lunedì 4 aprile 2016

Mediterraneo - Tunisia o Italia: una fuoriuscita di petrolio ci riguarda tutti.

E’ di un paio di settimane fa la notizia di una fuoriuscita di petrolio che ha raggiunto le piccolissime e bellissime isole del arcipelago di Kerkennah in Tunisia.
La preoccupazione si era spostata anche in Italia per la salute delle coste e delle spiagge delle Pelagie, provocando lo stato di allerta e l’immediato intervento dell’Area Marina Protetta, per verificare le dinamiche oceanografiche e la possibilità di spostamento del greggio verso l’arcipelago italiano. Alla fine le correnti hanno fatto sì che il danno colpisse solo le spiagge tunisine. 
Correnti nel MediterraneoDunque l’abbiamo scampata, ma veramente?
Oppure in un mare chiuso come il Mediterraneo parlare di un danno solo locale non ha senso?
A rispondere per noi è la combattiva sindaca di Lampedusa.
"L’incidente della Tunisia dimostra tuttavia quanto sia insicura e pericolosa l’attività estrattiva nel Mediterraneo e quanto sia importante salvaguardare l’integrità ambientale e la bellezza del mare delle Pelagie e di tutte le piccole isole del Mediterraneo, dato che appartengono al patrimonio ambientale del Paese e che i loro abitanti traggono sostentamento esclusivamente dalla pesca e dal turismo".
Queste riflessioni sono un motivo in più a pochi giorni dal referendum non solo per andare a votare, ma per convincere tanti altri a farlo. 
Dal 17 aprile può emergere una chiara volontà: smettere di considerare l’estrattivismo una possibilità ed imboccare senza tentennamenti la strada di alternative reali per la produzione di energia.
Paesaggio KerkennahTorniamo in Tunisia.
Planiamo sull’arcipelago delle isole Kerkenna al largo di Sfax, sulla costa orientale della Tunisia, nel Golfo di Gabès.
180 km2, 110 kms di coste, due isole principali, 12 isolotti e 14 000 abitanti, un mare calmo come l’olio dove vogano da secoli le famiglie di pescatori.
Non sfruttate dall’industria del turismo internazionale, complessivamente per altro in profonda crisi per gli attacchi dei gruppi integralisti, le isole sono visitate da turismo locale e gli abitanti vivono in gran parte, faticosamente di pesca.

martedì 29 marzo 2016

Ecuador - Migliaia in piazza contro flessibilità e riforma del lavoro

Un successo la mobilitazione della sinistra contro la riforma del lavoro approvata dal governo. Migliaia in piazza contro flessibilità e riduzione dei salari, mentre la Revoluciòn Ciudadana è in crisi di consenso. A meno di un anno dalle elezioni.
di Luca Cafagna

In migliaia venerdì scorso hanno manifestato nel centro di Quito contro il governo di Rafael Correa. Almeno cinquantamila secondo gli organizzatori, mentre le forze dell’ordine non si sbilanciano. Un dato è certo: il consenso nei confronti di Alianza Paìs, partito da nove anni al governo dell’Ecuador, è ai minimi storici. L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la riforma del lavoro approvata il 17 marzo. Parole d’ordine: flessibilizzazione e riduzione della giornata lavorativa. Che in un paese piegato dalla crisi petrolifera, si traducono in precarietà e riduzione dei salari. A questo si aggiunge l’eliminazione del salario minimo per i tirocinanti tra i 18 e i 25 anni e l’introduzione di un controverso permesso di maternità/paternità fino a 9 mesi senza copertura salariale. Mentre l’opposizione neo liberale attacca dicendo che quest’ultimo provvedimento “serve solo a truccare le statistiche sull'occupazione”, la sinistra ecuadoriana è scesa in piazza in molte città per contestare il governo della Revolución Ciudadana.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!