del Lavoro) e la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti delle popolazioni indigene.

3. Diffondere ampiamente le misure statali di assistenza e accompagnamento per ragazze, ragazzi e donne che subiscono violenza all'interno della famiglia. Che l'assistenza sia facilmente accessibile e focalizzata sui diritti umani.

4. Riconoscere la complessità della mobilità umana in Chiapas in quanto è uno Stato di origine, transito, destinazione e ritorno. Pertanto, attuare efficaci misure di sorveglianza epidemiologica per le persone in fuga forzata, i migranti che sono in detenzione e coloro che ritornano obbligatoriamente nelle comunità.

a) Piano di assistenza specifico che include informazioni accessibili nelle lingue originarie della famiglia e della comunità di rientro, tempestiva diagnosi e trattamento e follow-up.

b) Affermiamo che la migrazione non è un crimine, pertanto esortiamo a sospendere la detenzione per immigrazione, evitare il sovraffollamento nei centri di detenzione, il rilascio immediato di tutte le persone e che vengano garantiti i loro diritti umani.

c) Per quanto riguarda le 9.950 vittime di sgomberi forzati, chiediamo le stesse misure di sorveglianza epidemiologica e una risposta efficace alla violenza diffusa causata dai gruppi paramilitari.

5. Garantire condizioni adeguate per gli operatori sanitari a tutti i livelli. Distribuzione di forniture, attrezzature e formazione sufficienti per rafforzare i servizi sanitari di primo livello per le cure non COVID e COVID 19, compreso il rafforzamento degli spazi di cura e la collaborazione orizzontale con gli agenti sanitari della comunità: ostetriche, promotori, dottori e stagisti.

6. Nel caso delle ostetriche lo Stato faciliti ed acceleri il riconoscimento dell'ostetrica nel registro civile ed accresca i certificati di nascita senza alcuna condizione. Che siano rispettati per poter continuare a svolgere cura e attenzioni, che sia sufficiente il riconoscimento della comunità. Nel caso in cui ne facciamo richiesta gli vengano forniti adeguati materiali e forniture necessarie per il parto.

7. Chiediamo al governo federale di prestare particolare attenzione al modo in cui la strategia sanitaria viene attuata dal governo locale in Chiapas. Riconosciamo l’impegno del lavoro e ribadiamo le esigenze espresse dalla Sezione 50 della Sindacato Nazionale dei Lavoratori della Segreteria di Salute dello Stato del Chiapas, che dicono letteralmente:

"In questo momento manca una leadership efficace nello Stato per far fronte a questa circostanza, la nostra istituzione è attualmente gestita con scopi politici e non scientifici, quindi non rappresenta gli interessi della salute pubblica del nostro Stato, per questo motivo disconosciamo questa rappresentanza ufficiale e come lavoratori ci organizzeremo, come sappiamo farlo, per affrontare la pandemia.

Chiediamo al governatore dello Stato, dott. Rutilio Escandón Cadenas, di licenziare immediatamente il politico segretario della salute, con l'immediata sostituzione di esperti in epidemiologia che ci sono in Chiapas ".

8. Informazioni rapide e trasparenti sui protocolli sanitari in Chiapas. Per offrire un'assistenza dignitosa è necessario che il personale sia adeguatamente protetto secondo i protocolli stabiliti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.

9. Garantire servizi di base per le reti di approvvigionamento di acqua potabile, fognature, elettricità, strutture igieniche-sanitarie per la popolazione in generale e con particolare attenzione a ospedali, case di cura, case per anziani, centri di detenzione per migranti, carceri e asili dei bambini.

10. Garantire e regolare la fornitura di alimenti per evitare speculazioni sui prezzi degli articoli di prima necessità. Ai piccoli produttori con prodotti in eccesso fissare prezzi di garanzia e facilitare la distribuzione dei loro prodotti. Promuovere i mercati degli agricoltori per prodotti agro-ecologici o di trasformazione per la distribuzione locale. Garantire che sul totale degli acquisti dei prodotti alimentari dello Stato messicano si destini una percentuale ai piccoli produttori di eccedenze.

11. Concepire tempestivi piani economici, senza alcuna condizione, per accompagnare degnamente le famiglie che non hanno salari e posti di lavoro garantiti. Monitorare e garantire che questi sussidi non diventino oggetto di clientela e corruzione.

12. Che il processo di riconversione ospedaliera sia trasparente a livello statale e distrettuale con una chiara e precisa promozione e diffusione del percorso di assistenza urbana e di copertura rurale, senza trascurare l'assistenza ospedaliera e la consulenza ambulatoriale ai pazienti NO COVID19 .

13. Informazioni sulle strategie a sostegno di altri problemi derivati ​​dalle fasi 2 e 3 come la violenza all'interno della famiglia, la violenza femminicida, psicologica, economica, fisica e sessuale contro i bambini e le donne, la stigmatizzazione dei pazienti COVID, l'attacco agli operatori sanitari.

14. Chiediamo che in nessun caso vengano applicate misure di forza da parte della polizia e degli organi militari allo scopo di contenere la popolazione, che potrebbero generare azioni illegali e violazioni dei diritti umani delle persone.

15. Fermare la narrazione della guerra, la promozione della paura, la repressione fisica 
dello Stato e la dimostrazione di forza, che esercita simbolicamente violenza fisica, provoca paura e solitudine che impediscono la costruzione di solidarietà e legami collettivi. 

La promozione deliberata di rumors, la disinformazione e il panico rendono le persone malate, smobilita e, all'estremo, si converte in una stigmatizzazione e persecuzione dell'altro.

Riconosciamo gli sforzi che la società chiapaneca sta compiendo rimanendo a casa, così come le proposte sanitarie autonome delle comunità e dei villaggi; apprezziamo le iniziative delle piccole imprese che stanno facendo la loro parte, ricordiamo le grandi manifestazioni di solidarietà che si stanno svolgendo pertanto invitiamo le autorità ad agire in modo responsabile ed adempiere pienamente al loro mandato pubblico.

Apprezziamo e riconosciamo il lavoro, l'impegno e la dedizione dei lavoratori e lavoratrici della salute.

Continueremo a lavorare in modo coordinato ed in maniera condivisa con la società e con le persone con le quali camminiamo, continueremo con la diffusione di informazioni nelle lingue locali, promuovendo reti di solidarietà e sostegno reciproco e manteniamo anche la nostra azione di osservazione, documentazione e denuncia di azioni che violano i diritti umani delle persone in questi territori.

Firmano:

venerdì 27 marzo 2020

Alle porte di un nuovo ordine mondiale - Raúl Zibechi



foto twitter.com
La pandemia comporta l’approfondirsi della decadenza e della crisi del sistema che, nel breve termine, era cominciata nel 2008, e che invece, nel lungo periodo, si estende a partire dalla 
rivoluzione mondiale del 1968. Siamo entrati in un periodo di caos del sistema-mondo, la condizione preliminare per la formazione di un nuovo ordine mondiale. In effetti, le principali tendenze in corso (militarizzazione, declino dell’egemonia degli Stati Uniti e ascesa dell’Asia e Pacifico, fine della globalizzazione neoliberista, rafforzamento degli Stati e avanzamento delle ultra destre) sono processi di lungo respiro, che si accelerano in questa congiuntura.
Da una prospettiva geopolitica, la Cina ha mostrato la capacità per andare avanti, superare le difficoltà e continuare la sua ascesa come potenza globale che in pochi decenni potrà essere egemone. La coesione della popolazione e un governo efficiente sono due degli aspetti centrali che spiegano in larga parte la resilienza e la resistenza cinese.

La dura esperienza vissuta dal suo popolo negli ultimi due secoli (dalle guerre dell’oppio fino  all'invasione giapponese) aiutano a spiegare la sua capacità di far fronte alle tragedie. La rivoluzione socialista del 1949, oltre a quella nazionalista del 1911, e il notevole miglioramento nella qualità della vita dell’insieme della popolazione, spiegano la coesione intorno al Partito Comunista e allo Stato, al di là delle opinioni che si possano avere su quelle istituzioni.

Al contrario, la divisione interna che vive la popolazione degli Stati Uniti (evidenziata nelle ultime elezioni e nell’epidemia dei farmaci oppioidi che ha diminuito la speranza di vita), si coniuga con un governo erratico, imperiale e machista, di cui diffidano perfino i suoi più vicini alleati.

L’Unione Europea sta ancora peggio degli Usa. Dalla crisi del 2008 ha perso la sua bussola strategica, non ha saputo distaccarsi dalla politica di Washington e del Pentagono e ha evitato di prendere decisioni che l’avrebbero perfino favorita, come la conclusione del gasdotto Nord Stream 2, paralizzato per le pressioni di Trump. L’euro non è una moneta affidabile e la mai concretizzata uscita del Regno Unito dal’Unione Europea indica la debolezza delle istituzioni comuni.
foto pixabay



La finanziarizzazione dell’economia, dipendente dalle grandi banche corrotte e inefficienti ha trasformato l’eurozona in una “economia a rischio”, priva di una rotta e di un orizzonte di lunga durata. L’impressione è che L’Europa è destinata ad accompagnare il declino degli Stati Uniti, giacché è stata incapace di rompere il cordone ombelicale allacciato dai tempi del Piano Marshall.

Tanto gli Stati Uniti quanto l’Unione Europea, come – nemmeno a dirlo – i paesi latinoamericani, soffriranno gli effetti economici della pandemia con molta più intensità di quelli asiatici, i quali hanno mostrato, dal Giappone alla Cina, fino a Singapore e la Corea del Sud, una notevole capacità di superare le avversità.

Una recente inchiesta di Foreign Policy tra dodici illustri intellettuali si conclude sostenendo che gli Usa hanno perso la loro capacità di leadership globale e che l’asse del potere mondiale si trasferisce in Asia. La pandemia è la tomba della globalizzazione neoliberista, quella del futuro sarà una globalizzazione più “amichevole”, centrata sulla Cina e i paesi dell’Asia e Pacifico.

Nelle principali e decisive tecnologie, la Cina è già in testa. Guida la classifica nella costruzioni di reti 5G, nell’intelligenza artificiale, nel computing quantistico e nei supercomputer. L’economista Oscar Ugarteche, dell’Observatorio Económico de América Latina (Obela), sostiene che “la Cina è la fonte dei cinque rami dell’economia mondiale: la chimica farmaceutica, le automobili, l’aeronautica, l’elettronica e le telecomunicazioni”.

Così la chiusura delle fabbriche cinesi può frenare la produzione di questi cinque rami dell’economia nel mondo. La Cina produceva già nel 2017 il 30% dell’energia solare mondiale, più dell’Unione Europea e il doppio degli Stati Uniti. La classifica Top500 dei maggiori supercomputer del mondo rivela che la Cina ne possiede 227 su 500 (il 45%), contro i 118 degli Usa, al minimo storico. Dieci anni fa, nel 2009, la Cina ne aveva 21 contro i 277 dell’allora superpotenza.

martedì 17 marzo 2020

Messico - L'EZLN chiude i caracoles a causa del coronavirus e invita a non abbandonare le lotte

COMUNICATO DEL COMITATO CLANDESTINO RIVOLUZIONARIO INDIGENO-COMANDANCIA GENERALE DELL’ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
MESSICO
16 MARZO 2020
AL POPOLO DEL MESSICO:
AI POPOLI DEL MONDO:
AL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO – CONSIGLIO INDIGENO DI GOVERNO:
ALLA SEXTA NAZIONALE E INTERNAZIONALE:
ALLE RETI DI RESISTENZA E RIBELLIONE:
SORELLE, FRATELLI, HERMANOAS:
COMPAGNI, COMPAGNE, COMPAÑEROAS:
VI COMUNICHIAMO CHE:
CONSIDERANDO LA MINACCIA REALE, SCIENTIFICAMENTE COMPROVATA, PER LA VITA UMANA CHE RAPPRESENTA IL CONTAGIO DEL COVID-19, ANCHE NOTO COME “CORONAVIRUS”.
CONSIDERANDO LA FRIVOLA IRRESPONSABILITÀ E LA MANCANZA DI SERIETÀ DEI MALGOVERNI E DELLA CLASSE POLITICA NELLA SUA TOTALITÀ, CHE FANNO USO DI UN PROBLEMA UMANITARIO PER ATTACCARSI RECIPROCAMENTE INVECE DI ADOTTARE LE MISURE NECESSARIE PER AFFRONTARE QUESTO PERICOLO CHE MINACCIA LA VITA SENZA DISTINZIONE DI NAZIONALITÀ, SESSO, RAZZA, LINGUA, CREDO RELIGIOSO, MILITANZA POLITICA, CONDIZIONE SOCIALE E STORIA.
CONSIDERANDO LA MANCANZA DI INFORMAZIONE VERITIERA ED OPPORTUNA SULLA PORTATA E GRAVITÀ DEL CONTAGIO, COSÌ COME L’ASSENZA DI UN PIANO REALE PER AFFRONTARE LA MINACCIA.
CONSIDERATO L'IMPEGNO ZAPATISTA NELLA NOSTRA LOTTA PER LA VITA.
ABBIAMO DECISO DI:
PRIMO - DECRETARE L’ALLERTA ROSSA NEI NOSTRI VILLAGGI, COMUNITÀ E ZONE ED IN TUTTE LE ISTANZE ORGANIZZATIVE ZAPATISTE.
SECONDO - RACCOMANDARE ALLE GIUNTE DI BUON GOVERNO E MUNICIPI AUTONOMI RIBELLI ZAPATISTI, LA CHIUSURA TOTALE E IMMEDIATA DEI CARACOLES E DEI CENTRI DI RESISTENZA E RIBELLIONE.
TERZO - RACCOMANDARE ALLE BASI DI APPOGGIO E A TUTTA LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI SEGUIRE UNA SERIE DI RACCOMANDAZIONI E MISURE DI IGIENE STRAORDINARIE CHE SARANNO TRASMESSE NELLE COMUNITÀ, VILLAGGI E ZONE ZAPATISTE.
QUARTO - DI FRONTE ALL’ASSENZA DEI MALGOVERNI, ESORTARE TUTTE, TUTTI E TODOAS, IN MESSICO E NEL MONDO, AD ADOTTARE TUTTE LE MISURE SANITARIE NECESSARIE CHE, SU BASI SCIENTIFICHE, PERMETTERANNO DI USCIRE IN VITA DA QUESTA PANDEMIA.
QUINTO - INVITIAMO A NON ABBANDONARE LA LOTTA CONTRO LA VIOLENZA FEMMINICIDA, A CONTINUARE LA LOTTA IN DIFESA DEL TERRITORIO E DELLA MADRE TERRA, A MANTENERE LA LOTTA PER LE/I DESAPARECID@S, ASSASSINAT@ E CARCERAT@, E AD INNALZARE BEN ALTA LA BANDIERA DELLA LOTTA PER L’UMANITÀ.
SESTO - INVITIAMO A NON PERDERE IL CONTATTO UMANO, BENSÌ A CAMBIARE TEMPORANEAMENTE I MODI DI SAPERCI COMPAGNE, COMPAGNI, COMPAÑEROAS, SORELLE, FRATELLI, HERMANOAS.
LA PAROLA E L’ASCOLTO, CON IL CUORE, HANNO MOLTE STRADE, MOLTI MODI, MOLTI CALENDARI E MOLTE GEOGRAFIE PER INCONTRARSI. E QUESTA LOTTA PER LA VITA PUÒ ESSERE UNA DI QUESTE.
È TUTTO.
DALLE MONTAGNE DEL SUDEST MESSICANO.
Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
Subcomandante Insurgente Moisés
Messico, marzo 2020

Mondo - L'epidemia del neoliberismo


di Raúl Zibechi

Sono trascorsi secoli da quando abbiamo imparato a conoscere l’importanza dei contesti sociali e naturali in cui si radicano e moltiplicano i virus, anche perché conviviamo con essi e non sempre ci minacciano
La peste nera ci ha insegnato che virus preesistenti si moltiplicano e diffondono quando si creano le condizioni appropriate perché ciò avvenga. Nel nostro caso, quelle condizioni sono state create dal neoliberismo.


In “La peste nella storia” (Einaudi, 2012), William McNeill rileva alcune questioni, ancora di grande attualità, quando analizza la peste nera che infuriò in Europa dal 1347. I cristiani, a differenza dei pagani, si prendevano cura degli infermi, “si aiutavano tra loro in epoche di pestilenza” e in quel modo contenevano gli effetti della peste. La “saturazione di esseri umani”, la sovrappopolazione, è stata invece un fattore chiave nell'espansione della peste.


La povertà, una dieta poco variata e la non osservanza delle “superstizioni”, cioè dei costumi locali delle popolazioni, a causa dell’arrivo di nuovi abitanti, trasformarono le pestilenze in disastri. Fernand Braudel aggiunge che la peste, l”idra dalle mille teste”, costituisce una costante, un elemento strutturale della vita degli uomini (“La struttura del quotidiano”).
Quanto poco abbiamo imparato!

La peste nera ha distrutto la società feudale a causa dell’acuta scarsità di mano d’opera in seguito alla morte, avvenuta in pochi anni, della metà della popolazione europea, ma anche a causa della perdita di credibilità delle istituzioni. È soprattutto il timore di quella stessa perdita di credibilità che oggi spinge gli Stati a rinchiudere milioni di persone.

L’epidemia di coronavirus (ora dichiarata ufficialmente pandemia dalla OMS, ndr) in corso ha alcune particolarità. Provo a focalizzare lo sguardo su quelle sociali, anche perché non ho competenze su questioni scientifiche elementari.

L’epidemia attuale non avrebbe l’impatto che ha se non fosse per i tre lunghi decenni di neoliberismo che abbiamo alle spalle. Essi hanno causato danni ambientali, sanitari e sociali probabilmente irreparabili.

Le Nazioni Unite, attraverso l’Unep, riconoscono che l’epidemiaè riflesso della degradazione ambientale“. Il rapporto segnala che “le malattie trasmesse da animali a esseri umani stanno crescendo e peggiorano man mano che gli habitat selvaggi vengono distrutti dall'attività umana”, perché “gli agenti patogeni si diffondono più rapidamente verso le mandrie o le greggi e gli esseri umani“.

Per prevenire e limitare le zoonosi (le malattie infettive degli animali, ndt), bisogna fermare “le molteplici minacce agli ecosistemi e alla vita selvaggia, tra le quali (spiccano, ndt) la riduzione e la frammentazione di habitat, il commercio illegale, la contaminazione e la proliferazione di specie invasive e, in misura sempre maggiore, il cambiamento climatico“.
il mondo delle grandi imprese

All’inizio di marzo, le temperature in alcune regioni della Spagna hanno superato di 10 gradi i valori normali. L’evidenza scientifica mostra inoltre un vincolo tra “l’esplosione delle infermità virali e la deforestazione“.


La seconda questione che moltiplica le epidemie sono i forti tagli al sistema sanitario. In Italia, negli ultimi 10 anni, si sono persi 70 mila posti letto ospedalieri con 359 reparti chiusi, oltre ai numerosi piccoli ospedali che sono stati abbandonati. Tra il 2009 e il 2018 la spesa sanitaria è cresciuta del 10 per cento, contro il 37 della media dei paesi dell’Ocse. Oggi in Italia ci sono 3,2 letti per ogni mille abitanti mentre in Francia 6 e in Germania 8.

Tra gennaio e febbraio, già durante la piena espansione del coronavirus, il settore sanitario spagnolo ha perso 18.320 lavoratori. I sindacati delle categorie denunciano: “l’abuso della contrattazione temporanea (interinale, ndr) e della precarietà nell'occupazione”, mentre le condizioni di lavoro si fanno ogni giorno più dure.

Questa politica neoliberista è una delle cause per le quali l’Italia è stata costretta a mettere in quarantena tutto il paese e la Spagna potrebbe seguire lo stesso cammino.

La terza questione è l’epidemia di individualismo e disuguaglianza, coltivata dai grandi media che si dedicano a diffondere la paura, informando in maniera distorta. Per oltre un secolo abbiamo subito una potente offensiva del capitale e degli Stati contro gli spazi popolari di socializzazione, mentre vengono invece benedette le cattedrali del consumo, come quelle dello shopping.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!