sabato 16 maggio 2020
giovedì 14 maggio 2020
sabato 25 aprile 2020
Messico - Pronunciamento congiunto per la vita
Pronunciamento congiunto per la vita
Al
popolo del Chiapas
Alle
Giunte del Buon Governo dell'EZLN
Alle
organizzazioni indigene e contadine
Al
governo federale, statale e municipale.
Alle
autorità sanitarie federali, statali e distrettuali
San
Cristóbal de Las Casas, Chiapas, Messico, il 20 aprile 2020
Dal
sud del Messico, varie organizzazioni sociali, civili e collettivi si sono riuniti
per condividere informazioni, analizzare e generare strategie per affrontare
congiuntamente questa pandemia COVID 19. In questo sforzo collettivo ritroviamo
quelli che hanno lavorato per anni per la difesa e la promozione dei diritti
umani: civile, politico, economico, sociale, culturale e ambientale nello stato
del Chiapas. Abbiamo sviluppato per decenni molteplici iniziative per la
giustizia e la dignità in questi territori, in particolare nell'area dei
diritti delle donne, dell'infanzia e della gioventù, delle popolazioni indigene
e dei migranti; difendendo, tra gli altri, il diritto alla salute, all'acqua,
al territorio, all'informazione e alla libera mobilità umana. A partire da queste
diverse capacità, conoscenze ed esperienze, uniamo le forze per accompagnare i popoli nella richiesta dei diritti, per informare in maniera
accessibile e attendibile sulla pandemia, per creare nuovi spazi per l'aiuto
reciproco e per documentare e segnalare possibili violazioni ai diritti umani
che si presentano durante l'emergenza.
Partiamo dal ricordare che ci troviamo in uno stato
che ha vissuto storicamente e in maniera particolare l'esclusione e
l'emarginazione, e di contro una enorme capacità organizzativa frutto
della sua lunga storia di lotta e resistenza. La pandemia che stiamo
vivendo oggi conferma che le forme capitalistiche di produzione, in cui
predominano la violenza, la disuguaglianza e l'espropriazione, rendono precari
i mezzi per la riproduzione della vita e diminuiscono la possibilità di vivere
una vita dignitosa.
Esiste
una forte relazione tra la salute della natura e la salute umana, i virus
proliferano in situazioni di devastazione ecologica legate all'espansione
agroindustriale e ai suoi impianti produttivi ed i sistemi di stoccaggio, un processo che viola i
diritti umani e i diritti della terra.
Se le condizioni rimangono le stesse, i
virus continueranno ad comparire, cambiare il modello di produzione alimentare,
scommettere sulla sovranità alimentare e sull'agroecologia è un mezzo per
prevenire future pandemie. Per evitare che ciò accada, è necessario un
cambiamento sistemico, per il quale riteniamo essenziale ascoltare le voci e le
lotte delle popolazioni indigene e dei contadini che si prendono cura e
difendono la Madre Terra e il suo territorio.
Questa
emergenza sanitaria evidenzia lo smantellamento dei sistemi di sanità pubblica
derivante dal modello capitalista e la subordinazione della salute delle
persone ad un modello che serve il mercato e la scelta sviluppista come unico principio
applicabile. Quindi, un cambio di paradigma dovrebbe essere quello di mettere al
di sopra di tutto il diritto alla vita e ai diritti umani per tutte le persone.
Sappiamo
che è una grande sfida per il governo messicano e per la società nel suo
complesso affrontare questa situazione davanti ad un sistema sanitario saturo e
in alcuni zone collassato, ecco perché esortiamo i livelli federale, statale e
municipale ad ascoltare e tenere in conto le richieste e le considerazioni
basate su una chiara analisi delle esigenze dei diversi territori in Messico.
Siamo per la garanzia effettiva e completa del diritto alla salute di cui agli
articoli 1, 2, 3, 7, 13, 17, 25, 26, 27, 28 Bis, 29 e 77 Bis della Costituzione
degli Stati Uniti Messicani. Chiediamo:
1. di
affrontare i determinanti sociali della pandemia che pone le popolazioni
migranti, i bambini che lavorano e i bambini di strada, gli abitanti delle
periferie urbane, i detenuti, i lavoratori precari come settori con maggiore
vulnerabilità al contagio, con diagnosi tempestive ed accesso al trattamento.
2.
Nel caso delle popolazioni indigene riconoscimento degli storici sistemi della
salute comunitaria, rispettare pienamente l'esercizio del loro diritto
all'autonomia ed i loro modelli di assistenza sanitaria nei propri territori. Nell'ambito degli Accordi di San Andrés, per il secondo articolo della
Costituzione e per gli strumenti internazionali come la Convenzione 169
dell’ILO (ndt. Organizzazione Internazionale del Lavoro) e la Dichiarazione
delle Nazioni Unite sui diritti delle popolazioni indigene.
3.
Diffondere ampiamente le misure statali di assistenza e accompagnamento per
ragazze, ragazzi e donne che subiscono violenza all'interno della famiglia. Che
l'assistenza sia facilmente accessibile e focalizzata sui diritti umani.
4.
Riconoscere la complessità della mobilità umana in Chiapas in quanto è uno Stato di origine, transito, destinazione e ritorno. Pertanto, attuare efficaci
misure di sorveglianza epidemiologica per le persone in fuga forzata, i
migranti che sono in detenzione e coloro che ritornano obbligatoriamente nelle
comunità.
a)
Piano di assistenza specifico che include informazioni accessibili nelle lingue
originarie della famiglia e della comunità di rientro, tempestiva
diagnosi e trattamento e follow-up.
b)
Affermiamo che la migrazione non è un crimine, pertanto esortiamo a sospendere
la detenzione per immigrazione, evitare il sovraffollamento nei centri di
detenzione, il rilascio immediato di tutte le persone e che vengano garantiti i
loro diritti umani.
c)
Per quanto riguarda le 9.950 vittime di sgomberi forzati, chiediamo le stesse
misure di sorveglianza epidemiologica e una risposta efficace alla violenza
diffusa causata dai gruppi paramilitari.
5.
Garantire condizioni adeguate per gli operatori sanitari a tutti i livelli. Distribuzione
di forniture, attrezzature e formazione sufficienti per rafforzare i servizi
sanitari di primo livello per le cure non COVID e COVID 19, compreso il
rafforzamento degli spazi di cura e la collaborazione orizzontale con gli
agenti sanitari della comunità: ostetriche, promotori, dottori e stagisti.
6.
Nel caso delle ostetriche lo Stato faciliti ed acceleri il riconoscimento
dell'ostetrica nel registro civile ed accresca i certificati di nascita senza
alcuna condizione. Che siano rispettati per poter continuare a svolgere cura e
attenzioni, che sia sufficiente il riconoscimento della comunità. Nel caso in
cui ne facciamo richiesta gli vengano forniti adeguati materiali e forniture
necessarie per il parto.
7.
Chiediamo al governo federale di prestare particolare attenzione al modo in cui
la strategia sanitaria viene attuata dal governo locale in Chiapas.
Riconosciamo l’impegno del lavoro e ribadiamo le esigenze espresse dalla
Sezione 50 della Sindacato Nazionale dei Lavoratori della Segreteria di Salute
dello Stato del Chiapas, che dicono letteralmente:
"In questo momento
manca una leadership efficace nello Stato per far fronte a questa circostanza,
la nostra istituzione è attualmente gestita con scopi politici e non
scientifici, quindi non rappresenta gli interessi della salute pubblica del
nostro Stato, per questo motivo disconosciamo questa rappresentanza ufficiale e
come lavoratori ci organizzeremo, come sappiamo farlo, per affrontare la
pandemia.
Chiediamo al governatore
dello Stato, dott. Rutilio Escandón Cadenas, di licenziare immediatamente il
politico segretario della salute, con l'immediata sostituzione di esperti in
epidemiologia che ci sono in Chiapas ".
8.
Informazioni rapide e trasparenti sui protocolli sanitari in Chiapas. Per
offrire un'assistenza dignitosa è necessario che il personale sia adeguatamente
protetto secondo i protocolli stabiliti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
9.
Garantire servizi di base per le reti di approvvigionamento di acqua potabile,
fognature, elettricità, strutture igieniche-sanitarie per la popolazione in
generale e con particolare attenzione a ospedali, case di cura, case per anziani,
centri di detenzione per migranti, carceri e asili dei bambini.
10.
Garantire e regolare la fornitura di alimenti per evitare speculazioni sui
prezzi degli articoli di prima necessità. Ai piccoli produttori con prodotti in eccesso fissare prezzi di garanzia e facilitare la distribuzione dei loro prodotti.
Promuovere i mercati degli agricoltori per prodotti agro-ecologici o di
trasformazione per la distribuzione locale. Garantire che sul totale degli acquisti
dei prodotti alimentari dello Stato messicano si destini una percentuale ai
piccoli produttori di eccedenze.
11.
Concepire tempestivi piani economici, senza alcuna condizione, per accompagnare
degnamente le famiglie che non hanno salari e posti di lavoro garantiti.
Monitorare e garantire che questi sussidi non diventino oggetto di clientela e
corruzione.
12.
Che il processo di riconversione ospedaliera sia trasparente a livello statale
e distrettuale con una chiara e precisa promozione e diffusione del percorso di assistenza urbana e di copertura rurale, senza trascurare l'assistenza
ospedaliera e la consulenza ambulatoriale ai pazienti NO COVID19 .
13.
Informazioni sulle strategie a sostegno di altri problemi derivati dalle fasi
2 e 3 come la violenza all'interno della famiglia, la violenza femminicida,
psicologica, economica, fisica e sessuale contro i bambini e le donne, la
stigmatizzazione dei pazienti COVID, l'attacco agli operatori sanitari.
14.
Chiediamo che in nessun caso vengano applicate misure di forza da parte della
polizia e degli organi militari allo scopo di contenere la popolazione, che
potrebbero generare azioni illegali e violazioni dei diritti umani delle
persone.
15. Fermare la narrazione della guerra,
la promozione della paura, la repressione fisica
dello Stato e la dimostrazione
di forza, che esercita simbolicamente violenza fisica, provoca paura e
solitudine che impediscono la costruzione di solidarietà e legami collettivi.
La promozione deliberata di rumors, la disinformazione e il panico rendono le
persone malate, smobilita e, all'estremo, si converte in una stigmatizzazione e
persecuzione dell'altro.
Riconosciamo gli sforzi che la
società chiapaneca sta compiendo rimanendo a casa, così come le proposte sanitarie
autonome delle comunità e dei villaggi; apprezziamo le iniziative delle piccole
imprese che stanno facendo la loro parte, ricordiamo le grandi manifestazioni
di solidarietà che si stanno svolgendo pertanto invitiamo le autorità ad agire
in modo responsabile ed adempiere pienamente al loro mandato pubblico.
Apprezziamo e riconosciamo il
lavoro, l'impegno e la dedizione dei lavoratori e lavoratrici della salute.
Continueremo a lavorare in modo
coordinato ed in maniera condivisa con la società e con le persone con le quali
camminiamo, continueremo con la diffusione di informazioni nelle lingue locali, promuovendo reti di solidarietà e sostegno reciproco e manteniamo anche la nostra
azione di osservazione, documentazione e denuncia di azioni che violano i
diritti umani delle persone in questi territori.
Firmano:
venerdì 27 marzo 2020
Alle porte di un nuovo ordine mondiale - Raúl Zibechi
foto twitter.com |
La dura esperienza vissuta dal suo popolo negli ultimi due secoli (dalle guerre dell’oppio fino all'invasione giapponese) aiutano a spiegare la sua capacità di far fronte alle tragedie. La rivoluzione socialista del 1949, oltre a quella nazionalista del 1911, e il notevole miglioramento nella qualità della vita dell’insieme della popolazione, spiegano la coesione intorno al Partito Comunista e allo Stato, al di là delle opinioni che si possano avere su quelle istituzioni.
Al contrario, la divisione interna che vive la popolazione degli Stati Uniti (evidenziata nelle ultime elezioni e nell’epidemia dei farmaci oppioidi che ha diminuito la speranza di vita), si coniuga con un governo erratico, imperiale e machista, di cui diffidano perfino i suoi più vicini alleati.
L’Unione Europea sta ancora peggio degli Usa. Dalla crisi del 2008 ha perso la sua bussola strategica, non ha saputo distaccarsi dalla politica di Washington e del Pentagono e ha evitato di prendere decisioni che l’avrebbero perfino favorita, come la conclusione del gasdotto Nord Stream 2, paralizzato per le pressioni di Trump. L’euro non è una moneta affidabile e la mai concretizzata uscita del Regno Unito dal’Unione Europea indica la debolezza delle istituzioni comuni.
foto pixabay |
La finanziarizzazione dell’economia, dipendente dalle grandi banche corrotte e inefficienti ha trasformato l’eurozona in una “economia a rischio”, priva di una rotta e di un orizzonte di lunga durata. L’impressione è che L’Europa è destinata ad accompagnare il declino degli Stati Uniti, giacché è stata incapace di rompere il cordone ombelicale allacciato dai tempi del Piano Marshall.
Tanto gli Stati Uniti quanto l’Unione Europea, come – nemmeno a dirlo – i paesi latinoamericani, soffriranno gli effetti economici della pandemia con molta più intensità di quelli asiatici, i quali hanno mostrato, dal Giappone alla Cina, fino a Singapore e la Corea del Sud, una notevole capacità di superare le avversità.
Una recente inchiesta di Foreign Policy tra dodici illustri intellettuali si conclude sostenendo che gli Usa hanno perso la loro capacità di leadership globale e che l’asse del potere mondiale si trasferisce in Asia. La pandemia è la tomba della globalizzazione neoliberista, quella del futuro sarà una globalizzazione più “amichevole”, centrata sulla Cina e i paesi dell’Asia e Pacifico.
Nelle principali e decisive tecnologie, la Cina è già in testa. Guida la classifica nella costruzioni di reti 5G, nell’intelligenza artificiale, nel computing quantistico e nei supercomputer. L’economista Oscar Ugarteche, dell’Observatorio Económico de América Latina (Obela), sostiene che “la Cina è la fonte dei cinque rami dell’economia mondiale: la chimica farmaceutica, le automobili, l’aeronautica, l’elettronica e le telecomunicazioni”.
Così la chiusura delle fabbriche cinesi può frenare la produzione di questi cinque rami dell’economia nel mondo. La Cina produceva già nel 2017 il 30% dell’energia solare mondiale, più dell’Unione Europea e il doppio degli Stati Uniti. La classifica Top500 dei maggiori supercomputer del mondo rivela che la Cina ne possiede 227 su 500 (il 45%), contro i 118 degli Usa, al minimo storico. Dieci anni fa, nel 2009, la Cina ne aveva 21 contro i 277 dell’allora superpotenza.
martedì 17 marzo 2020
Messico - L'EZLN chiude i caracoles a causa del coronavirus e invita a non abbandonare le lotte
COMUNICATO DEL COMITATO CLANDESTINO RIVOLUZIONARIO INDIGENO-COMANDANCIA GENERALE DELL’ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
MESSICO
16 MARZO 2020
AL POPOLO DEL MESSICO:
AI POPOLI DEL MONDO:
AL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO – CONSIGLIO INDIGENO DI GOVERNO:
ALLA SEXTA NAZIONALE E INTERNAZIONALE:
ALLE RETI DI RESISTENZA E RIBELLIONE:
AI POPOLI DEL MONDO:
AL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO – CONSIGLIO INDIGENO DI GOVERNO:
ALLA SEXTA NAZIONALE E INTERNAZIONALE:
ALLE RETI DI RESISTENZA E RIBELLIONE:
SORELLE, FRATELLI, HERMANOAS:
COMPAGNI, COMPAGNE, COMPAÑEROAS:
COMPAGNI, COMPAGNE, COMPAÑEROAS:
VI COMUNICHIAMO CHE:
CONSIDERANDO LA MINACCIA REALE, SCIENTIFICAMENTE COMPROVATA, PER LA VITA UMANA CHE RAPPRESENTA IL CONTAGIO DEL COVID-19, ANCHE NOTO COME “CORONAVIRUS”.
CONSIDERANDO LA FRIVOLA IRRESPONSABILITÀ E LA MANCANZA DI SERIETÀ DEI MALGOVERNI E DELLA CLASSE POLITICA NELLA SUA TOTALITÀ, CHE FANNO USO DI UN PROBLEMA UMANITARIO PER ATTACCARSI RECIPROCAMENTE INVECE DI ADOTTARE LE MISURE NECESSARIE PER AFFRONTARE QUESTO PERICOLO CHE MINACCIA LA VITA SENZA DISTINZIONE DI NAZIONALITÀ, SESSO, RAZZA, LINGUA, CREDO RELIGIOSO, MILITANZA POLITICA, CONDIZIONE SOCIALE E STORIA.
CONSIDERANDO LA MANCANZA DI INFORMAZIONE VERITIERA ED OPPORTUNA SULLA PORTATA E GRAVITÀ DEL CONTAGIO, COSÌ COME L’ASSENZA DI UN PIANO REALE PER AFFRONTARE LA MINACCIA.
CONSIDERATO L'IMPEGNO ZAPATISTA NELLA NOSTRA LOTTA PER LA VITA.
ABBIAMO DECISO DI:
PRIMO - DECRETARE L’ALLERTA ROSSA NEI NOSTRI VILLAGGI, COMUNITÀ E ZONE ED IN TUTTE LE ISTANZE ORGANIZZATIVE ZAPATISTE.
SECONDO - RACCOMANDARE ALLE GIUNTE DI BUON GOVERNO E MUNICIPI AUTONOMI RIBELLI ZAPATISTI, LA CHIUSURA TOTALE E IMMEDIATA DEI CARACOLES E DEI CENTRI DI RESISTENZA E RIBELLIONE.
TERZO - RACCOMANDARE ALLE BASI DI APPOGGIO E A TUTTA LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DI SEGUIRE UNA SERIE DI RACCOMANDAZIONI E MISURE DI IGIENE STRAORDINARIE CHE SARANNO TRASMESSE NELLE COMUNITÀ, VILLAGGI E ZONE ZAPATISTE.
QUARTO - DI FRONTE ALL’ASSENZA DEI MALGOVERNI, ESORTARE TUTTE, TUTTI E TODOAS, IN MESSICO E NEL MONDO, AD ADOTTARE TUTTE LE MISURE SANITARIE NECESSARIE CHE, SU BASI SCIENTIFICHE, PERMETTERANNO DI USCIRE IN VITA DA QUESTA PANDEMIA.
QUINTO - INVITIAMO A NON ABBANDONARE LA LOTTA CONTRO LA VIOLENZA FEMMINICIDA, A CONTINUARE LA LOTTA IN DIFESA DEL TERRITORIO E DELLA MADRE TERRA, A MANTENERE LA LOTTA PER LE/I DESAPARECID@S, ASSASSINAT@ E CARCERAT@, E AD INNALZARE BEN ALTA LA BANDIERA DELLA LOTTA PER L’UMANITÀ.
SESTO - INVITIAMO A NON PERDERE IL CONTATTO UMANO, BENSÌ A CAMBIARE TEMPORANEAMENTE I MODI DI SAPERCI COMPAGNE, COMPAGNI, COMPAÑEROAS, SORELLE, FRATELLI, HERMANOAS.
LA PAROLA E L’ASCOLTO, CON IL CUORE, HANNO MOLTE STRADE, MOLTI MODI, MOLTI CALENDARI E MOLTE GEOGRAFIE PER INCONTRARSI. E QUESTA LOTTA PER LA VITA PUÒ ESSERE UNA DI QUESTE.
È TUTTO.
DALLE MONTAGNE DEL SUDEST MESSICANO.
Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comando Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
Subcomandante Insurgente Moisés
Messico, marzo 2020
Messico, marzo 2020
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Più di 500, 40, 30, 20, 10 anni dopo
ALLERTA ROSSA E CHIUSURA CARACOLES
BOICOTTA TURCHIA
Viva EZLN
Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.
La lucha sigue!