Il 3 luglio sono state assassinate tre persone nella provincia di Celendín, Cajamarca.
Non si è trattato di una manifestazione contro il progetto minerario Conga, ma di una dimostrazione dei lavoratori edili che non erano stati pagati dal municipio.
In un’occasione precedente, quando c’era stata una marcia anti-miniera, un gruppo di provocatori al servizio del sindaco, fervido sostenitore della miniera, aveva cercato di spingere la marcia della gente indignata di fronte al comune. L’intenzione dei provocatori era quella di scagliare delle pietre contro la facciata, cosa che sarebbe stata poi imitata dai manifestanti, e in questo modo la repressione sarebbe stata più semplice.
Ma il portavoce della marcia, resosi conto della manovra provocatoria, aveva deciso di non guidare la manifestazione nella via del municipio e i provocatori, irritati, si erano ritirati.
Purtroppo il 3 luglio i provocatori hanno ottenuto ciò che volevano, a causa dell’inesperienza dei lavoratori. Hanno cominciato l’attacco ai locali municipali e la polizia ne ha approfittato per assassinare tre persone e ferirne altre venti. Sono stati feriti anche 3 poliziotti, con ferite da arma da fuoco secondo il premier Valdés, ma causate da pietre secondo i medici che hanno prestato soccorso.
Alcuni giorni prima, un ministro aveva convocato i sindaci di Cajamarca per una riunione dove si sarebbe trattato il tema delle opere di sviluppo. Dopo la riunione, alla quale si era presentato anche Humala, il governo aveva informato che i sindaci si erano riuniti per manifestare il loro appoggio al progetto Conga: questo è stato poi smentito con indignazione dal sindaco di Cortegana (un distretto di Celendín) Marino Vásquez, che ha spiegato di essere stato scelto dagli abitanti del suo paese per difendere l’acqua e la vita e di voler rispettare questo incarico.