martedì 17 marzo 2009

Il Centro Palestinese per i Diritti Umani: in una sola settimana 5 palestinesi uccisi, 26 feriti e 54 arrestati.

Gaza – Infopal.
In un dossier a cura del Centro Palestinese per i Diritti Umani si legge che le forze di occupazione israeliane, solo durante la scorsa settimana, hanno ucciso cinque cittadini palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, ferito altri 26 e arrestato 54, oltre alle 40 incursioni compiute in Cisgiordania.
Nel suo rapporto che copre le violazioni commesse dall’occupazione israeliana nel periodo dal 5/3/2009 al 11/3/2009, il Centro ha affermato che quattro palestinesi sono stati uccisi a Gaza e un altro in Cisgiordania; dei 26 feriti, tra i quali si contano sei bambini, 20 sono della Cisgiordania. Durante il periodo preso in esame, le forze di occupazione hanno effettuato 40 incursioni in Cisgiordania, durante le quali hanno arrestato 54 cittadini palestinesi e trasformato tredici abitazioni in posti di controllo militare. Anche gli aerei da guerra proseguono i loro attacchi contro la Striscia di Gaza, in particolare quelli giornalieri lungo la frontiera con l’Egitto.
Il rapporto tratta inoltre il proseguimento della politica di ebraicizzazione della città di Gerusalemme, spiegando che l’occupazione ha consegnato 129 avvisi ad altrettante famiglie per evacuare le loro case: un migliaio di cittadini, in maggioranza bambini, sono minacciati di rimanere senza tetto. Due famiglie delle città vecchia di Gerusalemme e di Surbaher sono state costrette a demolire le proprie abitazioni.
Continuano anche le opere di colonizzazione e le aggressioni da parte dei coloni in Cisgiordania: 22,2 ettari di terreni agricoli sono stati sequestrati nelle province di Ramallah e Hebron e vengono bloccate le strade della provincia di Nablus, in modo da impedirne il transito ai cittadini palestinesi.
Sempre nello stesso periodo le forze di occupazione hanno perpetuato gravi violazioni nei territori occupati, molte delle quali rientrano tra i crimini di guerra secondo le leggi internazionali.
Le autorità israeliane proseguono l’assedio della Striscia di Gaza per il terzo anno consecutivo: oltre a imporre sui cittadini ulteriori pene nell’ambito della politica di punizione collettiva, in violazione delle leggi internazionali e umanitarie, continuano a confiscare terreni a beneficio dei progetti coloniali e a favore della costruzione del muro che separa le terre della Cisgiordania.
Il rapporto sottolinea come questi crimini avvengano nel silenzio internazionale, che incoraggia l’occupazione a commetterne altri, consolidando le proprie pratiche di Stato sopra la legge.

Istanbul. Forum acqua, 17 arresti tra i manifestanti

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Alle 12 di questa mattina sotto gli occhi della stampa internazionale, la polizia in tenuta antisommossa ha caricato i circa 300 manifestanti del Forum Alternativo dell’Acqua ad Istanbul, riunitisi per protestare contro l’inizio dei lavori del Quinto Forum Mondiale dell’Acqua.
Dopo un breve scontro violento il corteo è stato disperso con l’uso di idranti. Numerose le persone coinvolte negli scontri. Arrestati 17 attivisti turchi, di cui al momento non si hanno notizie certe. Una delegazione internazionale del Controforum si è recata presso la stazione di polizia per avere notizie degli arrestati, mente un’altra delegazione si è recata al Forum ufficiale per rendere noto quello che era successo.
Manganelli e idranti per disperdere centinaia di persone accorse a Istanbul da tutto il mondo per manifestare pacificamente contro il World Water Forum e per difendere l’acqua, bene di tutti e di nessuno, dal mercato e dalle privatizzazioni. L’incontro organizzato dal Congresso Mondiale dell’Acqua sotto l’egida di multinazionali, della Banca Mondiale e dei governi che vogliono vendere e spartirsi l’acqua del pianeta, è iniziato questa mattina con la carica della polizia in assetto antisommossa. 17 gli arresti, tutti attivisti dei sindacati e dei movimenti della sinistra turca che si richiamano al movimento di Platform, decine le persone contuse coinvolte negli scontri. A nulla è valsa la presenza della folta delegazione internazionale, tra cui numerosi esponenti del Forum italiano dei movimenti per l’acqua, la rete interamericana Red Vida, la Rete europea dei movimenti per l’acqua e quella africana ed asiatica, per dissuadere l’intervento violento della polizia turca, più volte accusata dalle forze sociali locali e dai report di alcune organizzazioni internazionali, di gravi violazioni dei diritti umani. I diciassette arrestati sono adesso all’ospedale per i controlli di routine. Nelle prossime ore – come ci è stato riferito dall’avvocato – continuerà la negoziazione fra polizia e sindacati per un loro possibile rilascio, o saranno giudicati per direttissima già in giornata.
La carica della polizia e l’arresto dei manifestanti è stata considerata dagli attivisti del Controforum un grave atto intimidatorio. Al grido di “L’acqua è vita, libertà”, è stato urlato il dissenso contro i militari, che hanno attaccato con violenza chi manifestava pacificamente perché l’acqua fosse un bene comune. La protesta e il risultato degli scontri sono stati portati anche all’interno del World Water Forum dove in queste ore una delegazione di attivisti sta contestando i delegati del Forum ufficiale. Nei prossimi giorni, il Controforum avanzerà le proprie proposte, che verranno lanciate negli incontri e nei seminari previsti e in alcune conferenze stampa.
Articolo pubblicato sul sito di Carta

El Salvador - Vince il Frente. Il neopresidente è Mauricio Funes

di Riccado Bottazzo, giornalista di Carta

Sensuntepeque, dipartimento di Cabaña. El Salvador. Domenica 15 marzo ore 22,40
Tutte. Bisogna dargli atto che le hanno provate tutte pur di non far vincere Mauricio Funes, il candidato dell’Fmln, il Frente Farabundo Martin di Liberazione Nazionale, il primo partito di ex guerriglieri che si propone come forza di governo. Questo paese che ha fatto del neoliberalismo più feroce la sua religione, dove la terra, le ricchezze e il governo, sin dai tempi della conquista spagnola, sono nelle mani di 14 famiglie e dove i pueblos indigeni sono stati praticamente estinti, è stato governato negli ultimi vent’anni da un partito che rappresenta la destra più reazionaria di tutto il centroamerica: l’Arena, l’Alleanza Repubblicana Nazionalista. Gli anni che hanno seguito il trattato di pace tra la guerriglia dell’Fmln e il governo, nel ’92, sono stati anni di desaparecidos e omicidi politici, di svendita di tutte le ricchezze minerarie alle corporation Stelleestriscie che in cambio hanno inquinato e avvelenato intere regioni. Anni in cui il narcotraffico è entrato con i suoi capitali nelle aule di governo e con la violenza nelle strade delle città (si marcia su una media di un migliaio di morti all’anno). Anni di povertà, di violazioni quotidiane dei diritti umani, di privatizzazioni delle terre dove oramai si coltiva solo per le esportazioni e non per la sussitenza, di avvelenamento delle acque rese imbevibili in tutto il territorio, di espulsione di contadini e di rappresaglie feroci per chi resisteva. Eppure, quest’oggi, domenica 15 marzo del 2009, il Salvador è riuscito a voltare pagina. Ho visto, qui a Sensuntepeque, donne uscire dalle case e piangere per la gioia, gente che ballava per le strade e caroselli di auto con giovani che sventolavano le bandiere rosse del Frente. Ho visto un ex guerrigliero cui le squadre della morte hanno tagliato entrambe le due mani, reggere la sua bandiera tra i denti e non ho avuto il coraggio di fotografarlo. Oggi la storia la scrivono loro. Con i seggi scrutinati per il 95%, Mauricio Funes ha battuto il rivale “arenero”, Rodrigo Avila, ottenendo una percentuale del 51,3%. Oramai non ci sono più dubbi: lo stesso tribunale elettorale – in teoria indipendente ma nei fatti saldamente in mano all’Arena – lo ha appena proclamato presidente del Salvador. Ma è stata dura, dura sino alla fine. L’Arena le ha provate tutte pur di non consegnare il Paese a Funes e recuperare quei sei o sette punti percentuali di svantaggio che i sondaggi le assegnavano.Telegiornali a senso unico, pressioni dalla stampa che qui come in tutta l’America centrale è il passa veline della destra, che accusava in ogni pagina Funes di essere un amico di terroristi come le Farc o, addirittura Al Quaida, sino ad insinuare che, in caso di sua vittoria, gli Usa chiuderebbero il rubinetto dei fondi che gli immigrati spediscono a casa. Un quarto delle famiglie, qui in Salvador, riesce a sopravvivere solo grazie al denaro che dei figli o dei genitori che lavorano negli Stati Uniti. Ma un partito come l’Arena non si limita alle calunnie politiche. Sono passati anche ai fatti: 5 morti e 2 desaparecidos, (e parliamo solo di fatti accertati) sono costate all’Fmln la vittoria di Funes. Vittime che si aggiungono al centinaio di omicidi politici perpetuati dalla polizia o dalle squadre della morte negli anni in cui Avila, il candidato presidente arenero, era il capo della polizia. Nel dipartimento di Cabaña, dove ho seguito le elezioni al seguito di una delegazione di osservatori internazionali, l’Arena ha messo in scena una vera e propria commedia teatrale dal titolo “Come ti tarocco l’elezione”. Il sipario si apre con le pressioni e le intimidazioni agli osservatori. “Purtroppo in questo paese gli animi sono molto accesi. La polizia è poca e i comunisti senzadio tanti. Non possiamo garantire la vostra sicurezza. Vi consigliamo di andarvene e comunque state molto, ma molto attenti a quello che fate”. Parole e musica del responsabile di Sensuntepeque del Tribunale Elettorale Nazionale. Che ha subito aggiunto che, per fortuna e come ultima istanza, c’è sempre la Humo pronta. La Humo è uno speciale distaccamento composto da poliziotti e volontari addestrati del dipartimento. Senza tante perifrasi: una squadra della morte. L’ultimo atto il giorno delle elezioni con gli areneri che girano per le strade vicine ai seggi con rotoli di dollari (il colon è fallito negli anni ’90. Ora vale solo il dollaro Usa) in mano. Un voto a Sensuntepeque costa 20 dollari. A San Salvador, dove evidentemente sono più ricchi, 50. L’Arena, lo avrete capito, problemi di denaro, così come di coscienza, non ne ha. E poi c’erano i carri bestiame provenienti dalla vicina frontiera con l’Honduras. Camion stracarichi di contadini honduregni ammassati come neanche gli animali, che i loro padroni portavano in “regalo” agli amici dell’Arena. La forza lavoro sfruttata diventa forza elettorale sfruttabile. “Sono dei veri e propri schiavi della terra che i fazenderos pagano soprattutto con alcol. Poveri disgraziati cui hanno tolto anche il coraggio e la dignità di scrivere ‘mierda’ nella scheda elettorale” mi ha spiegato schifato un giornalista honduregno che li ha riconosciuti. Ho contato perlomeno una ventina di camion nei dintorni del “parque”, la piazza centrale di Sensuntepeque dove si sono svolte le elezioni. E questo è probabilmente il motivo per cui l’Fmln, che ha vinto il tutto il resto del Paese, ha perso qui, nel dipartimento di Cabaña, in zona “frontieriza”. “Ma chissenefrega – mi ha commentato alle 11 di notte un ragazzo con un enorme tamburo sottobraccio che ho trovato per le strade di una Sensuntepeque ancora in festa-. Oggi ha vinto il Frente. Oggi ha vinto il Salvador anche contro tutti i loro brogli. Oggi ha vinto el pueblo”. Con un nutrito gruppo di amici musicisti, va a piazzare il suo tamburo sotto le finestre della camera da letto del suo sindaco arenero. E cominciano a suonare quella vecchia canzone degli Inti Illimani che tutti noi ci ricordiamo.

sabato 14 marzo 2009

Pacifista americano gravemente ferito durante una manifestazione contro il muro

Ramallah - Infopal. Ieri, a Nil’in, l’esercito israeliano ha aperto il fuoco contro attivisti palestinesi e internazionali che manifestavano pacificamente contro il Muro dell’Annessione.
Un cittadino statunitense è rimasto gravemente ferito alla testa da un lacrimogeno lanciato dai soldati israeliani. Testimoni locali hanno riferito che il candelotto gli ha provocato uno squarcio nella fronte rendendo visibile la materia cerebrale.
L’agenzia AP ha riportato che un attivista dello ISM - International Solidarity Movement -, Tristan Anderson di Oakland, in California, è stato ricoverato in condizioni critiche in un ospedale di Tel Aviv.
Altre 4 persone sono state colpite da proiettili di metallo rivestiti di gomma e decine di altre sono state intossicate dai lacrimogeni.
La manifestazione nonviolenta di Nil’in è un appuntamento settimanale, avviato da tempo, e, come l’analogo di Bil’in, è molto popolare. Pacifisti internazionali e israeliani si uniscono al corteo che parte ogni venerdì dalla cittadina e si dirigono verso il Muro di Annessione costruito da Israele, sottraendo terre ai palestinesi.
In questi giorni ricorre l’anniversario della morte di un’altra attivista dello ISM, Rachel Corrie, uccisa da un bulldozer israeliano nel 2003.
Il video da ISM Palestine

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!