mercoledì 20 luglio 2016

Il colpo di Stato fallito in Turchia e il piano anti-curdo di Erdogan

Il 15 Luglio 2016 in Turchia è avvenuto un tentativo di colpo di Stato senza riuscita . Anche solo in questa fase iniziale, il processo post-golpe avrà importanti conseguenze. È importante capire che questo processo è iniziato il 7 Giugno del 2015, quando Erdogan ha perso le elezioni e condotto un’operazione anti-democratica sui risultati. È importante fare un’analisi approfondita del colpo di Stato per capirne i potenziali risvolti.
Prima di tutto è fondamentale specificare che questo colpo di Stato non è stato intrapreso dai Gulenisti. Per via del conflitto tra l’AKP e i Gulenisti, i simpatizzanti di Gulen potrebbero aver preso parte al tentativo di colpo di stato. Ma dicendo “I gulenisti hanno organizzato il colpo di stato”, si sta cercando di creare una linea per reprimere ancora di più i sostenitori di Gulen. Nell’etichettare il colpo di stato come gulenista si sta cercando di ottenere l’appoggio per una vendetta verso i cospiratori del golpe. In altre parole si sta cercando di prendere due piccioni con una fava.
È evidente che questo tentativo è stato supportato e sostenuto da una larga parte dell’esercito. Se lo avessero pianificato ed eseguito in modo professionale ci sarebbe stata la possibilità di realizzarlo con successo. A tal proposito non si può dire che l’attentato è stato condotto dai gulenisti o da una minoranza: non c’è una presenza gulenista abbastanza grande nell’esercito per portare a termine un colpo di stato.
Forse molti degli organizzatori del golpe, tra i quali molti che stanno conducendo la Guerra contro i curdi in Kurdistan, non sono stati coinvolti a livello pratico, ma si è capito che molti generali nella regione hanno supportato il golpe. Sono stati cauti perchè la loro partecipazione avrebbe intralciato i loro sforzi nella guerra contro i curdi. Ad ogni modo, molti dei generali coinvolti nella guerra contro i curdi sono oggi detenuti come sostenitori del golpe.
L’insistenza nella guerra ha rafforzato i golpisti
Quando l’AKP non poteva risolvere la questione curda ha virato negli anni passati verso una guerra di distruzione contro il Movimento di Liberazione curdo. Specialmente tra la fine del 2014 e le elezioni del 7 Giugno del 2015, il meccanismo del golpe si era già stabilito ed espresso nel tentativo di una coalizione fascista. Quando Erdogan ha svoltato in direzione della guerra l’esercito è diventato l’attore principale. Tayyip Erdogan e l’AKP erano dipendenti dall'esercito nella guerra contro il Movimento di Liberazione Curdo.

martedì 19 luglio 2016

Colombia - Mobilitazione politica delle FARC provoca deliri alla destra oltranzista colombiana

Agli ormai consueti deliri via twitter del narco ex presidente Uribe, si aggiungono sempre più frequenti le farneticazioni del procuratore Ordoñez.

Quest'ultimo si è inventato di sana pianta che alcuni fronti tra i quali il 57 delle FARC-EP sarebbero contrari a quanto pattuito a L'Avana. In realtà solo alcuni singoli elementi appartenenti a una differente unità (Fronte I), si erano manifestati in tal senso, situazione che viene gestita internamente dalle FARC.

Il Comandante del Fronte 57, Olmedo Ruiz, ha smentito il chiacchiericcio e le false denunce con un video ad hoc. Peraltro i Fronti 57 e 36 operanti nel Blocco Efraín Guzmán delle FARC (nordovest della Colombia) sono impegnati in prima linea in due tra i più significativi progetti pilota avviati nel paese, di comune accordo con il governo. 
Uno di essi, ricalcando una vecchia proposta del Comandante Marulanda, individua nella sostituzione volontaria e concertata con le comunità contadine delle coltivazioni di foglia di coca con prodotti alimentari, la via maestra per ridurre l'impatto del narcotraffico nella società. 
Ovviamente nell'ambito di uno sviluppo integrale del territorio che contempli una forte spesa sociale in modo da costituire una alternativa di vita sostenibile per le popolazioni rurali finora escluse.
In questo modo si rende evidente ancora una volta che le FARC non hanno mai avuto nulla a che spartire col narcotraffico, ma hanno solo protetto dal terrorismo di Stato le comunità rurali nel cui grembo si sono formate. Risulta anche chiaro come le FARC abbiano sempre mantenuto la propria vocazione politica di partito, nonostante siano state da sempre costrette alla clandestinità. Ora che sembra si possano aprire, grazie ai dialoghi dell’Avana, quegli spazi democratici a lungo negati dallo Stato oligarchico, le FARC si apprestano a mobilitare tutto il proprio potenziale e le proprie strutture per proseguire la loro lotta sul terreno della politica aperta.
È contro questa prospettiva che chi vive di guerra ed esclusione popolare indirizza i propri attacchi, temendo di perdere privilegi e rendite.
La pace con giustizia sociale andrà costruita dal popolo colombiano combinando mobilitazioni democratiche, lotta di piazza e resistenza antimperialista.

tratto da ANC

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!