domenica 29 novembre 2009

La Spagna risponde con la repressione alla proposta di pace della sinistra basca

Criminalizzare la proposta di dialogo


Le voci circolavano da giorni. Il governo spagnolo non avrebbe accettato la sfida politica della sinistra indipendentista basca che attraverso il documento, presentato il 14 novembre a Venezia e in Euskal Herria, “Un primo passo per il processo democratico: principi e volontà della sinistra abertzale” riaffermava la scelta del cammino democratico e pacifico per la soluzione del conflitto. Una scelta ambiziosa poiché l’obiettivo è ricondurre il conflitto sulla base di principi democratici in assenza di violenza e contemporaneamente, costruire un soggetto politico che possa conseguire, attraverso il consenso popolare, l’obiettivo della sovranità politica e della giustizia sociale. Una scommessa irta di ostacoli soprattutto quando l’iniziativa è unilaterale: “ la questione non è conoscere o attendere quello che il resto degli attori politici e sociali sono disposti a fare, – si afferma -ma stabilire quello che noi dobbiamo e siamo disposti e disposte a fare. La nuova fase necessita nuove strategie, nuove politiche di alleanza e nuovi strumenti”.

La risposta del governo spagnolo è stata due settimane fa l’arresto di esponenti di spicco della sinistra abertzale tra cui l’ex segretario del sindacato LAB e del portavoce della sinistra abertzale Arnaldo Otegi che avevano contribuito alla elaborazione del documento. Oggi l’arresto di 34 persone accusate di fare “presuntamente” parte dell’organizzazione giovanile della sinistra indipendentista basca Segi, illegalizzata nel 2005 e che rappresenta la più numerosa organizzazione giovanile del Paese basco.

Dopo che in questi ultimi giorni sia da parte della sinistra basca che di altre forze politiche e sociali come Eusko Alkartasuna o il sindacato ELA, maggioritario nel Paese basco, si è riaffermata la necessità di sviluppare un processo democratico e di una soluzione negoziata del conflitto, Madrid risponde con la criminalizzazione.

Come in altri conflitti, il caso kurdo è significativo, gli stati sono incapaci di accettare la sfida democratica, dove tutte le opzioni politiche possano confrontarsi su un piano di parità, scegliendo la strada della politica della “sicurezza nazionale” che in questi ultimi anni ha significato l’esplodere di conflitti in diverse parti del mondo.

La soluzione dei conflitti passa attraverso il dialogo politico che contribuisce a dare senso compiuto all’idea di democrazia e giustizia sociale. Negare l’esistenza del conflitto o criminalizzare chi chiede dialogo non risolve il problema di fondo e conferma che la democrazia non si sancisce per decreto ma necessita una volontà ed un dialettica politica condivisa.

TalkingPeace

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Honduras vive una dittatura peggiore di quella degli anni 80

Organizzazioni dei diritti umani impugnano le elezioni.


Bertha Oliva, coordinatrice del Comitato dei familiari dei detenuti scomparsi in Honduras, Cofadeh, mi riceve nel suo ufficio. Le pareti sono tappezzate di diplomi e attestati che le sono stati consegnati per l’instancabile lavoro svolto in quasi trent’anni di lotta in difesa dei diritti umani in Honduras.

Bertha ha vissuto sulla propria pella la violenza della repressione militare degli anni 80.Durante la notte dell’11 giugno 1981 gli squadroni della morte hanno fatto irruzione nella casa dove stava dormendo con suo marito, il membro fondatore dell'Unione rivoluzionaria del Popolo, Urp, Tomás Nativí Gálvez, e l’hanno sequestrato.

Nonostante le denunce e le proteste, Bertha, che in quel momento era sposata da soli quattro mesi ed era al terzo mese di gravidanza, non l’ha mai più rivisto. Scomparso come centinaia di honduregni

Sono trascorsi 28 anni da quella notte. Bertha Oliva ed il Cofadeh non hanno smesso un solo istante di lottare per fare luce sugli obbrobri di quegli anni e su tutto ciò che è venuto dopo, fino all'ultimo oltraggio iniziato lo scorso 28 giugno. Un nuovo capitolo di una storia che sembra senza fine e che vuole cancellare la memoria con la farsa elettorale di domenica prossima, 29 novembre.

Al secondo piano della sede del Cofadeh abbiamo creato la sala delle vittime scomparse del secolo XX ed ora dobbiamo crearne una nuova per le vittime del secolo XXI - racconta la coordinatrice di questa organizzazione -.

Sono già 30 le persone che sono stati assassinate a causa del colpo di Stato, 9 delle quali nell'ultimo mese, ed a questo bisogna aggiungere i più di 4 mila casi di violazione ai diritti umani. Ora vogliono cancellare tutto ciò che è successo con questa farsa che noi ci rifiutiamo di chiamare elezioni, perché è un semplice evento pubblico convocato dalle forze che hanno perpetrato il colpo di Stato e che hanno imposto nel paese una vera dittatura. È un atto dei golpisti per i golpisti”, ha affermato.

È per questo motivo che il Cofadeh, insieme ad altre organizzazioni dei diritti umani, hanno presentato una petizione al Tribunale supremo elettorale, Tse, sollecitando “l'immediata sospensione dei comizi elettorali a causa della sistematica e grave violazione dei diritti umani e la vigenza di decreti e risoluzioni dell'amministrazione pubblica di fatto che restringono diritti e libertà della popolazione honduregna per motivi evidentemente politici, all’interno del contesto del colpo di Stato", cita il documento presentato ai magistrati di questo potere.

Per Bertha Oliva ci sono numerosi segnali che indicano che nelle prossime ore si potrebbe scatenare una forte repressione ed un stato permanente di terrore per la popolazione honduregna.

Le forze armate e la polizia hanno chiesto alle autorità locali di consegnare loro i dati personali dei dirigenti locali della Resistenza e parallelamente si è implementato un Piano di Contingenza, affinché questa domenica gli ospedali abbiano sufficienti letti liberi e medicine per dare una risposta a qualsiasi emergenza.

Inoltre – ha continuato Oliva - i dirigenti del Fronte nazionale contro il colpo di Stato non stanno conducendo una vita normale, perché non possono ritornare a casa loro e devono cercare un'altra sistemazione mantenendo strette misure di sicurezza. In realtà sono entrati in un regime di semiclandestinità perché la loro vita è in pericolo”.

L’attivista per i diritti umani ha anche fatto il punto sui grandi investimenti che la polizia e l'esercito hanno fatto in queste ultime settimane per acquisire nuovo armamento, come per esempio un camion lancia-acqua dotato si sofisticati sistemi tecnologici che è costato 12 milioni di lempiras (631 mila dollari).

Siamo molto preoccupati perché stiamo vivendo una vera e propria guerra di bassa intensità. Continuano le detenzioni arbitrarie e la persecuzione contro i dirigenti delle organizzazioni dei maestri, e le persone della Resistenza nelle comunità, quartieri e colonie. Hanno messo posti di blocco in tutto il paese ed è aumentata la strategia della tensione mettendo artefatti esplosivi in vari punti della capitale, per generare tensione e giustificare la repressione.

Inoltre – ha continuato Oliva - continuano ad apparire corpi di persone assassinate in vari punti del paese e stanno ostacolando il lavoro dei difensori dei diritti umani. Quando per le strade appaiono corpi di persone con chiari segnali di esecuzioni sommarie, sappiamo che si tratta di un metodo imposto e poi lasciato in eredità dagli squadroni della morte che agiscono in complicità con i militari e la polizia.

In questo senso, credo che stiamo vivendo in una dittatura senza precedenti, peggiore di quella degli anni 80, perché in quel momento vivevamo una dittatura militare, c’erano morti e scomparsi, ma era molto complicato riuscire a provare la relazione diretta tra questi delitti ed i militari stessi, perché la strategia era quella di utilizzare squadroni della morte e paramilitari.

Ora – ha spiegato la coordinatrice del Cofadeh - lo fanno alla luce del giorno sfidando tutte le strutture nazionali ed internazionali dei diritti umani ed i governi del mondo. Sono convinta che si tratti di un progetto che vogliono riprodurre in America Latina. Se vinceranno in Honduras tenteranno di farlo anche in altri paesi della regione che sicuramente hanno già individuato”, ha detto seriamente preoccupata.

Il Cofadeh ha anche denunciato che al governo di fatto e alle forze repressive non interessa minimamente l’intervento della Commissione interamericana dei Diritti, Cidh, che ha posto sotto la sua protezione molte persone minacciate in questi mesi.

Un caso emblematico è quello di Carlos H. Reyes, una persona riconosciuta, amata e rispettata a livello nazionale ed internazionale, e che è stato candidato presidenziale indipendente, godendo così di tutta una serie di protezioni legali.Nonostante ciò, la polizia l’ha aggredito selvaggiamente e in pratica gli hanno impedito di partecipare al processo in atto per quasi quattro mesi a causa delle fratture riportate al braccio.

La comunità internazionale è testimone di quanto è accaduto e sono convinta che nel futuro potremo portare i responsabili di queste violazioni davanti alla giustizia internazionale”.

Concludendo l'intervista, Bertha Oliva ha rivelato che il Cofadeh ha già aiutato 15 persone ad uscire dal paese con le loro famiglie per proteggere la propria incolumità di fronte alla repressione che si è scatenata contro di loro.

"Non so dire verso dove stiamo andando, ma sono sicura che il lavoro sui diritti umani continuerà per molto tempo ancora. La dittatura ha preso forza e lo continua a fare ogni giorno che passa e sembra che non possa vivere senza l'odore del sangue ed il martirio della popolazione.

Ogni giorno, quando arrivo qui, salgo al primo piano e mi trattengo davanti ai visi dei nostri scomparsi e scomparse degli anni 80 e sorrido loro e parlo con loro. Gli prometto che non permetterò mai che il nostro tempio, che la loro sala del secolo scorso venga violentata. Ora guardo con preoccupazione al fatto che stiamo creando un'altra sala per le vittime del secolo XXI.

Dobbiamo davvero continuare a collezionare visi puliti, belli e diafani? E dovremo camminare sempre con loro? Questi visi e le loro famiglie, il popolo honduregno, hanno bisogno di risposte concrete, non per vendicarli, bensì per conoscere la verità”, ha concluso Bertha Oliva visibilmente emozionata da tanti ricordi e lotte intraprese.

(Testo e foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua)

Chiapas - Le Giunte zapatiste fanno chiarezza


In risposta alle false notizie di richiesta di riconoscimento istituzionale

Nei giorni scorsi un articolo del quotidiano La Jornada parlava di un ipotetico avvio di riconoscimento richiesto dalle Giunte del Buongoverno zapatista alle autorità messicane.

A poche ore dall'apparizione dell'articolo le Giunte del Buongoverno zapatista fanno sentire la propria voce per smentire la notizia. Una vicenda che si inserisce nella voluta confusione che si vuole creare in Chiapas.

Di seguito la traduzione della presa di posizione degli zapatisti

GIUNTA DEL BUON GOVERNO

CUORE CENTRICO DEGLI ZAPATISTI DAVANTI AL MONDO

SNAIL TZOBOMBAIL YU’UN LEKIL J’AMTELETIK

TA OLOL YOON ZAPATISTA TA STUKIL SAT YELOB SJUNUL BALUMIL

26 NOVEMBRE 2009

ALL'OPINIONE PUBBLICA

ALLA SOCIETA' CIVILE NAZIONALE ED INTERNAZIONALE

AI MEDIA ALTERNATIVI

AGLI ADERENTI ALL'ALTRA CAMPAGNA

AGLI ADERENTI ALLA ZESTA INTERNACIONAL

AGLI ORGANISMI DEI DIRITTI UMANI

Per questo mezzo la Giunta di Buon Governo Corazon Centrico de Los Zapatistas Delante del Mundo, caracol II Resistenza e Ribellione per l'Umanita' Zona Altos del Chiapas.

A nome delle Giunte del Buon Governo dei 5 Caracoles smentiamo davanti all'opinione pubblica quanto segue:

Il 25 novembre dell'anno in corso, il quotidiano La Jornada pubblica che il congresso locale ha approvato un accordo che sollecita al governo dello stato del Chiapas Juan Sabines Guerrero di accogliere le petizioni delle Giunte del Buon Governo e che secondo i legislatori, gli Zapatisti hanno chiesto il riconoscimento giuridico delle Giunte del Buon Governo.

Noi come Giunte del Buon Governo smentiamo energicamente queste presunte petizioni davanti al mal Governo statale, queste versioni pubblicate, perche' in nessun momento le abbiamo poste ne' a livello verbale o per iscritto per chiedere briciole al mal governo statale e federale. Noi, gli Zapatisti, non abbiamo bisogno di venire riconosciuti dai mal governi che non sono del popolo in quanto noi siamo gia' riconosciuti dal nostro popolo che ci ha eletti e siamo gia' riconosciuti da moltissimi popoli a livello nazionale e internazionale.

A noi Giunte del Buon Governo, non ci rappresenta nessuno davanti ad alcuna istanza governativa a livello statale, nazionale e internazionale, i presunti: David Gomez Perez, Daniel Santiz Lopez, Pablo Mendez Cruz, Moises Cantor Decelis e Pedro Gomez Santiz; queste persone non le conosce nessuno in nessuna zona Zapatista, men che meno fanno parte delle nostre fila, sono solo persone che vogliono approfittarsi di risorse economiche che il mal governo promette cosi' tanto., usando il nome delle Giunte del Buon Governo e della nostra organizzazione E.Z.L.N.

Nel quotidiano si cita che una commissione governativa abbia gia' visitato le 5 Giunte del Buon Governo per accogliere le richieste che pongono gli Zapatisti sugli aspetti Giuridici, Politici, finanziari e Sociali: questa informazione e' totalmente falsa, perche' noi, gli Zapatisti, non abbiamo bisogno ci vengano a visitare funzionari del mal governo, sappiamo bene che le principali rivendicazioni dei nostri popoli in nessun periodo il mal governo li risolvera', necessita' che da diversi secoli stiamo soffrendo noi popoli originari del nostro paese.

Tutte queste menzogne del mal governo, dei suoi deputati e dei suoi complici, sono parte di un piano di contro insurrezione per confondere l'opinione pubblica e per colpire la resistenza dei nostri popoli in lotta per la costruzione dell'Autonomia.

Per tutto questo chiediamo a tutti i popoli, organizzazioni e persone di buona volonta' che lottano per la Liberta', la Giustizia e per i diritti per tutti, di non farsi ingannare dai piani e dagli interessi dei mal governi e dei loro complici.

Questa e' la nostra parola

ATTENTAMENTE

GIUNTA DEL BUON GOVERNO CUORE CENTRICO DEGLI ZAPATISTI DAVANTI AL MONDO


EDGAR BARRERA ORTIZ FRANCISCO MENDEZ CRUZ GUADALUPE DIAZ DIAZ VERONICA HERNANDEZ HERNANDEZ

venerdì 27 novembre 2009

Le elezioni non risolveranno la crisi

Honduras alle urne

La Resistenza si prepara per nuovi scenari di lotta

Mancano tre giorni alla celebrazione di elezioni che fino a questo momento solo quattro paesi nel mondo - Stati Uniti, Perù, Panama e Colombia - sembrano disposti a riconoscere come legittime. Mentre il governo di fatto invia più di 30 mila effettivi dell'esercito e della polizia in tutto il paese e richiama migliaia di riservisti dell'esercito per proteggere il processo elettorale, il Fronte nazionale contro il colpo di Stato continua la sua campagna di disconoscimento delle elezioni e denuncia la sistematica violazione ai diritti umani, preparandosi ad una nuova tappa della lotta iniziata lo scorso 28 giugno.

“In questi ultimi giorni abbiamo assistito ad un incremento della repressione da parte del governo di fatto e ad una vera e propria militarizzazione del paese - denuncia Porfirio Ponce, vicepresidente del Sindacato dei lavoratori dell'industria delle bevande e simili, Stibys, e membro del Fronte nazionale contro il colpo di Stato -. Hanno attivato un piano speciale per evacuare gli ospedali e lasciare i letti liberi, mentre in tutto il paese l’esercito ha iniziato a fare blocchi stradali: da San Pedro Sula alla capitale, che sono circa 4-5 ore, ci sono per esempio 14 blocchi.

È inoltre iniziata una vasta operazione di disarmo con la quale si proibisce alle persone di portare armi anche se in possesso di regolare porto d’armi. Ci sono incursioni dell'esercito e della polizia nelle colonie e nei quartieri popolari della capitale, soprattutto dove la Resistenza è maggiormente organizzata, e continuano gli arresti. I dirigenti della Resistenza hanno ricevuto minacce dirette, così come buona parte della popolazione che non vuole riconoscere questo processo elettorale. Tuttavia –ha continuato Ponce - continueremo con le nostre attività fino a sabato 28 novembre e anche dopo la fine di questo circo politico”. Per il dirigente sindacale, quella di domenica sarà una farsa elettorale che si svilupperà all’interno di un colpo di Stato che purtroppo non si è potuto revertire, ma che segnerà l'inizio di una nuova fase della lotta del popolo honduregno.

Una sconfitta parziale che apre le porte ad una nuova e necessaria fase di lotta politica. “Inizieremo una nuova fase di organizzazione e con essa la nostra strategia, perché dopo le elezioni ci troveremo di fronte a un nuovo scenario e a una nuova congiuntura. Come organizzazioni che fanno parte della Resistenza – ha spiegato Ponce - dovremo analizzare questa nuova situazione e decidere le nuove misure ed azioni, e a momento debito le faremo conoscere alla popolazione dopo un'ampia riunione che stiamo preparando. Questi ultimi cinque mesi ci hanno lasciato in eredità il sangue delle compagne e dei compagni assassinati, l’involuzione di tutti i progressi sociali ottenuti negli ultimi anni, ma anche un processo in cui le varie organizzazioni popolari e sindacali si sono unite. Ora ci manca solo di unificarci per questa nuova tappa della lotta”, ha affermato. Non si è potuto revertire il colpo di Stato Anche per l'analista politico Gustavo Irías "saranno elezioni atipiche, con un Presidente costituzionale praticamente imprigionato e senza nessuna possibilità di essere un evento di concorrenza libera e trasparente. Inoltre, senza la partecipazione del Fronte nazionale contro il colpo di Stato queste elezioni non potranno costituire una vera uscita sostenibile dalla crisi.

Siamo di fronte a due progetti di società molto diversi. Un progetto che cerca di difendere una democrazia tradizionale che non ha apportato alcun beneficio alla maggioranza della popolazione, e un altro che cerca di approfondire e concretizzare una democrazia partecipativa. In questo senso – ha continuato Irías - dobbiamo riconoscere che non si è potuto revertire il colpo di Stato e che ci troviamo di fronte a un processo elettorale gestito da un governo di fatto che consolida il colpo di Stato stesso. In questo senso è indispensabile che la Resistenza prenda in considerazione tale realtà per programmare una nuova fase della lotta, per costruire un fronte ampio politico che porti avanti un programma che conduca al ristabilimento della democrazia nel paese, che riproponga con forza le grandi rivendicazioni sociali e che possa assicurare che l’Honduras si reinserisca in modo concreto all’interno del circuito democratico mondiale. È ovvio – ha concluse l'analista politico - che ci sarà bisogno di un periodo di transizione durante il quale la Resistenza dovrà sfruttare tutto il bagaglio politico e sociale scaturito da questa esperienza di lotta, che senza dubbio è un fatto storico ed una pietra miliare per il paese”.

Mentre iniziano ad arrivare i pochi osservatori che si sono accreditati, appartenenti quasi tutti all'estrema destra internazionale, ed il presidente Manuel Zelaya continua ad esigere alla comunità internazionale il disconoscimento di questa farsa, sono sempre più forti le critiche contro l’amministrazione Obama e le sue ambiguità.Lo scorso 25 novembre, l'assessore in politica estera del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula dà Silva ha dichiarato pubblicamente che gli Stati Uniti “rischiano di rendere ancora più tese le relazioni con gran parte dell'America Latina se riconosceranno le elezioni presidenziali in Honduras”.

(Testo e foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua)

Le Giunte di Buon Governo smentiscono la Jornada


JUNTA DE BUEN GOBIERNO
CORAZÓN CÉNTRICO DE LOS ZAPATISTAS DELANTE DEL MUNDO

SNAIL TZOBOMBAIL YU?UN LEKIL J?AMTELETIK
TA O?LOL YO?ON ZAPATISTA TA STUK?IL SAT YELOB SJUNUL BALUMIL

26 DE NOVIEMBRE DE 2009

A LA OPINIÓN PUBLICA
A LA SOCIEDAD CIVIL NACIONAL E INTERNACIONAL
A LOS MEDIOS ALTERNATIVOS
A LOS ADHERENTES DE LA OTRA CAMPAÑA
A LOS ADHERENTES DE LA ZESTA INTERNACIONAL
A LOS ORGANISMOS DERECHOS HUMANOS

Por este medio la Junta de Buen Gobierno Corazón Céntrico de Los Zapatistas Delante del Mundo, caracol II Resistencia y Rebeldía por la Humanidad Zona Altos de Chiapas.

A nombre de las Juntas de Buen Gobierno de los 5 caracoles desmentimos ante la opinión pública los siguientes:

El 25 de noviembre del presente año, el periódico la jornada publica que el congreso local aprobó un acuerdo que solicita al Gobierno del estado de Chiapas Jun Sabines Guerrero que atienda las peticiones de las Juntas de Buen Gobierno, que según los legisladores, los Zapatistas pidieron el
reconocimiento jurídico de las Juntas de Buen Gobierno.

Nosotros como Juntas de Buen Gobierno desmentimos enérgicamente esas supuestas peticiones ante el mal Gobierno estatal, de estas versiones publicadas, porque en ningún momento le hemos planteado verbal o por escrito para pedir migajas al mal gobierno estatal ni federal. Nosotros
los Zapatistas no necesitamos que nos reconozca los malos gobiernos que no son del pueblo porque nosotros ya somos reconocidos por nuestro pueblos quienes nos eligieron y somos ya reconocidos por muchísimos pueblos a nivel nacional e internacional.

A nosotros las Juntas de Buen Gobierno, no nos representa nadie, ante ninguna instancia gubernamental a nivel estatal, nacional e internacional, los supuestos representantes: David Gómez Pérez, Daniel Santiz López, Pablo Méndez Cruz, Moisés Cantor Decelis y Pedro Gómez
Santiz. Estas personas nadie lo conoce en ninguna zona Zapatista, menos que formen parte de nuestras filas, solo son personas que quieren aprovechar recursos económicos que tanto promete el mal gobierno, usando el nombre de las Juntas de Buen Gobierno y de nuestra organización E.Z.L.N.

En el periódico menciona que una comisión gubernamental ya visitó las 5 Juntas de Buen Gobierno para atender las demandas que plantean los Zapatistas en los aspectos Jurídicos, Políticos, financieros, y Sociales. Y esta información es totalmente falso, porque nosotros los
Zapatistas, no necesitamos que nos visite funcionarios del mal gobierno, además sabemos que las principales demandas de nuestros pueblos ningún periodo del mal gobierno lo va a resolver las necesidades que desde hace varios siglos que venimos padeciendo los pueblos originarios de
nuestro país.

Todo estas mentiras del mal gobierno, de sus diputados y sus cómplices, es parte de un plan de contra insurgente para confundir a la opinión pública y para golpear la resistencia de nuestros pueblos en la lucha por construir su Autonomía.

Por todo esto le pedimos a todos los pueblos, organizaciones y personas de buena voluntad que lucha por la Libertad, por la Justicia y por los derechos para todos, que no se dejen engañar por los planes e intereses de los malos gobiernos y sus cómplices.

Es toda nuestra palabra.

A T E N T A M E N T E

*LA JUNTA DE BUEN GOBIERNO CORAZON CENTRICO DE LOS ZAPATISTAS DELANTE
DEL MUNDO:*

EDGAR BARRERA ORTIZ FRANCISCO MENDEZ CRUZ GUADALUPE DIAZ DIAZ VERONICA HERNANDEZ HERNANDEZ

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!