venerdì 24 febbraio 2012

Spagna - Blocco dei trasporti e scioperi, la Catalogna scende «en la calle»

di Orsola Casagrande
Contro i tagli, in piazza, in tutto il Paese, anche studenti, insegnanti, precari e attivisti del Movimento 15-M. Tutti uniti dallo slogan: «Non siamo nemici» Le minacce contro i lavoratori della municipalizzata dei trasporti di Barcellona non hanno prodotto l'effetto che il governo sperava. A dare man forte tornano anche le assemblee dei barrios.

Le minacce contro i lavoratori del trasporto di Barcellona (Tmb) non hanno prodotto l'effetto che il governo sperava. Lo sciopero di metro e bus annunciato per lunedì, martedì, mercoledì e giovedì prossimi è stato confermato. Non solo. A dar man forte ai lavoratori dei trasporti ci saranno anche le assemblee dei barrios (costole del movimento che occupò Plaza Catalunya lo scorso maggio, sulla scia dell'occupazione madrilena di Puerta del Sol) e lavoratori di altre categorie che già si stanno organizzando per lunedì sera alle 19, quando in Plaza Espana è stata convocata la manifestazione di Tmb. Sono in molti a pensare che la prossima settimana segnerà una nuova fase nel movimento del 15-M, che in questo inverno ha continuato a lavorare soprattutto nei quartieri.

A dare particolarmente fastidio al governo è il fatto che i quattro giorni di sciopero dei trasporti coincidono con il Mobile World Congress, il congresso internazionale per la promozione dei cellulari che si terrà in quei giorni alla Fiera di Barcellona, in Plaza Espana. Il governo teme che i congressisti non riescano a arrivare alla Fiera e per questo sta già approntando un piano di emergenza con trasporti privati. 

mercoledì 22 febbraio 2012

Europa - Francia e nucleare un lavoro a rischio

22mila interinali dei quali 4000 sono 'nomadi' del servizio di manutenzione nucleare.

di Marina Nebbiolo


Sono operai che lavorano nelle imprese prestatarie per EDF (società erogatrice dell'elettricità in Francia) e vivono nelle aree di campeggio in prossimità delle centrali  nucleari. Il loro lavoro consiste nella revisione regolare dei reattori. All'inizio degli anni 90, EDF ha scelto di esternalizzare l'80% delle operazioni di manutenzione delle installazioni nucleari. Gli operai 'nomadi' si spostano in giro per la Francia e anche all'estero seguendo i periodi di ricarica del combustibile atomico nei reattori. Elettricisti, idraulici, saldatori, meccanici, gli interinali sono i più esposti alla contaminazione radioattiva, assorbono l'80% della 'dose' di radiazioni (dal 2006, 20millisievert all'anno) ricevuta dall'insieme dei lavoratori del nucleare. Questa forte esposizione si spiega con l'invecchiamento progressivo delle centrali e lo smantellamento delle installazioni in fin di vita, i lavori di decontaminazione sono quelli a più alto rischio. Le condizioni di  lavoro degli operai del nucleare si sono ulteriormente degradate a causa dell'aumento della soglia di produttività: le centrali si fermavano per la manutenzione dalle otto alle dieci settimane fino agli anni 90, oggi tre-cinque settimane al massimo, la metà. Un delegato sindacale della CGT della centrale EPR di Flamanville dice che "da quando EDF è entrata in Borsa, la priorità la decidono gli azionisti. La logica è qualla di abbassare i costi, a far lavorare meno persone di più e più in fretta, e a mettere le imprese del servizio di manutenzione in concorrenza fra loro (...) il personale è quindi pagato meno in una corsa contro il tempo, non sa dove sarà la settimana successiva e neanche se ci sarà del lavoro.". Precarietà, concorrenza, riduzione dei tempi di intervento regolano i meccanismi di sicurezza delle centrali. A ciò si aggiunge una supervisione del controlli EDF che risulta approssimativa, i gesti tecnici dovuti sono effettuati  da un personale sempre meno competente: possono essere messi in campo contemporaneamente 8 livelli di subappalto dei servizi, alla fine non si sa bene chi  interviene e per quale impresa. Il primo e più urgente degli interventi per la sicurezza è senz'altro quello di eliminare le prestazioni di servizio in appalto.
EDF, uno stato nello Stato

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!