sabato 25 agosto 2018

Messico - 300. Terza e ultima parte - UNA SFIDA, UNA AUTONOMIA REALE, UNA RISPOSTA, DIVERSE PROPOSTE, E QUALCHE ANEDDOTO SUL NUMERO “300”


 Terza ed ultima parte: UNA SFIDA, UNA AUTONOMIA REALE, UNA RISPOSTA, DIVERSE PROPOSTE, E QUALCHE ANEDDOTO SUL NUMERO “300”. Subcomandante Insurgente Moisés, SupGaleano

E poi cosa viene?

Remare controcorrente. Niente di nuovo per noi, nosotroas, zapatiste, zapatisti.

Noi lo vogliamo ribadire – ci siamo consultati con le nostre comunità -: qualunque caposquadra deve essere contrastato, chiunque; e non solo chi propone una buona amministrazione ed una corretta repressione – cioè, questa lotta alla corruzione ed il piano di sicurezza basato sull’impunità -; anche chi dietro sogni avanguardisti vuole imporre la sua egemonia ed omogeneizzarci.

Non cambieremo la nostra storia, il nostro dolore, la nostra rabbia, la nostra lotta, per il conformismo progressista ed il suo correre dietro al leader.

Forse qualcuno lo dimentica, ma noi non dimentichiamo che siamo zapatisti.

E riguardo alla nostra autonomia – con la faccenda che sì la si riconosce, o no non la si riconosce -, noi abbiamo fatto questo ragionamento: l’autonomia ufficiale e l’autonomia reale. Quella ufficiale è quella riconosciuta dalle leggi. La logica sarebbe questa: hai un’autonomia, ora la riconosco in una legge e quindi la tua autonomia dipende da questa legge e comincia a non mantenere più le sue forme, poi, quando ci sarà un cambio di governo, allora devi appoggiare il governo “buono” e votare per lui, promuovere il voto per lui, perché se arriva un altro governo abolirà la legge che ti protegge. Quindi diventiamo i peones dei partiti politici, come è successo con i movimenti sociali in tutto il mondo. Non importa più quello che si sta facendo nella realtà, quello che si sta difendendo, ma quello che la legge riconosce. La lotta per la libertà si trasforma così nella lotta per il riconoscimento legale della lotta stessa.

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Abbiamo parlato con i nostri capi e capi. O piuttosto con le comunità che ci danno il passo, la direzione e la destinazione. Con il loro sguardo guardiamo a ciò che sta arrivando.

Ci siamo consultati ed abbiamo detto: bene, se noi diciamo questo, che cosa succede?

Rimarremo da soli, ci diranno che siamo marginali, che stiamo rimanendo fuori dalla grande rivoluzione… dalla quarta trasformazione o dalla nuova religione (o come vogliano chiamarla) e dovremo remare un’altra volta controcorrente.

Ma non c’è niente nuovo, per noi, nel rimanere soli.

Allora ci siamo chiesti, bene, abbiamo paura di restare soli? Abbiamo paura di restare nelle nostre convinzioni, di continuare a lottare per esse? Abbiamo paura che chi era a favore, ci si metta contro? Abbiamo paura di non arrenderci, di non venderci, di non cedere? Ed alla fine abbiamo concluso: insomma, ci stiamo domandando se abbiamo paura di essere zapatisti.

Non abbiamo paura di essere zapatisti e continueremo ad esserlo.

È così che ci siamo fatti una domanda e ci siamo risposti.

venerdì 24 agosto 2018

Messico - 300. Seconda parte - Sub comandante Insurgente Moisés - Sup Galeano

#EZLN: 300. Seconda parte:

UN CONTINENTE COME CORTILE, UN PAESE COMO CIMITERO, UN PENSIERO UNICO COME PROGRAMMA DI GOVERNO, ED UNA PICCOLA, MOLTO PICCOLA, PICCOLISSIMA RIBELLIONE. Subcomandante Insurgente Moisés, SupGaleano

Dal mondo scendiamo al continente.

Se guardiamo in alto…

Vediamo gli esempi di Ecuador, Brasile ed Argentina, dove non solo si spodestano i governi che si presumono progressisti, ma si perseguono anche giuridicamente ed al loro posto ascendono governi addestrati come buoni capisquadra, o capisquadra ubbidienti al capitale (benché, siamo giusti, sono abbastanza rozzi anche nel loro cinismo) per il nuovo riaccomodamento della finca mondiale, che sono come Temer in Brasile, Macri in Argentina, ed in Ecuador quello che era bravo perché ce l’aveva messo l’adesso perseguito Correa (quello della “rivoluzione civica” – “di sinistra”, così lo vendette l’intellighenzia progressista -) e che ora risulta essere di destra, Lenin Moreno – paradossalmente si chiama Lenin -.

Sotto la vigilanza dello Stato che si è trasformato nel poliziotto della regione – la Colombia – e da cui si minaccia, si destabilizza e si programmano provocazioni che giustifichino invasioni di “forze di pace”, in tutto il Sudamerica si torna ai tempi brutali della Colonia, ora col “nuovo” estrattivismo che non è altro che l’ancestrale saccheggio delle risorse naturali, tipificate come “materie prime”, e che nei governi progressisti della regione si avalla e si promuove come “estrattivismo di sinistra” – che è qualcosa come un capitalismo di sinistra o una sinistra capitalista o vai a sapere che cosa vuole dire -, ma ugualmente distruggono e spogliano, ma è per una “buona causa” (?). Qualunque critica o movimento di opposizione alla distruzione dei territori degli originari è catalogata come “promossa dall’Impero”, “di stampo conservatore”, ed altri equivalenti a “è un complotto della mafia del Potere”.

Insomma, nel continente il “cortile” del Capitale si estende fino a Capo Horn.

Ma se guardiamo in basso…

Vediamo ribellioni e resistenze, prima di tutto dei popoli originari. Sarebbe ingiusto nominarli tutti perché si correrebbe il rischio di ometterne alcuni. Ma la loro identità risalta nella loro lotta. Lì dove la macchina incontra resistenza al suo avanzare predatorio, la ribellione si veste di colori nuovi tanto antichi e parla lingue “strane”. La depredazione, anche mascherata di reddito della terra, vuole imporre la sua logica mercantile a chi si rapporta alla terra come la madre.


BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!