lunedì 19 luglio 2010

Lotta di classe nel Regno di mezzo

La rubrica dalla/sulla Cina di Paolo Do

Per comprendere meglio le trasformazioni della Cina contemporanea e le lotte sul lavoro di una nuova generazione di operai e stagisti, una forza lavoro istruita, metropolitana, che occupa le fabbriche e organizza picchetti e scioperi selvaggi, come è recentemente accaduto negli impianti della Honda nel Guandong, vi presentiamo tre articoli per la prima volta tradotti in italiano. Un articolo della ricercatrice Pun Ngai, un articolo di Tian Lei e un abstract dello studio di alcune recenti proteste di fabbrica (tra il 2007 e 2008) a cura del centro di ricerca China Labour Bullettin di Hong Kong. Tre articoli che ci permettono di addentrarci meglio nella crisi della globalizzazione economica a partire dalle trasformazioni e dai conflitti del mercato del lavoro del Regno di Mezzo. In aggiunta una serie di link utili per ulteriori approfondimenti.

domenica 18 luglio 2010

Cisgiordania, 60mila palestinesi senza acqua

Vivono nella cosiddetta Area C, sotto il completo controllo dell’esercito israeliano. Per loro un po’ d’acqua che sgorga da un rubinetto è un sogno.

E’ una estate più secca del solito per 60 mila palestinesi della Cisgiordania. E non solo per la carenza del prezioso liquido a causa della siccità che ormai da anni afflige questa parte del Vicino Oriente. Per queste decine di migliaia di persone il «problema» è legato alla loro residenza nella cosiddetta «Area C», ossia in quella ampia porzione (circa il 60%) della Cisgiordania sotto il pieno controllo delle autorità di occupazione israeliane.
Intervistata da Irin, l’agenzia stampa delle Nazioni Unite, Cara Flowers, una funzionaria di Emergency Water, Sanitation and Hygiene Group (Ewash), ha avvertito che le condizioni di vita di questi palestinesi stanno rapidamente peggiorando per la mancanza di acqua e per l’impossibilità di osservare le regole igieniche basilari. «Ci sono comunità palestinesi nell’Area C che riescono a procurarsi l’acqua solo comprandola a 40 km di distanza dalle loro case, una situazione che rende molto complicata la loro esistenza», ha spiegato Flowers. Occorrono interventi immediati, ha aggiunto, ma Israele non concede i permessi necessari per realizzarli.

sabato 17 luglio 2010

Conclusa la Brigata Europea di Solidarietà con gli Zapatisti

Accuse a “la maggioranza dei mezzi di comunicazione” di criminalizzare il movimento.

Confermata la strategia “ai più alti livelli” per distruggere le comunità ribelli.


Si è svolta la conferenza stampa finale dei partecipanti alla Brigata Europea di Solidarietà con gli Zapatisti che in 10 giorni hanno visitato l'ampio territorio dei cinque Caracol raccogliendo testimonianze e racconti di come, seppur sotto attacco, il processo di autogoverno e costruzione di autonomia delle comunità indigene  continua e si rafforza con dignità e determinazione.

Di seguito il resoconto di Hermann Bellinghausen pubblicato su "La Jornada" .
In allegato il documento finale della Brigata di Solidarietà diffuso durante la conferenza stampa con gli audio della conferenza stampa.
 
San Cristóbal de las Casas, Chis., 16 luglio. “Rinunciando ad egemonizzare ed omogeneizzare la società, gli zapatisti hanno saputo trasformare la resistenza al capitalismo nella scuola della loro libertà, attraverso la costruzione dell’autonomia che si declina in: organizzazione politica, salute, educazione, agroecologia, comunicazione, lotta per la terra e il territorio e per i diritti delle donne”.
In questo termini caratterizza l’esperienza delle comunità ribelli la Brigata Europea di Solidarietà con gli Zapatisti, che oggi conclude il suo viaggio nei cinque caracoles. Per questo, “insieme queste affrontano aggressioni talmente simili che non resta altro che confermare l’esistenza di una strategia globale, elaborata ai più alti livelli del potere politico, strettamente legati agli interessi dell’economia capitalista internazionale” per distruggere la resistenza.

Messico - Solidarietà Europea

di Gloria Muñoz Ramírez

La solidarietà si è imposta. Non deve essere stato facile per le ed i componenti della Brigata Europea di Appoggio agli Zapatisti organizzarsi, arrivare dai rispettivi paesi e percorrere le cinque grandi zone zapatiste in solo 10 giorni. Non deve essere stato facile, ma l’hanno fatto ed hanno dimostrato, un’altra volta, che la solidarietà non si lesina, che gli zapatisti non sono soli e che la loro storia continua a segnare lo spartiacque nella lotta per un mondo più giusto, libero e democratico.
In momenti in cui la solidarietà internazionale viene criminalizzata e si impongono i tempi e le agende dell’alto, un gruppo di uomini e donne che rappresentano molti diversi collettivi, organizzazioni e individui attraversano l’oceano Atlantico, vanno nel sud del Messico ed intraprendono un viaggio attraverso per la resistenza, in una zona in cui la repressione, che non è poca, non riesce a fermare la costruzione di un mondo nel quale l’educazione, la salute, la cooperazione, la comunicazione, la giustizia e la cultura hanno un’altra dimensione, quella che si raggiunge solo col lavoro collettivo che, in primo luogo, difende la terra e il territorio.

Brigata Europea di solidarietà con gli zapatisti - Settima tappa

Brigata Europea di solidarietà con gli zapatisti
 
Visita al Caracol 1 a La Realidad

16 / 7 / 2010
La Brigata Europea di Solidarietà con gli Zapatisti arriva nel Caracol 1 “Madre de los caracoles del mar de nuestros sueños” all'interno della comunità La Realidad nella zona Selva Fronteriza.
Durante la chiacchierata con i e le responsabili della Giunta del Buon Governo, rispetto alla repressione che stanno subendo, spiegano che attualmente la Riserva della Biosfera dei Montes Azules rischia concretamente di essere violentemente saccheggiata e devastata, tanto che, chi vorrebbe accaparrarsi quei territori per sfruttarli, ha intenzione di depredare anche le comunità e riubicare gli abitanti in altre zone, addirittura pagando loro una sorta di "indennizzo" fino a 200.000 pesos. Questo violento saccheggio è direttamente collegato alla "privatizzazione e razzia delle risorse naturali" in un'area molto ricca di biodiversità.
Si tratta di acqua, petrolio, legno o interessi famaceutici.
"La terra è di chi la lavora e non permetteremo che ce la portino via", assicurano i membri della Giunta.
Rispetto a questo l'Esercito Militare ha fatto irruzione nelle comunità del Municipio Autonomo "Tierra y Libertad" con il pretesto di cercare armi nelle case dei contadini.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!