mercoledì 19 luglio 2017

Messico - Arte, Resistenza e Ribellione nella rete


Convocazione all’edizione cibernetica del CompArte “Contro il Capitale e i suoi muri, tutte le arti”

Luglio 2017.

Compañeroas, compagne e compagni della Sexta:

Hermanoas, sorelle e fratelli, artisti e non, del Messico e del mondo:

Avatar, nickname, webmaster, blogger, moderatrici e moderatori, gamer, hacker, pirati, bucanieri e naufraghi dello streaming, usuari delle reti antisociali, antipodi dei reality shows, o come-si-chiami ognuno nella rete, il web, internet, il ciberspazio, la realtà virtuale o-come-si-chiami:

Vi convochiamo perché abbiamo alcune domande che ci inquietano:

È possibile un altro internet, cioè un’altra rete? Si può lottare anche lì? O forse quello spazio senza una geografia precisa, è già occupato, cooptato, legato, annullato, ecceterato? Non possono esserci, anche lì, resistenza e ribellione? Si può fare Arte nella rete? Com’è quest’Arte? Si può ribellare? L’Arte nella rete può resistere alla tirannia dei codici, delle password, dello spam come motore di ricerca predefinito, degli MMORPG delle notizie nelle reti sociali dove vincono l’ignoranza e la stupidità con milioni di like? L’Arte nella, dalla e per la rete banalizza la lotta e la trivializza, o la potenzia e la intensifica, o “niente a che vedere, la mia è arte, non una cellula militante”? L’Arte nella rete può graffiare i muri del Capitale e ferirli con una crepa o scavare e perseverare in quelle che già ci sono? L’Arte nella, dalla e per la rete può resistere non solo alla logica del Capitale, ma anche alla logica dell’Arte “conosciuta” e dell’“arte reale”? Il virtuale è virtuale anche nelle sue creazioni? Il bite è la materia prima della sua creazione? È creato da un essere individuale? Dov’è il superbo tribunale che, nella Rete, detta cos’è e cosa non è Arte? Il Capitale cataloga l’Arte nella, dalla e per la rete come ciberterrorismo, ciberdelinquenza? La Rete è uno spazio di dominio, di domesticazione, di egemonia e omogeneità? O è uno spazio di disputa e di lotta? Possiamo parlare di materialismo digitale?

La realtà, reale o virtuale, è che sappiamo poco o nulla di questo universo. Ma crediamo che, nella geografia inafferrabile della rete, ci siano anche creazione, arte. E, chiaramente, resistenza e ribellione.

Voi laggiù che create, vedete la tormenta? la patite? resistete? vi ribellate?

Per cercare di trovare alcune risposte, vi invitiamo a partecipare… (stavamo per scrivere “da qualunque geografia”, ma crediamo che la rete sia dove, forse, il luogo importa meno).

Vi invitiamo a costruire le vostre risposte, a costruirle, o a decostruirle, con arte creata nella, dalla e per la rete. Alcune categorie con cui si può partecipare (sicuramente ce ne sono di più, e voi state già notando che la lista è corta, ma si sa che “manca quel che manca”), sarebbero:

lunedì 3 luglio 2017

Messico - Il potere de abajo

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di Raúl Zibechi
Non era mai accaduto, in América Latina, che decine di popoli e nazioni indigene decidessero di dotarsi di un proprio governo. La recente decisione del quinto Congresso Nazionale Indigeno (CNI) di creare un Consiglio Indigeno di Governo che si propone di “governare questo paese” avrà profonde ripercussioni in Messico e nel mondo. La decisione è stata presa sulla base della consultazione e dell’approvazione di 43 popoli.
Come segnala il comunicato “¡Y retembló!“, siamo di fronte a decine di processi di trasformazione radicale, di resistenze e ribellioni che “costituiscono il potere del basso”, che ora si esprimerà nel Consiglio di Governo. Allo stesso modo, quell’organismo avrà come portavoce una donna indigena, che sarà una candidata indipendente nelle elezioni del 2018.
È il modo che i popoli hanno trovato perché “l’indignazione, la resistenza e la ribellione figurino nelle schede elettorali del 2018”. In questo modo, pensano di poter “scuotere la coscienza della nazione”, per “demolire il potere dell’alto e ricostituirci, non più solamente come popoli ma come paese”. L’obiettivo immediato è fermare la guerra, creare le condizioni per organizzarsi e superare in modo collettivo la paura che paralizza e provoca il genocidio (da parte di quelli) in alto.
Nella parte finale, il comunicato sottolinea che questa potrebbe essere forse “l’ultima opportunità, come popoli originari e come società messicana, di cambiare in modo pacifico e radicale le nostre stesse forme di governo, facendo sì che la dignità sia l’epicentro di un mondo nuovo”.
Fin qui, per grandi linee, la proposta e il percorso da seguire per renderla realtà. Guardando a distanza, chiama l’attenzione che le discussioni da ottobre in poi si siano centrate sulla questione della portavoce indigena come candidata nelle elezioni del 2018, lasciando da parte un tema fondamentale come (credo sia) la formazione del Consiglio Indigeno di Governo. È evidente che non si può comprendere la nuova cultura politica che incarnano il CNI e l’EZLN con i paraocchi della vecchia cultura centrata su discorsi mediatici e sulle elezioni come forma pressoché unica di fare politica.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!