venerdì 23 luglio 2010

Petrolio, il Dragone energivoro e il disastro di Dalian

La Cina ha fatto incetta di energia fossile sfruttando la crisi globale. 
Ora si spera nella green technology
 Un vigile del fuoco è portato in salvo dopo essere stato sommerso dal petrolio durante i tentativi di tappare i due oleodotti esplosi il 13 luglio nel porto di Xingang a Dalian. 183Kmq di mare sono già coperti dal greggio. Foto Greenpeace
Una macchia nera che ormai ricopre 430 chilometri quadrati di mare, un disastro ecologico riconosciuto anche dai media cinesi che colpisce proprio una delle zone turistiche più famose della Cina, dove gente comune e funzionari di partito affollano spiagge che ricordano le più note località turistiche d'Occidente.
Pesca vietata fino alla fine di agosto, 15 chilometri di barriere antipetrolio calate in mare per evitare che la marea nera raggiunga anche le acque internazionali.

E' quanto sta accadendo a Dalian, capoluogo della provincia del Liaoning e porto più settentrionale del Celeste Impero, dove il 16 luglio due oleodotti e un silos-cisterna sono esplosi riversando in mare oltre 1500 tonnellate di greggio che arrivava dall'Arabia Saudita.

Com'è facile uccidere


Israele controlla il confine di Gaza con fucili telecomandati da donne soldato di 20 anni. 
E c'è chi parla di "mentalità assassina da playstation"
A Israele la condizione di reciprocità in guerra non è mai andata giù. Dai sanguinosi giorni della guerra del Kippur il ministero della Difesa di Tel Aviv ha cercato sempre di superare a livello tecnologico e logistico i propri avversari. L'ultima coniugazione di questa politica di dominio è il cosiddetto "Spot and Shoot" (identifica e spara): fucili radiocomandati posti sul muro divisorio di Gaza e manovrati da una sala di controllo, lontana e sicura, da donne soldato in forza all'Israel Defense Forces (Idf).
Logica. È quella di sparare a distanza su chiunque sia sospettato di essere un terrorista. Col passare degli anni, e delle morti, l'Idf ha visto diminuire in modo esponenziale il numero di reclute perché, ammette l'esercito, i giovani israeliani non sono più disposti a combattere in zona di guerra. Così la Rafael, azienda israeliana produttrice d'armi, ha inventato il sistema Sentry Tech che permettere d'uccidere senza rischiare di essere uccisi. Per il momento gli unici membri dell'esercito ad avere accesso alla console bellica sono le donne dai 19 ai 20 anni.

giovedì 22 luglio 2010

Belfast. I "Troubles" della crisi?

4 giorni di riot nel North Belfast

Raggiungere Belfast da Londra fa effetto. Dalla metropoli che sembra capace di assimilare tutto, soprattutte le forme di vita anti-sistema, alla capitale dell'Irlanda del Nord spesso in prima pagina dei quotidiani fino a 15 anni fa e ora scomparsa dai media mainstream internazionali.
Un tempo, un ragazzino a digiuno di geografia, poteva confondere Belfast con Beirut. E non solo per assonanza di consonanti e vocali. Certo, i motivi del conflitto erano (sono) molto diversi, ma le immagini che giravano il mondo mostravano gli stessi segni devastanti della guerra.
Belfast oggi. Sembra un passato lontanissimo quello dei Troubles, il periodo, decennio '70, dei grandi riot e della guerriglia dei repubblicani dell'IRA (divisa in Official e Provisional, quest'ultima molto attiva e con forte radicamento sociale). E, ovviamente, dell'occupazione militare della Gran Bretagna e delle violenze dei gruppi paramilitari unionisti (UVF e molti altri dei cosiddetti 'lealisti').
Oggi è in vigore un cessate il fuoco da parte delle organizzazioni repubblicane e lealiste successivo all'accordo di Belfast (Good Friday Agreement) del 1998 che ha portato anche al decommissioning da parte di (quasi) tutti i gruppi armati.

Campagna per combattere la strategia di disinformazione contro l’EZLN


di Hermann Bellinghausen
Organizzazioni e collettivi aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona hanno lanciato la campagna nazionale ed internazionale “Migliaia di rabbie, un cuore: viva le comunità zapatiste”, con l’obiettivo di “combattere la strategia di disinformazione e bugie, così come il vuoto mediatico rispetto alla repressione e persecuzione contro le comunità; denunciare i responsabili, ai diversi livelli di governo, partiti, impresari, piani di ‘sviluppo’, forze repressive e gruppi paramilitari”.
Inizialmente è convocata, a partire dal prossimo giorno 24, da circa 40 organizzazioni e collettivi dell’Altra Campagna, e da organizzazioni ed individui aderenti alla Zezta Internazional in Svizzera, Stato Spagnolo, Grecia, Argentina, Cile, Colombia, Italia, Brasile e Francia, che affermano:
“Dalla sollevazione armata dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), questo è stato oggetto di attacchi, persecuzioni ed aggressioni nel tentativo del malgoverno di distruggere coloro che annunciano l’esistenza di un altro mondo possibile. Tuttavia, la resistenza e la lotta delle comunità zapatiste, insieme agli uomini e alle donne del Messico e del mondo, ha fatto fallire questa offensiva ed i compagni hanno progredito nella costruzione della propria autonomia, esperienza che è stata e continua ad essere esempio per le molte lotte di quelli che stanno in basso”.

martedì 20 luglio 2010

Consegnate le firme per i tre referendum

La sfida che i comitati territoriali e i cittadini che si sono attivati nei tre mesi di raccolta hanno davanti è quella di portare  milioni di italiani a votare tre “sì” la prossima primavera, quando si terrà il referendum contro la privatizzazione dei servizi idrici per vincerlo. Nel frattempo continuano le mobilitazioni ed il contrasto ai piani di svendita e mercificazione dell'acqua.
L'intervista a cura di Ass. Ya Basta Italia

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!