lunedì 6 dicembre 2010

Agenda Cancun - Mil voces

4 Dicembre 2010

Deportivo Jacinto Canek, Cancun, ore 10: è il momento dell'incontro delle migliaia di campesinos, attivisti e rappresentanti di movimenti e associazioni che in questi giorni hanno attraversato con le proprie carovane 17 stati del Messico fermandosi in 40 località per ascoltare, condividere, conoscere le mobilitazioni di tante comunità locali in difesa della propria terra e dei propri diritti.
Questa mattina, infatti, ha preso il via il Foro Alternativo Globale per la Vita, la Giustizia Ambientale e Sociale organizzato da Via Campesina. I campesinos erano giunti nella notte a bordo dei pullman e questa mattina, dopo aver montato le tende, hanno dato inizio all'assemblea, raccontando le proprie esperienze e i propri sogni. Tra le tende si è parlato anche della mobilitazione in difesa dell'acqua in corso in Italia, con la delegazione di Rigas che ha srotolato uno striscione ed è intervenuta telefonicamente in tante piazza italiane dove erano incorso le manifestazioni promosse dal Forum Acqua Bene Comune.
Domani, invece, è previsto l'arrivo di 22 ministri, tra cui alcuni di paesi chiave come India, Stati Uniti, Cina, Germania, Inghilterra, Spagna e Brasile. La provocazione giapponese, la cui delegazione ieri ha dichiarato l'intenzione del paese nipponico di non firmare il rinnovo del trattato di Kyoto, ha suscitato diverse risposte: in primo luogo quella degli ecologisti giapponesi che hanno sottolineato che, con questa posizione, il Giappone si isola dal mondo e, peggio ancora, pregiudica i negoziati in corso a Cancun. Secondo gli ecologisti la presa di posizione del proprio governo è dovuta a una sorta di frustrazione di fronte alle posizioni assunte dalle principali economie emergenti che rifiutano di ridurre le emissioni di gas serra per preservare la propria crescita; in particolare, questo sentimento si esprime verso la Cina, con la quale il Giappone ha una disputa territoriale e una forte competizione economica.
Rafael Elvira Quesada, segretario ambientale del Messico, ha invece sottolineato che il Giappone ha investito molto per contrastare i cambiamenti climatici, mentre altri non lo hanno fatto e questa disparità non è giusta; ha poi aggiunto che, secondo il suo governo, sono cinque temi su cui deve concentrarsi il Cop 16: mitigazione, adattamento, tecnologia, finanziamento e creazione del fondo verde già proposto da Calderon ma snobbato dai più.
Mentre i delegati visitano la zona Maya per verificare lo stato di conservazione dell'ambiente, all'interno del circo del Cop16 si esibiscono anche le aziende; è il caso della Acciona, impresa spagnola impegnata nella realizzazione e nella gestione di un gigantesco campo eolico nella zona della Ventana a Oaxaca, in Messico. Presentato come un esempio di buona pratica nel mondo delle energie alternative, questo progetto nasconde in realtà il rovescio della medaglia: le comunità che vivono quel territorio, infatti, hanno subito l'esproprio delle proprie terre oppure se le sono viste comprare a un prezzo bassissimo. Insomma, quel che all'interno del vertice si vende come esempio concreto di sostenibilità, nella realtà mostra la sua faccia insostenibile per quanti abitano quel territorio e se lo sono visti sottrarre e devastare. L'Acciona, inoltre, ha ottenuto il monopolio dell'energia prodotta, prefigurando così una sorta di privatizzazione del vento, per definizione libero di andare dove vuole.
L'Oms, intanto ha confermato che il colera si è diffuso in tutta l'isola di Haiti; una notizia confermata, purtroppo, anche da Doudou Pierre, giunto quest'oggi al forum di Via Campesina dall'isola caraibica e che, in un'intervista, ha tessuto i fili che legano tra loro il terribile terremoto del 12 gennaio, il dissesto ambientale e il depauperamento delle risorse, l'assenza di diritti sociali e la militarizzazione portata dal contingente delle Nazioni Unite.
Durante la presentazione dello studio “Rifiuti e cambio climatico: tendenze globali”, il coordinatore del PNUMA (Programma dell'Onu per il Medio Ambiente) Christensen ha spiegato che i rifiuti possono essere utilizzati contrastare i cambiamenti climatici. Globalmente, infatti, il settore del trattamento dei rifiuti contribuisce per una percentuale compresa tra il 3 e il 5% delle emissioni umane di gas serra che equivalgono all'emissione dei trasporti aerei e navali di tutto il mondo. E' un dato interessante perché, spostando la lancetta del tempo al 2050, queste emissioni corrisponderebbero a 290 milioni di tonnellate di CO2. Secondo Christensen la soluzione è raccogliere il metano delle discariche per produrre combustibile ed elettricità e sostituire così i combustibili fossili. Insomma, la soluzione dei mali del pianeta e la sostenibilità del nostro stile di vita sarebbero nascosti nelle discariche: a Chiaiano saranno d'accordo?
Ogni giorno che passa il Cop 16 dimostra di essere uno spazio in cui non si discute di ambiente, ma dagli strumenti per lucrare sui cambiamenti climatici, tanto che quest'oggi durante una conferenza stampa all'interno del vertice è stata confermata l'esclusione di tutti i temi proposti dall'Accordo dei Popoli di Cochabamba. Nel suo affrontare i cambiamenti climatici guardandoli dal punto di vista della finanziarizzazione dell'inquinamento e delle nocività, infatti, i 18 mila delegati del vertice si dimenticano dei bisogni degli altri 6 milioni di abitanti di questa terra e dei beni comuni che la fanno vivere. Vorrebbero cambiare il clima pur di salvare il loro sistema. Ma è fuori degli hotel di lusso e delle passerelle dei meeting che si cercano strade e strumenti per difendere il mondo. Sotto le tende di Via Campesina si sono incontrati centinaia di donne e uomini che rappresentano lotte, comunità, percorsi sociali e ambientali; come tanti avatar, sono l'immagine di milioni di abitanti di questa terra che si mobilitano per l'unico mondo possibile: quello che cambia il sistema per difendere il clima.
Marco Presidio No Dal Molin, Eugenio Associazione Ya Basta Italia, Niccolò Morion Venezia, Stella Esc Atelier autogestito, Angela Action
CONTATTO IN MESSICO 00521 5554966593

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!