mercoledì 28 marzo 2012

Kurdistan - Curdi arrestati dalla procura di Venezia: anche l’Italia getta fango sul popolo curdo

Comunicato Stampa
E’ con preoccupazione e sconcerto che apprendiamo dell’operazione ordinata dalla procura di Venezia che ha portato a cinque ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti cittadini curdi di cittadinanza turca residenti in Italia con l’accusa di estorsione e di lesioni aggravate dalla finalità di terrorismo. Il comunicato, presente sul sito della Questura di Venezia, parla di un episodio di violenza contro un gestore di kebab, che si sarebbe rifiutato di pagare una “tassa rivoluzionaria” per finanziare la lotta curda in Turchia.

Di nuovo spuntano teoremi e accuse di terrorismo contro un popolo che deve fronteggiare quotidianamente la negazione dei propri diritti e la repressione di ogni espressione pacifica e politica volta alla ricerca di una soluzione negoziata della questione. Uomini e donne che scappano dalla propria terra, chiedono ed ottengono asilo politico in Italia e in Europa perché a rischio nel proprio paese, come abbiamo potuto osservare e testimoniare ancora una volta in occasione dell’ultimo Newroz (il capodanno curdo) la scorsa settimana, vietato dalle autorità turche e represso con violenza spropositata, che ha portato all’uccisione di un giovane politico del BDP a Istanbul, centinaia di feriti e circa 670 arresti.
Tutte le accuse si fonderebbero su intercettazioni telefoniche; il comunicato ufficiale non parla di rinvenimento di denaro né di armi, e lega l’operazione odierna a un’operazione effettuata nel 2010, quando sarebbe stata sgominata un’attività di “indottrinamento” di giovani destinati alla lotta armata, operazione che ha dato luogo finora – da quanto ci è dato sapere – al rinvenimento di libri, video e non certo di armi. Queste operazioni – pubblicizzate con enfasi dalle autorità e riportate in maniera acritica dai mezzi di comunicazione - sembrano campagne pubblicitarie per poter rinsaldare i legami economici fra Italia e Turchia.
Non accettiamo che a fare le spese di queste politiche siano i rifugiati politici curdi.
Ribadiamo la nostra solidarietà con il popolo curdo.

Rete italiana di solidarietà con il popolo curdo, Associazione Senzaconfine, Rete Antirazzista Catanese, Un Ponte per..., Comitato di Solidarietà con il popolo del Kurdistan - SARDEGNA, A.S.C.E. - Associazione Sarda Contro l'Emarginazione, Associazione Azad, Associazione Verso il Kurdistan - Alessandria
Info e contatti: 3498327322; ass.senzaconfine@gmail.com

lunedì 26 marzo 2012

Afghanistan - La Kabul di oggi è un film dell'orrore

Non avrei mai pensato di trovare un luogo più tremendo della «Green zone» di Baghdad, mi sbagliavo. A Kabul la zona delle ambasciate è diventata un luogo infernale.
Girando tra i vari corridoi creati con i lastroni di cemento che la globalizzazione ha reso familiari in tutti i luoghi di conflitto, sembra di essere sullo scenario di un film dell'orrore. Dove gli unici segni riconoscibili sono le targhe delle ambasciate. Alcune sono appena state costruite, come quella indiana, tutta laminato (almeno appare tale da lontano) grigio argentato con cupole di vetro, che molti ritengono non dureranno a lungo (nel senso che potrebbe essere il facile obiettivo di un attentato).Del resto questa bunkerizzazione non garantisce la sicurezza, spesso ci sono scontri nelle zone limitrofe. Una zona militare con muraglioni coperti di rotoli di filo laminato si estende su due lati di una delle strade che attraversano la zona. Le macchine non possono entrare e quelle che lo possono fare devono continuamente superare sbarre controllate da militari.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!