domenica 1 marzo 2009

IL PROGETTO DEL CAPITALE PER LE CAMPAGNE


di Joao Pedro Stedile
pronunciato il 22 gennaio 2009, durante il XIII INCONTRO DEL MST

Più che celebrare i 25 anni è necessario che riflettiamo sulle nuove condizioni della lotta di classe molto diverse da quelle dei primi anni del MST.
E questo ci richiede un grado di conoscenza sempre maggiore, un grado di attenzione sempre più accurata nei confronti di tutte le azioni che il capitale sta facendo per controllare la natura e la produzione agricola. Ora non è più solo in disputa la terra come bene di lavoro.
Agli inizi della nostra storia c’era un documento della CNBB che parlava della terra come bene di lavoro come bene della natura, di Dio che non poteva essere una merce e dovevamo affrontare il padrone della terra, il latifondista, quello che aveva accaparrato questo bene della natura. Ora sono in disputa tutti i beni della natura: l’acqua, l’aria, l’ambiente, la produzione di input che si usano per produrre gli alimenti.
Ora la lotta è molto più complessa e il nostro compito qui stamattina è questo: cercare di elencare alcuni elementi che permettano ai compagni di approfondire il dibattito, studiando. Nella logica delladiscussione di questo incontro, ieri e stamattina noi abbiamo riflettuto sul “loro” progetto per poter cominciare ora a parlare del nostro progetto, su quali possono essere le alternative. Vorrei elencare, riassumere alcunielementi già apporsi ieri e oggi nelle parole del professor Umbelino per costruire una interpretazione teorica collettiva.
Dal momento in cui si è installato il capitalismo, questo è passato per varie fasi nel suo modo di produrre In ognuna di queste fasi ha avuto una grande influenza sulla produzione agricola. E questo è successo anche qui in Brasile.
1. Nel primo periodo del capitalismo commerciale, l’obiettivo era produrre materie prime. Ci hanno imposto la colonia per controllare il territorio e la forma del capitalismo commerciale che dominava la nostraagricoltura è stata la fazenda di piantagione, la grande fazenda del periodo coloniale, che combinava lavoro schiavo ed esportazione.
2. Durante il XX secolo il capitalismo divenne industriale. Alla produzione agricola fu imposto il modello tecnologico che obbligava l’agricoltura a dipendere dall’industria. I capitalisti guadagnavano più soldi nell’industria e quindi l’agricoltura aveva un ruolo subordinato nel produrre materia prime per l’agroindustria e fornire manodopera a buon mercato e allo stesso tempo tutti gli input erano prodotti dall’industria(fertilizzanti chimici, pesticidi, macchine ecc). In questo modello c’era una logica che permetteva l’esistenza e la riproduzione del contadino, ossia il contadino poteva avere la sua terra, lavorarla a suo modo, produrre isuoi beni di sussistenza e allo stesso tempo era integrato nell’industria, fornendo materie prime e la metà dei suoi figli che diventavano operai.Questo capitalismo ebbe interesse in alcuni paesi a realizzare la riforma agraria, ossia nella maggioranza dei paesi industrializzati del mondo è stata la borghesia industriale ad assumere l’iniziativa di dividere la terra del latifondo e darla al contadino perché il contadino si subordinasse all’industria, perché era molto più produttivo del latifondo arretrato. In certo modo, si è trattato di riforme agrarie pratiche che si produsseroall’interno di una alleanza non esplicita tra borghesia industriale e contadini.
3. Ora siamo in una nuova fase del capitalismo. Il capitalismo industriale classico è entrato in crisi, negli anni 70/90. Negli ultimi anni chi controlla l’economia è il capitale finanziario, che agisce sulla produzioneattraverso imprese che noi chiamiamo transnazionali o monopoliste. Questo mutamento della forma del capitale ha avuto conseguenze gravissime nella forma di organizzare la produzione agricola. Quali sono stati i movimenti che questo capitale finanziario mondializzato ha prodotto nell’agricoltura?
a) il primo movimento è che le banche, il capitale finanziario è venuto da fuori dell’agricoltura, portato dalle imprese e ha comprato azioni, ha gonfiato le imprese che agivano in campo agricolo e in questo modo è passato a controllare l’agricoltura e le grandi imprese transnazionali, la Monsanto e la Bunge per esempio che sono le più grandi. La Monsanto è nata negli USA cento anni fa, era una piccola impresa, nessuno ne aveva sentito parlare negli anni 70 o 80. Sono pochi anni che la conosciamo. La Bunge, la Cargill, perché sono apparse ora, da pochi anni a questa parte? Perché le banche hanno investito denaro in queste imprese e loro da un’ora all’altra si sono trasformate in mostri che hanno comprato altre imprese e hanno monopolizzato il controllo della produzione Quindi l’origine del capitale della Monsanto, della Cargill, della Bunge, della Syngenta ecc non è stata frutto di una accumulazione nella attività agricola ma ha origine nelle banche. Il capitale finanziario ha quindi permesso l’azione di grandi imprese perché passassero a controllare le merci prodotte in agricoltura
b) Il secondo movimento è legato al fatto che il capitalismo si è internazionalizzato, hanno dollarizzato l’economia del mondo. Tutti i prezzi delle merci agricole sono stati internazionalizzati. All’inizio del movimento, il prezzo del mais in cruzeiro era diverso nei vari luoghi. C’era un prezzo a Sarandi, uno a Chapecò, uno in Goias ecc.. Perché in quell’epoca del capitalismo industriale il prezzo del mais era determinato dal costo di produzione. Ora qual è il prezzo del mais? E’ lo stesso a Tokio, in Messico,in Turchia, Norvegia, perché chi fa i prezzi sono le borse delle merci controllate dalle imprese. Quindi abbiamo un prezzo unico per il mais in tutto il mondo, che permette loro di accumulare un enorme tasso di profitto in dappertutto. Prima del capitale finanziario gli stati nazionali potevano influire sull’agricoltura attraverso le politiche pubbliche agricole. Ora gli stati nazionali sono stati allontanati dalle politiche pubblicheagricole. E chi determina la politica per l’agricoltura sono i grandi organismi internazionali: FMI, BC, WTO ecc.. Di modo che eleggere o non eleggere presidenti della repubblica nei paesi periferici, poco muta perchéin realtà altri controllano la nostra agricoltura.
c) Terzo movimento. Questa agricoltura totalmente dipendente dagli input industriali e dalle imprese che controllano la produzione e il commercio è diventata totalmente dipendente dal credito bancario. Le banche pubbliche e private del Brasile prestano all’agrobusiness, ogni anno, 60 miliardi di reais perché producano da 80 a 100 miliardi. In realtà le banche non danno i soldi ai fazendeiros ma direttamente alle imprese multinazionali che forniscono concimi, pesticidi, semi e macchine. La differenza tra 60 e 80/100 si divide tra salari, tasse e rendita del fazendeiro. Anche il fazendeiro ignorante che si è alleato con le imprese capitaliste non si rende contro che la maggior parte del capitale prodotto va alle imprese transnazionali. Se si interrompe il credito bancario oggi, finisce l’agrobusiness perché il fazendeiro non ha capitale sufficiente per produrre e questo è stato il risultato del movimento del capitale finanziario.
Bene, quali sono i nuovi settori di espansione del capitale in area agricola? Le priorità del capitale da qui in avanti andranno in direzione essenzialmente di cinque aree.
§ Prima di tutto controlleranno le SEMENTI, perché il controllo delle sementi transgeniche è il modo di monopolizzare e controllare che cosa produrre. E visto che c’è una legge sui brevetti che permette di riscuotere royalties, la Monsanto, nel Rio Grande del Sud, raccoglie 80 milioni di dollari all’anno di royalties, senza produrre un pacco di semi. Nessun produttore compra la soia dalla Monsanto, ma questa soia transgenica quando arriva nei porti paga royalties alla Monsanto. Perché loro, ottenendo il brevetto, hanno dichiarato che tutta la soia transgenica è loro, non importa chi la produca. Lula ha liberalizzato il mais, il cotone. Chi ha visto il film sulla Monsanto ieri sera si è reso conto del potere della Monsanto.
§ Il secondo elemento è l’ACQUA. Vi siete resi conto che questo elemento è più caro di qualsiasi altro liquido? Era l’ultimo bene che non era merce. Molte grandi multinazionali stanno facendo investimenti perché vogliono controllare le acque, controllare le fonti, i laghi, i fiumi e il consumo. Per esempio la deviazione del Rio San Francisco non ha niente a che vedere con la sete del sertao. Ma l’acqua che è pubblica verrà privatizzata e pagata sia per il consumo famigliare che per quello agricolo. Viene fattaun’opera pubblica per privatizzare.
§ La terza area in cui il capitale sta avanzando è quella del controllo della BIODIVERSITA’. Che cos’è la biodiversità? Sono le migliaia di forme differenti di vita vegetale e animale che esistono in natura. Perchévogliono controllarla? Ogni essere vivente ha una mappa del DNA diversa. In queste mappe di ogni essere vivente si possono trovare risposte per lo sviluppo dell’agrobiologia, per sviluppare nuove forme di produzione di sementi più produttive. Tutte le grandi imprese vanno in Amazzonia, verso regioni ricche di biodiversità, verso il Pantanal, verso il Cerrado, per controllare differenti forme di vita, ricercarle e trasformarle in merce.All’epoca del capitalismo industriale la ricerca era controllata dallo stato, oggi dalle transnazionali. Se c’è un bravo scienziato all’Embrapa, la Monsanto lo compra. Ma la cosa peggiore sono gli accordi formali, cioè ilfatto che i laboratori pubblici vengono messi a servizio delle transnazionali e, comunque, siccome la genetica richiede molto denaro, i laboratori migliori non appartengono più agli stati.
§ Quarto obiettivo degli investimenti è il settore degli AGROCOMBUSTIBILI. Sapete che le fonti di energia fossile (carbone, petrolio, gas) hanno stoques limitati. Il capitalismo sta cercando di trasformare l’agricoltura in una fonte di energia. Al fondo tutta l’energia ha origine dal sole. Quando noi mangiamo, i nostri alimenti di origine vegetale o animale non sono altro che una mutazione dell’energia solare. Tutti noi esseri viventi ci muoviamo grazie all’ energia solare. Giustamente i popoli indigeni guardavano al sole come al vero Dio, ed è vero perché senza sole questo pianeta scompare. Cosa è quindi l’agrocombustibile? E la capacità dialcune piante (soia, canna ecc) di captare l’energia solare e trasformarla in zucchero o olio. Il capitale vuol trasformare l’agricoltura in una fonte di alimenti per le automobili.
§ L’ultimo fronte del capitale è la CELLULOSA.
Quindi questo è il piano del capitale. Quali sono le contraddizioni di questo modello del capitale nei confronti dell’agricoltura? Esistono contraddizioni. Cosa sono le contraddizioni? Sono forze contrarie, generate dallo stesso progetto, che possono portarlo alla distruzione, se noi abbiamo la capacità di sfruttare queste contraddizioni. Il ruolo dei movimenti sociali come il nostro è comprendere le contraddizioni per organizzare il popolo a superare questo modello.
PRIMA CONTRADDIZIONE. Un modello di produzione industriale in agricoltura che ha bisogno di 60 miliardi di reais ogni anno per essere finanziato, la cosiddetta agricoltura industriale (tutti gli input sono prodotti fuori) ha delle contraddizioni perché la maggior parte di questi input hanno come materia prima il petrolio o fonti minerarie esauribili di fertilizzanti. Pertanto, a medio termine, non c’è futuro perché il petrolio diminuirà e ne aumenterà il prezzo, il fosfato lo stesso ecc. Come può crescere un agricoltura che dipende da un input esauribile e sempre più scarso? Non è possibile, questa è la loro grande contraddizione.
SECONDA CONTRADDIZIONE. La grande fazenda chiamata agrobusiness, per avere un buon profitto, deve produrre con il sistema delle monoculture. Ma la monocultura distrugge tutte le altre forme di biodiversità presenti nella natura e per fare questo usa veleni di origine chimica (che provengono in parte dal petrolio). Questa agricoltura industriale funziona solo usando veleni e il veleno che non è biodegradabile distrugge i microorganismi del suolo, uccide l’acqua. Questo tipo di agricoltura si sostiene quindi producendo alimenti contaminati, e quindi a medio termine non può che far aumentare i problemi della salute pubblica e man mano le persone se ne rendono conto. E’ chiaro che nel medio periodo questo tipo di agricoltura non è sostenibile basandosi sulla produzione di alimenti contaminati.
TERZA CONTRADDIZIONE. La produzione di polli ecc. su larga scala si sostiene solo sulla base diuso di medicinali e di molti ormoni e chi consuma questi prodotti assume le sostanze che sono state utilizzate e questo sta producendo mutazioni negli esseri umani (per esempio ci sono bambine che hanno il mestruo prima) ecc.
QUARTA CONTRADDIZIONE. I prezzi dei prodotti agricoli non si basano più sulla teoria del valore,ossia sui costi di produzione, il prezzo delle commodities (tutti quei prodotti agricoli che possono essere uniformati in tutto il mondo) è deciso in borsa dai monopoli o dalla speculazione e questo a medio termine porta a delle serie conseguenze. Se il prezzo è svincolato dalla produzione e anche dagli stoques e aumenta molto e la gente non può più comprare, questo porta a un aumento della fame. Al tempo della rivoluzione verde, negli anni 60/70, quando aumentò molto la produttività in agricoltura a causa dei fertilizzanti chimici e dei pesticidi, 60 milioni di persone avevano fame; e la promessa allora del governo Kennedy e della rivoluzione verde era che l’agricoltura industriale avrebbe eliminato la fame. 40 anni dopo, con questo nuovo modello, le persone che hanno fame sono 880 milioni. Questo è un dato FAO dell’anno scorso (l’anno precedente erano 800 milioni, quindi in un solo anno, di speculazione in borsa con la crescita del prezzo della soia e del mais, 80 milioni di persone sono entrate nell’ambito del gruppo che soffre la fame). La maggioranza dei paesi più poveri ha perso la sovranità sulla produzione di alimenti, a causa delle transnazionali. Oggi ci sono 75 paesi nel mondo che non riescono a produrre ciò che serve al loro popolo.Non è per ragioni climatiche. Il nostro amato Venezuela, che è un paese ricco di petrolio, il paese più ricco dell’America Latina, importa il 75% di quel che mangia. Per colpa di chi? Della Monsanto, della Bunge, dellemultinazionali. Quando Chavez è andato al potere importava il 95%. Chavez è disperato e ha chiesto il nostro aiuto, ma fino ad ora è riuscito ad abbassare le importazioni solo al 75%. Il Paraguay, che ha le terre più fertili del mondo, che è in mezzo a due grandi fiumi, importa il 60% di ciò che mangia.
QUINTA CONTRADDIZIONE. La monocultura non ha bisogno di manodopera nelle campagne, la espellequindi è contro l’occupazione. E’ una contraddizione, dobbiamo approfittare dell’aumento della disoccupazione per denunciare l’agrobusiness come una delle cause della disoccupazione. Come dice Via Campesina, l’agricoltura industriale è in realtà una agricoltura senza agricoltori. Non ha bisogno di agricoltori, l’agrobusiness è una delle cause della disoccupazione.
SESTA CONTRADDIZIONE. Il modello industriale dell’agricoltura produce squilibri nell’ambiente. La monocultura distrugge le altre forme di vita, cioè la biodiversità. Perché l’equilibrio deriva dalla convivenza per milioni di anni di varie specie animali e vegetali che sono collegate tra loro. Quando si impone la monocultura si altera il clima. Il riscaldamento globale non è uno scherzo.Dalle grandi fazende in cui c’è solo bestiame, si possono rilevare le emissioni di butanolo dai satelliti, che viene dagli escrementi delle vacche. Gli stessi problemi sono causati dalla produzione intensiva disuini. Anche lì c’è emissione di gas che inquina l’ambiente. L’agricoltura industriale non ha la possibilità di convivere con l’ambiente e genera sempre più contraddizioni sulle quali noi dobbiamo lavorare.
SETTIMA CONTRADDIZIONE. Le imprese transnazionali controllano le sementi transgeniche. All’iniziodicevano che c’era una riduzione di costi perché invece di applicare tre tipi di erbicidi se ne poteva applicare solo uno, il loro, il Rondoup. La maggioranza degli agricoltori ci ha creduto, perché era così. Ma avremmopotuto sostituire i veleni con la policoltura. Cosa sta succedendo oggi con i semi transgenici? Che stanno nascendo parassiti resistenti. Compaiono piaghe che i veleni non uccidono più. Quindi non servono più i semi transgenici e questa è una contraddizione che noi dobbiamo utilizzare. Molti agricoltori del Mato Grosso e del Goias hanno già abbandonato i semi transgenici. Nel Paranà ci sono molti studi (per esempio della Ibrapa) che hanno dimostrato che non c’è più differenza di produttività tra sementi transgeniche e sementi convenzionali. E negli Stati Uniti è stato dimostrato che la produttività media della soia transgenica diminuisce di anno in anno.
OTTAVA CONTRADDIZIONE. L’altra contraddizione che questa forma di agricoltura sta producendo è chein alcune aree dedicate all’etanolo, agli agrocombustibili, e alla cellulosa le imprese , per garantire il loro investimento che è alto, stanno comprando terre. Secondo una ricerca realizzata dalla Folha di Sao Paulo, che è portavoce della borghesia brasiliana, negli ultimi 5 anni più di 20 milioni di ettari sono stati comprati dal capitale straniero e questa è una contraddizione sulla quale il MST/Via Campesina si può trovare vicino asettori lontani ideologicamente da noi ma che difendono interessi nazionalisti. Possiamo provocare questi settori. Volete aiutarci a difendere il Brasile o no? Quindi è una contraddizione importante della quale noi dobbiamo approfittare. Qui nel Rio Grande del Sud, per esempio, con le grandi imprese produttrici di cellulosa che utilizzano 300.000 ettari dello stato.


IL DISCORSO DI JOAO PEDRO STEDILE DEL GIORNO 24 GENNAIO, GIORNATA CONCLUSIVA DELLE CELEBRAZIONI, ALLA PRESENZA DI POLITICI, SINDACALISTI, INTELLETTUALI BRASILIANI E STRANIERI ALLA PAGINA http://www.mst.org.br/mst/pagina.php?cd=6310

giovedì 26 febbraio 2009

Ferma posizione dei Popoli Indigeni centroamericani contro le industrie estrattive ed elettriche.

Mapuexpress
In Guatemala, a Iximulew, nei giorni 18, 19 e 20 di febbraio 2009, rappresentanti di organizzazioni Indigene Centroamericane (México, Panamá, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua) si sono riunite per discutere e analizzare la situazione dei territori indigeni rispetto le imprese estrattive e mega dighe.
Come pure sui metodi unilaterali e le politiche nazionali che i governi hanno adottato e sostenuto indiscriminatamente, con il conferimento di licenze per l’esplorazione e lo sfruttamento delle risorse naturali e delle risorse del sottosuolo nelle loro terre e territori, mettendo in serio pericolo la vita, la continuità e l’esistenza della stessa madre natura, dei popoli indigeni e delle comunità locali.
Di seguito la dichiarazione finale.

Declaración de IXIMULEW

Los Pueblos Indígenas frente a las Empresas Extractivas y Mega-represas
Los pueblos indígenas y comunidades locales de Mesoamérica representados a través de sus organizaciones, abajo firmantes, reunidos en Iximulew (Guatemala) los días 18, 19 y 20 de febrero de 2009, para discutir y analizar la situación de los territorios indígenas frente a las empresas extractivas y mega-represas, así como las formas unilaterales y las políticas nacionales que los gobiernos de la región, han adoptado e implementado indiscriminadamente, con el otorgamiento de licencias para la exploración y explotación de los recursos naturales y los recursos del subsuelo en nuestras tierras y territorios, afectando seriamente la vida, la continuidad y la existencia misma de la madre naturaleza, de los pueblos indígenas y las comunidades locales.
Ante el riesgo inminente de destrucción de nuestro patrimonio natural y cultural, manifestamos a la opinión pública nacional e internacional, y a las autoridades gubernamentales de la región mesoamericana, lo siguiente:

•Primero, rechazamos las políticas sobre exploración y explotación de los recursos naturales y del subsuelo, principalmente por las aceleradas y arbitrarias medidas adoptadas por las autoridades nacionales, que violan los procesos de consulta y el consentimiento previo, libre e informado de los pueblos indígenas, frente a sus prioridades de desarrollo y han puesto en riesgo la vida, los bienes naturales, los recursos hídricos, la biodiversidad y los derechos sobre las tierras, territorios y recursos de los pueblos indígenas y comunidades locales.

•Segundo, exigimos de manera urgente a las autoridades nacionales, la aprobación de la moratoria y suspensión de licencias y operaciones mineras, hidroeléctricas, petroleras y otras empresas extractivas que se están ejecutando en aquellos sitios o territorios indígenas o comunidades locales, hasta que se cuente con nuevas leyes nacionales y políticas más coherentes con la protección del medio ambiente y los recursos naturales, así como con la vigencia y el respeto a los derechos de los pueblos indígenas y ¡a seguridad jurídica de sus territorios.

•Tercero, garantizar la participación plena y efectiva de los pueblos indígenas y de las comunidades locales en la revisión y reforma a las legislaciones nacionales y políticas sobre exploración y extracción, que contemple entre otros, los siguientes elementos:
Procesos participativos de reforma a las leyes y políticas nacionales sobre industrias extractivas y mega-represas: minería, petroleras e hidroeléctricas, entre otras, incluyendo el proceso de descentralización administrativa, que permita a los gobiernos locales y comunidades indígenas, tomar sus propias decisiones.
Realización de una Evaluación Ambiental Estratégica Independiente, que defina las zonas en las cuales no deberá desarrollarse la industria extractiva y mega-represas, incluyendo las cuencas hidrográficas y zonas de recarga hídrica, y principalmente las tierras y los territorios indígenas.
En aquellos casos en los cuales existen proyectos de exploración y extracción en ejecución, deberán realizarse evaluaciones periódicas que verificando los daños, se proponga la suspensión inmediata de estos proyectos; asegurando procesos de reparación y restitución.
Definición de mecanismos que garanticen la consulta y la participación plena y efectiva de los pueblos indígenas y las comunidades locales en la toma de decisiones, así como alcanzar su consentimiento previo, libre e informado ante proyectos que se desarrollen en sus territorios.

• Cuarto, exigimos a las autoridades nacionales y organismos regionales intergubernamentales parte del Sistema de la Integración Centroamericana SICA y los organismos financieros internacionales, la adopción de políticas y estrategias a nivel de la región Mesoamericana de programas e iniciativas que beneficien y respeten los derechos de los pueblos indígenas y las comunidades locales, sin afectar su buen vivir y sus propias formas de gestión, desarrollo e identidad.

Finalmente, nosotros los pueblos indígenas de Mesoamérica, instamos a la opinión pública a apoyar las demandas y luchas, a fin de determinar y hacer visible los grandes daños y costos ambientales, económicos, sociales y culturales, que las empresas extractivas y mega-represas realizan en nuestros territorios y que han generado más desigualdad y extrema pobreza, así como división entre nuestros pueblos, de igual manera a visibilizar los escasos beneficios que están dejando y dejarán a los países en las actuales condiciones legales y contractuales.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!