mercoledì 19 aprile 2017

Messico - Kagemusha: Aprile è anche domani

12 aprile 2017
Qualche mese fa il Subcomandante Insurgente Moisés mi ha fatto una sintesi di quello che vi ha appena raccontato con più estensione e contenuto.
Senza volerlo ha tracciato una linea di continuità tra il passato e la tormenta di oggi.
Questa mattina, dopo aver ascoltato le storie che, per voce del SupMoy, hanno raccontato i più anziani tra i nostri compagni, sono tornato alla mia capanna.
La pioggia, fuori stagione, ha iniziato a battere sul tetto di lamiera e non era possibile ascoltare altro se non la tormenta.
Sono così tornato a cercare nel baule che mi ha lasciato il SupMarcos perché mi pareva di aver visto un testo che si poteva riferire a quello che avevo appena finito di ascoltare.
Riguardare questi scritti non è facile, credetemi. La maggior parte di questi testi riposti con disordine dentro il contenitore vanno dal 1983 al primo gennaio del 1994, diciamo che almeno fino al 1992, si vede che il Sup non solo non aveva un computer, ma nemmeno una macchina da scrivere. Così i testi sono manoscritti su fogli di diverse dimensioni. Gli scritti del defunto erano già illeggibili di per sé, se poi a questo si aggiunge l’età ed il clima della montagna, con l’umidità, le macchie e le bruciature di tabacco.
C’è di tutto. Per esempio, ho ritrovato il manoscritto originale con gli ordini operativi per le diverse unità militari zapatiste alla vigilia della rivolta. Non solo ci sono le piantine delle unità, ma anche ogni operazione dettagliata con minuziosità che rivela l’annosa preparazione.
Non sono questi gli appunti di un poeta perso nelle montagne del sudest messicano, o un cantore di storie. Sono gli scritti di un soldato. No, meglio di un capo militare.
Ma abbondano e si trovano anche racconti e storie, ci sono pochissime poesie e i racconti sono di analisi politica ed economica.
Cioè, più che analisi, si tratta di schemi e temi appena tratteggiati, come se fossero qualcosa che doveva essere migliorato in seguito, o completati, o corretti. Ho ritrovato in questi alcune cose che sono stata poi rese pubbliche, certamente migliorate.
Però non stavo cercando questo. Le storie ricordate dal SupMoy mi hanno ricordato che c’era dell’altro in questa montagna disordinata di fogli e idee, qualcosa che parlava della genealogia della lotta anticapitalista.
Eccolo qua. Questo è dopo l’inizio della guerra perché è stampato ed è scritto con un processore di testi.
Per quanto c’è scritto, deve essere stato redatto una ventina di anni fa, quando gli zapatisti iniziarono a pubblicare alcune analisi più approfondite su quel che era e che sarebbe stato. Bene, per lo meno le prime righe, perché qualcosa sembra essere stato scritto successivamente.
Il testo ha un titolo sconcertante, ma che si capisce mano a mano si prosegue nella lettura. Si intitola “Aprile è anche domani”. E continua con diversi punti da sviluppare, perché incompleti in quel momento.
La maggioranza dei punti sembrano essere stati sviluppati in testi che divennero pubblici tra il 1996 e 1997, così che vi annoierei ripetendoli. I principali sono stati raggruppati in un libro dal titolo “Scritti sulla guerra e l’economia politica”, pubblicato dalla casa editrice “Pensamiento Crítico Ediciones”. Se a qualcuno interessa capire di più, questo libro può essere utile. Oppure potete consultare la pagina elettronica di Enlace Zapatista.
La parte che mi interessa illustrarvi, non appare in nessuno di questi testi pubblici, certamente già mediamente sviluppata, è l’inizio di una serie di riflessioni sulle scienze sociali, come dire, sull’economia politica, nonché sulla sfida vecchia e attuale della teoria e pratica politica.
Vi leggo:

lunedì 17 aprile 2017

Turchia - Erdogan “vince” il referendum, ma ha metà Turchia contro

Nessun plebiscito per il Sultano. Paese diviso. Il No avanti nelle grandi città e in Kurdistan. Denunce dei partiti di opposizione e proteste contro la sede della Commissione elettorale generale.
Poco più di un punto percentuale separa il risultato finale dell'Evet (sì) da quello dell'Hayir (no). 51,18% contro 48,82%. 24 milioni e 300mila voti contro 23 milioni e 200mila. Nel voto estero, invece, il sì raggiunge quasi il 60%, con poco più di 250mila voti di distacco. Per la prima volta da quando l'AKP è al potere, però, Erdogan perde l'appoggio delle grandi città. Ad Istanbul, Ankara e Izmir vince il No. E la stessa cosa accade in Kurdistan e sulla costa.
Il voto referendario mostra un paese spaccato, in cui il consenso del Sultano continua ad erodersi. Nonostante le operazioni militari, le minacce, gli arresti, il controllo quasi totale dei mezzi di informazione, i brogli, la vittoria nel voto sulla riforma più importante per i progetti autoritari di Erdogan è stata risicatissima.
La riforma accentra ulteriormente enormi quote di potere nelle mani del presidente. Questo sarà eletto direttamente dal popolo e acquisirà tutti i poteri esecutivi, dal momento che la figura del Primo Ministro viene eliminata. Potrà nominare e far dimettere gli esponenti del governo e sciogliere il Parlamento, nonché sospendere o limitare diritti civili e libertà fondamentali durante lo stato d'emergenza. Anche buona parte del potere legislativo viene consegnato nelle mani del presidente, che potrà emanare decreti legge senza alcun voto parlamentare. E anche rispetto al potere giudiziario, il presidente giocherà il ruolo più importante, nominando il Consiglio superiore della magistratura e agendo, anche formalmente, in una quasi completa immunità.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!