mercoledì 23 novembre 2016

Stati Uniti - Standing Rock: oltre cento feriti dopo un attacco della polizia con idranti, pallottole di gomma e lacrimogeni

Standing Rock: oltre cento feriti dopo un attacco della polizia con idranti, pallottole di gomma e lacrimogeni
(Foto di Democracy Now!)
Nel North Dakota, domenica oltre cento Nativi Americani e altri oppositori dell’oleodotto Dakota Access sono stati feriti dalla polizia, che li ha attaccati con pallottole di gomma, candelotti lacrimogeni e idranti in una notte gelida. L’attacco è avvenuto su un ponte vicino a Oceti Sakowin, l’accampamento principale, dopo che i protettori dell’acqua avevano tentato di sgombrare l’accesso al ponte pubblico, bloccato dalle autorità con equipaggiamento militare incatenato a barriere di cemento. Secondo i medici presenti sul posto molte persone sono state colpite da proiettili di gomma.
Leland Brenholt: “Mi chiamo Leland Brenholt e sono un medico qui a Oceti Sakowin. Abbiamo visto almeno quattro persone ferite da arma da fuoco, tre delle quali alla faccia e alla testa. Pallottole di gomma. In questo momento stiamo cercando di tenere la gente al caldo, di decontaminarla e di curare vari tipi diversi di ferite. Alcuni sono stati colpiti al petto o alla gamba da candelotti lacrimogeni e cose simili.”
Secondo i protettori dell’acqua la polizia ha tirato pallottole di gomma anche contro i giornalisti, abbattuto droni usati per documentare l’attacco e sparato razzi illuminanti che hanno dato fuoco all’erba. Secondo osservatori della National Lawyers Guild (un’organizzazione di avvocati attivisti, N.d.T.), dopo essere state colpite molte persone hanno perso conoscenza. Testimoni affermano che un anziano ha avuto un attacco cardiaco ed è stato rianimato sul posto dai medici. Sia la tribù Sioux Standing Rock che quella del Cheyenne River hanno inviato personale per il pronto soccorso.
Domenica Angela Bibens, un avvocato del Red Owl Legal Collective, ha fatto un’intervista telefonica registrata dall'attivista Dallas Goldtooth. “Abbiamo visto gente colpita dai candelotti lacrimogeni. Ne hanno tirati venti in una zona ristretta in meno di cinque minuti, tanto che alcuni hanno perso la funzione intestinale. La nostra squadra di osservatori legali ha assistito ad almeno un attacco cardiaco in prima linea. C’era gente che vomitava per l’esposizione ai lacrimogeni. L’acqua degli idranti era mescolata ai lacrimogeni e così anche i nostri osservatori sono stati coinvolti mentre prendevano appunti. Sono stati sparati candelotti nella zona di pronto soccorso in prima linea. Una donna ha la rotula fratturata e un anziano che aveva avuto un attacco cardiaco è stato rianimato dai medici.”

lunedì 21 novembre 2016

Cile - Dal movimento all’autonomia

Il grande movimento degli studenti emerso in Cile tra il 2011 e il 2013 si è poi diviso in modo netto dando vita ad almeno tre percorsi molto diversi. Il primo ha scommesso sulla riforma avendo considerato la presenza del Partito comunista al governo l’occasione giusta per tagliare finalmente i ponti con un sistema ereditato dalla dittatura. La riforma approvata lo scorso anno, però, non soddisfa nessuno e quella parte di movimento ne ha pagato amaramente il prezzo. Il secondo filone di studenti, quello maggioritario, fino all’estate scorsa ha occupato ancora la scena con manifestazioni visibili e assai combattive che rivendicavano un’educazione pubblica, gratuita e di qualità. Molto presente nei principali centri universitari, anche questa parte vive oggi però una fase di stanca, non avendo la forza di alimentare una presenza di piazza in ogni stagione. Il terzo percorso intrapreso dagli studenti ha scelto di sfuggire alla dinamica delle rivendicazioni da fare allo Stato provando a costruire l’autonomia necessaria a realizzare un’educazione autogestita fuori dalle istituzioni. Si tratta di esperienze non molto visibili e molto diverse tra loro, che mostrano contraddizioni non semplici da risolvere. Costruire un’autonomia educativa è un’impresa quasi impossibile e può comportare il fatto di dover dedicare l’intera vita a questo intento, scrive nel suo reportage Raúl Zibechi, ma fuori c’è il deserto
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Il Centro de Operaciones Poblacionales Los Areneros (COPLA) nel quartiere San Bernardo alla periferia di Santiago del Cile
di Raúl Zibechi

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!