mercoledì 26 gennaio 2011

Messico - Addio degli indios a don Samuel.

di Hermann Bellinghausen

Don Samuel Ruiz riceve l’omaggio più gradito: quello degli indios
È interminabile il fiume di persone che sfilano davanti al feretro del Tatic Samuel Ruiz García. In migliaia, di ogni età e condizione sociale, vogliono vederlo per l’ultima volta. È molto probabile che tutti l’abbiano conosciuto, o almeno visto di persona, e forse toccato.
Dall’alba, quando sono arrivati suoi resti nella cattedrale, buona parte della popolazione di questa città è venuta a vederlo. Si sono visti ex funzionari di diversi governi. Gente arrivata di altri stati. E molti indigeni. Prima dai municipi vicini come Zinacantán e San Juan Chamula. Poi San Andrés, Huixtán, Altamirano, Amatenango del Valle, Comitán. E poi Salto de Agua, Sabanilla, Palenque. Un fiume di gente scossa. Alcuni accarezzano il vetro che copre la bara, lo baciano o dicono qualcosa a voce bassa, nient’altro per il Tatic.
Hanno officiato le celebrazioni religiose i parroci chiave nella costruzione della chiesa indigena, che è il lascito sociale, e non solo religioso, di Ruiz García. Si sono convertiti vivendo nelle parrocchie di Simojovel (Joel Padrón), Tila (Heriberto Cruz Vera), Miguel Chanteau (Chenalhó), Gonzalo Ituarte (Ocosingo). Una generazione di preti politici: chi non incarcerato, espulso dalla Migrazione, minacciato dagli allevatori o calunniato sui media locali.

Dopo il Seminario/Meeting Uniti contro la crisi - L'ambizione dell'alternativa


Marghera - Seminario Meeting Uniti contro la crisidi Luca Casarini, Gianni Rinaldini

Dopo la straordinaria due giorni di Marghera, potremmo lasciarci cullare dalla soddisfazione collettiva che ha invaso i luoghi del meeting, e che ha accompagnato ognuno nel viaggio di ritorno verso casa. Non è mica una cosa da niente, di questi tempi, poter essere soddisfatti di una scommessa politica e culturale che per noi si chiama “uniticontrolacrisi”.
Ma indugiare troppo su “quanto è stato bello” non ci è concesso: sarebbe come premere il tasto della pausa e trasformare un film appena iniziato in una fotografia: bellissima, ma ferma. Sia chiaro, non foss’altro per tutti quelli che si sono dannati per far riuscire tutto al meglio, la prima cosa è essere contenti, felici, di come è andata. Il numero delle persone che sono state “attratte”, e non cooptate o obbligate, a partecipare, è un fatto importante. La qualità di questa presenza, espressa non solo attraverso quasi duecento interventi, ma anche e soprattutto in un modo di stare insieme fondato più sulla pazienza che sulle pretese, animato dalla disponibilità e non sul pregiudizio, ha creato il “clima”. E’ opera di tutti quello che è potuto succedere: di un modo di pensarla, prima, questa occasione di incontro, e di come di essa ci si è collettivamente appropriati poi. Se la “pratica del comune” è innanzitutto “esemplarità” e non linea o modello, va da sé che Marghera segna una tappa di riferimento fondamentale.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!