Desinformémonos del lunedì

Reportajes Internacional

Contra viento y fuego: dos años de primavera estudiantil en Chile

Oleg Yasinsky

Reportajes México

A dos años de la masacre de San Fernando, los migrantes en México siguen en la mira de las mafias

Amaranta Cornejo Hernández y Sergio Castro Bibriesca

Investigadores del INAH por la legítima defensa del patrimonio histórico de México

Sofía Sánchez

Calzado Sandak: un zapatazo al derecho de huelga en México

Adazahira Chávez

Panamédica: salud solidaria bajo ataques partidistas

Jaime Quintana Guerrero y Carolina Bedoya Monsalve
Foto: Zoe Garcia y Xinema Vogler

Reportajes Internacional

En suelo estadounidense, la lucha por la paz en México

Paul Imison
Traducción: Adazahira Chávez

En el Cauca “nos han trasladado una guerra que no nos pertenece”

Carolina Bedoya y Jaime Quintana

Conserjes que limpian edificios de millonarios se preparan para la huelga en San Francisco

David Bacon
Traducción: Sergio Adrián Castro

El salvaje copyright en las Olimpiadas: Un panadero es obligado a no vender sus panes en forma de aros

Lionel Maurel (Calimaq)
Traducción: Arthur Lorot

Los Nadies

En Chile, “¿por qué tanta represión contra los estudiantes?”

Testimonio de Elías Josué Zúñiga, estudiante chileno

Imagina en Resistencia

El cine porno femenino: una declaración política y una apuesta por el placer

Isabel Cervantes y Arthur Lorot

Fotoreportaje

En Australia: Las fronteras nos cruzan a nosotros

Exposición organizada por el colectivo Cross Border
Texto: crossbordersydney.org / Traducción: Adrián Castro
Música: “77 %”, The Herd
Producción: Desinformémonos

Video

No se rinden los estudiantes en Chile

Realización: OPEL Prensa

Audio

72 migrantes: voces e historias que se resisten a morir

Audios: Radio UNAM
Realización: Desinformémonos

Grecia - Una domenica pomeriggio a Patrasso (o come la società greca resiste al razzismo)

di Telòni Dòra-Dimitra Ricercatrice associata dell’Istituto Universitario Tecnico di Patrasso (TEI Pàtras)

Intorno alle 7 di sera fa molto caldo, mi fermo al mini market del mio quartiere, a Zavlàni, e mi metto a parlare con la proprietaria quando all’improvviso si sentono delle voci “avranno accoltellato qualche migrante...”, commenta lei turbata...

Fortunatamente non è così...però... un migrante del Bangladesh si trova steso su una sedia e tiene le mani sugli occhi, soffre, intorno a lui ci sono i suoi connazionali impauriti e preoccupati. Poco fa due uomini in macchina si sono fermati al semaforo vicino alla zona Kurtèssi, se ho capito bene, e gli hanno spruzzato sugli occhi qualche sostanza chimica irritante. Lo hanno portato di fronte al mini market i suoi amici, che abitano in questa zona, e sono venuti a chiedere aiuto. Il ragazzo soffre e il quartiere si mobilita subito, vedo delle donne e degli uomini che arrivano, li sento dire: “Chiamiamo un’ambulanza, chi è stato?”

“Saranno quelli là, i fascisti”. Quando affermo che a Patrasso siamo ormai pieni di fascisti, un uomo mi risponde a voce bassa: “Che c’è da dire figlia mia, ormai abbiamo paura che anche il nostro vicino di casa sia uno di loro”.

Una signora si avvicina e dice: “Ma che hanno combinato a questi ragazzi? Non si vergognano proprio questi vermi, picchiano dei poveri ragazzi... come se non bastasse la loro povertà, adesso hanno pure quelli che li picchiano”. Penso che in questo quartiere la gente sa cosa vuol dire povertà e non sfoga la sua rabbia sullo “straniero”. Al contrario di tutti i tentativi dei media di indirizzare la rabbia colletttiva per la nostra povertà contro i migranti, qui sembra che ci siano ancora dei riflessi di solidarietà anzichè di odio.