martedì 26 novembre 2019

Bolivia - I nove responsabili del golpe in Bolivia

Dossier Bolivia – I nove responsabili del golpe in BoliviaContinuiamo a osservare cosa sta succedendo in questi giorni in Bolivia.

di Alfredo Serrano Mancilla

Un colpo di stato non è mai un evento isolato. Non esiste un momento specifico che possa essere definito come il generatore definitivo di una rottura democratica. Ogni colpo di Stato è un processo cumulativo in cui la “cornice” è fondamentale per creare le condizioni necessarie e sufficienti a garantirne l’efficacia. L’erosione della legittimità dell’obiettivo da rovesciare viene fatta in vari modi che fecondano un campo in cui poi le azioni destituenti cercano di essere presentate come democratiche.

A causa della natura multidimensionale del processo golpista, non potremmo mai dire che esiste un solo responsabile. Ci sono sempre molti attori che partecipano a questa operazione, da quelli che finiscono per assumere la presidenza post-golpe a quelli che iniziano una campagna di logoramento con una fake news.

In Bolivia, il colpo di Stato contro la democrazia, con l’obiettivo di deporre Evo Morales in quanto presidente, ha avuto anche molti partecipanti, ognuno nella sua giusta condizione; alcuni come collaboratori e altri come complici; ci sono stati alcuni più passivi e altri più attivi; alcuni che hanno pianificato fin dall’inizio e altri che si sono uniti nel mezzo dello svolgersi degli eventi.

Ecco un breve ma preciso resoconto di chi sono stati tutti i corresponsabili del colpo di stato in Bolivia, con nomi e cognomi:

1. Il fascismo dei comitati civici

Soprattutto quello di Santa Cruz. Questo movimento politico, tanto violento quanto razzista, non è nuovo, ma viene dall’inizio dell’amministrazione di Evo Morales, perché non hanno mai accettato che un rappresentante indigeno e contadino fosse il depositario del mandato popolare per governare il paese. Ci hanno provato molte volte, con molti rappresentanti diversi e, questa volta, è stato il turno di Luis Fernando Camacho, che non si è candidato alle elezioni, che non ha nessun voto, ma che ha deciso che la violenza e il terrore erano le armi per raggiungere l’obiettivo: rovesciare Evo e porre fine allo stato di diritto e all’ordine costituzionale nel paese.

2. L’opposizione del partito che si è presentata alle elezioni

Fondamentalmente, Carlos Mesa, il principale oppositore di Evo Morales, sconfitto nelle ultime elezioni, è stato un personaggio chiave in tutto il processo golpista, ignorando i risultati in anticipo e dichiarando i brogli molto prima che le elezioni si svolgessero. Lo stesso giorno delle elezioni, ha annunciato che ci sarebbe stato un secondo turno senza che il conteggio dei voti fosse completato. Dopo le elezioni, ha mantenuto costantemente una posizione silenziosa e complice di fronte alla violenza scatenata dai comitati civici, riordinandosi al nuovo asse politico golpista senza chiedere che venisse fermato.

3. L’attuale Segreteria generale dell’Organización de Estados Americanos (OEA)

Sempre presente ogni volta che c’è un processo di destabilizzazione antidemocratico. Questa volta lo ha fatto direttamente, partecipando al processo elettorale. In primo luogo, con il rapporto preliminare della missione elettorale, che senza base alcuna, ha annunciato che era “raccomandabile un secondo turno”. In secondo luogo, con un rapporto audit preliminare pieno di punti deboli, distorto e parziale, senza rigore, e per lo più incentrato sulla critica del sistema provvisorio (non vincolante) di trasmissione dei dati.

sabato 23 novembre 2019

Messico - Convocazione all'Incontro per la difesa del territorio e della madre terra



AI POPOLI DEL MESSICO E DEL MONDO,
ALLA SEXTA NAZIONALE E INTERNAZIONALE,
ALLE RETI DI APPOGGIO AL CIG,
AI MEZZI DI COMUNICAZIONE.


Il capitalismo, fin dalla sua nascita, è un sistema economico mondiale contrario alla vita umana e contrario alla nostra madre terra, dunque, nella sua logica di accumulazione e di profitto, può riprodursi unicamente attraverso lo sfruttamento sempre più massiccio del lavoro umano e la depredazione permanente delle terre e dei territori dei popoli del mondo intero, principalmente dei popoli originari.

Il capitalismo, nella sua attuale tappa neoliberista, assume forme sempre più mostruose, che dichiarano una guerra aperta contro l’umanità e contro la terra, nostra madre. L’attuale sviluppo economico basato su scala planetaria nella predominanza del capitale finanziario che domina popoli, nazioni e continenti interi, poggiato sull’industria militare ed estrattivista, accrescendosi attraverso guerre reali o fittizie, la profusione del crimine organizzato e invasioni e colpi di stato, nella sua insaziabile logica di accumulazione e consumo capitalisti, sta portando verso un limite che mette in pericolo le condizioni della vita umana sul pianeta.

Inoltre, l’attuale sistema, con la sua organizzazione patriarcale ereditata da sistemi e civiltà precedenti ma approfondita negli ultimi secoli, si esibisce come un nemico violento non solo dell’umanità, ma in particolare delle donne e della nostra madre terra. Ovvero, lo sfruttamento e la profonda violenza strutturale verso le donne, è propria del capitalismo anche se è nata molto prima, la proprietà privato capitalista, base di questo sistema, non si può spiegare né comprendere se non come parte di un sistema patriarcale di dominazione sulle donne e sulla terra.

Il Messico e gli altri paesi del mondo sono dominati da questo che chiamiamo capitalismo e né i paesi che si definiscono con governi di sinistra o progressisti esulano da ciò, dunque, con questo sistema distruttivo, l’umanità avanza verso l’abisso. Per questo è urgente la difesa della vita umana, la difesa dei territori dei nostri popoli e la difesa della terra in una prospettiva chiaramente anticapitalista ed antipatriarcale.

E, come parte di questo immane compito:

CONVOCHIAMO

IL FORUM IN DIFESA DEL TERRITORIO E DELLA MADRE TERRA

Che si svolgerà nei giorni 21 e 22 dicembre 2019 nel Carácol JACINTO CANEK (CIDECI di San Cristóbal de las Casas, Chiapas, Messico)

Con i seguenti argomenti di discussione:

ARGOMENTI DI DISCUSSIONE

1. Devastazione ambientale e distruzione della madre terra nel capitalismo attuale: Diagnosi.

2. Depredazione del territorio indigeno, contadino e urbano, spoliazione dei beni comuni, guerre di occupazione, estrattivismo e crimine organizzato: le crescenti aggressioni.

3. Capitalismo e patriarcato: Violenza strutturale contro le donne e la madre terra.

4. Costruzione di alternative anticapitaliste e antipatriarcali: la nostra lotta è per la vita.

DISTINTAMENTE

Novembre 2019
Per la Ricostituzione Integrale dei Nostri Popoli
Mai Più Un Messico Senza Di Noi

CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO/CONSIGLIO INDIGENO DI GOVERNO
ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE



Traduzione “Maribel” – Bergamo

Testo originale: http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2019/11/21/convocatoria-al-encuentro-en-defensa-del-territorio-y-la-madre-tierra/

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!