Quanto sta succedendo al confine tra Siria e Turchia, dopo la brutale strage di Suruc, costata la vita a 27 ragazzi che si trovavano al Amara Cultural Center, si inserisce in pieno nella contraddittoria situazione, densa di interessi contrapposti che si gioca nell’intero scacchiere dell’area. Intanto la polizia di Erdogan carica ancora i manifestanti, scesi in piazza dopo che nelle proteste contro il massacro della cittadina al confine con Kobane, è stata uccisa Günay Özarslan durante le "operazioni antiterrorismo fatte dal governo che provocatoriamente mette insieme i barbari di Isis e i militanti curdi del PKK.
Segui gli aggiornamenti da Uiki Onlus e gli aggiornamenti in diretta twitter di Ivan Grozny.
"Erdogan e il gioco delle tre carte" di Ivan Grozny
Mercoledì 23 luglio a Dyerbaykir c’era ancora nell’aria l’odore acre dei gas CS che era sera. Come in tutte le città curde di Turchia ci sono state mobilitazioni che hanno visto scendere in strada migliaia di manifestanti sull’onda di quanto accaduto a Soruc dove hanno perso la vita 32 giovani. Domandarsi poi come allo stesso tempo l’indomani lo stesso governo che ha represso brutalmente le manifestazioni decida il via libera a raid aerei contro le postazioni ISIS è quantomeno lecito.
Nella giornata di giovedì le tv turche non hanno fatto che raccontare di questa incredibile svolta, mostrando anche immagini di scontri sul confine che era qualche settimana che veniva presidiato ancora più che di solito dai soldati di Ankara. Circa ventimila uomini di reparti scelti erano stati inviati lì dall’inizio di luglio. Schierati sul confine con la Siria e ora pronti ad entrare in azione. Sono stati arrestati anche due presunti complici degli attentatori del Amara Center, notizia cui i media in Turchia hanno dato molto risalto. Non bisogna mai fermarsi alle apparenze, soprattutto in questi casi. Lasciando da parte le complicate analisi geopolitiche su quanto accade in quest’area, non si può non notare che le vittorie di YPJ e YPG in Rojava preoccupano non poco il governo di Erdogan.