venerdì 17 novembre 2023

Messico - Più di 500, 40, 30, 20, 10 anni dopo.

 

Más de 500, 40, 30, 20, 10 años después.

 

Più di 500, 40, 30, 20, 10 anni dopo.

 

 

Scritti dalle montane del sud est messicano

Ottobre – Novembre 2023

 

Il ritorno alla parola da parte del Capitán Insurgente Marcos alla fine di ottobre ha un ritmo impetuoso che annuncia cambiamenti significativi che, pur sembrando relativi a dinamiche organizzative interne, annunciano l'inizio di una nuova fase per il movimento zapatista e per le comunità indigene del sud est messicano.

  Raccolta completa degli 

scritti e comunicati

 

Traduzioni Comitato Maribel e Nodo Solidale

Adattamento e impaginazione Cooperazione Rebelde Napoli

domenica 30 luglio 2023

Messico - I parenti degli scomparsi di Ayotzinapa non cesseranno la lotta per verità e giustizia

Un giorno dopo la presentazione del sesto e ultimo rapporto del Gruppo Interdisciplinare di Esperti ed esperte Indipendenti (GIEI), che si ritira dal caso per il rifiuto dell'Esercito di consegnare documenti fondamentali per le indagini, i parenti dei normalisti scomparsi di Ayotzinapa hanno marciato a Città del Messico per chiedere la consegna di questi documenti, che sono fondamentali per sapere dove si trovano i giovani. Sotto una pioggia battente, i parenti hanno marciato dall'Ángel de la Independencia all'Hemiciclo a Juárez.

Questo il messaggio dei parenti prima del rapporto del GIEI e il loro ritiro dall'inchiesta: che la società civile e le organizzazioni sociali non smettano di chiedere al governo di Andrés Manuel López Obrador di ordinare alle forze armate di consegnare i documenti individuati dal GIEI e che le indagini possano continuare in modo serio e imparziale.

Nonostante le indagini del GIEI siano state gravemente ostacolate dall'opacità delle forze armate, che ha reso impossibile l'individuazione del luogo in cui si trovano i normalisti, il loro ultimo rapporto ha portato ad una conclusione molto importante nel caso: la definitiva affermazione della complicità e partecipazione del Ministero della Difesa (Sedena), il Segretariato della Marina (Semar) e di tutte le forze dell'ordine nella sparizione forzata dei normalisti unitamente al gruppo criminale Guerreros Unidos, con la complicità di varie istanze dei tre livelli di governo nel travisare, manipolare e nascondere i fatti.

L'indizio fondamentale per scoprire dove si trovano i normalisti sono i rapporti stilati dal Centro Regional de Fusión de Inteligencia (CRFI), dipendente dal Ministero della Difesa. Tuttavia, ci sono stati molti sforzi da parte della Sedena per impedire che questi rapporti diventassero pubblici. In primo luogo, negando l'esistenza stessa del CRFI nel 2014, affermando che è stato creato solo nel 2015, il che è stato smentito dalle prove scoperte dal GIEI. Successivamente, negando che le comunicazioni fossero intercettate; in seguito, affermando che la CRFI dipendeva dal Cisen, e non dal Sedena. E infine rifiutandosi di consegnare i documenti CRFI che sono fondamentali per l'indagine.

Il rapporto GIEI è devastante in termini di responsabilità delle Forze Armate non solo nella scomparsa dei normalisti, ma nell'occultamento delle prove e nell'ostruzionismo della ricerca della verità e della giustizia. In un contesto in cui il presidente Andrés Manuel López Obrador ha dato un potere all'Esercito mai visto prima nel Messico post-rivoluzionario, le rivelazioni GIEI sul caso Ayotzinapa sono un segnale d'allarme che nessun cittadino dovrebbe prendere alla leggera. 

Così l'appello delle famiglie dei normalisti alle organizzazioni sociali e alla società civile in generale a mobilitarsi per chiedere trasparenza alle forze armate non è solo una richiesta di verità e giustizia in questo caso particolare, ma anche un'esigenza collettiva in un paese sempre più autoritario e violento.


Le immagini della marcia: La marcia dei famigliari per verità e giustiziae/DD1F5I0ZsjQ

sabato 24 giugno 2023

Messico - Il Presidente della Repubblica mente


Il Presidente della Repubblica nella sua conferenza stampa di questa mattina mente e nasconde la violenza in Chiapas ed è complice delle aggressioni alle comunità.

San Cristóbal de Las Casas, Chiapas 23 giugno 2024

Il governo federale è complice della violenza nello stato e delle aggressioni ai popoli e alle comunità.

Dal Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas (Frayba), esprimiamo la nostra preoccupazione e ci dispiace per la diffamazione contro le organizzazioni della Società Civile e dei Diritti Umani in Chiapas avvenuta oggi nella sua conferenza stampa da parte del Presidente Andrés Manuel López Obrador (AMLO), che mette a rischio il nostro lavoro in mezzo a una profonda violenza che si è intensificata negli ultimi anni nello stato, e che continua a crescere, consolidandosi come un elemento strutturale nei territori dei popoli degli Alti, della Costa, della grave violenza nel confine meridionale, settentrionale e nella giungla dello stato, che ha avuto un impatto sui popoli, molti dei quali sono comunità indigene e storiche che si organizzano pacificamente e in opposizione alla politica dello Stato messicano in mezzo a una diversificazione e opacità di gruppi armati, gruppi di criminalità organizzata, successori dei paramilitari che utilizzano la violenza per il controllo sociale, politico, economico e territoriale, segnata dalla continuazione di una violenza diffusa e di una strategia contrainsurgente.[1]

La negazione di questa violenza da parte di AMLO approfondisce l'impunità promossa da attori municipali, statali e federali che contribuiscono allo spossessamento, allo sfruttamento e alla marginalizzazione sociale, oltre ad aggravare la crisi dei diritti umani in cui ci troviamo e promuovere in particolare attacchi sistematici al progetto politico di autonomia dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), guidati da gruppi armati corporativisti, che hanno perpetrato dal 2019 ad oggi più di 110 attacchi armati contro le comunità appartenenti alla regione zapatista di Moisés e Gandhi, che fa parte della Giunta di Buon Governo Nuova Alba in Resistenza e Ribellione per la Vita e l'Umanità, del Caracol 10 Floreciendo la Semilla Rebelde, nella zona di Patria Nueva, nel comune ufficiale di Ocosingo, Chiapas, Messico.

Questi attacchi hanno incluso l'incendio di scuole e magazzini di caffè, aggressioni armate, torture, sequestri e gravi ferite con armi da fuoco, che sono stati denunciati dai popoli zapatisti e documentati dal Frayba, oltre ad aver fatto interventi presso le autorità dei governi statali e federali, a cui abbiamo rivolto forti appelli per il rispetto e la garanzia della vita e dell'integrità fisica e psicologica dei popoli e delle comunità appartenenti alla Regione di Moisés e Gandhi. I governi sono stati negligenti, mentre il gruppo armato agisce con totale impunità, continuando le aggressioni nel sinistro silenzio delle istituzioni del governo messicano.

È importante aggiungere che i membri di questi gruppi armati corporativisti fanno parte della struttura governativa del comune di Ocosingo del Partito Verde Ecologista del Messico e ottengono risorse dai programmi sociali come Sembrando Vida, la cui implementazione nel territorio di Chiapas ha generato conflitti e tensioni, scontrandosi tra coloro che lottano per un controllo basato sul diritto all'autonomia e autodeterminazione e coloro che cercano di accedere alle risorse della terra attraverso il controllo statale e la riorganizzazione territoriale, con una gestione della terra estranea alle necessità dei popoli indigeni.

Ricordiamo al governo messicano che in Chiapas ci troviamo in mezzo a un conflitto politico-militare irrisolto e che è ancora in sospeso il rispetto delle terre e dei territori dei popoli, che continuano a essere invisibili, inseriti sia nei diritti sanciti dai trattati e dalle dichiarazioni internazionali, sia in quanto stabilito dagli Accordi di San Andrés; per questo motivo, le cause che hanno provocato la sollevazione dell'EZLN rimangono ancora valide.

[1] Rapporto Frayba 2023. Chiapas un disastro. Tra violenza criminale e complicità dello Stato: https://frayba.org.mx/sites/default/files/Informes/Informe-Frayba-2023/Informe-Frayba-2023_Chiapas-un-desastre.pdf

fonte: Frayba

Traduzione: Cooperazione Rebelde Napoli

mercoledì 14 giugno 2023

Messico - La Santa Muerte in Chiapas

Luis Hernández Navarro

La Santa Muerte e Malverde sono ovunque a San Cristóbal de las Casas e nelle città del Chiapas come Teopisca. Il suo culto non è nascosto. I mercati sono colmi di elementi rituali tipici della loro venerazione. Le erboristerie e le botteghe esoteriche dell’antica Jovel, oggi accolgono i fedeli con le monumentali Huesudas e Malverdes.

Il 17 aprile, Jerónimo Ruiz, leader dell’Associazione degli Assegnatari dei Mercati Tradizionali del Chiapas (Almetrach), è stato ucciso da due uomini a bordo di una motocicletta. Nel mezzo del caos e panico, la violenza è scoppiata nel nord della vecchia capitale coleta. Due gruppi armati hanno bloccato le strade, si sono affrontati e hanno dato fuoco a pneumatici e abitazioni. Tra le altre attività redditizie, Almetrach riscuote i diritti di occupazione di suolo degli artigiani

Jerónimo era originario di una comunità vicina a Betania/Teopisca chiamata ironicamente Flores Magón. Sull’altare alla Niña Blanca che il defunto aveva in casa, si giurava di vendicare la sua morte.

Due giorni dopo il suo delitto, una registrazione avvertiva: “San Cristóbal e dintorni: come avrete notato, siamo arrivati e la pulizia è iniziata, siamo il cartello di Jalisco e quello che è successo a Jerónimo Ruiz sta per succedere a Narciso Ruiz, alias El NarsoCalafasÁguila, BirriaMax e tutti quei gruppi di motonetos (motociclisti) che sostengono questi pezzenti”.

Il Chiapas è il luogo in cui fioriscono molte delle sigle più diverse. Chiese tradizionali convivono con espressioni di religiosità popolare. La venerazione della Santísima Muerte è cresciuta esponenzialmente di pari passo con la crescita della criminalità organizzata, ma anche per altre cause ad essa del tutto estranee, come le guarigioni per fede. Non tutti i suoi fedeli sono dediti ad attività illecite ma, spesso in una sorta di sincretismo, molti di coloro che vi si dedicano trovano nel fervore di questa religiosità la via per avvicinarsi al sacro.

Teopisca, a 30 chilometri da San Cristóbal, è una rotta chiave per migranti irregolari e droga. Nel giugno del 2022, individui armati hanno sparato e ucciso il sindaco, Rubén de Jesús Valdez Díaz, del Partito Ecologista Verde del Messico (PVEM), mentre stava uscendo di casa. I sicari sarebbero stati assunti tra i motonetos di Jovel

L’omicidio fa parte del conflitto per il controllo del municipio tra due gruppi. Quelli di Betania, il cui capo di facciata è Javier Velázquez Díaz, alias La Pulga (già arrestato), e quelli del gruppo locale dell’ex presidente municipale Luis Alberto Valdez Díaz, accusato di aver rapinato il municipio quando era sindaco, e fratello del sindaco assassinato. Voci locali lo indicano come la presunta mente del fratricidio.

Entrambe le bande sono legate al traffico di migranti (polleros) e alla produzione e traffico di droga. Quelli di Betania hanno laboratori nella loro comunità, profondamente evangelica.

Nella comunità prolifera il culto de La Huesuda e Malverde. Si tengono grandi processioni e c’è sempre più devozione nei loro confronti. Come parte della norteñización della cultura popolare, i narcocorridos proliferano. I gruppi reclutano i giovani più poveri. Girano impunemente per il villaggio con armi di grosso calibro e giubbotti antiproiettile. È comune sentire raffiche sparate in aria.

Una delle fazioni vuole insediare il consiglio comunale di Teopisca. Tuttavia, al di là delle presunte rivendicazioni democratiche, i suoi promotori sono anche narco-polleros che vogliono convincere le comunità finanziando le feste religiose. Allo stesso tempo, promettono di costruire strade nella piana del municipio, la depressione centrale del Chiapas adiacente al comune di Venustiano Carranza, una via chiave per il passaggio di droga e immigrati irregolari.

Secondo i residenti del comune, il gruppo dell’ex presidente municipale Luis Valdez sarebbe legato a Sinaloa, mentre quelli di Betania de La Pulga farebbero parte delle quattro lettere. Dicono che quelli del Pacifico, che sono nella regione da più tempo, si fanno gli affari loro e non si immischiano con la gente comune, ma quelli di Jalisco estorcono, rapiscono, chiedono il pizzo, ecc. Dal loro punto di vista, quelli di Sinaloa fanno quello che più gli conviene a seconda degli affari in ballo, e sono tranquilli, se non ti immischi con loro. Ma quelli di Nueva Generación è gente cattiva.

Quanto sta accadendo a San Cristóbal e Teopisca è solo un assaggio di ciò che sta accadendo in tutto il Chiapas. Non è un’eccezione, ma la regola. Fa parte di una trama molto più ampia. È inimmaginabile supporre che le attività di questi narco-polleros siano estranee alle reti di potere regionali e ai responsabili del mantenimento dell’ordine.

Le comunità zapatiste non consentono la semina, la produzione e il traffico di droga. I loro territori sono chiusi per i trafficanti di esseri umani. Non prendono posizione nelle dispute tra cartelli per il controllo dei mercati e dei territori. Sono un freno all’espansione dell’industria criminale e agli affari delle autorità ad essa collegate. Al di là della loro esperienza di autogoverno e autogestione, tra le tante ragioni, ecco perché hanno dichiarato loro guerra. Inoltre, a causa di ciò, vecchi e nuovi paramilitari (alcuni convertiti in narcoparamilitari) si sono lanciati nel tentativo di distruggere le comunità autonome.

L’attacco della Orcao alle basi della comunità autonoma Moisés Gandhi, municipio ribelle Lucio Cabañas, fa parte della strategia contrainsurgente. Come Teopisca, non è un’anomalia ma una costante nella politica del Chiapas. Basta guardare storicamente la mappa della violenza nello stato per verificarlo.

Il culto della Santa Muerte e Malverde ha preso piede nel sud-est messicano. La sua proliferazione è il termometro di ciò che accade socialmente.



Testo originale: https://www.jornada.com.mx/2023/06/13/opinion/019a1pol

Traduzione Comitato Chiapas “Maribel” – Bergamo

giovedì 1 giugno 2023

Messico - Pronunciamento nazionale e internazionale dopo l'aggressione alla comunità di Moises Ghandi

 


Pronunciamiento nacional e internacional ante la agresión a la comunidad Moises Gandhi

 Giugno 2023

 Ai popoli del Messico e del mondo,

Alle persone, alle collettivitá e ai popoli che difendono la Vita.

A coloro che sentono l'urgenza di agire di fronte a un sud-est messicano in fiamme.

Oggi, in questo momento, il Messico è giunto ad un limite, un limite che sembra sempre lontano finché un proiettile esploso dall'alto non fa detonare la rabbia del Messico dal basso. Il compagno zapatista Jorge López Santiz è in bilico tra la vita e la morte a causa di un attacco paramilitare dell'Organización Regional de Cafeticultores de Ocosingo (ORCAO), la stessa organizzazione che da tempo sta attaccando e molestato le comunità zapatiste. Il Chiapas è sull'orlo di una guerra civile, con paramilitari e assassini al soldo di vari cartelli che si contendono i territori per i propri profitti, e i gruppi di autodifesa, con la complicità attiva o passiva del governo statale di Rutilio Escandón Cadenas e il governo federale di Andrés Manuel López Obrador.

L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), che ha mantenuto la pace e ha sviluppato un proprio progetto di autonomia nei suoi territori cercando di evitare scontri violenti con paramilitari e altre forze dello Stato messicano, viene costantemente molestato, attaccato e provocato. Dalla fine del XX secolo, e fino al giorno d'oggi, l'EZLN ha optato per la lotta politica pacifica e civile nonostante le sue comunità siano state attaccate con proiettili, i suoi raccolti incendiati e il suo bestiame avvelenato. Nonostante il fatto che, invece di investire il proprio lavoro nella guerra, lo abbiano speso nella costruzione di ospedali, scuole e governi autonomi di cui hanno beneficiato zapatisti e non zapatisti, i governi, da Carlos Salinas a López Obrador, hanno sempre tentato di isolarli, delegittimarli e sterminarli. Oggi, a pochi mesi dal 40° anniversario dell'EZLN, l'attacco paramilitare contro gli zapatisti da parte dell'ORCAO ha come conseguenza che la vita di un uomo sia appesa a un filo, così come é al sul punto di esplodere un Messico che non può più sopportare la pressione che subisce nei confronti della propria dignità o la guerra contro le sue comunità e nei suoi territori.

L'attacco dell'ORCAO non è un conflitto tra comunità, come lo avrebbe definito Carlos Salinas e, come López Obrador cercherà sicuramente di dipingerlo. Si tratta di un atto la cui responsabilità diretta é tanto del governo del Chiapas quanto del governo federale. Il primo per aver coperto la crescita di gruppi criminali che hanno trasformato il Chiapas, da uno stato di relativa tranquillità, in una zona rossa di violenza. Il secondo per essere rimasto in silenzio e passivo di fronte all'evidente situazione in cui si trova il sud-est del paese. Perché l'ORCAO attacca le comunità zapatiste? Perché puó. Perché lo permette il governo di Rutilio Escandón? Perché, nel Chiapas di cui sopra, governare significa bagnarsi di sangue indigeno. Perché López Obrador tace? Perché il governatore del Chiapas è cognato del suo caro e fedele Ministro degli Interni, Adán Augusto López; perché come i suoi predecessori non può sopportare che un gruppo di ribelli sia il punto di riferimento per la speranza e la dignità; perché ha bisogno di giustificare un'azione militare per "ripulire" il sud-est e poter finalmente imporre i suoi megaprogetti.

Allo stesso modo crediamo che questo attacco sia il risultato delle politiche sociali del governo attuale per dividere e corrompere, distruggendo il tessuto sociale delle comunità e dei popoli messicani,in particolare del Chiapas. Vediamo con preoccupazione che programmi come "Sembrado Vida" (che si caratterizza per avere praticamente lo stesso budget del Ministero Federale dell'agricoltura) e altri simili, stiano incoraggiando lo scontro tra comunità storicamente espropriate delle loro terre e dei loro diritti, giacché vengono utilizzati come meccanismi di controllo politico e come merce di scambio affinché le organizzazioni come la ORCAO possano ottenere l'accesso ai presunti benefici che questi programmi forniscono, il cui prezzo è il furto delle terre autonome zapatiste recuperate. Per noi è chiaro che non si tratta di conflitti tra villaggi; si tratta di un'azione di controinsurrezione che mira a distruggerli, a distruggere l'EZLN e tutte le comunità e i popoli che continuano a lottare per una vita dignitosa.

Firmiamo questa lettera per chiedere a noi stessi e a coloro che credono che la dignità e la parola devono sollevarsi per fermare il massacro che si sta profilando; per chiamare a raccolta coloro che sono d'accordo con l'attuale governo, ad aprire i loro cuori alle ingiustizie che stanno sommergendo il presente di questo Paese, aldilà delle loro affinità o simpatie politiche; affinché possiamo riconoscerci nella necessità di agire con l'obiettivo comune di fermare questa atrocità.

Firmiamo questa lettera perché vediamo l'urgenza di porre fine alla violenza paramilitare in Chiapas. Perché non farlo significa lasciare che il Messico sprofondi ancora di più in questa guerra infinita che lo sta distruggendo.

Chiediamo giustizia per Jorge López Santiz.

Chiediamo lo scioglimento assoluto dell'ORCAO.

Chiediamo un'indagine approfondita sul governo di Rutilio Escandón.

Chiediamo che il silenzio di López Obrador cessi di essere complice della violenza in Chiapas.

Facendo nostre le richieste presentate dal Congresso Nazionale Indigeno, chiediamo:

1. Che sia garantita la salute del compagno Jorge e che gli sia prestata tutta l'attenzione necessaria per il tempo necessario.

2. Che si fermi l'attacco armato contro la comunità "Moisés y Gandhi" e che si rispetti il suo territorio autonomo.

3. Che gli autori materiali e intellettuali di questi attacchi paramilitari siano puniti.

4. Che vengano smantellati i gruppi armati attraverso i quali la guerra contro le comunità zapatiste è attiva e in crescita.

Chiediamo inoltre l'immediata liberazione di Manuel Gómez, base d'appoggio dell'EZLN, di cui non abbiamo dimenticato l'ingiusta detenzione.

Con il CNI, avvertiamo che la guerra che hanno dichiarato contro i popoli originari, custodi della Madre Terra, ci obbliga ad agire in modo organizzato per fermare la crescente violenza e per ristabilire il nostro legame e la nostra cura per la Vita. Invitiamo a manifestare nelle strade, nelle ambasciate e nei consolati, nei centri di studio e nei luoghi di lavoro, nelle reti sociali; dovunque sia possibile e imprescindibile, contro la violenza militare, paramilitare e del crimine organizzato e in difesa della Vita.

Ci invitiamo e vi invitiamo a unire le forze per tessere una giornata di azioni dislocate dal 27 maggio al 10 giugno con una azione coordinata nazionale e internazionale il giorno 8 giugno.

Che si fermi la guerra contro i popoli zapatisti.

             Se toccano un@, toccano tutt@

seguono centinaia di firme da tutto il  mondo

qui l'appello in originale https://www.caminoalandar.org/about-4

mercoledì 31 maggio 2023

Messico - Chiapas è una polveriera pronta ad esplodere


Da LaJornada un articolo di Luis Hernández Navarro

La violenza si moltiplica in modo allarmante. Gli attacchi armati dei paramilitari contro le comunità zapatiste sono frequenti e si intensificano. Gruppi criminali organizzati reclutano giovani per ingrossare le loro file. Migliaia di sfollati vivono nelle foreste o in insediamenti temporanei. Bande di criminali su moto si scontrano in vere e proprie battaglie campali a San Cristóbal per il controllo dei mercati e delle rotte della droga. I cartelli combattono a fuoco e sangue per il controllo del confine con il Guatemala.

Si tratta di una violenza diversificata, alimentata dalla combinazione di conflitti ancestrali e nuove dispute legate alla terra, al commercio e al narcotraffico. Nonostante la presenza dell'esercito e della Guardia Nazionale, le armi di grosso calibro si ottengono con una facilità sorprendente. Di fronte all'inazione del governo, i paramilitari, gli assassini a pagamento, i gruppi di autodifesa (a Pantelhó, Altamirano e San Cristóbal) e le agenzie di sicurezza privata si moltiplicano in tutto lo stato.

I gruppi paramilitari, protetti dalle autorità, si sono associati al crimine organizzato, che ne subappalta i servizi. Lavorano a doppio turno. Da un lato, cercano di contenere l'espansione delle comunità ribelli e le proteste dei contadini in lotta. Dall'altro, gestiscono il traffico di migranti senza documenti, spostano grandi quantità di stupefacenti e si dedicano allo spaccio di droga, alla distribuzione di prodotti contraffatti e pornografia indigena, al traffico di auto rubate e armi. Ora, come si può vedere nel caso di Chicomuselo, si dedicano anche al furto di minerali.

Queste bande, che spesso controllano i trasporti locali e le rotte in varie regioni, servono politici locali. La "nuova famiglia" chiapaneca, che in realtà è la vecchia famiglia chiapaneca riciclata, si è profondamente intrecciata con loro. Lo stesso è accaduto da parte delle leadership indigene tradizionali, alcune delle quali si sono avventurate con successo nel traffico di migranti e/o narcotraffico.

Una delle principali cause di questa violenza sono gli attacchi paramilitari contro le basi di appoggio zapatiste. (https://rb.gy/yrx0e). Appena lunedì 22 maggio, come parte di un'aggressione durata quattro giorni senza che le autorità intervenissero, il gruppo paramilitare dell'Organizzazione Regionale dei Coltivatori di Caffè di Ocosingo (Orcao) ha sparato a Gilberto López Santis, di origine tseltal, appartenente alla comunità autonoma di Moisés Gandhi nel municipio ribelle di Lucio Cabañas. Le sue condizioni sono gravi. Ha subito perforazioni al diaframma, all'intestino crasso, allo stomaco e alla milza. Lotta tra la vita e la morte. Negli ultimi mesi, l'Orcao ha attaccato i ribelli più di 10 volte, con totale impunità. Hanno bruciato magazzini di caffè, scuole e rapito indigeni.

Tra le altre cose, l'obiettivo dell'Orcao è spossessare i zapatisti delle terre che avevano riconquistato nella rivolta del 1994, anche per ottenere gli aiuti governativi del programma Sembrando Vida. Le loro aggressioni, perpetrate con totale complicità delle autorità, mostrano il grave deterioramento che si vive nello stato e inviano un segnale pericolosissimo. Non è solo un altro attacco. Il conflitto di fondo è in uno stato critico.

La situazione è altrettanto grave in molti altri comuni e località, tra cui Teopisca, Comalapa, Betania, la strada Las Choapas-Ocozocoautla, San Cristóbal, Frontera Comalapa, Trinitaria e Chicomuselo. I blocchi stradali a Teopisca sono sempre più frequenti, a causa della richiesta formale di destituire la sindaca Josefa María Sánchez e formare un consiglio comunale. Appena il 21 maggio scorso tre persone sono state ferite in uno scontro a fuoco tra agenti statali, che cercavano di arrestare i leader del movimento, e contadini che li difendevano.

A poco più di 120 chilometri di distanza, sulla strada Las Choapas-Ocozocoautla, il 25 maggio si sono verificati blocchi stradali (per cinque ore), sparatorie e l'incendio di un camion. Soggetti mascherati hanno assaltato camion e negozi Coppel e hanno dato fuoco a piccoli esercizi commerciali. Appena l'8 febbraio era successo qualcosa di simile. Nella zona di Malpaso, i cartelli si contendono il traffico di droga, il pagamento del "pizzo", il passaggio di migranti senza documenti, armi e carburante di contrabbando.

La scorsa settimana è stata particolarmente tragica a Frontera Comalapa, dove i criminali si contendono il territorio, uccidendo persone innocenti nel fuoco incrociato. Spari, blocchi stradali, auto bruciate, carovane di veicoli armati (i famosi "mostri") fanno ormai parte del paesaggio quotidiano della regione negli ultimi giorni. Nelle comunità vicine a Nueva Independencia, dove opera il gruppo Maíz (filiale del cartello Jalisco Nuova Generazione), vengono reclutati giovani e armati per combattere i rivali. Circa 3.000 persone sfollate dai loro villaggi si sono rifugiate sulle montagne e sulle rive dei fiumi.

Secondo il Centro di Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, lo Stato acconsente a tutto ciò, dato che nella comunità di El Jocote c'è un distaccamento dell'Esercito messicano. Sulla strada Paso Hondo-Frontera Comalapa si trova un distaccamento della Guardia Nazionale. E nel comune di Chicomuselo si trova la base militare più grande dell'Esercito messicano.

Non è un'esagerazione. La polveriera di Chiapas può esplodere in qualsiasi momento.

Articolo originale https://www.jornada.com.mx/2023/05/30/opinion/011a1pol?from=homeonline&block=opinion

Traduzione Cooperazione Rebelde Napoli

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!