martedì 16 ottobre 2018

Messico - Italia - Dicembre 2018 - Brigata Sanitaria nel Caracol de La Garrucha


A dicembre 2018 torneremo in Chiapas per sostenere la Salute Autonoma nella zona del Caracol de La Garrucha all’interno di "Juntos para el derecho a la salud", attraverso il sostegno alla strutturazione di un Laboratorio d’analisi in ogni Municipio della zona. 

Vieni con noi, sostieni l’autonomia zapatista. 

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Sembra ieri che siamo tornati dal Messico e già stiamo pensando a quando ritorneremo in dicembre, sarà per il fatto che ormai pioggia e freddo iniziano a fare capolinea nelle nostre giornate, sarà, e forse è questo il motivo vero, che il nostro impegno verso le comunità zapatiste non ammette soste e non ci possiamo permettere di non continuare a pensare come sostenere e rafforzare quel complesso di attività che gli zapatisti e noi con loro chiamiamo Autonomia.

A dir la verità aspettavamo che dalle montagne del sud est messicano ci arrivassero alcune informazioni che nell’ultimo incontro di agosto scorso avevamo concordato con la Junta de Buon Gobierno del Caracol 3 de La Garrucha.

Sono ormai due anni pieni che a scadenza quasi semestrale ci incontriamo con le autorità del Caracol e i promotori di salute, con loro abbiamo stilato un piano di lavoro che sta avendo i suoi frutti e che vogliamo condividere con tutt*.

Due anni fa ci siamo presi l’impegno di sostenere l’Autonomia zapatista nell’area della Salute ed in particolare rimettere in funzione, riattrezzare e mantenere il laboratorio di analisi del Municipio Francico Villa. Insieme a questo abbiamo dato una mano per la formazione di nuovi promotori in grado di fare le analisi di base che i mezzi e le strutture esistenti potevano garantire.

Dopo quattro delegazioni, a cui hanno partecipato studenti di medicina, dottori/e, chirurghi e professionisti di laboratorio di analisi cliniche, oltre a solidal* senza esperienze in campo sanitario, ora siamo ad una fase di consolidamento ed espansione del progetto “Juntos para el derecho a la salud”.

Insieme alla JBG è stato fatto un rilevamento dello stato dell’arte in cui sono i quattro Municipi che compongono la zona Selva Tzeltal rispetto ad attrezzature e strutture per i laboratori di analisi.

Dalla ricognizione fatta dal 13 al 17 di settembre 2018 dai Promotori di salute è emerso che nei quattro Municipi che compongono la zona de La Garrucha mancano alcuni apparecchiature mentre altre hanno bisogno di riparazioni e/o manutenzione.
Non è molta roba, è l’attrezzatura minima che, però, può dare la possibilità di evitare che le persone, per farsi un analisi del sangue o delle urine, siano costrette a farsi decine di chilometri su strade non sempre agevoli e su mezzi di trasporto non sempre comodi. Sono quelle analisi minime che permettono di prevenire e curare sul nascere malattie e infezioni che potrebbero essere più dannose se non individuate in tempo.

Alcuni Municipi hanno bisogno veramente di poco:

domenica 14 ottobre 2018

Crisi climatica - Ci restano 12 anni prima di cambiamenti irreversibili: usiamoli bene

Non ha mezzi termini l’ultima dichiarazione del Panel delle Nazioni unite sul riscaldamento globale, che si è riunito la scorsa settimana in Corea del Sud.

La cosiddetta "soglia di non ritorno", ovvero cambiamenti in tutto l’ecosistema totalmente irreversibili, non è di 2 gradi d’aumento della temperatura, come si diceva quando è stato firmato l’Accordo di Parigi, ma di 1,5 gradi.

In poche parole se non fermiamo ora l’aumento della temperatura nel 2040 non ci sarà più possibilità di tornare indietro.

Ma quali sono le proposte uscite dall'incontro in Corea?
Taglio delle emissioni e rimozione della CO2 dall’atmosfera.
Peccato che sotto la denominazione rimozione della CO2 ci sono tutte le pratiche contestate dai movimenti per la giustizia climatica tra cui la cattura ed il conseguente stoccaggio dell’anidride carbonica
Il Carbon storage fa parte delle false soluzioni proposte dalla geo-ingegneria, ovvero l’utilizzo di tecnologie invasive per l’ambiente, l’atmosfera e lo spazio, proposte come soluzioni al cambio climatico, che in realtà vanno ad aumentare i problemi e a devastare ulteriormente gli equilibri naturali. 

Il Carbon storage, peraltro ancora non sperimentato, consiste nell'immagazzinare sotto terra, sotto gli oceani (e perché non sulla luna o sugli asteroidi...!), il CO2 stoccato.

Non serve uno scienziato per capire che le soluzioni proposte, dal carbon storage al mercato dei crediti di carbonio, allo sbiancamento delle nuvole fino al creare lo scudo nello spazio per fermare i raggi del sole, sono peggiori dello stesso problema.

False soluzioni che peraltro vanno bene a tutti perché rappresentano una nuova frontiera di investimenti e non comportano un cambio radicale del sistema produttivo.

Il cosiddetto PLAN B (ovvero usare la geo-ingegneria al posto del PLAN A cioè il cambio di paradigma produttivo) piace all’America di Trump, che nega il riscaldamento globale, ed anche alla Cina, India ed altri paesi dei BRICS, sempre pronti a recriminare sul fatto che far scendere le emissioni devono essere per primi i paesi di vecchia industrializzazione.


Non ci sono scorciatoie per fermare il cambio climatico serve una sterzata poderosa che diminuisca le emissioni attraverso i cambiamenti nella produzione di energia, attraverso l’agricoltura di prossimità e non l’agro-business ed attraverso nuove forme di mobilità.

La cosa pericolosa, come denunciato da molte reti ed associazioni ambientaliste, è che utilizzando l’emergenza climatica invece di intraprendere una profonda strada di cambiamenti si preferisca il PLAN B: ovvero la geo-ingegneria. 

Di seguito vi proponiamo il manifesto elaborato contro la geo-ingegneria da numerose realtà, perché qui in Italia se ne parla davvero troppo poco ed invece sono scelte che riguardano tutti noi, soprattutto le generazioni future.

Stop immediato alla geo-ingegneria del clima.

Richiesto da 110 organizzazioni di società civile e movimenti popolari

Comunicato stampa collettivo di ETC Group, Rete ambientale indigena, Friends of the Earth International, La Via Campesina, Climate Justice Alliance e BiofuelWatch.


In un Manifesto sostenuto da un’ampia coalizione, pubblicato il 4 ottobre 2018, 23 organizzazioni internazionali, sei destinatari del "premio Nobel alternativo" e 87 organizzazioni nazionali di cinque continenti hanno chiesto di interrompere la sperimentazione e di abbandonare le scelte politiche relative all'utilizzo della geo-ingegneria per far fronte al cambio climatico. Tra i firmatari segnaliamo, tra gli altri, movimenti indigeni, contadini e reti per la giustizia climatica e la difesa dell’ambiente.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!