lunedì 18 novembre 2013

Buon compleanno EZLN e fanno 30

BUON COMPLEANNO EZLN 100 di questi giorni!

zapatista-women-fighter

Non tutti i libri di storia sono uguali. Non tutti i libri di storia diventano testi ufficiali sui quali si studia. Il libro di storia che tratta di movimenti, lotte, rivolte, rivoluzioni, bandit@, brigant@ e partigian@ non è mai diventato un testo ufficiale, anzi forse questo libro non esiste nemmeno ma se esistesse parlerebbe sicuramente del 17 novembre 1983, data di nascita dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.

All’origine erano sei, tre indigeni e tre meticci, il loro sogno era costruire e costituire la più classica delle guerriglie (di matrice Marxista) andando in continuità con la tradizione Sudamericana dal Fronte Sandinista in poi.
La storia ci dice che quella guerriglia non nascerà mai, ma nascerà qualcosa di diverso, quello che il 1 gennaio del 1994 abbiamo conosciuto come EZLN e come movimento di lotta per la dignità ed il riconoscimento dello status “indigeno” e quindi in netta opposizione alla globalizzazione neoliberista.
Ribaltata la logica principe delle guerriglie ovvero di sollevarsi per prendere il potere.
Il potere “Zapatiniamente parlando” è un nemico da combattere e non da sostituire, così come Emiliano Zapata arrivato a Città Del Messico fece l’atto simbolico di non sedersi sulla poltrona del presidente messicano per non farsi corrompere dal gusto del potere gli Zapatisti iniziano la loro lotto per conquistare i diritti e la possibilità di essere se stessi senza sottostare alle logiche omologanti e schiaccianti sia dal punto di vista culturale che “di vita” del neoliberismo.
L’unico esercito al mondo ad avere il 30% di donne al suo interno.
Un esercito che andrà ad imporre dentro le comunità zapatiste la Legge Rivoluzionaria delle Donne .

mercoledì 13 novembre 2013

Cambogia - Lavoratori si scontrano con la polizia nelle proteste contro lo sfruttamento delle multinazionali

Come in Bangladesh chiedono aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro

Alcuni mesi fa il crollo della fabbrica tessile a Dacca con più di 1000 morti, apriva uno squarcio sulle condizioni di super sfruttamento della filiera delle compagnie multinazionali del settore.
Dopo convegni, carte d'intenti firmate in pompa magna, codici etici per le condizioni di lavoro, le proteste in Bangladesh e Cambogia proprio di questi giorni dimostrano come si cerchi di preservare i profitti garantiti attraverso salari da fame e condizioni inumane. I nomi dei brand, nell'infernale ragnatela di appalti e commesse sono sempre gli stessi. Con una mano si firma il codice etico con l'altra si sfruttano migliaia di uomini e donne.
"People before profits" è stato uno degli slogan che hanno accompagnato le proteste pochi mesi fa davanti a company come la Benetton ed altre, che dietro i marchi luccicanti o addirittura economici come la H&M, sono il volto ipocrita del profitto, come denunciano le donne e gli uomini che hanno manifestato in questi giorni tra il Bangladesh e la Cambogia. 
Video su Phnom Penh
Manifestazioni, scontri a Phnom Penh nella giornata di ieri durante le proteste dei lavoratori della SL Garment Processing Ltd., che fornisce famosi marchi come Gal e H&M. Il corteo che si dirigeva verso la residenza del premier Hun Sen è stato attaccato dalla polizia e negli  attacchi è morta una donna ferita da colpi d'arma da fuoco.
La protesta, che dura da alcuni mesi,  ha al centro le condizioni di lavoro imposte nel paese, come in Bangladesh, delle company del settore tessile. I lavoratori che sono scesi in piazza fanno parte di una rete di oltre 500 fabbriche che esportano negli Usa e in Europa.
Le condizioni di lavoro in cui si trovano migliaia di lavoratrici e lavoratori sono quelle salite alla cronaca con il crollo della fabbrica tessile a Dacca: pochi soldi per un lavoro svolto in condizioni nocive.
Una situazione, che a parte le solite dichiarazioni d'intenti quando lo scandalo si fa troppo evidente, affonda le sue radici nel circuito della produzione globale delle grandi aziende, che non esitano a sfruttare in nome dei profitti.
In Cambogia la protesta nasce dalla richiesta di aumenti salariali (sempre se si può definire salario una quantità di denaro tra i 40 e gli 80 dollari al mese) e di migliori condizioni lavorative.
Le stesse richieste che hanno portato in piazza l'altro ieri altri lavoratori e lavoratrici in Bangladesh in particolare a Savar e Ashulia, vicino alla capitale, chiedendo di avere aumenti per arrivare almeno a 100 dollari al mese. Anche in questo caso le manifestazioni sono state attaccate dalla polizia con un bilancio di decine di feriti.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!