Ultima ora: Ben Ali ha parlato in televisione dando ordine di non sparare sulla folla, afferma di non volersi ricandidare e ha promesso la riduzione dei prezzi di pane, zucchero e latte. Da giorni la Tunisia è attraversata da proteste di piazza che hanno provocato decine di morti. Nella nottata il blocco ai siti internet viene disattivato. Oggi, nel giorno della preghiera, si capirà se questo basta per far tornare la calma nel paese.Oggi (ieri per chi legge) la polizia ha sparato anche nel centro di Tunisi la polizia, come raccontano vari testimoni ed anche la Tv araba 'al-Arabiya'.
Gli scontri incentro sarebbero scoppiati quando i manifesanti hanno cercato di andare verso la Medina. Sarebbero intervenute le forze speciali, mentre agenti in assetto antisommosa hanno circondato alcun quartieri e bloccao intere zone.
Si parla anche di scontri con morti e feriti nel resto del paese.
Si attende per oggi il discorso di Ben Ali che dovrebbe confermare l'ordine di abbassare i prezzi.
Ma la richiesta della protesta è molto più ampia della sola riduzione dei prezzi, si chiede infatti un cambiamento della politica economica e l'allargamento degli spazi di democrazia.
Le agenzie internazionali parlano anche di una cittadina svizzera ed un cittadino francese tra le vittime.
Di fronte a queste notizie da Parigi il governo francese ha dichiarato, per bocca del Primo Ministro Francois Fillon di essere "estremamente preoccupato" ed ha "sollecitato con urgenza tutte le parti in causa a dare prova di moderazione" e "a scegliere la via del dialogo". Fillon ha quindi sottolineato che "non si può proseguire con questo uso sproporzionato della violenza", riprendendo la condanna espressa ieri dall'Unione Europea.
La protesta in corso affonda le sue radici nella richiesta di un cambiamento profondo nella società tunisina.
APPROFONDIMENTI
Segnaliamo due contributi per capire quello che sta succedendo: un documentario, "Le Le combat pour la dignité" proposto sal sito Fortress Europe e l'intervento di Sihem Benzedrine a PeaceReporter.