giovedì 19 maggio 2016

Messico - Nuove provocazioni - comunicato congiunto CNI - EZLN

CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO

 ESERCITO ZAPATISTA DI
LIBERAZIONE NAZIONALE

Ai mezzi di comunicazione

Alle organizzazioni solidali

Alle organizzazioni che difendono i diritti umani

Al degno popolo binizza di Álvaro Obregón, Juchitán, Oaxaca

Sorelle e fratelli

Con rabbia e indignazione dai nostri villaggi, tribù, comunità, organizzazioni e quartieri vediamo come il malgoverno si vanti di dimostrare la sua mancanza di vergogna, attraverso i suoi partiti politici di tutti i colori, ma fino a che continuerà ad aggredire i nostri villaggi ed i suoi partiti politici a voler imporre la divisione nelle nostre comunità, non ci stancheremo di denunciare e gridare Basta!

Il 14 maggio scorso, con accanimento ed in maniera svergognata, i poliziotti e guarda spalla della candidata del PAN-PRD Gloria Sánchez López, hanno osato puntare le loro armi assassine contro il degno popolo di Álvaro Obregón, Juchitán, ferendo sei compagni che si trovavano in assemblea per difendere il loro territorio fisico e politico, dai progetti eolici di morte; la loro energia “pulita” è sporca di sangue, corruzione e morte. I candidati di tutti i partiti politici che sanno di godere dell’impunità che concede loro l’appartenere alla banda di criminali che malgoverna lo stato di Oaxaca ed il paese, con le pallottole crede di riuscire a cambiare la coscienza ed ammazzare la dignità del popolo binizza.

La politica nazionale mostra sempre di più che non esiste più vergogna tra la classe politica che crede di poter aggredire, minacciare e spaventare la degna lotta dei popoli. Con aggressioni e violenza cerca di seminare la paura nei degni cuori che difendono la terra, l’acqua ed i venti. Dai quattro punti cardinali dei nostri territori indigeni diciamo loro Non Ci Riuscirete! 
Non riusciranno a toglierci la rabbia che si trasforma in solidarietà nei nostri cuori. 
Non riusciranno a strapparci la dignità di lottare per difendere i nostri territori e la vita delle nostre comunità. 
Non riusciranno a spaventare la degna lotta del popolo binizza che ha l’onore di far parte del Congresso Nazionale Indigeno da molti anni.

Per quanto sopra, sorelle e fratelli di Álvaro Obregón, Juchitán, Oaxaca, dai quattro angoli dei nostri territori vi diciamo che Non Siete Sole! Non Siete Soli! Condanniamo le azioni che il malgoverno del Messico e di Oaxaca, attraverso Saúl Vicente Vázquez, presidente municipale di Juchitán, realizza contro il diritto di autodeterminazione ed autonomia del popolo di Álvaro Obregón.

Denunciamo che le vili aggressioni armate del 14 maggio scorso e le continue minacce sono il tentativo di intimorire la comunità di Álvaro Obregón che si oppone alla realizzazione dei progetti eolici sul suo territorio. Ai politici fa rabbia non poter realizzare i loro profitti attraverso questi progetti di morte e credono di riuscire nel loro scopo spaventando il popolo. 
Ma si sbagliano!

Per tutto quanto sopra dichiariamo quanto sopra:

Riteniamo responsabili il governo di Gabino Cue e di Saúl Vicente Vázquez delle continue aggressioni contro l’assemblea della comunità di Álvaro Obregon, Juchitan, Oaxaca.

Esigiamo l’indagine e la punizione dei responsabili della sparatoria della polizia municipale di Juchitán e della guardia del corpo di Gloria Sánchez López.

La cancellazione dei progetti eolici che si vogliono imporre nel territorio della comunità di Álvaro Obregón.

Esigiamo che Gloria Sánchez López e tutti i candidati smettano di voler imporre il loro sistema di partiti alla comunità di Álvaro Obregón.

Esigiamo che si rispetti il legittimo diritto del popolo Binizza di scegliere in maniera autonoma le proprie autorità.

Alla comunità di Álvaro Obregón, Juchitán, Oaxaca, diciamo che non sono soli, come CNI vigileremo affinché questi fatti non si ripetano e faremo sentire la nostra voce da tutti gli angoli del nostro paese insanguinato.

Per la ricostruzione integrale dei nostri popoli!

Mai più un Messico senza di noi!

Congresso Nazionale indigeno
Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Traduzione “Maribel” – Bergamo

domenica 8 maggio 2016

Messico - Dieci anni fa la mattanza di Atenco

di Claudio Dionesalvi 

Il macello c’era stato pochi giorni prima. Quella mattina di dieci anni fa, pur di entrare a San Salvador Atenco, a un’ora da Città del Messico, arrivammo alla spicciolata. Ci infilammo nei furgoni del trasporto locale, camuffati da campesinos, dividendoci a gruppetti per restare in incognito. Così riuscimmo a eludere la polizia politica messicana che fermava chiunque si avvicinasse. Entrando in città, fummo subito avviluppati da una sensazione di morte. Strade deserte, portoni delle case sfondate, carcasse d’animali, anziani con la testa china conficcata tra le mani rugose. Giunti nello zocalo, la gente del posto ci corse incontro, sommergendoci d’abbracci. Ci riempirono d’affetto. Eppure non ci eravamo mai incontrati prima. Donne e bambini sembravano scampati a un evento devastante, sopravvissuti a un’esplosione nucleare o a una calamità naturale. Ma erano loro ad accogliere, e noi a trovare riparo. Silvana e Loredana si misero a piangere. Quasi a voler esorcizzare il terrore, loro e le altre compagne presero a giocare con i bambini dagli occhi a mandorla.

Entrammo in un auditorium. Al tavolo erano seduti esponenti del Frente de Pueblos ed Defensa de la Tierra, il cui leader, Ignacio del Valle, era stato arrestato. Dal fondo della sala, alle nostre spalle, si udì un mormorio. Entrò un gruppetto di uomini a volto scoperto. Soltanto uno di loro indossava il passamontagna. Sarà stata forse l’emozione, per un istante ebbi la sensazione di vedergli volteggiare intorno uno scarabeo, un vecchio indigeno con la pipa, due bimbette dispettose e un pinguino. Prendevano vita nella realtà i personaggi delle sue fiabe e dei suoi racconti, anzi lo precedevano. Fu quella la prima volta che incontrai il Subcomandante Marcos. Una per una, strinse la mano alle donne e agli uomini della delegazione italiana, di cui facevo parte. Eravamo in Messico con l’associazione Ya Basta, sul piano della qualità umana e politica le persone migliori che io abbia incontrato in oltre 25 anni di cammino nei movimenti che vorrebbero capovolgere il mondo e costruirne un altro. II Sub impugnò il microfono e raccontò quel che era accaduto pochi giorni prima nel posto in cui ci trovavamo. Gli abitanti di Atenco lottavano contro la costruzione di un Wallmart al posto della piazza in cui da secoli si riunivano, vendevano frutta, fiori e ortaggi. E per protesta avevano eretto delle barricate. Ma un giorno irruppe la Polizia Federale Preventiva per rimuovere i blocchi. I superpoliziotti messicani caricarono, picchiarono, devastarono le case, uccisero un ragazzo, arrestarono decine di persone e le portarono via. Lungo il tragitto verso le carceri di Santiaguito e La Palma, fermarono le camionette sulle quali trasportavano i prigionieri. Avevano già in tasca i profilattici. Buttarono giù le donne e ne violentarono a decine. Ci finirono in mezzo anche due attiviste europee, una spagnola e una tedesca, che erano accorse ad Atenco, solidali con i manifestanti. Qualche giorno dopo, le due coraggiosissime ragazze denunciarono quanto era accaduto in conferenza stampa.

Al termine dell’incontro pubblico, trascorremmo un’intera giornata con gli abitanti della città. Ne uscimmo come eravamo entrati, dribblando controlli di polizia e spie disseminate intorno.

Quando un mese fa ho visto le immagini di quell’idiota ridens di Matteo Renzi che trionfante stringeva la mano del presidente messicano Enrique Pena Nieto e glorificava i rapporti commerciali tra i due Paesi, m’è venuta una voglia irresistibile di assestargli un pesante scappellotto in testa, uno di quelli che non oserei mai dare al più monello dei miei alunni. Idiota! Ha pure il coraggio di parlare dei diritti umani. È il migliore alleato dei peggiori regimi violenti.

Tutte le volte che ripenso ad Atenco, mi rendo conto di quanto sia tragica la lotta contro il neoliberismo. Tutte le volte che ripenso al Messico degli zapatisti e alla ribellione del popolo Maya, invidio il loro entusiasmo nel costruire un’alternativa concreta a questo mondo di merda, il loro amore per la dignità umana. Entusiasmo, amore e solidarietà non sono mai slegati dal conflitto con lo strapotere delle multinazionali. Tutte le volte che ripenso a quanto accadeva dieci anni fa in quell’angolo di mondo, mi viene in mente l’aggressione capitalista che l’acqua, l’aria e la terra nei Paesi del mediterraneo subiscono ogni giorno. Mi rincuora solo sapere che Silvana e Loredana nel frattempo sono diventate mamme. Ed entrambe le figlie si chiamano Maya.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!