lunedì 23 dicembre 2013

Russia - Liberate le Pussy Riot Nadia e Maria

Incarcerate per la performance anti-Putin nella cattedrale di Mosca 

Maria e Nadia, le Pussy Riot detenute per la performance anti-Putin nella cattedrale di Mosca, sono state rilasciate oggi. E'  scattata anche per loro l'amnistia approvata dalla Duma.
"Se avessi potuto, avrei rifiutato la misericordia" di Putin,
è stata una delle prime dichiarazioni di Maria  Alyokhina. La giovane ha continuato definendo l'amnistia "non un atto umano, ma profanazione", visto che in base alla legge non verrà rilasciato nemmeno il 10% dei detenuti.

Maria appena rilasciata, dicono i giornali, si è recata presso la sede di un'organizzazione contro 
la tortura per vedere come portare avanti una denuncia che aveva scritto durante la sua 
detenzione.
L'attivista ha continuato dichiarando che non rimpiange la preghiera punk nella cattedrale di 
Mosca che le è costata la detenzione, aggiungendo"siamo pronte a ripeterla. Ma vorremmo cantare la canzone fino alla fine. Dovrebbe essere ascoltata nella sua interezza, non solo un verso".
Intanto anche Nadia detenuta nell'ospedale carcerario di Krasnoiarsk in Siberia ha lasciato la struttura. Ad aspettarla c'era il marito.

Nei socialnetwok circola la prima frase che avrebbe detto all'uscita dal carcere "Russia senza Putin!".
Sulla carcerazione delle Pussy Riot e all'arresto dei militanti di Green Peace hanno puntato i 
riflettori sulla mancanza di libertà e le condizioni di detenzione in Russia. Sono state infatte moltissime le mobilitazioni ed iniziative contro il governo russo. 
A poche settimane dalle Olimpiadi di Sochi Putin sta cercando di usare l'amnistia per "ripulire" la propria immagine, anche alla luce delle proteste per le leggi antigay che continuano ad essere utilizzate nel paese. 

domenica 22 dicembre 2013

Afghanistan - Il presidente Karzai pretende rispetto dagli USA

Il ritiro militare annunciato rilancia le ostilità con il Pakistan

di Immanuel Wallerstein
Il presidente dell’Afghanistan Hamid Karzai non è preso molto sul serio negli Stati Uniti, né dal governo, né dai media, né dal pubblico in generale. Un buon elemento di prova: il 10 dicembre ha concesso una lunga intervista a Le Monde che il giornale ha pubblicato per intero, sia nell’originale in inglese sia in traduzione in francese, e tale intervista molto dettagliata si è meritata soltanto una citazione (di meno di una frase) sul New York Times.
La cosa è tanto più degna di nota per il fatto che Karzai fa delle affermazioni molto forti, parecchio in contrasto con ciò che si legge sulla stampa statunitense. E’ come se tutti ritenessero che le affermazioni di Karzai siano insensate o testarde nell'errore o incoerenti o semplici tattiche negoziali. Nessuno sembra prendere in considerazione la possibilità che le dichiarazioni del governo statunitense possano essere insensate o testarde nell'errore o incoerenti o semplici tattiche negoziali.
Proprio al minimo, gli statunitensi (e anche tutti gli altri) dovrebbero leggere con attenzione ciò che Karzai sta dicendo. Egli inizia l’intervista insistendo di aver sostenuto negli ultimi otto anni che “la guerra al terrore non può e non deve essere combattuta nei villaggi afgani, nelle case afgane. Se una guerra al terrore è in corso, deve essere portata nei rifugi dei terroristi [presumibilmente in Pakistan], dove sono addestrati e nutriti”.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!