mercoledì 7 ottobre 2009
Turchia, uomo muore durante le proteste contro il forum dell'Fmi
La catena "Haberturk" ha riferito che l'uomo e' deceduto quando la polizia e' intervenuta con i gas lacrimogeni per disperdere i contestatori nella strada pedonale di Istiklal. Per i disordini sono stati arrestati un centinaio di manifestanti. La polizia e' intervenuta con i cannoni ad acqua dopo che un migliaio di militanti di sinistra, sindacalisti e studenti universitari si erano radunati nella centrale piazza Taksim.
I disordini sono scoppiati quando un gruppo di 300 manifestanti ha lanciato alcune molotov nel tentativo di sfondare il cordone di polizia e raggiungere la vicina sede dei lavori. I contestatori hanno anche distrutto le vetrine di quattro banche e di un supermercato. Gli agenti hanno inseguito i manifestanti lungo la strade pedonale Istiklal e nei disordini un poliziotto ha sparato almeno un colpo di pistola in aria. Prima degli scontri, la manifestazione si era svolta pacificamente per mezz'ora con slogan come "Fuori il Fondo monetario dalla Turchia" o "Fondo monetario a casa". In un'altra manifestazione all'universita' Bilgi e' stato srotolato uno striscione con la scritta "Fondo monetario vattene, stai rubando i soldi".
Le forze di polizia sono intervenute mentre la folla cercava di penetrare all'interno della sala della riunione.
Gli arresti sono stati portati a termine dopo che gli agenti di polizia hanno disperso la folla che provava ad accedere al luogo dove si stavano tenendo i lavori dell'assemblea. I rappresentanti dei sindacati e dei partiti di sinistra si sono uniti in diversi punti del distretto di Beyoglu e circa mille persone hanno marciato fino alla piazza centrale di Taksim da dove hanno provato a irrompere nella riunione delle due organizzazioni create a Bretton Woods nel 1944.
Tratto da:
PeaceReporter
Terrabusi - Kraft reprime i lavoratori in Argentina
Nello stabilimento di Kraft Foods Argentina Sa (ex-Terrabusi) , situato a 35 km da Buenos Aires (Capitale Federale) in località General Pacheco, lavoravano circa 3600 operai/e (in maggioranza operaie).
Tutto è cominciato il 3 luglio 2009 con una fermata dal lavoro quando, in piena emergenza sanitaria nazionale per la Gripe A (H1N1), le/i lavoratrici/ori, attraverso i propri delegati sindacali, chiedono all'azienda misure di igiene (disinfestazione della fabbrica in seguito a numerosi casi di influenza). L'azienda risponde chiudendo l'asilo aziendale senza al contempo dare permessi retribuiti ai genitori che non sapevano a chi affidare i propri figli. Inoltre non vengono rispettate le disposizioni del Ministero del Lavoro che, dopo il tavolo di conciliazione obbligatoria, imponeva all'azienda di concedere permessi di malattia alle persone con problemi respiratori e di pagare alle mamme i giorni di licenza.
Il giorno seguente alla scadenza dei termini della conciliazione obbligatoria vengono licenziate 162 persone, con il chiaro intento da parte dell'azienda di liberarsi dei soggetti più sindacalizzati per iniziare una ristrutturazione aziendale che prevede, tra l'altro, il passaggio dei turni da otto a dodici ore di lavoro al giorno e la chiusura dell'asilo e della mensa aziendale. Per protesta le/gli operai/e occupano una parte della fabbrica e la produzione si ferma grazie anche all'appoggio delle/i lavoratrici/ ori che hanno mantenuto il posto di lavoro. Il sindacato CGT (l'unico sindacato riconosciuto ufficialmente dal governo nazionale) si schiera contro le rivendicazioni operaie sostenendo che “il conflitto è ideologizzato” (Hugo Moyano, segretario general CGT). L'occupazione della fabbrica dura per quaranta giorni, ma l'impresa non vuole negoziare in nessun modo la riassunzione dei licenziati, che ricevono invece la solidarietà di intellettuali, studenti e altri operai (tra cui quelli della ex Zanon, ora Fa.Sin.Pat.) . Il 25 settembre 2009, per ordine del giudice Ricardo Costa, la fabbrica viene sgomberata dalla polizia con l'utilizzo di cani, cavalli e proiettili di gomma; il bilancio è di dodici feriti e 70 arrestati. La fabbrica si converte in un commissariato di polizia, nel quale le/gli operai/e sono trattenute/i per diverse ore e in cui non è permesso l'ingresso ai loro avvocati.
Ci siamo chiesti come fare per solidarizzare con le compagne e i compagni di Kraft-Terrabusi, e abbiamo pensato che magari alla Kraft Foods Company non farà piacere ricevere da varie parti del mondo una mail come questa. Pertanto vi chiediamo di copiare il testo seguente (versione inglese) su una nuova mail, mettere come oggetto "Solidarity with Kraft-Terrabusi workers", firmarlo con nome cognome e paese di provenienza e inviarlo a: consumers@kraft. com
Tradotto da Jorge Centurion
To: Kraft Foods Company
Dear Sirs,
By this I would like to inform you that I am aware of the events
occurring at your local site Kraft-Terrabusi (3200 Harry Ford, General
Pacheco, Buenos Aires, Argentine Republic).
I am outraged by the anti-union and non-democratic practices
undertaken by the management of your Company. I hereby inform you that
I will be actively undertaking the following actions:
1) monitoring of the enforcement of union rights at yout local site;
2) boycotting your products until the conflict at the ex-Terrabusi
site will be settled in agreement with the decisions of the delegate
Assembly, which has been rightfully elected by the workers before July 2009;
3) making information on your labor practices available to the largest
public possible.
Yours sincerely,
traduzione:
Comunico che sono a conoscenza di quello che sta succedendo presso il vostro stabilimento Kraft-Terrabusi sito in Harry Ford 3200, General Pacheco, Provincia di Buenos Aires, Repubblica Argentina.
Sono indignata/o per la condotta antisindacale e antidemocratica della vostra azienda, pertanto mi impegnerò attivamente a:
Monitorare il rispetto dei diritti sindacali all’interno dei vostri stabilimenti;
Boicottare i vostri prodotti fintanto che il conflitto della exTerrabusi non sarà risolto secondo quanto richiesto dall’assemblea dei delegati legíttimamente eletta dai lavoratori e dalle lavoratrici del medesimo stabilimento prima del luglio 2009;
Diffondere quanto più possibile informazioni sul vostro operato all’interno dei vostri stabilimenti.
Altre informazioni www.vientosdelsur. org
Più di 500, 40, 30, 20, 10 anni dopo
ALLERTA ROSSA E CHIUSURA CARACOLES
BOICOTTA TURCHIA
Viva EZLN
La lucha sigue!