martedì 17 gennaio 2012

Tunisia - 14 gennaio 2012. Festeggiamenti in prospettiva

Tunisia

da Tunisi un articolo di Carlotta Macera (Anomalia Sapienza/UniCommon) e Med Ali Ltaief

14 Gennaio 2012. Dall'alto della terrazza al decimo piano dell'Hotel International, si ha una panoramica completa della città di Tunisi e dell'Avenue Habib Bourghiba. "Maĥla al- rabī’a... maĥla al-thawra al-tunisiyya tdhom al-jami’a": le voci si sentono chiare anche da lassù " Ma che bella primavera...che bella la rivoluzione tunisina che coinvolge il mondo intero!“I cori sono quelli della Kasbah, che hanno accompagnato questo lungo anno di rivoluzione. Ciò che è strano, però, è che a cantarli questa volta, sia il partito Ennahda. Sono le 10 di mattina e il lungo viale è già gremito di gente, ci sono migliaia di persone.
Ci sono i partiti, le famiglie con i bambini, le donne venute da Regueb che mostrano le foto dei figli martiri, i rifugiati libici di cui tanti procedono con le stampelle, gli attivisti di Amnesty International che sfilano con la bocca serrata da scotch giallo e suonano tamburi, ci sono i tifosi delle squadre di calcio.
Tutti sono in piazza per festeggiare la rivoluzione, il clima sembra sereno, pacifico, disteso, spontaneo. Non si può dire lo stesso per la grande concentrazione di gente davanti al teatro Municipale proprio al centro dell' Avenue. E' il sit-in di Ennahda, sono la maggioranza e sono sicuramente i più organizzati: interventi continui, fuochi d'artificio, ci si scambiano gli auguri, "la rivoluzione è finita..tanti auguri Ben Ali!", una vera e propria festa in pompa magna.
"Il suono è quasi lo stesso...quest'anno sono fuochi d'artificio, l'anno scorso era quello dei lacrimogeni che ti sparavano addosso" Dalì, del movimento artistico di Ahl al-kaf e ex-segretario dell'Uget , mi dona quest'immagine e capisco che non è soltanto a me che non tornano tutti i conti. Sono settimane che i partiti che hanno la maggioranza nella costituente (Ennahdha, C.P.R., Ettakatol) organizzano i festeggiamenti per la rivoluzione. La campagna è stata capillare: pagine e pagine su Facebook che raccomandano a tutti i militanti di essere presenti già dal primo mattino. "Hanno i soldi, sono tutti pagati" continua Dalì. Già dalla notte precedente i centri principali dell'Avenue sono stati occupati. Alle lamentele delle associazioni, dei sindacati e di tutti i "gauchisti" che chiedevano maggiore libertà per poter festeggiare criticamente questa data così importante, è stato risposto dalla polizia di restare tranquilli "per salvaguardare l'ordine pubblico e di andarsene e tornare il giorno dopo" perché "non c'é più bisogno di tensione ora che la rivoluzione è finita, le elezioni si sono regolarmente svolte e siamo tutti pronti a collaborare dalla stessa parte".

lunedì 16 gennaio 2012

Cile - La rivoluzione dei pinguini

di Raul Zibechi


Gli studenti cileni non solo mettono in questione l’educazione che ricevono perché è mercantile ed elitaria, e perché riproduce e approfondisce le disuguaglianze, ma nelle scuole occupate mettono in pratica l’educazione che sognano e per la quale lottano da anni.
“Se i lavoratori possono autogestire una fabbrica, noi siamo in grado di gestire in autonomia il liceo”, butta lì con un sorriso stampato in faccia Christopher, 17 anni, studente del liceo “Luis Corvera Galecio A-90″, nel municipio di San Miguel de Santiago. Il liceo è stato occupato come altri 200 in città, ma il 26 settembre ha deciso di seguire l’esempio dei lavoratori della fabbrica di ceramica Zanon di Neuquén (Argentina), occupata dai lavoratori e rimessa in funzione già da dieci anni.
“In quel momento le cose erano complicate perché l’occupazione si stava indebolendo – riflette Christopher – Sapevamo che non bastava criticare l’educazione che riceviamo e bisognava fare qualcos’altro, ma non sapevamo cosa. Fino a quando siamo venuti a sapere che si teneva un incontro con gli operai della Zanon presso l’Universidad de Chile, siamo andati a sentirte e quando siamo tornati abbiamo iniziato l’autogestione del liceo”.
Con l’autogestione hanno c ominciato a tornare la maggior parte degli studenti, si aggiunse una parte degli insegnanti e si ottenne l’appoggio entusiastico di molti genitori. “Quando vedo i miei figli svegliarsi senza che li debba spingere ad andare a scuola, che vengono con entusiasmo, ho capito che stavano facendo qualcosa di importante, ossia una formazione diversa”, dice una madre nel campo di basket su cui picchia il pesante sole di novembre.
Il personale non docente si è invece rifugiato in una risoluzione del sindacato che li autorizza a non andare a lavorare se non funziona la direzioen della scuola. “I sindacati non lavorano se non c’è il padrone”, ironizza Christopher provocando risate nel cortile. In pochi mesi gli studenti delle scuole superiori hanno imparato di più che in anni di monotone lezioni, prendno l’iniziativa sul corso degli studi, suggeriscono argomenti, arrivano puntuali e sono felici di non dover indossare la divisa da “pinguino” che lo Stato gli impone.
Lo lotta degli studenti è stata uno scossone tremendo per la società cilena. Niente sarà più come prima. Riflettono questa realtà anche i sondaggi. Il quotidiano La Nacion ha posto la domanda “Qual è stato l’evento migliore del 2011?”. Il 63% ha risposto “il movimento ambientalista e quello degli studenti”, contro il solo 17% che ha scelto “la campagna della U”, la squadra di calcio della Universidad de Chile che ha vinto la Coppa del Sud America a fine novembre. Solo il 3% ha detto che il fatto più importante è stato il Premio Cervantes assegnato al Nicanor Parra.  Gli intellettuali più importanti del Cile sono d’accordo con la valutazione del direttore di Le Monde Diplomatique, Victor Hugo de la Fuente: “Gli studenti cileni in cinque mesi di proteste di massa hanno cambiato il volto del paese”. Il Manifesto degli storici va anche oltre, sostenendo che “siamo in presenza di un movimento di carattere rivoluzionario-antineoliberista”, che sta riconsegnando la politica alla società civile e riannodando il “filo spezzato della nostra storia”, interrotta dal colpo di stato del 1973.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!