giovedì 17 aprile 2014

Messico - Il narcotraffico come pretesto per militarizzare il paese e criminalizzare i movimenti sociali

Intervista a Gilberto Lopez y Rivas, che riflette sulle conseguenze della guerra contro il narcotraffico, le riforme neoliberiste e l'eredità dello zapatismo.


In paesi come il Messico si sta realizzando quello che nei tuoi libri definisci come una forma di occupazione integrale [con l'obbiettivo di inserire i territori dentro i processi di valorizzazione capitalista globali. n.d.t.], che attacca non solo l'ambito economico, ma il politico, l'ideologico, quello delle comunicazioni e i contesti costituzionali e legislativi, attraverso le riforme strutturali neoliberiste apportate alla costituzione.
All'interno di queste strategie di occupazione integrale citi il narcotraffico come una di esse. In cosa consiste esattamente il ruolo del narcotraffico nella ricolonizzazione del Messico?

Gli strateghi statunitensi chiamano guerre asimmetriche quelle che non si danno tra due poteri simili, ma che si danno attraverso nemici diffusi. Il ruolo che giocava precedentemente il comunismo, lo occupano adesso due fantasmi, da una parte il narcotraffico e dall'altra il terrorismo. L'occupazione di paesi richiede pianificare una guerra, ovviamente con attori locali, in questo caso un governo, come quello di Felipe Calderon (2006-2012), che inizia una presunta “guerra al narcotraffico” e, immediatamente, giunge l'ausilio degli USA. In questo senso il narcotraffico non è solo un affare, un'ulteriore corporation capitalista, il suo compito politico è di provocare il terrore attraverso la violenza, e servire come pretesto per militarizzare il paese e criminalizzare tutte le lotte sociali. Giustifica lo spiegamento di un apparato repressivo che serve per il controllo della popolazione, il controllo dei lavoratori ed il controllo dei territori per permettere la penetrazione del capitale.

Quando parli delle riforme costituzionali e le leggi, quali sono quelle che in maniera più profonda hanno danneggiato il Messico?

martedì 8 aprile 2014

Messico - L'anno nero della stampa

Article19 2014
di Andrea Spotti - Osservatorio America Latina - Carmilla
Il rapporto annuale dell'organizzazione Article 19 sulla libertà d'espressione e la violenza contro i giornalisti in Messico
Un’aggressione al giorno. E’ la media delle violenze subite dalla stampa in Messico durante l’anno appena trascorso, considerato uno dei più violenti della storia recente per i giornalisti. Il dato, che indica la sistematicità e la quotidianità delle intimidazioni, è fornito dal rapporto annuale di Article 19, associazione internazionale per la difesa della libertà di espressione. Si conferma così l’allarmante situazione che vivono gli uomini e le donne che cercano di raccontare il Messico militarizzato della guerra al narcotraffico. Una realtà in cui il dovere di cronaca si scontra troppo spesso con gli interessi di autorità, mafie e poteri forti. E dove fare giornalismo in modo critico può voler dire mettere a rischio la propria vita. Il rapporto, presentato lo scorso 18 marzo a Città del Messico, s’intitola “Dissentire in silenzio: violenza contro la stampa e criminalizzazione della protesta, Messico 2013”, e traccia un quadro assai preoccupante dello stato di salute dell’informazione nel Paese. Da una parte, denuncia l’impunità di cui riesce a godere chiunque abbia interesse a silenziare voci scomode grazie alla complicità o all'inazione dei differenti livelli di governo e di potere, e, dall’altra, la decisa tendenza alla riduzione del diritto alla protesta e alla copertura della stessa, in atto su tutto il territorio nazionale e in particolare nella capitale, governata da poco più di un anno dal sindaco di centrosinistra (PRD, Partido Revolución Democrática) Miguel Àngel Mancera.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!