martedì 27 maggio 2014

Messico - Di ritorno da La Realidad

In migliaia per riaffermare il cammino zapatista 

di Daniele Fini                        
A La Realidad erano in tanti e tante. Il partecipato e emotivo evento del 24 maggio 2014 in omaggio a Galeano, lo zapatista ucciso dai paramilitari, celebrato nel Caracol zapatista cui fanno riferimento le comunità autonome della regione Selva Fronteriza, sarà ricordato anche per l'ultimo discorso pubblico pronunciato dal Subcomandante Marcos.
Ma l'evento ci ha mostrato soprattutto che gli zapatisti sono tanti e che la loro esperienza ribelle non si lascia intimidire dalle continue aggressioni, anche di tipo militare, che il governo messicano sta portando avanti nel tentativo di distruggere la loro organizzazione. E forse è proprio questo il messaggio più importante che ci giunge da La Realidad, e che in un certo senso ribadisce Marcos con le sue ultime parole pubbliche, quando comunica che a seguito dei cambiamenti e delle evoluzioni  che si sono dati in questi anni nell'organizzazione delle comunità zapatiste, la sua figura non ha più senso di esistere.
Per ribadire, a chi ancora non lo avesse capito, che i veri protagonisti nei territori ribelli del Chiapas sono le migliaia di uomini e donne che nella loro quotidianità, all'interno di un clima di guerra formalmente non dichiarata e di provocatorie aggressioni, costruiscono collettivamente e mettendosi in gioco in prima persona nuove forme di governo e di vita, rappresentando un importantissimo esempio per tutti coloro che nel mondo lottano per un cambiamento radicale, contro le ingiustizie e contro il sistema capitalista.

lunedì 26 maggio 2014

Messico - Comunicato integrale del SCI Moisés

PAROLE DELLA COMANDANCIA GENERALE DELL’EZLN,

NELLA VOCE DEL SUBCOMANDANTE INSURGENTE MOISÉS,

NELL’OMAGGIO AL COMPAGNO GALEANO.

IL GIORNO 24 MAGGIO 2014

A LA REALIDAD, CHIAPAS, MESSICO

Compagne e compagni, comandanti, compagne e compagni basi di appoggio, miliziani, insurgentes tutti.


Compagni e compagne della sexta. Buon giorno o buona sera o buona notte a tutte e tutti secondo dove stanno.

Compagne e compagni, fratelli e sorelle.

Attraverso la mia voce parla la voce dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.

Attraverso la mia voce parlano il dolore e la rabbia di centinaia di migliaia di indigeni, uomini, donne,  bambini e anziani dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.

Siamo qui con le compagne e i compagni de La Realidad per appoggiarli con tutta la nostra degna rabbia.

I compagni e le compagne della Sexta devono capire qualcosa.  L’EZLN non si può intromettere,  così come vuole, nelle comunità e nei governi autonomi.  Perché noi, come EZLN, non parliamo a vanvera di “rispetto”, questa è la nostra pratica.  L’EZLN come forza del popolo entra nei problemi delle comunità zapatiste solo se le autorità autonome lo chiedono.  

Facciamo così perché i militari, chiunque essi siano, sempre devono rispettare e servire il popolo, i civili.

Quando ci rendemmo conto del vile e crudele assassinio del nostro compagno Galeano, sentimmo molto dolore e molta rabbia.  Ma non potevamo fare come volevamo, ma dovevamo rispettare e obbedire il nostro popolo, quale cammino dovevamo percorrere e cosa dovevamo fare come EZLN che siamo.

Il rispetto di cui abbiamo parlato, come Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, lo dobbiamo al popolo e alle autorità autonome Zapatiste, così contenemmo la rabbia e il dolore che avevamo.

Questo  fino a quando ce lo chiese la Giunta del Buon Governo de La Realidad che ci disse:  

“Fin qui siamo arrivati noi, ora la Comandancia dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale intervenga affinché si faccia giustizia contro l’attacco e l’assassinio contro  di noi e contro la nostra organizzazione zapatista”.  Allora abbiamo potuto venire.

Con tutta la rabbia siamo venuti ad accompagnare le compagne e i compagni, per stare con loro, per investigare su questo vile assassinio, perché queste persone contras, paramilitari antizapatisti hanno quello che hanno per essere contro di noi , e si fanno passare come se fossero zapatisti e così ottengono i loro progetti, dicendo che sono rappresentanti zapatisti.  

Sappiamo chi sono costoro e con chi, del mal governo, parlano.  Sappiamo che sono gli sciocchi del malgoverno che ci cascano credendo che stanno parlando con noi.

Qui glielo diciamo ancora a questo fottuto malgoverno:

NON siamo mendicanti.

Non riceviamo gli avanzi della loro tavola.

Non cerchiamo, né riceviamo briciole.

Cerchiamo di governarci con il nostro popolo del Messico con Giustizia , Libertà e Democrazia.

Non sono gli zapatisti che parlano con loro.

Non parlano con il malgoverno né oggi né mai.

Non abbiamo la seppur minima fiducia di questi senza cervello.

domenica 25 maggio 2014

Messico - Il SCI Marcos annuncia la sua scomparsa

Il Subcomandante Marcos annuncia la sua scomparsa
Alle 2:08 dell’alba di oggi, il Subcomandante Marcos ha annunciato che a partire da quel momento smetterà di esistere. In una conferenza stampa con i media liberi che partecipavano all'omaggio a Galeano, lo zapatista assassinato nella comunità zapatista di La Realidad, il capo militare dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), ha detto: “se posso definire Marcos, il personaggio, vi direi senza alcun dubbio che è stata una pagliacciata”.

Messico - Tra luce e ombra. Le ultime parole del Subcomandante Marcos prima di smettere di esistere

La Realidad, Chiapas, 25 de mayo 2014.-

Por medios libres, alternativos, autónomos o como se digan.

Esta madrugada, como cierre del homenaje al compañero Galeano, más de tres mil bases de apoyo, milicianos e insurgentes zapatistas y alrededor de mil adherentes a La Sexta, escuchamos las “últimas palabras públicas” del Subcomandante Insurgente Marcos del Ejército Zapatista de Liberación Nacional. En el templete estaban presentes 6 comandantes y comandantas del Comité Clandestino Revolucionario Indígena, el Subcomandante Insurgente Moisés y el propio Subcomandante Marcos. 

 Exponemos algunos fragmentos de las cinco partes de la carta.


1. Una Decisión Difícil
“Era y es la nuestra como la de muchas y muchos de abajo una guerra por la humanidad y contra el neoliberalismo. Contra la muerte nosotros demandamos la vida, contra el silencio exigimos la palabra y el respeto, contra el olvido la memoria, contra la humillación y el desprecio la dignidad, contra la opresión la rebeldía, contra la esclavitud la libertad, contra la imposición la democracia, contra el crimen la justicia.”
“La guerra que levantamos nos dio el privilegio de llegar a oídos y corazones atentos y generosos y a geografías cercanas y alejadas, faltaba lo que faltaba y falta lo que falta pero conseguimos entonces la mirada del otro, de la otra, su oído y su corazón. Entonces nos vimos en la necesidad de responder una pregunta decisiva: ¿qué sigue?”
“Matar o morir, como único destino.”
“Debíamos reconstruir el camino de la vida que es el que habían roto y siguen rompiendo desde arriba. El camino no sólo de los pueblos originarios también de trabajadores, estudiantes, maestros, jóvenes, campesinos. Además de todas las diferencias que se celebran arriba y abajo se persiguen y se castigan. Debíamos inscribir nuestra sangre en el camino que otros dirigen hacia el poder o debíamos voltear el corazón y la mirada a los que somos y a los que son los que somos, es decir, los pueblos originarios guardianes de la tierra y la memoria.”
“Nuestro dilema no estaba entre negociar y combatir sino entre morir o vivir.”
“Elegimos construir la vida , esto, en medio de una guerra. Una guerra que no por sorda era menos letal.”
“Aquí estamos los muertos de siempre pero ahora para vivir.”
“Tal vez más de alguno piense que nos equivocamos al elegir, que un ejercito no puede ni debe empeñarse en la paz. Por muchas razones cierto, pero la principal era y es por que de esa forma terminaríamos por desaparecer. Tal vez es cierto, tal vez nos equivocamos al cultivar la vida en vez de elogiar a la muerte.”
“Elegimos mirándonos y escuchándonos, siendo el total colectivo que somos. Elegimos la rebeldía, es decir, la vida.”
“Supimos y sabemos que habrá muerte para que haya vida. Supimos y sabemos que para vivir morimos.”

Messico - “Per impegnarci di più. Visita alla tomba del compañero Galeano”

24 maggio 2014, Caracol de La Realidad, Chiapas. 

 Dopo il tramonto, il subcomandante Moisés ha annunciato la possibilità di visitare la tomba di Galeano, per dimostrare solidarietà alla sua famiglia, alla sua compagna e alle basi d’appoggio zapatiste.
Migliaia di zapatisti e zapatiste, insieme agli aderenti alla Sexta, si sono messi in fila per passare, uno per uno, di fronte alla tomba. Una zapatista coordinava la visita:
-      È qui la tomba di Galeano?
-      Sì, rispose. Per impegnarci di più.

Zapatisti e zapatiste coperte dai passamontagna sfilavano davanti alla tomba, abbracciandola. Con il pugno sinistro alzato e facendo il saluto militare, ognuno passava di fronte alla tomba e depositava una pietra. La tomba di pietra bianca era circondata da fiori, ghirlande e candele.

-      Perché la pietra, compa?
-      Ogni persona che si impegna a lottare lascia una pietra perché, come Galeano, è un simbolo di resistenza fino alla morte.

Forse, l’atto di lasciare una pietra significa anche che il cuore ha bisogno di forza perché la morte, che arriva senza avvisare, non faccia troppo male; allo stesso tempo, i compagni e le compagne della Sexta ripetevano l’atto per dare continuità alla costruzione di “Altri mondi”.

Abbiamo lasciato il dolore e continuato ad avanzare con la speranza di continuare a costruire una società anticapitalista, autonoma, senza chiedere nulla al governo, con libertà, democrazia e giustizia, uno degli esempi che ci danno ogni giorno i popoli zapatisti. Nell’ultimo atto dell’omaggio a Galeano, che inizierà in serata, i subcomandanti Marcos e Moisés daranno la loro parola per concludere l’evento che ci ha convocati nella Realidad.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!