Narr_Azione dal basso... di Marco
Narra la leggenda che un giorno una famiglia di queste zone fu inviata a raccogliere acqua dalle sorgenti del vulcano Popocatepetl, e che sulla via del ritorno il recipiente con cui era trasportata si ruppe e dall’acqua sparsa nacque il Cerro Pelon.
E’ dalle falde di questa montagna che ancora oggi i pueblos e le comunita’ a sud di Cuernavaca, nello stato di Morelos, attingono acqua per i propri bisogni domestici e agricoli. Ed e’ da una delle sorgenti ai piedi del Cerro Pelon, la Chiuahuita, che Don Saul rappresentante del Consejo de pueblos de Morelos inizia il racconto delle lotte che le comunita’ locali stanno portando avanti in questa valle a sud di Citta’ del Messico.
Il Consejo de Pueblos de Morelos
Giusto due anni fa’ nasceva a Xoxocotla, un pueblo di quasi 40.000 abitanti a sud di Cuernavaca, il Consejo de Pueblo de Morelos. In questo villaggio si riunirono numerosi pueblos, abitanti e organizzazioni sociali dello stato di Morelos decisi ad organizzarsi in difesa dell’acqua, della terra e dell’aria. Nei giorni 28 e 29 luglio del 2007 piu’ di 700 persone provenienti da 48 comunita’, pueblos e quartieri urbani, accompagnati da rappresentati di organizzazioni sociali e accademici di diverse istituzioni, hanno discusso su come organizzarsi per difendere i propri territori e le relative risorse naturali dall’aggressione indiscriminata delle multinazionali del turismo e di un economia vorace, spesso collusa con il potere politico e le sue appendici, i partiti, da cui si tengono a distanza. Da questi due giorni, organizzati intorno a sei tavoli di lavoro (difesa dell’acqua, urbanizzazione, autonomia dei pueblos, rifiuti, boschi e aree naturali protette, terra) sono uscite una serie di denuncie e di proposte politiche raccolte nel Manifesto dei popoli di Morelos (www.13pueblos.com )
La delegazione di Ya Basta!
Abbiamo conosciuto Don Saul a giugno di quest’anno, durante il suo giro in Italia ospite dell’associazione Yaku di Trento insieme a Francesco Taboada Tabone regista del documentario “Los 13 pueblos de Morelos” e Fernanada Robinson, fotografa. A giugno sono stati ospiti al Festival di Radio Sherwood, dove e’stato proiettato il video inchiesta che spiega come “lo stato di Morelos attrasse i sui primi abitanti piu’ di due mila anni fa per la ricchezza e la diversita’ naturale. Negli ultimi anni, Morelos e’ stato vittima di una crescita selvaggia che minaccia le sue risorse naturali. Oggi, i discendenti dei primi abitanti della zona si vedono obbligati a organizzarsi in un movimento chiamato 13 pueblos per difendere la terra, l’acqua e l’aria. Questo documentario ritare la lotta del movimento per salvare le sorgenti e impedire la costruzione di una discarica a Loma de Mejia , una zona di doline e acquiferi. E’ la cronaca di una lotta che inizio’ nel 1910 con la Rivoluzione Messicana e que sta per ripetersi nel 2010”.
E’ stata in occasione della loro visita in Italia che ci e’ giunto l’’invito a visitare questo territorio.
Una piccola delegazione della carovana estiva di Ya Basta! “presenza/attiva” ha raccolto l’invito, raggiungendo Cuernavaca il 28 luglio. In 5, siamo stati accolti calorosamente, e dopo aver assistito ad una conferenza stampa del Consejo de los pueblos de Morelos, tenuta da Don Saul, siamo stati accompagnati al primo dei tre appuntamenti previsti.
Lungo la strada per Xoxcotla ci siamo fermati in una localita’ chiamata Tetecalita. Qui Don Saul ci ha illustrato una delle problematiche che los 13 pueblos soffrono maggiormente, l’espansione incontrollata della citta’ di Cuernavaca. Soprannominata la “citta’ dell’eterna primavera” per il suo clima favorevole, negli ultimi anni ha conosciuto un’espansione edilizia notevole. Si tratta di costruzioni a volte non piu’ grandi di 24 metri quadrati, tutte uguali e disposte in fila in grandi blocchi territoriali. Visti dall’autostrada su cui siamo stati accompagnati, la sensazione e’ quella di grandi prigioni le cui celle sono le unita’ abitative. Sono alloggi che le agenzie immobiliari e le ditte costruttrici vendono soprattutto agli abitanti di Citta’ del Messico, a una ora di macchina, che vengono qui per le vacanze o piu’ spesso per il fine settimana. L’impatto ambientale e’ enorme. Queste nuove zone residenziali vengono costruite lungo i fianchi delle colline o in vallate vicene a corsi d’acqua con il risultato di deforestare il territorio o di inquinare le falde acquifere che servono la vallata. O nel migliore dei casi di abbassare in maniera notevole il livello dell’acqua. Spesso le costruzioni vengono realizzate in zone dichiarate protette o in territorio agricolo senza cambio di destinazione d’uso. La speculazione la fa da padrona spesso con la complicita’ del potere politico.
Qui a Tetecalita Don Saul ci mostra una delle vittorie ottenute dai 13 pueblos con l’aiuto del Consejo. I lavori di costruzione di una di queste espansioni edilizie sono state bloccati a seguito delle lotte degli abitanti di queste comunita’. Era prevista la costruzione di 2000 unita’ abitative in una zona dove la popolazione totale arriva a 5000 persone divise tra le comunita’ di Tetecalita e di Temimilcingo. Una violenza ambientale e sociale incredibile, che avrebbe stravolto la vita e i ritmi contadini degli abitanti della zona e provocato l’inquinamento delle sorgenti d’acqua. Ed e’ proprio ad una di queste che don Saul e gli attivisti locali ci accompagnano: alla sorgente Chiahuita, fonte di vita, storia e cultura contadina per circa 100.000 persone.
La sorgente si trova circondata da enormi serre dove vengono coltivati fiori a livello industriale. Gli agenti chimici utilizzati nella produzione naturalmente finiscono nei fiumiciattoli che si riversano in quello principale proveniente dalla sorgente, che raggiungiamo attraverso un cammino nella vegetazione. Lo spettacolo e’ entusiasmante: i colori e l’atmosfera che l’acqua crea uscendo dalle rocce induce gioco forza al contatto, a berne un po’. Meno entusiasmanti sono le storie che Don Saul ci racconta insieme agli altri attivisti, che non sono tutti della zona ma anche di altri pueblos dello stato, come ad esempio di Hueyapan, al nord ma i cui problemi sono simili. E che saputa della nostra presenza sono venuti a conoscerci. Ci raccontano che qui i loro nonni o padri hanno partecipato all’avventura di Emiliano Zapata, hanno difeso la loro terra e la loro acqua e che continueranno a farlo per i loro figli.
Una delle eridita’ di quella lotta abbiamo la possibilita’ di vederla raggiungendo Xoxocotla. Qui l’acqua non e’ gestita ne’ da imprese private ne’ da entita’ pubbliche, qui l’acqua e’ gestita in maniera comunitaria e assembleare. Tutto cio’ che riguarda la gestione di questo bene comune viene discusso a livello comunitario. Da quando hanno ottenuto la possibilta’ di gestire l’acqua in questa forma, i risultati sono stati notevoli: miglioramento delle infrastrutture, aumento del numero degli utenti, fino all’acquisto di una cisterna che permette di rifornire d’acqua potabile le zone dove ancora questa non arriva. Il modello sviluppato a Xoxocotla ha permesso a Don Saul di essere ospite financo al seminario internazionale Agua: bien comun, gestion publica y alternativas svoltosi a Cochabamba, Bolivia, nell’agosto del 2008. Sara’ per questo che suonano strane le nostre parole che raccontano di come l’acqua in Italia sia in corso di privatizzazione o gia’ privatizzata, come nella provincia di Latina laboratorio della gestione privata e della resistenza (ad Aprilia 6000 famile non pagano l’acqua alla ditta privata ma continuano a farlo al comune)
La mattina inizia presto, troppo per alcuni di noi. Siamo ospiti di una piccola quanto strana radio, che trasmette dal campanile della chiesa utilizzando 4 megafoni direzionati ai 4 punti cardinali e collegati ad un amplificatore e questo al pc portatile del parroco locale, seguace della teologia della liberazione. Si chiama Radio Xokotl, che in lingua Nahuatl significa prugna, il frutto locale. Tra un disco e un sermone che assomiglia piu’ ad uno dei nostri volantini di collettivo, salutiamo gli abitanti del pueblo e gli facciamo i nostri migliori auguri perche’ il loro progetto di costruire un centro culturale dove recuperare l’idioma Nahuatl e migliorare la radio, abbia fortuna.
Da Xoxocotla ci spostiamo a Temixo, dove ci aspettano altri compagni membri del Consejo che ci portano a Loma de Mejia. E’ l’ultima tappa della nostra visita. Qui le comunita’ sono in lotta per la chiusura di una mega discarica. E ospiti di don Elio portiamo i saluti di un’altra comunita’ in lotta contro la costruzione di una discarica: la comunita’ resistente di Chiaiano.
Don Elio e’ l’ultimo dei contadini della zona che ha resistito alle “pressanti” richieste di vendere la sua terra per far spazio alla discarica di Loma de Mejia. Attraverso i suoi campi arriviamo alla discarica, in funzione da pochi mesi ma gia colma e male odorante. Costruita in zona protetta e archeologica, la ditta costruttrice in combutta con alcuni deputati statali ha realizzato questro mostro ecologico su alcuni acquiferi di ricarica dei pozzi delle comunita’ sottostanti e su un terreno estremamente poroso facilmente infiltrabile dal percolato prodotto dallo stoccaggio dell’immondizia. La valutazione di impatto ambientale e’ stata falsificata, tanto che alcuni dei tecnici che vi avevano partecipato hanno denunciato pubblicamente la cosa, ma senza ottenere risultati. Torniamo verso la proprieta’ di don Elio, la nostra visita finisce qui ma non prima di essere accompagnati alla sorgente d’acqua Tilapena, scendendo lungo uno dei costoni della collina dove al fondo scorre un fiumiciattolo che alimenta d’acqua la vallata sottostante. E’ una delle sorgenti e uno dei fimiciattoli che la discarica sta minacciando. Qui troviamo resti di offerte e di cerimonie. La tradizione dei popoli di queste vallate ancora rende omaggio ad uno dei beni comuni piu’ importanti della terra, l’acqua, perche’ difendendo lei si difende la vita.
Ci accomiatiamo dai nostri ospiti, da Francesco e Fernanada, torniamo a Cuernavaca e daqui a citta’ del Messico. Ma prima la nostra piccola delegazione si concede ad una birretta leggera e rinfrescante. Sono stati due giorni intensi ma ricchi di incontri scambio e solidarieta’, la giusta carica prima di arrivare in Chiapas.
Un secolo dopo il passaggio di Emiliano Zapata per queste incantevoli terre, dove fisso’ il suo quartier generale, la “lucha sigue”: TIERRA O LIBERTAD!
Per Ya Basta! Marco.
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