lunedì 8 agosto 2016

Messico - CompArte nel Caracol de La Garrucha

Il giorno 6 agosto le e i compagn@
zapatisti  hanno presentato il 
Festival CompArte nel Caracol de 
La Garrucha di fronte a migliaia di 
Basi di Appoggio di varie regioni, a 
invitati nazionali ed internazionali, 
ai rappresentanti della 
comandancia dell'EZLN e al 
comandante Tacho.

Al mattino, Tacho ha aperto con un discorso l'evento, con un caldo tremendo ma con tutte le 
Basi di Appoggio rimaste sotto il palco protetto da decine di miliziani/e.

Già fin dalle 9 della mattina sono 
iniziate le presentazioni di diverse opere: balli, una canzone dal titolo " la resistenza dei nostri 
nonni"; una poesia di una compagna del Municipio di Flores Magon titolata "la città nascosta", 
un'altra canzone titolata "lo sfruttamento"; un'opera del municipio autonomo di San Manuel e infine, la canzone "il dolore e la Resistenza"





Poi i e le compagn@ hanno presentato un'opera teatrale sulla costituzione dei Caracol 
che, dopo anni di funzionamento degli Aquacalientes, hanno messo fine a quella esperienza dando vita ai Caracol. 
Il lavoro ha rappresentato come si è svolto il processo di costruzione in ogni comunità e 
come la costituzione dei Caracol ha rappresentato un cambio anche nella vita di tutti i giorni.

 

C'è stata una presa in giro, in maniera molto affettuosa, di un francese del collettivo Mut Vitz,
che era arrivato alla giunta di Buon Governo de La Garrucha per lasciare centomila pesos.
Tutti hanno iniziato a ridere molto quando ha cominciato a parlare con il suo accento molto
forte, ma anche quando hanno visto il suo travestimento e gli atteggiamenti per
scattare foto, ecc..



Un gruppo di musica del Municipio autonomo Francisco Gomez ha presentato una sua 
canzone "la democrazia e l'autonomia".



Tutto si è svolto sotto gli occhi della comandancia.



Le rappresentazioni in forma teatrale sono state le più numerose durante la festa:
nelle foto che seguono vediamo un gruppo del Municipio autonomo di San Manuel.
Questo gruppo è composto da tzeltal e tsostsiles "orgogliosamente zapatisti"





Come sempre, la fantasia delle e dei compagni per rappresentare veicoli o animali ha 
sorpreso il pubblico presente. 
Il titolo dell'opera è "doveri diritti e obblighi delle autorità o compagn@ che 
hanno responsabilità nell'organizzazione".



"A volte è difficile soddisfare i doveri e gli obblighi ma ciò non significa che non si può fare"



Un compagno del Municipio Francisco Gomez, appartenente al Collettivo Zero, ha 
presentato la sua poesia: "l'orgoglio non ci ha fatto tacere".


Questo è il gruppo dei promotori di educazione


Poi i compas si sono organizzati per presentare una lunga opera teatrale di più di due ore 
chiamata "i sette principi".




     1) Servir y no servirse
     2) Representar y no suplantar
     3) Construir y no destruir
     4) Obedecer y no mandar
     5) Proponer y no imponer
     6) Convencer y no vencer
     7) Bajar y no subir 
-------------------------------------------- 
1) Servire e non servirsi
2) Rappresentare e non sostituire 
3) Costruire e non distruggere
4) Obbedire e non comandare
5) Proporre e non imporre
6) Convincere e non vincere
7) Scendere e non salire

In questo modo hanno rappresentato con esempi concreti ciò che significano per 
gli zapatisti quei 7 principi.


"Serve un'autorità quando si creano divisioni nella comunità"
"Per continuare a lottare come popoli ci riconosciamo nella lotta?"







All'improvviso un forte acquazzone ha fatto interrompere i lavori per poco più di un'ora .



La pioggia ha dato a tutti i partecipanti la possibilità fermarsi per mangiare.



Dopo la pioggia si è ripreso con le attività.



Alla fine i compas hanno terminato il loro lavoro e, smontando le scene, hanno
fatto un saluto simulando la forma di un Caracolito.



Sono poi venuti ballerini e musicisti, con strumenti fatti in casa, una batteria di pentole e
un tambo, per far ballare i compas al ritmo della canzone "los derechos de las mujeres".
Una compagna ha raccontato che in principio non c'erano donne nel gruppo ma solo
uomini poi piano piano si sono aggregate le donne.



"Lottando e ballando con i nostri balli si possono fare molte cose. Noi rivendichiamo il nostro
diritto di avere un ruolo in qualsiasi area di lavoro"


"Vogliamo decidere quanti figli vogliamo, abbiamo il diritto di lavorare e di ricevere un salario
equo, di partecipare alla vita delle nostre comunità, abbiamo il diritto di accesso alla salute,
all'istruzione, alla giustizia ... abbiamo il diritto di scegliere il nostro partner senza essere
obbligate e abbiamo diritto a non essere colpite e picchiate, abbiamo diritto di accesso
alle forze militari rivoluzionarie ... "





Un gruppo di Francisco Villa ha presentato un opera dal titolo "distrazione di fondi" per
ricordare quello che è successo nel Municipio di San Andreas Larrainzar, dove le autorità
hanno accettato di partecipare alla costruzione del parco comunale senza consultare la base,
invece di sostenere gli sfollati!
Sono stati puniti e imprigionati dalla comunità.



"Questo lavoro ci serve per riconoscere i nostri errori come zapatisti "







Comp@s tzeltales e tzotziles presentarono una canzone titolata "la tormenta zapatista"



Per la sera compas del Municipio autonomo Ricardo Flores Magon, hanno presentato
una poesia "Madre Terra".
"Perché adesso basta con tanto dolore, basta con tanta crudeltà, perché i ricchi
pensano solo alla mia distruzione, per questo lottiamo insieme, ora basta ora basta"



In totale sono state presentate 7 opere teatrali più danze e canti con un gran finale
di un ballo collettivo dove le basi di appoggio e gli ospiti hanno ballato insieme fino a
tarda notte.



tratto da espoirchiapas

Messico - CompArte nel Caracol de La Garrucha

Il giorno 6 agosto le e i compagn@
zapatisti  hanno presentato il 
Festival CompArte nel Caracol de 
La Garrucha di fronte a migliaia di 
Basi di Appoggio di varie regioni, a 
invitati nazionali ed internazionali, 
ai rappresentanti della 
comandancia dell'EZLN e al 
comandante Tacho.

Al mattino, Tacho ha aperto con un discorso l'evento, con un caldo tremendo ma con tutte le 
Basi di Appoggio rimaste sotto il palco protetto da decine di miliziani/e.

Già fin dalle 9 della mattina sono iniziate le presentazioni di diverse opere: balli, una canzone dal titolo " la resistenza dei nostri nonni"; una poesia di una compagna del Municipio di Flores Magon titolata "la città nascosta", un'altra canzone titolata "lo sfruttamento"; 
un'opera del municipio autonomo di San Manuel e infine, la canzone "il dolore e la Resistenza"





Poi i e le compagn@ hanno presentato un'opera teatrale sulla costituzione dei Caracol 
che, dopo anni di funzionamento degli Aquacalientes, hanno messo fine a quella esperienza dando vita ai Caracol. 
Il lavoro ha rappresentato come si è svolto il processo di costruzione in ogni comunità e 
come la costituzione dei Caracol ha rappresentato un cambio anche nella vita di tutti i giorni.

 

C'è stata una presa in giro, in maniera molto affettuosa, di un francese del collettivo Mut Vitz,
che era arrivato alla giunta di Buon Governo de La Garrucha per lasciare centomila pesos.
Tutti hanno iniziato a ridere molto quando ha cominciato a parlare con il suo accento molto
forte, ma anche quando hanno visto il suo travestimento e gli atteggiamenti per
scattare foto, ecc..



Un gruppo di musica del Municipio autonomo Francisco Gomez ha presentato una sua 
canzone "la democrazia e l'autonomia".



Tutto si è svolto sotto gli occhi della comandancia.



Le rappresentazioni in forma teatrale sono state le più numerose durante la festa:
nelle foto che seguono vediamo un gruppo del Municipio autonomo di San Manuel.
Questo gruppo è composto da tzeltal e tsostsiles "orgogliosamente zapatisti"





Come sempre, la fantasia delle e dei compagni per rappresentare veicoli o animali ha 
sorpreso il pubblico presente. 
Il titolo dell'opera è "doveri diritti e obblighi delle autorità o compagn@ che 
hanno responsabilità nell'organizzazione".



"A volte è difficile soddisfare i doveri e gli obblighi ma ciò non significa che non si può fare"



Un compagno del Municipio Francisco Gomez, appartenente al Collettivo Zero, ha 
presentato la sua poesia: "l'orgoglio non ci ha fatto tacere".


Questo è il gruppo dei promotori di educazione


Poi i compas si sono organizzati per presentare una lunga opera teatrale di più di due ore 
chiamata "i sette principi".




     1) Servir y no servirse
     2) Representar y no suplantar
     3) Construir y no destruir
     4) Obedecer y no mandar
     5) Proponer y no imponer
     6) Convencer y no vencer
     7) Bajar y no subir 
-------------------------------------------- 
1) Servire e non servirsi
2) Rappresentare e non sostituire 
3) Costruire e non distruggere
4) Obbedire e non comandare
5) Proporre e non imporre
6) Convincere e non vincere
7) Scendere e non salire

In questo modo hanno rappresentato con esempi concreti ciò che significano per 
gli zapatisti quei 7 principi.


"Serve un'autorità quando si creano divisioni nella comunità"
"Per continuare a lottare come popoli ci riconosciamo nella lotta?"







All'improvviso un forte acquazzone ha fatto interrompere i lavori per poco più di un'ora .



La pioggia ha dato a tutti i partecipanti la possibilità fermarsi per mangiare.



Dopo la pioggia si è ripreso con le attività.



Alla fine i compas hanno terminato il loro lavoro e, smontando le scene, hanno
fatto un saluto simulando la forma di un Caracolito.



Sono poi venuti ballerini e musicisti, con strumenti fatti in casa, una batteria di pentole e
un tambo, per far ballare i compas al ritmo della canzone "los derechos de las mujeres".
Una compagna ha raccontato che in principio non c'erano donne nel gruppo ma solo
uomini poi piano piano si sono aggregate le donne.



"Lottando e ballando con i nostri balli si possono fare molte cose. Noi rivendichiamo il nostro
diritto di avere un ruolo in qualsiasi area di lavoro"


"Vogliamo decidere quanti figli vogliamo, abbiamo il diritto di lavorare e di ricevere un salario
equo, di partecipare alla vita delle nostre comunità, abbiamo il diritto di accesso alla salute,
all'istruzione, alla giustizia ... abbiamo il diritto di scegliere il nostro partner senza essere
obbligate e abbiamo diritto a non essere colpite e picchiate, abbiamo diritto di accesso
alle forze militari rivoluzionarie ... "





Un gruppo di Francisco Villa ha presentato un opera dal titolo "distrazione di fondi" per
ricordare quello che è successo nel Municipio di San Andreas Larrainzar, dove le autorità
hanno accettato di partecipare alla costruzione del parco comunale senza consultare la base,
invece di sostenere gli sfollati!
Sono stati puniti e imprigionati dalla comunità.



"Questo lavoro ci serve per riconoscere i nostri errori come zapatisti "







Comp@s tzeltales e tzotziles presentarono una canzone titolata "la tormenta zapatista"



Per la sera compas del Municipio autonomo Ricardo Flores Magon, hanno presentato
una poesia "Madre Terra".
"Perché adesso basta con tanto dolore, basta con tanta crudeltà, perché i ricchi
pensano solo alla mia distruzione, per questo lottiamo insieme, ora basta ora basta"



In totale sono state presentate 7 opere teatrali più danze e canti con un gran finale
di un ballo collettivo dove le basi di appoggio e gli ospiti hanno ballato insieme fino a
tarda notte.



tratto da espoirchiapas

sabato 6 agosto 2016

Messico - CompArte continua


Il festival CompArte per l'umanità continua e questa volta la sede è il Caracol I de La Realidad “Madre de los caracoles del mar de nuestros sueños”.

Basi di appoggio dell'EZLN delle diverse comunità autonome che compongono l'area, attraverso la rappresentazione di opere teatrali, canzoni, poesie, danze, dipinti, sculture e pensieri hanno condiviso il cammino dell'autonomia e come l'hanno raggiunta senza accettare nulla da parte del governo.

I 65 atti che sono stati presentati dagli zapatisti per tutta la giornata avevano un unico motivo di fondo “luchar para que todos y todas tengamos un mundo mejor” (lottare perché tutti e tutte abbiano un mondo migliore).

"Siamo persone determinate ad affrontare questa grande tempesta si avvicina e per questo nemico così grande che scegliamo di lottare e solo con la resistenza e la ribellione lo sconfiggeremo.
Siamo uomini, donne, bambini e anziani che vogliono trasformare il mondo per il bene dell'umanità ". (il testo di una poesia recitata da una base di appoggio).

venerdì 5 agosto 2016

Messico - L’Arte che non si vede e non si sente. Comunicato EZLN

L’ARTE CHE NON SI VEDE E NON SI SENTE


(Nota: i seguenti sono gli appunti del Subcomandante Insurgente Moisés per le parole di chiusura della partecipazione zapatista nel CompArte, nel caracol di Oventik, il passato 29 luglio 2016. Il rischio di pioggia e la premura del tempo non hanno permesso che il compagno sviluppasse di più alcuni punti e ha fatto sì che ne lasciasse in sospeso altri. Qui sotto si presenta la versione che originariamente sarebbe stata, per sua voce, la nostra parola zapatista).

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

MESSICO

29 luglio 2016

Artisti del Messico e del mondo:

Compagni della Sexta Nazionale e Internazionale:

Sorelle, fratelli e sorelli:

Per noi zapatiste e zapatisti l’arte si studia creando molte immaginazioni, leggendo nello sguardo, studiando nell’ascolto, praticando.

Mettendo in pratica, cioè facendolo, si arriverà a vedere il risultato della scienza e l’arte dell’immaginazione, della creatività.

Ci sono una scienza e un’arte che sono necessarie nell'immediato, di come immaginare per farlo.

Ci sono una scienza e un’arte che possono essere di medio periodo.

E ci sono una scienza e un’arte di lungo periodo che si miglioreranno man mano nell’arco del tempo.

Per esempio: cosa fare su come dovrà essere un mondo nuovo. Questo richiede entrare in profondità nella scienza e nell’arte dell’immaginazione, dello sguardo, dell’ascolto e della creatività; con pazienza, attenzione su come costruire via via, e tante altre cose che si prenderanno in considerazione.

Perché quello che vogliamo, o che pensiamo, è un mondo nuovo, o un sistema nuovo. Non una copia di quello che c’è, o un’aggiunta a esso.

Questo è il problema di cui parliamo, perché non esiste un libro o un manuale che ci dica il da farsi. Tale libro o manuale non è ancora scritto, è ancora nei cervelli dotati d’immaginazione, negli occhi svegli che hanno lo sguardo di qualcosa di nuovo che si vuole vedere, negli uditi molto attenti a captare il nuovo che si vuole.

E’ necessaria molta saggezza e intelligenza, una buona interpretazione di molte parole e pensieri.

Diciamo così, perché così è stato e così continuerà il miglioramento della nostra autonomia.

E’ stato costruito da migliaia di donne e uomini zapatisti, con scienza e arte, ciò che già si può vedere nelle 5 zone dei caracoles.

L’arte che stiamo mostrando, quella delle nostre compagne e compagni, è nata in maniera cruda ed è uscita dalle loro menti; essi hanno deciso come presentarla, su come hanno lavorato come zapatisti e autonomi, con la loro resistenza e il loro essere ribelli.

E’ stata tutta una catena di arte, il pensare cosa avrebbero presentato, se un ballo, una canzone, una poesia, una scultura, un’opera teatrale, una ceramica. Poi le parole, le idee su come si faranno i movimenti, poi la ricerca dei fondi per le loro prove, i loro saggi, perché sono collettivi di villaggio, regione, municipio e zona.

Ci sono state 3 selezioni: i villaggi si riuniscono nelle regioni e lì c’è la prima selezione: poi le regioni si riuniscono come municipio autonomo per la seconda selezione; e i municipi si riuniscono nella zona e lì c’è l’ultima selezione.

Ci sono voluti mesi di preparazione.

Per i villaggi di migliaia di donne e uomini zapatisti, è stato come ripassare ciò che siamo, solo che stavolta in un altro modo, non già di chiacchiera o bla bla bla, bensì con le tecniche dell’Arte, in base a cui si sono mossi bambini e bambine, giovani, padri e madri, nonne e nonni.

Ciò che hanno ripassato in forma artistica le compagne e i compagni zapatisti, è la loro resistenza e ribellione, il loro governo autonomo della Giunta di Buon Governo, i loro MAREZ (Municipi Autonomi Ribelli Zapatisti), le loro autorità locali (commissarie e commissari, agenti), il loro sistema di salute autonoma, il loro sistema di educazione autonoma, le loro emittenti radio autonome, i loro 7 principi del comandare obbedendo nel loro nuovo sistema autonomo di governo, la loro democrazia come popoli, la loro giustizia, la loro libertà.

La loro difesa della madre terra e il loro lavoro collettivo nella madre terra. Con tutto ciò staranno nascendo nuove generazioni di giovani per il futuro zapatista.

Questo che presentiamo, compagne e compagni della sexta nazionale e internazionale, sorelle e fratelli del Messico e del mondo, è una piccola parte delle compagne e dei compagni che avrebbero partecipato. Un giorno ci presenteremo a voi, ma stavolta non ci sarebbe stato il tempo, perché se ce ne venivamo con tutte e tutti ci sarebbe voluto più di un mese di presentazione, perciò ci sarà arte e scienza di come faremo la presentazione un giorno. Perché la più meravigliosa delle arti è il sostegno collettivo.

-*-

Compagne e compagni della sexta nazionale e internazionale.

Sorelle e fratelli del Messico e del mondo.

La tormenta e l’idra del mostro capitalista ci vogliono impedire di vederci, ma abbiamo fatto un grosso sforzo e qui ora ci stiamo vedendo.

Le compagne e i compagni delle migliaia di basi d’appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale vi vogliono mostrare moltissime arti.

Per adesso ne avete viste una parte e negli altri caracoles ne vedrete altre. Perché erano stati selezionati più di duemila artisti, i selezionati e in più quelli che non erano passati, ma non è che non fossero passati, è che non c’erano i soldi per trasportare migliaia di compagne e compagni artisti.

I nostri compagni e compagne artisti non lo sono di professione, la loro professione piuttosto si chiama “Tuttologo” perché sono carpentieri, muratori, commessi, lavorano la terra, sono locutori, miliziane e miliziani, insorti, autorità autonome, maestre e maestri dell’escuelità, promotori di salute o di educazione, e hanno pure il tempo di essere artisti.

Artisti veramente, nell’arte della costruzione di un nuovo sistema di governo, l’autonomia dove il governo obbedisce e il popolo comanda.

E’ un’arte che si può vedere, studiare, che si pratica, che si può conoscere condividendo.

Ma praticano altre arti le compagne e i compagni, che non si conosceranno, e che non usciranno in nessun mezzo di comunicazione.

L’arte della solidarietà, il sostegno ai popoli che lottano.

Perché un’altra scienza e arte che praticano le compagne e i compagni basi d’appoggio zapatiste, è come hanno sostenuto la lotta e resistenza del movimento degli insegnanti.

Questa scienza e arte non si è vista, però è stata come un’arte da vespaio nel modo in cui è stata fatta, e si è visto come è stata consegnata, ossia la consegna del sostegno alimentare, ma prima di ciò c’è stata un’arte e una scienza.

Va:

Si è visto che è necessario appoggiare questa lotta degli insegnanti che stanno resistendo all’idra e alla tormenta capitalista, come abbiamo detto un anno fa.

Poi vedere che appoggio avremmo dato, e dapprima fu con la nostra parola di appoggio sul fatto che la loro lotta è giusta.

Poi come appoggiare la resistenza nei blocchi e picchetti in cui erano, e abbiamo visto e compreso che era attraverso l’alimentazione.

Poi vedere quanto avremmo potuto metterci e, prima ancora, cosa avrebbero detto le nostre compagne e compagni se li avessimo sostenuti con l’alimentazione di quel poco che abbiamo del frutto dei nostri lavori collettivi.

Come per esempio si è visto nel sostegno dell’alimentazione, la consegna, i sacchi e via dicendo. Ma quel che non si è visto è l’organizzazione della raccolta di villaggio in villaggio, la ripartizione di quanto sarebbe toccato a ogni villaggio, il sapere quante tonnellate si sarebbero messe assieme per sapere come trasportarle. Poi il tempo, perché giungono notizie prima che non toglieranno il blocco, poi che lo toglieranno perché saranno sgomberati, perché stanno causando grossi danni, dicono i ricchi, e c’è pressione perché si finirà per perdere tutto ciò che raccoglieremo se non ci sarà dove portarlo.

Allora sono state fatte riunioni da tutte le parti per trarre l’accordo, in fretta, perché tutte le compagne e i compagni hanno detto che è giusto e necessario il sostegno da dare al movimento degli insegnanti.

Iniziano allora le matematiche, i conti diciamo noi, le divisioni, le ripartizioni diciamo noi su quanto tocca a ogni zona, MAREZ, regioni, villaggi.

Si cominciano a formare le commissioni di regione per la raccolta e la commissione di MAREZ e di Zona. Ci sono state alcune zone che hanno sbagliato le commissioni, ma non in malafede, in buona fede, perché hanno riportato un ammontare di 2 tonnellate ma al momento del conteggio è risultato che i villaggi avevano dato 7 tonnellate in più, come nel caso delle basi d’appoggio zapatiste della zona nord del Chiapas, del caracol di Roberto Barrios. E allora ecco l’Arte per risolvere il problema, perché non erano previste 9 tonnellate, c’era solo un camion da 3 tonnellate.

Quel che è davvero un’arte è il lavoro delle compagne, perché si richiede loro in quanto tempo avranno pronte le centomila tostadas, come si può calcolare dato che è in forma di mazorca il mais che diventerà tostadas.

Allora le compagne hanno detto: alla tale ora della tal data sarà pronto. Perché sanno in quante ore si cuoce il mais, e quante tostadas escono da un chilo di mais.

E ancora, le compagne mettono il condimento alle tostadas, che sia di fagioli, di sale, perché sanno che è in appoggio alle maestre e maestri in picchetto e in resistenza.

Così hanno fatto ed è stato portato a compimento, anche se ormai non si vede perché è nello stomaco, o è diventato concime di cui i maestri e le maestre si sono liberati.

Il lavoro collettivo, in comune, ha fatto sì che tutto sia stato spostato tanto facilmente, di mano in mano; altra roba è stata portata a cavallo, altra a piedi e in spalla, altra in macchina.

Grazie ai lavori collettivi di compagne donne e di compagni.

E’ stato tutto un calcolo matematico, dall’inizio alla fine.

Tutto questo, è tutta una spesa e la stragrande maggioranza è di lavori collettivi di villaggi, regioni, municipi autonomi e zone. Frutto reale dei nostri lavori come popoli organizzati di donne e uomini.

Tutto questo non si è visto e non si saprà se non lo raccontiamo, ed è un grosso sforzo che hanno fatto le nostre compagne e i nostri compagni zapatisti basi d’appoggio, perché vogliamo bene a un popolo che lotta e resiste.

Perché lo abbiamo fatto? Be’, perché sappiamo e comprendiamo com’è resistere in una lotta e com’è mantenere una lotta in resistenza.

Tutta un’arte immaginativa dei popoli zapatisti su come sostenere, perché nel “resistere” le compagne e i compagni hanno trascorso 22 anni, e ciò dà molta esperienza ed è di grande importanza per questa solidarietà, è la dimostrazione della collettività. Noi zapatiste e zapatisti abbiamo 22 anni di lotta in resistenza e ribellione contro il capitalismo, e 22 anni di un nuovo sistema di governarci in cui il popolo comanda e il governo obbedisce.

-*-

C’è chi pensa che dobbiamo uscire e andare a lottare per i maestri e le maestre. Se così si pensa, allora non si è capito nulla. Perché ciò vuol dire aspettare che qualcuno venga e lotti al posto mio. Noi zapatiste e zapatisti non abbiamo chiesto a nessuno di venire a lottare al posto nostro. Ogni lotta è di ciascuno, e ci dobbiamo sostenere reciprocamente, ma non prenderci il posto di lotta di ciascuno. Chi lotta ha il diritto di decidere dove porta il suo cammino e con chi camminare. Se ci si mettono altri, non è più un sostegno, è un soppiantare. Il sostegno è rispetto e non direzione né comando. Così come abbiamo capito che nessuno ci darà da mangiare se non lavoriamo, è lo stesso. Nessuno ci libererà, se non noi stessi.

Perciò organizziamoci, popoli del Messico e del mondo, lottiamo nel mondo in cui viviamo per cambiarlo, come operaie e operai, maestre e maestri, contadine e contadini, tutte e tutti i lavoratori: non aspettiamo che arrivi qualcuno a lottare al posto nostro.

Lo abbiamo già visto, verrebbero solo a cercare di manipolarci, di ingannarci, di tenerci nello stato in cui siamo.

-*-

L’arte, sorelle e fratelli, compagne e compagni, è tanto importante perché è ciò che illustra qualcosa di nuovo nella vita, tanto differente, e si può comparare quanto illustrato nella vita reale, che non mente.

E’ tanto potente l’arte, perché è già una vita reale nelle comunità dove loro comandano e il loro governo obbedisce, grazie all’arte dell’immaginazione e al saper convertire in una nuova società, in una vita comune. Dimostra che è possibile un altro modo di governarsi, totalmente differente, che è possibile un’altra vita lavorando in comune a beneficio della comunità stessa.

Qui ricordo la buonanima del subcomandante Insurgente Marcos, che spesso ci chiedeva, quando costruivamo una casetta, là nella selva, con il Comandante Tacho. La buonanima ci chiedeva “queste travi, sapete a cosa servono, mi potete spiegare scientificamente perché le mettete così?”, e prima che rispondessimo, lanciava un’altra domanda: “è scientifico o è roba di usi e costumi?”, e il comandante Tacho ed io ci guardavamo, e dato che il comandante dirigeva i lavori fu lui a rispondere: “be’, così ho appreso da mio papà, e mio papà ha appreso da mio nonno, e così via”, disse il comandante Tacho. Il defunto disse: “ah, allora è roba di usi e costumi, non viene da un uso scientifico della scienza”, così disse la buonanima. E allora ci spiegò perché sono tanto importanti le scienze e le arti. E ora lo stiamo vedendo. Ma lasciamo stare, gli dirò di scarabocchiare, cioè di scriverci, alla buonanima, dallo spazio in cui si trova sottoterra, e ce lo mandi, e lo pubblicheremo, noi che stiamo ancora qui, vivi dove egli visse.

Perciò, compagne e compagni, sorelle e fratelli, noi zapatiste e zapatisti pensiamo che oggi più che mai siano necessari l’ARTE, I POPOLI ORIGINARI E LA SCIENZA, affinché nasca un mondo nuovo.

Perciò, compagne e compagni artisti della sexta nazionale e internazionale, dateci dentro con il lavoro dell’arte.

Accompagnateci, sorelle e fratelli del Messico e del mondo, nel sognare un’arte in cui il popolo comanda, per il suo bene e per il bene del popolo stesso.

Grazie.

Dalle montagne del Sudest Messicano

Subcomandante Insurgente Moisés.

Messico, 29 luglio 2016Canzone “La Capacidad de las Mujeres”. Testo, musica e coreografia del gruppo zapatista, giovanile, femminile e musicale “Dignidad y Resistencia”, basi d’appoggio della zona Altos de Chiapas. Quando si sono presentate a Oventik, il 29 sera, è mancato il suono ed erano un poco tristi. Allora il giorno 30, nel CIDECI, il SubMoy ha chiesto ai compagni musicanti, Panteón Rococó e Oscar Chávez, che si fermassero e lasciassero loro alcuni minuti del loro tempo (grazie Don Óscar, grazie Panteones). Le compagne hanno potuto presentare quel che avevano preparato per più di 5 mesi. Una volta finito hanno riportato al SupMoy: “Siamo di ritorno”, hanno detto. Il SupMoy: “Com’è andata?”. Loro: “Abbiamo vinto”. Il SupMoy non ha detto niente, ma di sicuro sarà rimasto a pensare “Alla fin fine, cinquecento anni non sono che un soffio, ma credevo che questo non lo avrei mai sentito”. Loro hanno proseguito: “Abbiamo un po’ sofferto perché la gente ne chiedeva un’altra. Molti gridavano ‘un’altra, un’altra!’, ma non ne sapevamo un’altra. Già ce ne abbiamo messo di tempo a fare questa canzone. Se ne vogliono un’altra devono aspettare altri 6 mesi”. SupMoy: “E che avete fatto?”. “Siamo scese in fretta e ci siamo fatte scudo dei compagni”, hanno detto loro e se ne sono andate a ballare lo ska dei panteones.


Ballo: “La Danza del trabajo colectivo del Maíz”. Coreografia delle basi d’appoggio zapatiste della zona Altos de Chiapas. Questa è la versione con cui si sono presentati nella tappa di selezione. Per la partecipazione del 29 luglio a Oventik hanno aggiunto alcune cose, come hanno potuto apprezzare i presenti. Forse i media compagni hanno il video del 29 a Oventik.


Poesia “Cuando el Horizonte Mira el Mañana”. L’autore è un giovane base d’appoggio zapatista della zona Altos de Chiapas. Questa versione è di quando si è presentato nella tappa di selezione. Quando stava provando, gli è stato detto che ci sarebbe stata molta gente, ma di non innervosirsi. “Tu guarda il quaderno e non alzare lo sguardo”, gli hanno raccomandato. Lui ha detto di non avere paura, ma di avere un dubbio. “Quale?”, gli hanno chiesto. Lui ha risposto: “Non so se si dica “poema” o “poesia””. Perciò vi incarichiamo di risolvere il dubbio.
Traduzione a cura dell’Associazione Ya Basta! Milano

giovedì 4 agosto 2016

Messico - Dall'Ezln: dopo CompArte, prossima tappa CoScienze a dicembre 2016



Il Festival continua nei Caracoles in Chiapas in attesa della discussione con gli scienziati in dicembre

Molto partecipato e coinvolgente il concerto finale di CompArte sul palco del Cideci a San Cristobal. Per tutto il pomeriggio si sono alternati gruppi internazionali e messicani, dopo che in mattinata una folta delegazione zapatista della Zona Los Altos aveva raggiunto l’Università della Terra.




Alle 19.00 ad aprire la parte conclusiva del Festival sono salite sul palco le compagne zapatiste della band Dignità e Resistenza. Il primo gruppo musicale totalmente femminile, indigeno e "orgogliosamente zapatista", ha suonato un pezzo dedicato a "tutte le donne malmenate, violentate, arrestate, uccise per essere donne che lottano, per essere donne".
Dopo la calorosa accoglienza per la band delle zapatiste, i Panteon Rococò hanno dato vita ad un concerto trascinante, ripercorrendo le principali canzoni della loro ventennale attività.
Sul palco è salito anche Oscar Chavez in una inedita performance con la band messicana.





Si è chiuso così CompArte il Festival proposto dall’Ezln, per continuare la discussione lanciata con il seminario sul "Pensiero critico di fronte all’Idra capitalista".
La necessità di capire, approfondire le contemporanee forme del capitalismo, la tormenta globale che porta con sé, è quanto mai attuale.
Per farlo ci vuole uno sguardo multiplo, che vada oltre i luoghi comuni.
Artisti e scienziati possono aiutare a comprendere non solo le molteplici "teste dell’idra capitalista" ma anche le strade per costruire l’alternativa.
Da queste riflessioni è nata la proposta di CompArte e del prossimo incontro di dicembre 2016 “Gli Zapatist@ e le CoScienze per l’Umanità”. 





Nella settimana al Cideci a San Cristobal CompArte ha visto la partecipazione di numerosi artisti come li intendono gli zapatisti e cioè "qualsiasi persona che rivendichi la sua attività come arte, indipendentemente da canoni, critici d’arte, musei, wikipedie e altri schemi “specialistici” che classifichino (cioè:escludano) le attività umane" .
Al Caracol di Oventic il 29 luglio si è potuto vedere solo una piccola parte di tutto quello che in questi mesi le comunità zapatiste hanno preparato e che mostreranno nelle prossime settimane. nei vari Caracoles.





Ma CompArte è realtà, è la comprensione e l’azione nella realtà. Per questo l’Ezln ha trasformato parte della sua partecipazione nella solidarietà ai maestri in lotta contro la riforma e proprio nel Caracol di Oventic ha denunciato quello che si sta cercando di fare contro gli indigeni, come sta accadendo a San Juna Chamula e nell'intero paese.
Gli zapatisti non nascondono le difficoltà, cercano di affrontarle perché sono parte della realtà e come hanno dimostrato ancora una volta in questa occasione non esitano a mettersi in gioco.
Prossima tappa a dicembre per l’incontro “Gli Zapatist@ e le CoScienze per l’Umanità”

Noi vi parteciperemo, se siete interessati contattateci presso: cooperazionerebeldenapoli@gmail.com

Gruppo Musicale "Dignità y Resistencia" delle compagne zapatiste

Panteon Rococò

Panteon Rococò e Oscar Chavez

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!