mercoledì 21 marzo 2018

Messico - Convocazione al Conversatorio (o semenzaio) "Sguardi, Ascolti e Parole: Proibito Pensare

CONVERSATORIO (o semenzaio): “Sguardi, Ascolti e Parole: Proibito Pensare?” 

Marzo 2018

Alle persone, gruppi, collettivi ed organizzazioni che, in tutto il mondo, hanno compreso e fatto propria l’iniziativa del Consiglio Indigeno di Governo e della sua portavoce:

Alla Sexta nazionale e internazionale:

A chi ha firmato per la portavoce del Consiglio Indigeno di Governo:

CONSIDERANDO CHE:

Primo ed unico:


La Famiglia Felice.

Un villaggio, o città, o come si chiami. Un luogo del mondo. Un muro. Incollato alla rugosa superficie del grande muro, un poster, cartellone, o una cosa così. Nell'immagine, un uomo e una donna sorridono ad una tavola traboccante di cibo. Accanto alla coppia, una bambina sorride; di lato, un bambino mostra la sua brillante dentatura. Su di essi, a lettere grandi e intimidatorie, si legge “LA FAMIGLIA FELICE”. Il cartellone è ormai vecchio, con la patina del tempo a spegnere i colori che, supponiamo, una volta fossero brillanti e, si potrebbe dire, felici. Mani anonime hanno aggiunto su dei foglietti di carta: “La famiglia felice è felice solo con la benedizione del divino”; “No alla famiglia omosessuale, a morte i froci e le lesbiche!”; “È la maternità a rendere felice la donna”; “Si stappano tubi. Preventivi senza impegno”; “Si affitta casa felice per famiglia felice. Astenersi famiglie infelici”.

Di fronte, sul marciapiede ai piedi del muro, la gente va e viene senza prestare attenzione all’immagine sbiadita. Ogni tanto, qualcuno sembra schiacciato da un pezzo caduto dal muro decrepito. Vero, questi crolli parziali si verificano con sempre più frequenza. Pezzi di muro si staccano e schiacciano a volte una sola persona o un piccolo gruppo, a volte comunità intere. La commozione tra la moltitudine dura solo pochi istanti, poi riprende la sua strada sotto lo sguardo pallido della famiglia felice.

Catastrofi grandi e piccole che non devono distrarci dall’essenziale: ad un certo intervallo di tempo, il supremo artefice di “famiglie felici” annuncia l’elezione, libera e democratica, del custode del poster. E proprio adesso, il felice calendario, di cui ora ti accorgi, che si vede dietro la famiglia felice segna che è tempo di scegliere. In queste date, un’attività febbrile percorre la folla che, senza fermarsi, pensa, discute e litiga sulle diverse opzioni offerte per custodire il gigantesco cartellone.

C’è chi segnala il pericolo che l’imperizia manifesta dei suoi rivali metta a rischio la malconcia immagine, simbolo di identità del villaggio, città, o cose così. Una persona si offre di rimodernarlo e restituirgli la lucentezza ed il colore di una volta (in realtà, nessuno ricorda quel tempo, quindi non si può nemmeno dire che una volta sia realmente esistito – certo, solo nell’indubbio caso che si possa attribuire esistenza al tempo -). Un altro dice che le amministrazioni precedenti hanno trascurato l’immagine e a questo si deve il suo visibile deterioramento.

Le diverse proposte infiammano le discussioni tra i passanti. Si incrociano accuse, calunnie, menzogne, argomenti con la solidità dell’effimero, condanne e sentenze apocalittiche. Si riflette sull’importanza e trascendenza del momento, sulla necessità della partecipazione cosciente. Non si è lottato tanti anni invano per poter scegliere chi custodisca la felice immagine della famiglia felice.

Si formano bande: là quella di chi insiste in un rinnovamento prudente; un’altra insiste nel postulato scientifico che “meglio il cattivo che si conosce, che il buono che non si conosce”; un’altra banda riunisce chi offre probità, buon gusto, modernità. Gli uni e gli altri gridano: “Non pensare! Vota!”. Uno striscione che ostacola l’andirivieni della gente, recita “Qualunque appello a ragionare sul voto, è un invito all’astensione. Non è il momento di pensare, ma di prendere partito”.

Le discussioni non sempre sono misurate. È così importante scegliere il responsabile dell’immagine, che non poche volte le bande arrivano alla violenza.

C’è chi parla di abbondante quantità di felicità per chi risulti vincitore, ma, lungi dagli interessi mondani, sui volti austeri dei contendenti si avverte la serietà della questione: è un dovere storico, il futuro è nelle mani titubanti di chi dovrà scegliere, è una grave responsabilità che pesa sulle spalle della gente; peso che, felicemente, sarà alleviato quando si saprà chi sarà il vincitore e procurerà felicità alla felice immagine della famiglia felice.

È tale la frenesia che tutti si dimenticano completamente dell’immagine ritratta. Ma la famiglia felice, nella solitudine del muro, indossa il suo perenne e inutile sorriso.

Ai piedi della lunga e alta parete, una bambina alza la mano chiedendo di parlare. Le bande non la vedono nemmeno, ma non manca qualcuno che dice: “poverina, è una bimba e vuole parlare, lasciamola parlare”. “No”, dice un’altra banda, “è un trucco della banda avversaria, è per dividere il voto, è una distrazione affinché non riflettiamo sulla gravità del momento, è un chiaro invito all’astensione”. La banda più in là, obietta: “Che capacità può avere una bambina di opinare sul cartellone? Le mancano studi, deve crescere, maturare”. E da quella parte: “non perdiamo tempo ad ascoltare una bambina, dobbiamo concentrarci sulla cosa importante: decidere chi è il migliore per custodire il cartellone”.

lunedì 19 marzo 2018

Kurdistan - Efrîn: una nuova tattica per una nuova fase della guerra

In una conferenza stampa a Şehba l'amministrazione autonoma di Efrîn ha reso nota la sua decisione di evacuare la popolazione civile per impedire una catastrofe umanitaria. La guerra a Efrîn è entrata in una nuova fase nella quale vanno usate nuove tattiche.
Alla presenza dei portavoce delle YPG/YPJ e di componenti dell'amministrazione autonoma di Efrîn. Il co-Presidente del consiglio esecutivo Osman Şêx İsa ha letto la seguente dichiarazione:
"L'eroica resistenza di Efrîn contro l'esercito turco e i suoi alleati, gli avanzi dello Stato Islamico e del Fronte el-Nusra, è al 58° giorno.
Il 20 gennaio sono iniziati gli attacchi su Efrîn in accordo con la Russia e nel silenzio delle forze presenti nella regione. La Russia ha sacrificato la popolazione di Efrîn per i suoi interessi e aperto lo spazio aereo perché lo Stato turco potesse commettere un genocidio.
Le forze internazionali, la coalizione contro IS, l'UE e il Consiglio di Sicurezza dell'ONU hanno taciuto sugli attacchi. A Efrîn sono in corso un genocidio e un'espulsione forzata. La popolazione civile è esposta a ogni tipo di attacchi. Questo mostra che le forze internazionali non si sono assunte le loro responsabilità nei confronti del nostro popolo e dei nostri e delle nostre combattenti nei confronti di ISIS e di Erdoğan, che spargono terrore in tutto il mondo.
Lo Stato turco sostenitore di ISIS usa jihadisti per modificare la struttura demografica di Efrîn. Al posto della popolazione vengono insediate queste forze reazionarie e le loro famiglie. Centinaia di civili che volevano fuggire dagli attacchi del regime dell'AKP sono stati uccisi. Il popolo è sottoposto a un genocidio.
Per 58 giorni la popolazione e le nostre forze armate hanno opposto resistenza al secondo più grande esercito della NATO. Il mondo deve sapere che questa resistenza è stata condotta con una ferma volontà. Lo Stato turco tuttavia ha attaccato la popolazione civile e distrutto infrastrutture in modo mirato. Per impedire una crisi umanitaria abbiamo preso la decisione di evacuare dalla città la popolazione civile.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!