domenica 28 marzo 2021

Messico - La militarizzazione, fase superiore dell'estrattivismo

di Raúl Zibechi


La militarizzazione crescente delle nostre società è un chiaro segno dell’autunno del sistema capitalista patriarcale. Il sistema ha rinunciato ad integrare le classi popolari, ora non vogliono più nemmeno dialogare con loro, ma si è limitato a monitorarle e controllarle. Prima di questo periodo militarista, i "deviati" venivano rinchiusi per correggerli. Ora si tratta di sorveglianza a cielo aperto di interi strati e della maggioranza della popolazione.

Quando un sistema ha bisogno di militarizzare la vita quotidiana per controllare la maggioranza, si può dire che i suoi giorni sono contati. Anche se in realtà quei giorni si dovrebbero contare in anni o decenni.

Un buon esempio è l'eredità del regime di Pinochet in Cile, rispetto al ruolo centrale dei militari e della polizia militare, i Carabineros, nel controllo sociale. Una di queste eredità è il controllo da parte delle forze armate delle eccedenze della compagnia statale di rame, principale materia che il Cile esporta.

La Ley Reservada del Cobre (n.d.t. – legge riservata del rame) fu approvata negli anni Cinquanta, quando dilagavano le mobilitazioni dei lavoratori e dei poveri nelle città e nelle campagne. Durante la dittatura militare, quella legge riservata, segreta, come indica il nome, fu modificata sette volte. Solo nel 2016, grazie a una rivelazione del quotidiano digitale El Mostrador, si è appreso che il 10 per cento dei profitti della compagnia statale di rame vengono trasferiti direttamente alle forze armate (https://bit.ly/3tNDa0S).

È stato solo nel 2019 che la legge segreta è stata abrogata (https://bit.ly/2OUAiAJ), quando le strade del Cile hanno iniziato a bruciare a seguito di una serie di proteste e rivolte iniziate nel 2011, con la resistenza studentesca e del popolo Mapuche e poi dalle femministe.

Il danno che il regime militare ha inflitto alla società si può vedere nel fatto che più della metà dei cileni non vota, quando prima votava la stragrande maggioranza; nella terribile delegittimazione dei partiti politici e delle istituzioni statali.

Non è l'unico caso, ovviamente. L'esercito brasiliano ha svolto un ruolo di primo piano nella prigionia di Lula, nella rimozione di Dilma Rousseff e nell'elezione di Bolsonaro.

In tutti i casi, la militarizzazione viola il cosiddetto "stato di diritto", le norme legali che la società ha adottato, molte volte senza essere adeguatamente consultata.

In tutti i casi, la militarizzazione contribuisce alla distruzione di nazioni e società, perché implica la consegna di porzioni significative di potere e gestione a un'istituzione antidemocratica che, in questo modo, rimane fuori da ogni controllo.

La militarizzazione va di pari passo con l'imposizione di un modello di società che abbiamo chiamato estrattivismo, una modalità di accumulazione del capitale dell'1% basata sul furto e l'espropriazione dei popoli, che implica una vera dittatura militare nelle aree e nelle regioni in cui si opera.

Il militarismo è subordinato a questa logica dell'accumulazione attraverso la violenza, per il semplice motivo che i beni delle persone non possono essere rubati senza puntare contro le armi.

Il militarismo si coniuga alla violenza, alle sparizioni forzate, ai femminicidi e agli stupri. Per il resto favorisce sempre la nascita di gruppi paramilitari, che accompagnano sempre grandi opere estrattive e che, sebbene considerati illegali, come dimostrano Colombia e Messico, vengono addestrati e armati dalle forze armate.

Ora sappiamo che il grande beneficiario del Tren Maya saranno le forze armate, a cui il governo di López Obrador ha concesso tutti i tratti, aggiungendo che si tratta di "un premio" a quell'istituzione (https://bit.ly/39aURjh).

C'è più di una somiglianza con il caso del rame in Cile.

La prima è l'erogazione diretta dei benefici, con cui ogni governo ottiene lealtà dai militari a cui, in realtà, è subordinato.

La seconda riguarda l'argomento della "sicurezza nazionale" utilizzato dai governi. In Cile è stata la lotta contro il comunismo. In Messico il confine meridionale, con la giustificazione delle migrazioni e della tratta.

La terza è che la militarizzazione è sia un progetto che un modo di governare. Seguono gli aeroporti, l'ordine interno e gli aspetti più svariati della vita. Con la forza, riescono a interrompere la legalità a piacimento, come i regolamenti di bilancio.

Osserviamo processi di militarizzazione negli Stati Uniti, Russia e Cina, fino a tutti i paesi dell'America Latina. Consistono nel controllo delle geografie rurali e urbane da parte di uomini armati al servizio del capitale, per controllare i popoli che resistono all'espropriazione.

Non si tratta della cattiveria di un presidente o di un governo. Non metto in dubbio quest’ultimo, ma non è il punto centrale. Siamo di fronte a un sistema che per allungare la sua agonia ha bisogno di applicare forme nate nel XX secolo: lo stato di eccezione come forma di governo, la guerra civile legale contro i "non integrabili" e il campo di concentramento a cielo aperto sorvegliato dai paramilitari, che sono poi i temi di Giorgio Agamben.

 

Tratto da La Jornada https://www.jornada.com.mx/2021/03/26/opinion/020a2pol

BOICOTTA TURCHIA

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Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

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