A Boca de Toros un morto tra i manifestanti, accuse e denunce dei sindacalisti mentre continua lo sciopero nei lavori di ampliamento del canale.
Clima incandescente in questi giorni a Panama. Tutto il paese è travolto proprio in queste ore dalle proteste di migliaia di persone, lavoratori e semplici cittadini, che si stanno mobilitando perché il governo panamense, guidato dal discusso Ricardo Martinelli, ritiri la Legge 30 approvata lo scorso 15 giugno. La nuova norma, infatti, è fortemente contestata dal settore sindacale panamense che si sta in queste ore aggregando attorno al Sindacato Unico de Trabajadores de la Construcción y Similares (SUNTRACS), il più forte sindacato del paese.
La ragione è semplice: la nuova legge, approvata in fretta e furia (aggirando, tra l’altro, anche alcune procedure parlamentari), prevede tutta una serie di misure in ambito lavorativo, ambientale, penale. In ambito lavorativo, in particolare, le legge introduce importanti limitazioni all’esercizio del diritto allo sciopero: le imprese potranno recidere il contratto di chi sciopera; potranno assumere nuovi lavoratori per sostituirli; ed avranno diritto di richiedere “la protezione” della polizia in caso di sciopero.
Segnalata con certa ironia come la “legge chorizo, langosta, camarón”, la nuova normativa è stato il fiammifero gettato con noncuranza dall’attuale governo panamense sulla benzina versata in questo primo anno di governo. Il primo luglio scorso, Ricardo Martinelli ha infatti “celebrato” il suo primo anno di governo. Un anno intenso sotto tutti i profili, ma che in ambito lavorativo ha trovato una speciale e determinata opposizione.
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