sabato 6 dicembre 2008

Colombia - INDIGENI MARCIANO NEL PAESE PER LA DIGNITA' E LA VITA

A partire dalla metà di settembre le organizzazioni indigene in Colombia hanno iniziato una lunga marcia attraverso il paese, la Gran Minga per la dignità e la vita.
Il termine Minga designa una riunione solidale per realizzare un lavoro comune e include la concezione della Madre Terra come parte integrante e organica degli esseri umani.
Le rivendicazioni degli indigeni sono state espresse in cinque punti:
Fine della violazione del diritto alla vita e dei diritti umani; fine dell'aggressione e dell'occupazione del territorio; adozione della dichiarazione dell'Onu sui popoli indigeni; modifica della legislazione di saccheggio che mette a rischio la sopravvivenza dei popoli; compimento degli accordi firmati con le organizzazioni e le mobilitazioni sociali.
Martedì 21 ottobre la polizia ha sparato sui pacifici manifestanti, causando due vittime e diversi feriti. Il presidente Uribe ha inizialmente negato che la polizia abbia usato armi contro gli indigeni, per poi essere smentito clamorosamente da un video mostrato dalla CNN.
Dopo una marcia attraverso l'intero paese, in cui hanno raccolto adesioni e solidarietà da parte di tutti i movimenti sociali e politici colombiani, gli indigeni sono giunti a Bogotà e hanno sfilato per le vie della capitale.
Purtroppo nel grande circo mediatico controllato dagli esponenti del governo è possibile affermare, senza contraddittorio, tutto e il contrario di tutto: al solito, lungi dal chiedere perdono per una rapina secolare ai danni delle popolazioni native, a favore del latifondo e delle multinazionali, il presidente Uribe accusa le diverse associazioni confluite nella Minga di essere uno strumento delle FARC; così come gli studenti, i professori, i sindacalisti, i giornalisti, e tutti gli oppositori sociali.

giovedì 4 dicembre 2008

TURCHIA, L'EX DEPUTATA LEYLA ZANA CONDANNATA A 10 ANNI PER PROPAGANDA TERRORISTICA

L'ex deputata curda Leyla Zana, 49 anni, Premio Sakharov 1995 per la pace, è stata condannata oggi da un tribunale turco a 10 anni di carcere con l'accusa di aver fatto "propaganda terroristica" in nove discorsi pronunciati in pubblico. La condanna le è stata inflitta da un giudice del tribunale penale della città di Diyarbakir, nella parte sud-orientale del Paese, per aver violato le leggi anti-terrorismo, anche se non si conoscono nel dettaglio le parti dei discorsi considerate in violazione della legge. Lo scorso 10 aprile, Leyla Zana aveva avuto da un tribunale della stessa città una condanna a due anni di carcere per un discorso da pronunciato il 21 marzo del 2007 durante un Festival curdo. In quell'occasione, nella parte del discorso incriminata, Leyla Zana aveva detto che il popolo curdo - una delle varie minoranze residenti in Turchia - ha tre leader: Massud Barzani e Jalal Talabani nell'Iraq del Nord e Abdullah Ocalan, ex capo del separatista Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), considerato terrorista da Ankara, ma anche da Ue ed Usa, e ritenuto responsabile della morte di almeno 40 mila persone dall'inizio della sua attività, nel 1984. Zana, che è stata anche candidata al Premio Nobel per la pace e che nel 1996 ricevette la cittadinanza onoraria di Roma per il suo impegno nel campo dei diritti umani e civili, arrivò alla ribalta delle cronache internazionali nel 1994, dopo essere stata condannata, insieme con altri tre deputati del poi disciolto partito curdo Dep, a 15 anni di carcere per "fiancheggiamento" del Pkk, dopo alcuni discorsi pronunciati in Parlamento.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!