domenica 18 gennaio 2015

Kurdistan - Comandante YPJ: Promettiamo alle donne di tutto il mondo che ce la faremo.


Comandante YPJ: Promettiamo alle donne di tutto il mondo che ce la faremo
Una delle comandanti delle YPJ di Kobanè, Gülistan Kobanî, ha valutato gli attacchi di ISIS sul Cantone, che hanno avuto inizio il 15 settembre 2014, dichiarando:Lo slogan delle YPJ contro questi attacchi è: ‘Anche se dovessero rimanere solo le YPJ, Kobanî non cadrà’. In quasi quattro mesi, le YPJ hanno tenuto fede a questo slogan”.

Ha aggiunto che Kobanî non è caduta e che le YPJ hanno impedito alle bande ISIS di avanzare in ogni area. “Le YPJ hanno dimostrato che né ISIS né qualsiasi altra forza trionferà contro il popolo curdo finché le YPJ sono presenti”, ha affermato.

Kobanî ha ricordato che le YPJ sono state istituite per combattere la mentalità del maschio dominante, e hanno inflitto colpi considerevoli all’ISIS. “La resistenza mostrata dalle YPJ contro le bande selvagge di ISIS ha generato la speranza tra le donne di tutto il mondo”, ha aggiunto.

La comandante delle YPJ ha aggiunto che esse hanno protetto l’onore e l’identità delle donne. “Gli uomini non avevano fiducia nelle donne, ma ciò è stato modificato dalla nostra resistenza. Le donne hanno combattuto eroicamente in prima linea contro l’ISIS, e i combattenti di sesso maschile che lo hanno visto hanno grande rispetto per le YPJ“.

Kobanî ha dichiarato che non hanno mai creduto che Kobanè sarebbe caduta. “Combattenti come Dicle, Delila, Hevi, Nuda e Arin Mirkan si sono rifiutate di lasciar passare il nemico e hanno eroicamente sacrificato la propria vita. Queste compagne sono diventate un simbolo di libertà per le donne curde e per le donne di tutto il mondo”.

“La percezione creata da ISIS è stata distrutta”
Kobanî ha affermato che le YPJ hanno iniziato a essere temute dalle bande ISIS, aggiungendo: “Né l’ISIS, né il freddo ci possono fermare. L’operazione per liberare Kobanè andrà avanti e Kobanè sarà liberata”. Ha concluso dicendo: “La nostra resistenza e lotta continueranno. Promettiamo alle donne di tutto il mondo, a nome dei nostri compagni caduti, che noi trionferemo”.

venerdì 16 gennaio 2015

Messico - E' giunta l'ora

di Gustavo Esteva

Si è chiuso il primo Festival Mondiale delle Resistenze e Ribellioni contro il Capitalismo senza che producesse quel piano per la rivoluzione di lunedì prossimo che alcuni si attendevano. Per loro grande delusione, non è stata data la linea. Tanto meno si sono presi accordi per la prossima marcia, la prossima manifestazione, il festival seguente. Si sono solo intessuti consensi sui piccoli e decisi passi che ancora restano da fare.

Mille e trecento delegati del Congresso Nazionale Indigeno hanno partecipato al Festival, da 34 villaggi indigeni; duemilanovecentoquattro aderenti alla Sexta; duemilacentosessantotto persone da quasi tutti gli Stati della Repubblica (Messicana); settecentosessantasei da 49 paesi. Molti altri hanno seguito a distanza attentamente ciò che succedeva.

Presenti e assenti hanno riconosciuto, insieme al subcomandante Moises, che la cosa più urgente è la verità e la giustizia per Ayotzinapa. Non c'è priorità più grande. “Succede a volte che la storia ci ponga di fronte qualcosa che ci unisce...Ayotzinapa è stato il punto che ci ha unito. Direttamente dai parenti dei 43 abbiamo sentito che Ayotzinapa non è nello stato messicano di Guerrero, ma in tutto il mondo che sta in basso”.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!