Era il 14 febbraio 2011, giorno in cui la maggioranza sciita ha iniziato a protestare contro il governo sunnita, in Bahrain. Da quel giorno non c’è stata pace.
Non se ne parla molto ma ci sono stati un numero imprecisato di morti, scontri in piazza, il solito vago numero di persone scomparse nel nulla, ecc..
Questo video è solo di qualche giorno fa, ma spiega bene lo stato delle cose. Ce ne sono tantissimi come questo, in rete. Certo, molti sono di qualità scadente, altri poco nitidi, ma questo è solo un altro aspetto che ci spiega che regime è quello del Bahrain. Controlla tutto.
Reportage ce ne sono stati diversi invece, come questo che vale la pena vedere, che è postato sulle pagine di www.nena-news.globalist.it, uno dei pochi siti di informazione che si occupa ancora di Medio Oriente.
Tra qualche settimana, domenica 22 aprile, in questo Paese si svolgerà il Gran Premio di Formula 1.Bernie Ecclestone, il capo indiscusso del circus sta svolgendo ancora in questi giorni incontri con i diplomatici del Paese per capire se ci sono rischi nell’organizzazione di questo evento. Rischi? Mi sembra esagerato, Bernie..
La popolazione ha capito che questa potrebbe essere un’opportunità per fare conoscere al mondo quanto sta accadendo da quelle parti e sta facendo di tutto per fare saltare l’appuntamento. Un ragazzino di 12 anni è morto a fine marzo di quest’anno in una di queste manifestazioni. Soffocate con il sangue. Freddato da un colpo di arma di fuoco, non da un proiettile di gomma, sparato dagli agenti sauditi per disperdere la folla. E badate, soldati sauditi.