domenica 1 novembre 2015

Turchia - Primo report zona di Hani-Diyarbakir

Primo report zona di Hani (regione di Diyarbakir) 9:00/13:00-Regione di Hani e municipalità attorno: 32.000 abitanti-Distanza da Diyarbakir: 130 Km-Stima elettori: 16.400 intera regione-Partito maggioritario: HDP
Un pezzo della delegazione internazionale accompagnata da attivisti, membri dell’HDP e avvocati ha visitato questa mattina i seggi elettorali della cittadina curda di Hani e di alre 5 comunità rurali nei pressi. La delegazione si muove in diretto contatto telefonico con le altre sparse sul territorio. Il ruolo di questa delegazione è stato quello di visitare i seggi, visionare le modalità di svolgimento del voto e registrare ipotetiche irregolarità, monitorare la presenza e l’atteggiamento dell’esercito e della polizia turca.
Nel seggio di Sergen abbiamo avuto testimonianze di provocazioni e minacce da parte di membri dell’AKP nei confronti degli scrutatori. Provocatori che sono arrivati scattando fotografie delle e degli scrutatori minacciandoli di rappresaglie e arresti in caso di “problemi”. E’ stato necessario anche l’intervento di un parlamentare dell’HDP.
Non appena avremo ulteriori informazioni procederemo a pubblicarle.
Al momento possiamo registrare una situazione di diffusa tensione e la necessità di mantenere un’attenta vigilanza.
Nel pomeriggio proseguiremo il nostro lavoro con l’osservazione dello spoglio nei seggi che hanno riportato situazioni di maggiore tensione.

sabato 31 ottobre 2015

Turchia - Rapporto della delegazione di Amed (Diyarbakir)

Rapporto della delegazione di Amed (Diyarbakir)

È una calma apparente quella che avvolge l’intera città di Diyarbakir. A due giorni dalle elezioni politiche e a poche settimane dai pesanti scontri tra polizia e civili curdi nel quartiere di Sur, l’antica fortezza frontaliera tenta di riprende la sua normalità. Il bilancio dei combattimenti delle scorse settimane conta oggi 5 civili kurdi uccisi, decine di feriti e 18 arrestati, liberati proprio questa mattina. Solo la decisione unilaterale del KCK (Unione delle Comunità del Kurdistan) di attenuare i toni della resistenza ha permesso un momentaneo cessate il fuoco e il rientro del coprifuoco, il terzo dalle elezioni di giugno. Sur è uno dei distretti storici di Amed, costruito immediatamente a ridosso delle antiche mura medievali.

Sono pochissime le famiglie originarie di questo quartiere. In Turchia, sin dalla fondazione della Repubblica nel 1923, lo Stato ha portato avanti una deliberata campagna di sgombero dei villaggi nella regione, considerati dall'allora primo ministro Kaya luoghi dove è evidente che la civiltà non è mai arrivata e di concentrazione della popolazione nei centri urbani, nuclei di propagazione dell’identità nazionalista, di accentramento, controllo, e di produzione identitaria del cittadino turco. Dopo le campagne di assimilazione nazionale, la distruzione di circa 4000 villaggi durante il conflitto armato tra il PKK e militari turchi ha contribuito negli anni novanta alla migrazione interna di almeno tre milioni di civili che si riversarono anch'essi nei centri urbani. E’ questa una delle motivazioni dell’altissima concentrazione curda nel quartiere, centro nevralgico della resistenza locale all'attuale governo Erdogan e spazio di conflitto rappresentativo della causa curda.

Turchia - Verso le elezioni di domenica

Rapporto della delegazione di Urfa

Mentre siamo occupati a scrivere il primo report, apprendiamo la notizia che, proprio a Urfa, intorno all'ora di pranzo sono stati trovati due corpi decapitati per mano, pare, del sedicente Stato Islamico. Sono stati resi noti i nomi, Ibrahim Abdul Qader, 20 anni, e Fares Hamadi, entrambi siriani di Raqqa, facenti parte di un gruppo anti-ISIS. Ciò aiuta a comprendere il clima che si respira prima delle elezioni e quanto sia complessa la situazione all’interno della città.

Stamane siamo stati alla sede dell’HDP di Şanliurfa, la città dove è stata inviata la nostra delegazione di osservatori internazionali per le elezioni politiche turche di domenica 1 novembre. Abbiamo discusso a lungo con i membri del partito su quale sarebbe stata la migliore e più funzionale collocazione del nostro gruppo durante le operazioni di voto e alla fine abbiamo convenuto con loro che la cosa più utile è sicuramente quella di andare, insieme con i membri del partito e dell’Associazioni dei diritti umani, IHD, nei villaggi rurali a maggioranza araba situati nel comprensorio. Proprio in questi territori, governati gerarchicamente dai mukhtar (termine che in arabo significa “scelto”, è spesso usato in vari paesi arabi e nella stessa Turchia per indicare il capo di un villaggio) vicini all’AKP, gli appuntamenti elettorali non sono altro che la raccolta di consensi per il dittatore e il suo partito a forza di brogli e di abusi.

Basti pensare che in queste zone in occasione delle ultime elezioni comunali, durante alcuni scontri di piazza, ci sono stati ben otto morti.

venerdì 30 ottobre 2015

Turchia - Elezioni del 1° Novembre

Elezioni del 1° novembre in Turchia:
dall'Italia una folta delegazione di osservatori internazionali

Anche dall'Italia è partita una delegazione di osservatori internazionali indipendenti per monitorare l'andamento delle elezioni legislative del 1° novembre in Turchia. Su invito del Partito Democratico dei Popoli (HDP), il grande protagonista della passata tornata elettorale di giugno, quando riuscì a superare la soglia di sbarramento del 10% eleggendo un'ottantina di deputati, un gruppo di 55 fra deputati, giuristi, sindacalisti, studenti universitari, giornalisti e membri della società civile si recherà nelle città di Diyarbakir e Urfa per scongiurare il pericolo di brogli e verificare che non ci siano impedimenti al voto, come già verificatosi in passato.
Il clima nel paese è difatti oggi molto più teso di quando si è votato a giugno: arresti di massa di sindaci e politici dell'HDP, attacchi e linciaggi contro i curdi, censura e repressione dei giornalisti indipendenti, stop al dialogo per una soluzione della questione curda con i bombardamenti nelle zone curde e gli assedi a varie città tra cui Cizre, che sono costati la vita almeno a 200 persone finora, sostegno continuo a ISIS contro i curdi di Siria, gli spaventosi attentati di Diyarbakır, Suruç e da ultimo Ankara, dove sono morte più di cento persone.
La delegazione italiana e quelle dagli altri paesi circa 450 (Francia, Germania, Britagna, Olanda, Belga, Austria, Svezia, Norvegia, Danimarca, Slovenia, Grecia, Catonia, Svizzera), osservatori internazionali indipendenti, informeranno in tempo reale di quanto accade nel corso delle operazioni di voto: tutti gli aggiornamenti verranno pubblicati su www.uikionlus.com e suwww.retekurdistan.it.
Per contatti diretti con le delegazioni scrivere a info.uikionlus@gmail.com oppure chiamare +39.0664871176

30 ottobre 2015
Ufficio di Informazione del Kurdistan in Italia
UIKI Onlus

mercoledì 21 ottobre 2015

Messico - Report da Ayotzinapa

Sei donne stanno ricamando tovaglie tipiche nahual e nel frattempo chiacchierano tra di loro, si confidano parlando a bassa voce. I discorsi non si distinguono.  Avverto solo una frase: "Sono una madre disperata che non trova i suoi figli".  Poi un'altra, alzando un po' più la voce, dice: "I nostri figli non sono ancora tornati perché si trovano lontano. Li hanno portati lontano, per questo non sono ancora tornati.  Forse non sanno ancora dove si trovano. Bisogna avere fiducia, vedrai che torneranno, bisogna avere fiducia".

Sono sei madri che, insieme ad altri genitori dei 43 studenti sequestrati e scomparsi, si ritrovano ad alloggiare in un salone adibito a dormitorio al primo piano di uno degli edifici della Scuola Normale Rurale Raúl Isidro Burgos di Ayotzinapa.  Si trovano spesso nella scuola che frequentavano i loro figli. Lo fanno tutte le volte che si organizza una manifestazione, una assemblea, in ogni occasione utile per unire la loro voce a quella degli studenti di Ayotzinapa o a quella del movimento nazionale messicano o a quello internazionale che chiede la riconsegna in vita dei 43 studenti alle loro famiglie e ai loro compagni.

I genitori dei 43 studenti comparsi hanno partecipato ultimamente alla marcia del 26 settembre 2015 nella capitale, Città del Messico, alle 4 carovane che, nel 2014, hanno visitato diverse città d'Europa, della'America Latina e degli Stati Uniti.  

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!